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3. Commento alle Letture – SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

31 DICEMBRE 2023

SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

NAZARET: UN DONO ALLE FAMIGLIE

COMMENTO

È un quadro in tre scene, che, nelle intenzioni di Luca, presenta  l’ambiente spirituale  e religioso  dell’accoglienza del Messia bambino e apre uno  squarcio  sulla sua missione.
La prima  scena riguarda  Maria e Giuseppe,  poveri e osservanti della Legge. Essi, senza saperlo, compiono gesti che vanno  al di là della semplice osservanza e l’evangelista lo suggerisce ai lettori del suo vangelo: Gesù non è solo «un» primogenito ma «il» primogenito e viene offerto al Padre, che lo ha mandato proprio perché  salvi gli altri fratelli.
La seconda  scena ha al centro  il vecchio Simeone. Rappresenta tutti coloro che attendevano con cuore puro la venuta del Messia, ma anche i profeti del Primo Testamento, tutti mossi come lui dallo Spirito Santo. E agisce da profeta: inizia con la lode del Signore, che mantiene le sue promesse, e presenta a Maria e Giuseppe (ma Luca ha davanti tutti i credenti) la missione del bambino che ha tra le braccia: salvare non solo Israele ma tutte le genti, rivelando il volto e la presenza  redentrice  di Dio nel mondo. Annuncia anche il conflitto che porterà alla croce e che lascerà una  ferita nel cuore di Maria. È questo bambino il centro della storia e dell’universo, infatti davanti a lui tutti  dovranno scegliere, se essere con lui o contro di lui.
Lo stupore  di Maria e Giuseppe  di fronte a queste rivelazioni dice con chiarezza che anch’essi sono chiamati a credere e a crescere nella fede, senza sapere in anticipo la consistenza e il senso  delle prove che dovranno affrontare.
La terza scena obbedisce allo schema della «parità dei sessi» di fronte al Vangelo: Luca ci tiene a presentare figure maschili  e femminili. La presenza  della profetessa Anna è conferma  delle parole  di Simeone.  Anche lei è povera, fedele al Signore e testimone della sua presenza nella storia.
La conclusione del brano  è un quadro di serenità familiare. Dopo gli avvenimenti straordinari della nascita, il Messia fa silenzio, cresce e si prepara alla sua missione di salvezza.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

1. Giuseppe e Maria hanno la responsabilità del- l’educazione civile, morale  e religiosa di Gesù. Sanno bene che il centro della persona  è il rapporto con Dio, per questo  la loro obbedienza alla Legge è il primo  servizio educativo.  I genitori  cristiani  hanno in Maria e Giuseppe  il punto di riferimento per l’educazione integrale dei figli.

2. L’osservanza della Legge permette a Maria e Giuseppe di avere la giusta disponibilità per andare oltre e riconoscere l’opera di Dio, che si manifesta in modo imprevedibile e assolutamente nuovo.

3. Gesù è il segno di contraddizione. Nel fare le scelte decisive della vita non abbiamo altro punto di riferimento. Lui è la luce, che inonda il cuore e la mente di ciascuno, e ha il potere di fare chiarezza e mettere  ordine  nei pensieri, nelle intenzioni e nei sentimenti.

4. La spada trafigge la vita di Non c’è vita spi- rituale senza lotte e senza ferite. La risurrezione di Gesù rende luminose le ferite e attraverso esse entra la vita piena ed eterna.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Trovare il tempo per pregare insieme  in famiglia, oltre il segno della croce ai pasti.

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4. Letture – SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

31 DICEMBRE 2023

SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

NAZARET: UN DONO ALLE FAMIGLIE

PRIMA LETTURA

Uno nato da te sarà tuo erede.
La lettura unisce due brani della Genesi distanti tra loro. Nel primo, Abramo sembra aver perso la speranza di una di- scendenza, ma il Signore gli rinnova la promessa ed egli si fi- da, anche se la sua fede passerà attraverso altre prove. Nel se- condo, finalmente viene alla luce il figlio promesso, Isacco, caparra della discendenza numerosa come le stelle del cielo.

Dal libro della Genesi                             Gn 15,1-6; 21,1-3

In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono  il tuo scudo; la tua ricompensa  sarà molto  grande». Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco».
Soggiunse  Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede».
Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza».
Egli credette al Signore, che glielo  accreditò come giustizia.
Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come  aveva promesso.  Sara concepì  e partorì ad Abramo un figlio  nella vecchiaia, nel tempo  che Dio aveva fissato.
Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE               

Dal Salmo 104 (105)

Le promesse di Dio non sono vane, si realizzano, come sa bene il popolo di Israele. Il salmista invita tutti a unirsi a lui nella lode del Signore per la sua fedeltà.

Il Signore è fedele al suo patto.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,
voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe,  suo eletto.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

SECONDA LETTURA

La fede di Abramo, di Sara e di Isacco.
Questo brano appartiene al capitolo 11, nel quale l’autore definisce la fede come «fondamento  di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede» e quindi fa l’elogio della fede degli uomini e delle donne del Primo Testamento, che han- no creduto al Signore. Essi non hanno visto la piena realizzazione delle promesse, che si è manifestata con la venuta di Gesù.

Dalla lettera agli Ebrei                        Eb 11,8.11-12.17-19

Fratelli, per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo  per un luogo  che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo  aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa  come le stelle del cielo  e come  la sabbia che si trova lungo  la spiaggia del mare e non si può contare.
Per fede, Abramo, messo  alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse,  offrì il suo unigenito figlio,  del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO         

Eb 1,1.2

Alleluia, alleluia.

Molte volte e in diversi modi  nei tempi antichi Dio ha parlato  ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni,
ha parlato  a noi per mezzo del Figlio.

Alleluia.

VANGELO*

TRA PARENTESI  [  ] : LA FORMA BREVE.

Il bambino cresceva pieno di sapienza.
Maria e Giuseppe, osservando la Legge, obbediscono a Dio e offrono al Signore il bambino Gesù. Questo brano è un concen- trato di riferimenti al Primo Testamento, che si amplia con le figure del vecchio Simeone e della profetessa Anna. La gioia di questi due anziani è il frutto del compimento dell’attesa del Mes- sia, che soprattutto un piccolo resto di fedeli ha vissuto, con fede perseverante nell’adempimento delle promesse del Signore.

Dal vangelo secondo  Luca                                 Lc 2,22-40

[Quando  furono compiuti  i giorni della loro purificazione  rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino  [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo  al Signore– come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani  colombi, come  prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme  c’era un uomo  di nome  Simeone,  uomo  giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non  avrebbe visto la morte senza prima aver veduto  il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori  vi portavano  il bambino  Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano  di lui. Simeone  li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione  di molti  in Israele e come segno  di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché  siano  svelati i pensieri  di molti cuori».
Cera anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vis- suto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro  annni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno  con digiuni  e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino  a quanti aspettavano  la redenzione di Gerusalemme.
[Quando  ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino  cresceva e si fortificava, pieno di sapienza,  e la grazia di Dio era su di lui.]

Parola del Signore.

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2. introduzioni – SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

31 DICEMBRE 2023

SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

NAZARET: UN DONO ALLE FAMIGLIE

PRIMA LETTURA

Uno nato da te sarà tuo erede.
La lettura unisce due brani della Genesi distanti tra loro. Nel primo, Abramo sembra aver perso la speranza di una discendenza, ma il Signore gli rinnova la promessa ed egli si fi- da, anche se la sua fede passerà attraverso altre prove. Nel secondo, finalmente viene alla luce il figlio promesso, Isacco, caparra della discendenza numerosa come le stelle del cielo.

SALMO RESPONSORIALE               

Dal Salmo 104 (105)

Le promesse di Dio non sono vane, si realizzano, come sa bene il popolo di Israele. Il salmista invita tutti a unirsi a lui nella lode del Signore per la sua fedeltà.

SECONDA LETTURA

La fede di Abramo, di Sara e di Isacco.
Questo brano appartiene al capitolo 11, nel quale l’autore definisce la fede come «fondamento  di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede» e quindi fa l’elogio della fede degli uomini e delle donne del Primo Testamento, che han- no creduto al Signore. Essi non hanno visto la piena realizzazione delle promesse, che si è manifestata con la venuta di Gesù.

VANGELO*

Il bambino cresceva pieno di sapienza.
Maria e Giuseppe, osservando la Legge, obbediscono a Dio e offrono al Signore il bambino Gesù. Questo brano è un concen- trato di riferimenti al Primo Testamento, che si amplia con le figure del vecchio Simeone e della profetessa Anna. La gioia di questi due anziani è il frutto del compimento dell’attesa del Mes- sia, che soprattutto un piccolo resto di fedeli ha vissuto, con fede perseverante nell’adempimento delle promesse del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

31 DICEMBRE 2023

SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

NAZARET: UN DONO ALLE FAMIGLIE

RICHIESTE DI PERDONO

    • • Signore, ogni giorno  riceviamo  tanto  dalla nostra famiglia, ma abbiamo difficoltà ad aiutare i familiari nella vita domestica. Kyrie Eleison.
      • Cristo, tu sei cresciuto a Nazaret, obbedendo a Maria e Giuseppe, ma spesso noi non vogliamo obbedire a nessuno. Christe eleison.
      •Signore, abbiamo come modello la famiglia di Nazaret, ma noi troppo raramente preghiamo in famiglia. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Dio Padre è fondamento della famiglia  e della fraternità.  Spinti dall’amore per lui e i fratelli, eleviamo  la nostra  preghiera  e diciamo  insieme:  Padre della vita, ascoltaci.

  • Perché le nostre famiglie siano sempre saldo punto di riferimento per i figli. Preghiamo.
  • Perché i genitori cristiani abbiano come primo impegno l’educazione dei figli alla fede. Preghiamo.
  • Perché i giovani si preparino con impegno alla costruzione delle nuove famiglie. Preghiamo.
  • Perché gli anziani con l’esperienza e la saggezza sappiano trasmettere ai giovani i valori autentici della vita. Preghiamo.

O Padre, tu hai arricchito  tutti i tuoi figli della capacità di amare. Donaci il tuo Santo Spirito perché, seguendo l’esempio della santa Famiglia, impariamo ad amarci da veri fratelli. Per Cristo nostro  Signore.

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Recensione del libro “Massimiliano Infante” di Giuseppe Tuninetti

Massimiliano Infante

Una vita bella, una morte esemplare

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato il 3 settembre 2020 dal blog Testimoniando a cura della Dott.ssa Emilia Flocchini.

Massimiliano Infante è nato a Torino il 30 marzo 1970, nella notte tra Pasqua e il Lunedì dell’Angelo, primogenito di Enzo Infante e Nunziata (detta Anna) Albanese, seguito da Barbara, Gabriella e Sandra.

Ha frequentato la parrocchia di Santa Maria Goretti a Torino, inserendosi come catechista, educatore e ministro straordinario dell’Eucaristia, sia nella sua comunità d’origine, sia in quella, confinante, di Sant’Ermenegildo. Negli anni universitari è stato volontario in Bosnia Erzegovina con l’associazione Mir I Dobro, per attività caritative in sostegno alla popolazione colpita dalla guerra.Dopo la laurea in Economia e Commercio e alcune esperienze lavorative (prima in Banca Sella, poi direttore amministrativo e responsabile della sicurezza dell’azienda di trasporti dei fratelli Bodda), è entrato nel Seminario diocesano di Torino: nel settembre 2005 ha iniziato l’anno propedeutico nella sede di viale Thovez, passando, l’anno successivo, in quella di via Lanfranchi, per il Quadriennio teologico. Ha svolto esperienze pastorali nella Comunità Pastorale di San Mauro Torinese. Nel corso del periodo formativo, cercava di svolgere ogni cosa al meglio, ottenendo anche valutazioni molto buone negli esami. Il 14 dicembre 2008 è stato ammesso tra i candidati al diaconato e al presbiterato. Il 23 ottobre 2009, studente di III Teologia, ha cominciato ad avere problemi di salute: lesioni sulle gambe, febbri e dolori. Tre giorni dopo, il 26 ottobre 2009, in seguito agli esami del sangue, gli è stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta.

Ricoverato all’ospedale Le Molinette di Torino, ha subito due trapianti di midollo osseo, risultati inefficaci. Per tentare una nuova terapia, è poi stato trasferito alla Clinica San Raffaele di Milano, ma anche il trapianto tentato lì non ha avuto esito positivo. Ai compagni, ai comparrocchiani e ai superiori, coi quali era in contatto telefonico, riferiva la fatica nel vivere la malattia ma, allo stesso tempo, la certezza di non sentirsi abbandonato.

Il cappellano del San Raffaele ha ottenuto il permesso speciale di lasciare sul comodino della sua stanza un’Ostia consacrata, contenuta in una teca. Quando ormai era in agonia, Massimiliano teneva nella mano destra quella stessa teca, mentre sull’altra erano posate le mani dei suoi familiari. Tra le dita della sinistra, la madre gli aveva intrecciato una corona del Rosario benedetta dal Papa.

È morto alle 23.40 del 3 settembre 2010, a quarant’anni compiuti. I suoi resti mortali riposano presso il cimitero di Brione, frazione di Val della Torre.

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