5 FEBBRAIO
V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Giornata nazionale per la vita
CRISTIANI: SALE E LUCE PER IL NOSTRO MONDO
Scarica le orazioni del Nuovo Messale romano
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Il mondo è insipido e si corrompe: ha bisogno del sale del vangelo. Il mondo è nel buio del peccato: ha bisogno della luce del vangelo. Dio Padre, per essere riconosciuto dagli uomini, ha bisogno di persone che rendano visibile il suo amore. È stata questa la missione di Cristo. È questa la missione dei cristiani, ieri, oggi e sempre.
PRIMA LETTURA
La tua luce sorgerà come l’aurora.
Siamo nella terza parte del libro di Isaia. Il popolo sta sperimentando ingiustizie e oppressione dei poveri da parte dei potenti. Per sollecitare l’intervento del Signore non servono penitenze esteriori e formali come il digiuno dai cibi. Dio desidera il digiuno dalle violenze e la carità verso i poveri. Solo allora il Signore interverrà per salvare.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 1 1 (1 2)
Il salmista dichiara beato chi obbedisce a Dio e lo paragona a una luce splendente: egli sarà felice e non avrà paura di nulla, perché ha fiducia nel Signore, osserva i suoi comandamenti e fa del bene ai poveri e ai deboli.
SECONDA LETTURA
Vi ho annunciato il mistero di Cristo crocifisso.
L’apostolo Paolo, di fronte ai quei Corinzi che cercano la sapienza umana e l’eloquenza, presenta il vero motivo della diffusione della fede: è la potenza dello Spirito che suscita e consolida la fede in Gesù crocifisso.
VANGELO
Voi siete la luce del mondo.
I discepoli del Signore, accogliendo e vivendo le beatitudini, diventano sale della terra, città posta su di un monte e luce del mondo. Tre immagini per dire a tutti gli uomini, in maniera visibile, la presenza amorevole, misericordiosa e salvifica di Dio nel mondo.
COMMENTO
Le due similitudini del sale e della luce continuano l’ultima beatitudine che riguardava i discepoli perseguitati, quindi il voi è certamente riferito ai discepoli.
Per comprendere la prima similitudine osserviamo a cosa serve il sale e quale significato assume nella Bibbia. Il sale dà sapore ai cibi, è indispensabile per la buona salute (la mancanza di sale provoca disturbi), purifica e conserva alcuni cibi. Nella Bibbia è utilizzato come simbolo della sapienza, il gusto delle cose che riguardano Dio, la conoscenza profonda di lui e della sua Parola. I discepoli del Signore dunque hanno una responsabilità precisa e grande nei confronti dell’umanità (è questa la terra di cui essi sono il sale). Senza i discepoli l’umanità è scipita, malata, si corrompe, non ha conoscenza profonda e vitale di Dio e del suo mondo. Il sale non può diventare, ma i discepoli sì. Inoltre, se essi perdono la loro identità il danno non è solo per l’umanità, ma anche per loro stessi: diventano inutili e meritevoli di biasimo da parte di coloro che avrebbero dovuto «insaporire».
«Luce del mondo» è il titolo che Gesù dà a se stesso nel vangelo di Giovanni, ma qui è conferito ai discepoli. Nella Bibbia la luce è l’inizio della creazione e in termini universali è simbolo di vita, permette la visione e il contatto con persone e oggetti, apre alla conoscenza di Dio e del mondo. Se i discepoli sono luce, allora il mondo grazie a loro può vedere e conoscere Dio. La luce non ha bisogno di mettersi in mostra, basta che sia se stessa, così illumina. Perciò i discepoli non hanno bisogno di cercare visibilità, basta che vivano il vangelo. Infatti essi saranno riconosciuti come luce per le opere buone compiute, come una città sulla montagna è vista da tutti. In- vece, un discepolo che nasconde la luce ricevuta nel battesimo (non vive la propria fede e la carità) è inutile e rinnega la propria identità cristiana.
Il Signore, concludendo, esprime il fine dell’essere e dell’agire dei discepoli: manifestare, rendendola visibile, la gloria del Padre; cioè, far riconoscere a tutti che il Padre è presente nella storia e si dona con amore misericordioso, attraverso il Figlio nello Spirito, per salvare gli uomini e renderli suoi figli.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Vivere e mostrare la gioia di essere cristiani e realizzare tutto il bene che possiamo.
PRIMA LETTURA
La tua luce sorgerà come l’aurora.
Siamo nella terza parte del libro di Isaia. Il popolo sta sperimentando ingiustizie e oppressione dei poveri da parte dei potenti. Per sollecitare l’intervento del Signore non servono penitenze esteriori e formali come il digiuno dai cibi. Dio desidera il digiuno dalle violenze e la carità verso i poveri. Solo allora il Signore interverrà per salvare.
Dal libro del profeta Isaia Is 58,7-10
Così dice il Signore:
«Non consiste forse [il digiuno che voglio]
nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?
Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà.
Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».
Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio».
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 1 1 (1 2)
Il salmista dichiara beato chi obbedisce a Dio e lo paragona a una luce splendente: egli sarà felice e non avrà paura di nulla, perché ha fiducia nel Signore, osserva i suoi comandamenti e fa del bene ai poveri e ai deboli.
Il giusto risplende come luce.
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
misericordioso, pietoso e giusto.
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno: eterno
sarà il ricordo del giusto.
Cattive notizie non avrà da temere,
saldo è il suo cuore, confida nel Signore.
Sicuro è il suo cuore, non teme,
egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria.
SECONDA LETTURA
Vi ho annunciato il mistero di Cristo crocifisso.
L’apostolo Paolo, di fronte ai quei Corinzi che cercano la sapienza umana e l’eloquenza, presenta il vero motivo della diffusione della fede: è la potenza dello Spirito che suscita e consolida la fede in Gesù crocifisso.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1 Cor 2,1-5
Io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso.
Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predica- zione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO Cf Gv 8,12
Alleluia, alleluia.
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.
Alleluia.
VANGELO
Voi siete la luce del mondo.
I discepoli del Signore, accogliendo e vivendo le beatitudini, diventano sale della terra, città posta su di un monte e luce del mondo. Tre immagini per dire a tutti gli uomini, in maniera visibile, la presenza amorevole, misericordiosa e salvifica di Dio nel mondo.
Dal vangelo secondo Matteo Mt 5,13-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Parola del Signore.
PERDONO
• Signore, non abbiamo portato il sapore del vangelo nella vita degli altri. Kyrie eleison.
• Cristo, non abbiamo illuminato i fratelli con la luce che tu ci hai donato. Christe eleison.
• Signore, troppo spesso per paura o timidezza abbiamo nascosto la nostra fede. Kyrie eleison.
PREGHIERA UNIVERSALE
Ringraziamo il Padre per tutti i doni ricevuti e rivolgiamo a lui la nostra preghiera per la Chiesa e per il mondo.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
O Padre, tu ci hai arricchiti dei tuoi doni. Donaci la gioia di portare frutti di bontà e di sapienza per le persone che ci fai incontrare. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
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Laudato sii
Ancilla Domini
Un anno straordinario
Sorrisi divini
I Love Francesco
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Il Regno di Dio non è solo diverso dai regni di questo mondo, ma ne rovescia la logica: Dio predilige i poveri, il suo regno appartiene a loro. Gesù è venuto non tanto per affermare una contrapposizione, ma per rivelare la verità nascosta in Dio e così offrire ai potenti di questo mondo la possibilità di convertirsi, e convertire il loro potere di dominio in potere di servizio, e di provare a guardare i poveri e i deboli con gli occhi di Dio.
PRIMA LETTURA
Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero.
Sofonia esercita il suo servizio profetico durante il regno di Giosia, che ha governato dal 640 al 609 a.C. Con lui inizia il cambio di significato della parola «povero». Se prima indicava la condizione di un uomo non benedetto da Dio, da ora in poi il povero è colui che si affida a Dio e realizza la sua volontà.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 145 (146)
Il salmista invita tutti coloro che soffrono a contare solo sul Signore che è fedele e si prende cura degli oppressi, degli affamati, dei perseguitati.
SECONDA LETTURA
Dio ha scelto ciò che è debole per il mondo.
Dio ragiona diversamente dagli uomini. Alcuni nella comunità di Corinto non l’hanno capito bene e hanno creato divisione. Dio sceglie i poveri e i deboli per realizzare il suo progetto di salvezza e perché i sapienti e i potenti di questo mondo possano riconoscere la potenza e la sapienza di Dio, che si manifestano in Gesù, crocifisso e risorto.
VANGELO
Beati i poveri in spirito.
Per Matteo Gesù è il nuovo Mosè. Nel suo vangelo fa pronunciare a Gesù cinque grandi discorsi, che possono corrispondere ai libri del Pentateuco, attribuiti a Mosè. Le beatitudini costituiscono l’inizio del primo discorso. Possono essere considerate il prologo della nuova Legge portata da Gesù. Non sono promesse di felicità secondo la mentalità di questo mondo, ma dicono come la pensa Dio e come egli intende agire a difesa dei deboli. Non sono neanche un progetto morale, ma sono vangelo, bella notizia per tutti coloro che affrontano le prove della vita e le sofferenze causate da altri uomini.
COMMENTO
Questa pagina del vangelo è da contemplare più che da commentare. Tuttavia, siccome fa sorgere molte do- mande, richiede anche delle risposte non facili da comprendere e soprattutto da accettare, specie se si ha una fede debole o vacillante. Chi non è credente potrebbe considerare le beatitudini il manifesto dell’«oppio dei popoli».
Per Matteo esse costituiscono il proclama che apre il discorso della montagna, il primo dei grandi discorsi, e che, in qualche maniera, annuncia una nuova creazione e una alleanza nuova, quella del nuovo popolo di Dio attorno a una Legge nuova, scritta non più su tavole di pietra ma nel cuore di chi crede.
Sono elencate nove categorie di persone che Gesù dichiara «beate», in contrasto con la mentalità corrente tra gli uomini, non solo del suo tempo. Sono beatitudini dichiarate, ma non sempre sperimentate dalle persone che vivono le situazioni descritte. È qui il primo problema. I poveri di spirito e i perseguitati per la giustizia so- no beati nel presente perché il regno di Dio appartiene a loro. Tutte le altre situazioni troveranno una risposta nel futuro di Dio. È una promessa alienante? I credenti sono spinti a proiettare solo nel futuro il loro anelito alla felicità? Non è quello che dice Gesù. Chi crede ha la capacità di leggere ora la sua vita nella prospettiva evangelica e di sperimentare la beatitudine anche nelle situazioni di sofferenza citate da Gesù. Tutte le persone che appartengono a queste nove categorie possiedono il regno, ma Dio non interviene immediatamente e miracolosamente a cambiare le situazioni. I martiri hanno sperimentato la presenza di Dio, perché hanno avuto da lui la forza per affrontare vittoriosamente il martirio, conservando e testimoniando splendidamente la fede, e i santi non hanno avuto vita facile ma felice, man mano che si rendevano conto di somigliare sempre di più al Figlio di Dio e di collaborare con lui alla salvezza dei fratelli. Anche se le persecuzioni e le sofferenze continuano, la promessa di Dio rimane e i credenti sperimentano subito la consolazione della presenza di Dio e della somi- glianza a Cristo e anticipano nella fede la felicità che gusteranno in questa vita, se è nella volontà di Dio, e certamente, in pienezza, nell’eternità. Capiscono e gustano tutto questo soltanto i poveri in spirito, cioè coloro che non mettono la loro felicità solo nelle cose di questo mondo, acquistando così una vera libertà interiore, e che gioiosamente riconoscono di dipendere da Dio, scelgono di fidarsi di lui e si aspettano solo da lui la vita piena e la vera felicità.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Riconosciamo una beatitudine che il Signore proclama per noi e in questa settimana la viviamo, rinnovando ogni giorno la fiducia nell’amore di Dio.
PRIMA LETTURA
Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero.
Sofonia esercita il suo servizio profetico durante il regno di Giosia, che ha governato dal 640 al 609 a.C. Con lui inizia il cambio di significato della parola «povero». Se prima indicava la condizione di un uomo non benedetto da Dio, da ora in poi il povero è colui che si affida a Dio e realizza la sua volontà.
Dal libro del profeta Sofonia Sof 2,3; 3,12-13
Cercate il Signore
voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini, cercate la giustizia, cercate l’umiltà;
forse potrete trovarvi al riparo nel giorno dell’ira del Signore.
«Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero». Confiderà nel nome del Signore il resto d’Israele.
Non commetteranno più iniquità e non proferiranno menzogna; non si troverà più nella loro bocca una lingua fraudolenta.
Potranno pascolare e riposare senza che alcuno li molesti. Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 145 (146)
Il salmista invita tutti coloro che soffrono a contare solo sul Signore che è fedele e si prende cura degli oppressi, degli affamati, dei perseguitati.
Beati i poveri in spirito.
Il Signore rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
SECONDA LETTURA
Dio ha scelto ciò che è debole per il mondo.
Dio ragiona diversamente dagli uomini. Alcuni nella comunità di Corinto non l’hanno capito bene e hanno creato divisione. Dio sceglie i poveri e i deboli per realizzare il suo progetto di salvezza e perché i sapienti e i potenti di questo mondo possano riconoscere la potenza e la sapienza di Dio, che si manifestano in Gesù, crocifisso e risorto.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1 Cor 1,26-31
Considerate la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili.
Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio.
Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto, chi si vanta, si vanti nel Signore.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO Mt 5,12a
Alleluia, alleluia.
Rallegratevi ed esultate,
perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Alleluia.
VANGELO
Beati i poveri in spirito.
Per Matteo Gesù è il nuovo Mosè. Nel suo vangelo fa pronunciare a Gesù cinque grandi discorsi, che possono corrispondere ai libri del Pentateuco, attribuiti a Mosè. Le beatitudini costituiscono l’inizio del primo discorso. Possono essere considerate il prologo della nuova Legge portata da Gesù. Non sono promesse di felicità secondo la mentalità di questo mondo, ma dicono come la pensa Dio e come egli intende agire a difesa dei deboli. Non sono neanche un progetto morale, ma sono vangelo, bella notizia per tutti coloro che affrontano le prove della vita e le sofferenze causate da altri uomini.
Dal vangelo secondo Matteo Mt 5,1-12a
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Parola del Signore.
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