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6. Vignetta di RobiHood – SANTA FAMIGLIA DI DIO

31 DICEMBRE 2023

SANTA FAMIGLIA DI DIO

NAZARET: UN DONO ALLE FAMIGLIE

 

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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6. Vignetta di RobiHood – III DOMENICA di AVVENTO

17 DICEMBRE

III DOMENICA DI AVVENTO Anno B

 

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6. Vignetta di RobiHood – II DOMENICA di AVVENTO

10 DICEMBRE

II DOMENICA DI AVVENTO Anno B

 «PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE, RADDRIZZATE I SUOI SENTIERI»

 

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6. Vignetta di RobiHood – I DOMENICA di AVVENTO

3 DICEMBRE

I DOMENICA DI AVVENTO Anno B

 

«… LO DICO A TUTTI: VEGLIATE!»

 

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3. Commento alle Letture – XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

26 NOVEMBRE XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

(Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero)

«… L’AVETE FATTO A ME»

COMMENTO

Per comprendere questo brano conviene dimenticare il Cristo del Giudizio Universale della Cappella Sistina, che è un capolavoro, ma presenta un Giudice irato. Michelangelo ha voluto rappresentare specialmente la seconda parte del brano di oggi, ma noi non possiamo mettere in secondo piano il Cristo che dà la vita per i peccatori e alla fine nel giudizio farà prevalere la misericordia.
Il brano del giudizio, a un primo sguardo, sembra molto semplice e chiaro, ma richiede una lettura attenta. Si tratta di una scena giudiziaria, con un giudice, che sottopone a giudizio «tutti i popoli». Ci sono anche i cristiani? Sia i «benedetti» che i «maledetti» dicono di non aver mai conosciuto e incontrato Gesù. Allora, secondo alcuni commentatori, questo giudizio riguarda i pagani; se è vero, con il brano di oggi Matteo ha voluto rispondere a questa domanda: come possono essere salvati quelli che non sono stati battezzati e non hanno conosciuto Gesù?
Per rispondere, assume tutta la sua importanza l’identificazione di Gesù con tutti i piccoli, i poveri e i bisognosi della storia. Il criterio di salvezza rimane Gesù, ma quelli che non lo hanno conosciuto, lo hanno seguito e servito, ugualmente e senza saperlo, nei poveri e nei bisognosi che hanno incontrato lungo la loro vita.
E i cristiani? A maggior ragione e con consapevolezza piena, sono impegnati a compiere le stesse opere di misericordia e, se questo avviene, non avranno bisogno di passare attraverso il giudizio, sono già salvati.
È notevole l’insistenza con cui per quattro volte viene ripetuto l’elenco delle opere da compiere. Così Matteo dice ai cristiani della sua comunità che seguire e servire Gesù non si fa con opere straordinarie, ma nella trama semplice della vita quotidiana, con azioni legate ai bisogni primari del corpo e dello spirito, offrendo, a chi ne ha bisogno, aiuto concreto e accoglienza fraterna.
Possiamo anche concludere che Matteo, rivolgendosi ai cristiani della sua comunità, non ha lo scopo di spaventare con la terribile descrizione della condanna, ma vuole con forza richiamare a tutti come deve vivere un discepolo di Gesù, per realizzare la propria vocazione cristiana e giungere a condividere con lui la gioia del Paradiso.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Questo brano di vangelo riconosce santi coloro che con amore gratuito hanno considerato e trattato da fratelli tutti i bisognosi e hanno sentito una spinta «naturale» ad aiutarli concretamente. Per noi cristiani è davvero più facile?
  2. Tutti siamo stati creati «a immagine di Dio per la somiglianza». Nonostante il peccato del mondo e quello personale, abbiamo dentro il seme della bontà che ci viene da Dio e il desiderio insopprimibile di realizzare qualcosa di buono nella vita. Orientarci al male richiede lo sforzo di deturpare il nostro volto umano. Fare il bene degli altri esige la fatica della lotta contro le spinte egoistiche presenti anche in noi. Ma in questo secondo sforzo non siamo soli: sono con noi e per noi il Signore e la comunità dei fratelli.
  3. Abbiamo un esame finale sull’amore. In realtà l’esame avviene ogni giorno e, se abbiamo la furbizia che viene dallo Spirito Santo, ogni sera ci esaminiamo da soli: quanto e come abbiamo amato oggi i nostri fratelli bisognosi? Il voto ce lo diamo da soli e il giorno dopo molte occasioni per fare di più e meglio.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Ogni giorno cerco attivamente un fratello povero e bisognoso a cui farmi vicino con un aiuto concreto.

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2. introduzioni – XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

26 NOVEMBRE XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

(Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero)

«… L’AVETE FATTO A ME»

PRIMA LETTURA

Voi siete mio gregge, io giudicherò tra pecora e pecora.
Dopo la distruzione del tempio e la deportazione a Babilonia, sia in Palestina che in esilio, gli Israeliti stanno sperimentando lo smarrimento, la povertà e i soprusi dei prepotenti. Il profeta Ezechiele incoraggia i fedeli con una promessa del Signore: egli stesso sarà il pastore che si prenderà cura di tutti e di ciascuno. Questa profezia avrà compimento con la venuta del Messia.

Dal libro del profeta Ezechiele   Ez 34,1 -12.15-17
Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia. A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE      

Dal Salmo 22 (23)

Chi riconosce il Signore come suo pastore e si lascia guidare da lui, sperimenterà la pienezza di vita e abiterà per sempre nella casa di Dio.

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare.
Ad acque tranquille mi conduce.

Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

SECONDA LETTURA

Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti.
A Corinto qualcuno aveva messo in dubbio la realtà della risurrezione di Gesù. Paolo reagisce con forza e riafferma la realtà della risurrezione di Cristo, di cui sono testimoni gli apostoli, tanti altri e lui stesso. Quindi spiega che la potenza della risurrezione di Cristo farà risorgere tutti gli uomini. Cristo risorto, dunque, continua ad agire, per annientare tutti i nemici e consegnare al Padre, alla fine dei tempi, il regno conquistato con la sua morte e risurrezione.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
1 Cor 15,20-26.28

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.
L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO 

Mc 1 ,9.10

Alleluia, alleluia.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene,
del nostro padre Davide!

Alleluia.

VANGELO

Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.
Le opere di carità elencate in questo brano erano conosciute dai rabbini e si trovano anche in altri testi religiosi. Gesù aggiunge la sua identificazione con i poveri bisognosi di aiuto. È un testo molto chiaro per indicare il modo con cui chiunque, ma specialmente i discepoli, devono spendere la propria vita.

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4. Letture – XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

26 NOVEMBRE XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

(Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero)

«… L’AVETE FATTO A ME»

PRIMA LETTURA

Voi siete mio gregge, io giudicherò tra pecora e pecora.
Dopo la distruzione del tempio e la deportazione a Babilonia, sia in Palestina che in esilio, gli Israeliti stanno sperimentando lo smarrimento, la povertà e i soprusi dei prepotenti. Il profeta Ezechiele incoraggia i fedeli con una promessa del Signore: egli stesso sarà il pastore che si prenderà cura di tutti e di ciascuno. Questa profezia avrà compimento con la venuta del Messia.

Dal libro del profeta Ezechiele   Ez 34,1 -12.15-17
Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia. A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE      

Dal Salmo 22 (23)

Chi riconosce il Signore come suo pastore e si lascia guidare da lui, sperimenterà la pienezza di vita e abiterà per sempre nella casa di Dio.

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare.
Ad acque tranquille mi conduce.

Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

SECONDA LETTURA

Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti.
A Corinto qualcuno aveva messo in dubbio la realtà della risurrezione di Gesù. Paolo reagisce con forza e riafferma la realtà della risurrezione di Cristo, di cui sono testimoni gli apostoli, tanti altri e lui stesso. Quindi spiega che la potenza della risurrezione di Cristo farà risorgere tutti gli uomini. Cristo risorto, dunque, continua ad agire, per annientare tutti i nemici e consegnare al Padre, alla fine dei tempi, il regno conquistato con la sua morte e risurrezione.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
1 Cor 15,20-26.28

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.
L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO 

Mc 1 ,9.10

Alleluia, alleluia.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene,
del nostro padre Davide!

Alleluia.

VANGELO

Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.
Le opere di carità elencate in questo brano erano conosciute dai rabbini e si trovano anche in altri testi religiosi. Gesù aggiunge la sua identificazione con i poveri bisognosi di aiuto. È un testo molto chiaro per indicare il modo con cui chiunque, ma specialmente i discepoli, devono spendere la propria vita.

Dal vangelo secondo Matteo      Mt 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – XXXIV DOMENICA TEMPO ORDINARIO

26 NOVEMBRE XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

(Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero)

«… L’AVETE FATTO A ME»

RICHIESTE DI PERDONO

    • Signore, siamo passati accanto a fratelli bisognosi, ma non abbiamo visto le loro necessità. Kyrie eleison.
    • Cristo, abbiamo provato paura del tuo giudizio, ma non abbiamo convertito il cuore verso i fratelli bisognosi. Christe eleison.
    • Signore, aspettiamo le grandi occasioni per fare il bene e trascuriamo le possibilità semplici e quotidiane per aiutare chi ha bisogno. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Dio ci ha creati a sua immagine e ha mandato suo figlio Gesù, perché ci insegnasse a vivere da fratelli.
Presentiamo al Padre la nostra preghiera di figli per i fratelli e diciamo insieme: Ascoltaci, o Signore.

  • Perché teniamo aperti gli occhi del cuore per vedere subito i bisogni dei fratelli. Preghiamo.
  • Perché ogni giorno ci lasciamo istruire dalla tua Parola, che ci insegna ad amare. Preghiamo.
  • Perché gustiamo la gioia di aver rinunciato a qualcosa di nostro per aiutare i bisognosi. Preghiamo.
  • Perché, quando tu ci chiamerai, i fratelli che abbiamo aiutato ci aprano le porte del Paradiso. Preghiamo.

O Padre, donaci il tuo Santo Spirito, perché ci aiuti a conoscere sempre di più il tuo Figlio Gesù e ci guidi sulle strade faticose e gioiose dell’amore fraterno. Per Cristo nostro Signore.