15 DICEMBRE
III DOMENICA DI AVVENTO
Gaudete
«CHE COSA DOBBIAMO FARE?»
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COMMENTO
Continua la predicazione del Battista, per preparare «un popolo ben disposto» alla venuta del Messia. Nei versetti precedenti aveva smontato la presunzione degli appartenenti al popolo eletto che, nonostante la predicazione di Geremia sull’effimera sicurezza offerta dalla presenza del Tempio del Signore, ancora presumevano di essere comunque giusti in quanto discendenti di Abramo. Con dura chiarezza Giovanni aveva affermato che senza una conversione del cuore, reale e visibile, non potevano sperare nella salvezza. È stato così convincente che gruppi di persone si sono presentati con una domanda decisiva e molto concreta: «Che cosa dobbiamo fare?». Una domanda che esprime il riconoscimento di essere peccatori, di non conoscere la strada da percorrere, di avere bisogno di un «maestro» che indichi la via; così mostrano di essere disposti a «fare» il necessario per convertirsi. E Giovanni risponde anche lui concretamente.
A tutti indica la strada del recupero della fraternità (per Luca è universale e non limitata a Israele), che si traduce in condivisione dei beni posseduti e suppone il superamento della paura di diventare poveri per mezzo della fiducia in Dio che provvede ai suoi figli (senza una vera comunità questo non si può realizzare).
Ai pubblicani non chiede di lasciare il loro mestiere di “scomunicati”, ma “solo” di riscuotere le tasse stabilite per legge, senza rubare e senza ingannare i più deboli e poveri.
Anche ai soldati non chiede di cambiare mestiere, ma “solo” di non approfittare della loro posizione di forza, e di pratica impunità per derubare, terrorizzare e violentare le persone, cui dovrebbero offrire l’ordine e la sicurezza promessi dalla legge.
Queste tre indicazioni potrebbero far pensare: «Chiede troppo poco»; e in realtà esige il recupero di virtù semplicemente umane (che già non sarebbe “poco”, anche oggi, e anche tra chi si dice cristiano). Ma il Battista non è il Messia. Il suo compito è di indicare alla gente come prepararsi ad accoglierlo, togliendo gli ostacoli interiori (i colli da spianare e i burroni da colmare). Quando verrà Gesù, porterà l’annuncio di una vita nuova in una predicazione più esigente (ma anche più misericordiosa). Di questo Giovanni è perfettamente consapevole e lo afferma con decisa umiltà a chi pensa che possa essere lui il messia: Egli viene e si manifesterà presto, è più «forte», porterà un altro «battesimo», che non realizza solo la conversione ma l’appartenenza al popolo della Nuova Alleanza, animato dallo Spirito Santo e che riceverà in dono la stessa vita di Dio. Così il “vangelo” del Battista prepara e in parte anticipa il Vangelo di Gesù.
La presunzione di essere “giusti” può presentarsi oggi per i cristiani in forme molto varie, avvolta in una “fede” che conserva solo l’involucro religioso e rituale, ma è vuota della presenza del Crocifisso-Risorto e del fuoco dello Spirito.
La fraternità, che ha come frutto visibile la condivisione, ha due ostacoli consolidati: la mancanza di vere comunità e l’ansia del possesso, radice e frutto delle paure.
Il Vangelo afferma che esiste la giustizia di Dio. Alcuni che si dicono cristiani pensano di poter trasferire l’impunità che riescono a comprare in questo mondo, sfuggendo alla legge umana, sul piano del rapporto con Dio, con i fratelli e con la vita eterna. Si illudono. La conversione inizia dall’onestà e dalla giustizia nelle relazioni personali e sociali e nel proprio lavoro.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Possiamo presentarci alla guida spirituale, o anche a un amico, e chiedergli: cosa devo fare per prepararmi bene al Natale?
Riconoscere il proprio peccato è solo il primo passo, che chiede un cammino concreto di cambiamento. La conversione non si fa con le parole; purtroppo non si fa neanche con il sacramento della Riconciliazione, quando produce solo buoni propositi che restano parole. La domanda ripetuta ben tre volte al Battista ci mette sulla strada giusta: ascoltata la parola di Dio e riconosciuto il proprio peccato, bisogna cambiare modo di pensare, atteggiamenti e comportamenti. Questa è la metànoia richiesta dal Vangelo.
Il Signore esulterà per te con grida di gioia.
Nei suoi oracoli il profeta Sofonia ha denunciato i peccati del popolo e ha minacciato terribili castighi, ma la conclusione del libro è sorprendente: Dio non punirà il suo popolo, ma lo rinnoverà con il suo amore che perdona. La vittoria di Dio non è nel castigo, ma nel perdono.
Da Is 12,2-6
La grandezza del Signore si manifesta nel realizzare grandi opere per la salvezza del suo popolo e di ogni fedele. È questo che fa vincere ogni paura.
SECONDA LETTURA
Il Signore è vicino!
Paolo e la comunità di Filippi attraversano diverse difficoltà, ma la loro fede è salda. Per questo l’apostolo invita tutti a non farsi rattristare dagli avvenimenti, ma a gioire, e dà due motivi: il Signore è vicino e interviene per salvare; Dio ascolta la preghiera dei suoi figli e dona loro la pace.
E noi che cosa dobbiamo fare?
Giovanni sa che la sua missione è preparare il popolo alla venuta del Messia e ci tiene a richiedere una vera conversione, concreta e possibile. Le sue risposte alla domanda «cosa dobbiamo fare?» indirizzano alla condivisione dei beni e al rispetto del fratello più debole con il rifiuto di ogni violenza. Il Messia porterà la salvezza piena e la vita nuova, incentrata sull’amore.
Il Signore esulterà per te con grida di gioia.
Nei suoi oracoli il profeta Sofonia ha denunciato i peccati del popolo e ha minacciato terribili castighi, ma la conclusione del libro è sorprendente: Dio non punirà il suo popolo, ma lo rinnoverà con il suo amore che perdona. La vittoria di Dio non è nel castigo, ma nel perdono.
Dal libro del profeta Sofonìa Sof 3,14-18
Rallègrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente. Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia».
Parola di Dio.
Da Is 12,2-6
La grandezza del Signore si manifesta nel realizzare grandi opere per la salvezza del suo popolo e di ogni fedele. È questo che fa vincere ogni paura.
Canta ed esulta,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele
Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.
Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.
SECONDA LETTURA
Il Signore è vicino!
Paolo e la comunità di Filippi attraversano diverse difficoltà, ma la loro fede è salda. Per questo l’apostolo invita tutti a non farsi rattristare dagli avvenimenti, ma a gioire, e dà due motivi: il Signore è vicino e interviene per salvare; Dio ascolta la preghiera dei suoi figli e dona loro la pace.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi Fil 4,4-7
Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!
Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
Parola di Dio.
Is 61,1 (cit. in Lc 4,18)
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia.
E noi che cosa dobbiamo fare?
Giovanni sa che la sua missione è preparare il popolo alla venuta del Messia e ci tiene a richiedere una vera conversione, concreta e possibile. Le sue risposte alla domanda «cosa dobbiamo fare?» indirizzano alla condivisione dei beni e al rispetto del fratello più debole con il rifiuto di ogni violenza. Il Messia porterà la salvezza piena e la vita nuova, incentrata sull’amore.
Dal vangelo secondo Luca Lc 3,10-18
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro:
«Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Parola del Signore.
Con la gioia che ci viene dalla vicinanza del Signore Gesù, presentiamo con fiducia al Padre la nostra preghiera di figli e diciamo: Padre, fonte della gioia, ascoltaci.
Padre, hai mandato il tuo figlio Gesù che ci ha donato la gioia che viene da te. Manda su di noi il tuo Spirito, che ci dia intelligenza e forza per convertirci e accogliere il Signore Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli.
Per Cristo nostro Signore.
15 DICEMBRE 2024
III DOMENICA DI AVVENTO
Gaudete
«CHE COSA DOBBIAMO FARE?»
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Laudato sii
Ancilla Domini
Un anno straordinario
Sorrisi divini
I Love Francesco
COMMENTO
Quello che succede nella piccola e povera casa di Nazaret parte da molto lontano. Già nel racconto del primo peccato la Genesi regala ai credenti il cosiddetto “protovangelo”, la bella notizia della vittoria, che la stirpe nata da Adamo ed Eva, in guerra permanente con il tentatore, otterrà grazie al Messia. Così nella Sacra Scrittura mai il peccato ha l’ultima parola, la quale appartiene a Dio ed è parola di perdono e di salvezza.
L’inno di benedizione della lettera agli Efesini accenna al peccato solo per dire che è stato perdonato, mentre mostra in tutto il suo splendore l’opera compiuta da Dio, per rendere i suoi figli immacolati, santi ed eredi della vita eterna. Maria è il vertice di questa opera divina, realizzata da Cristo.
Con l’annunciazione entra nella storia la pienezza del dono di Dio: in Cristo, fatto carne come noi, Dio e uomo diventano una cosa sola.
Solo il Signore può realizzare questo inconcepibile e impossibile evento e per questo ha bisogno di una vergine, cioè di una donna che da sola non può concepire.
Deve essere chiaro che la nascita del Messia è opera impossibile all’uomo, e per questo tutta di Dio; egli alla vergine chiede solo fiducia e obbedienza libera e filiale. Maria non è chiamata a «fare» qualcosa, ma solo a fidarsi e dire sì.
È naturale che, di fronte all’impossibile e all’inconcepibile, Maria si chieda come possa realizzarsi un tale mistero: lei non conosce uomo, il che significa non solo che ancora non convive con Giuseppe, ma che si rende conto che nessun uomo può essere in grado di realizzare ciò che l’angelo le sta annunciando. Gabriele conferma e risolve il suo dubbio con una risposta chiara e misteriosa allo stesso tempo: sarà Dio stesso a operare in lei ciò che all’uomo è impossibile.
Dio ha detto sì all’umanità, che senza parole chiede di vedere lui e di essere salvata. Maria, con il suo sì diventa il vertice dell’umanità, che in lei apre la porta a Dio per un abbraccio fecondo, salvifico ed eterno.
Il nostro mondo ha bisogno anche oggi di salvezza, la invoca con la sofferenza di tanti deboli e poveri, che non hanno voce per gridare ed essere ascoltati. I governanti difendono gli interessi delle persone e delle nazioni ricche e potenti, e così il peccato continua a dilagare nel mondo e porta i suoi frutti di morte. Maria, piccola donna, ha messo la sua vita nelle mani di Dio per la salvezza dell’umanità. Non saranno i potenti a portare salvezza nel nostro mondo, ma i piccoli, gli umili e i poveri, come Maria.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Chiediamo a Maria l’aiuto per vincere contro una tentazione ricorrente.
Questa espressione dell’angelo Gabriele a Maria non esalta la potenza di Dio, ma la grandezza del suo amore, che non conosce ostacoli. Come ha reso la piccola e umile Maria immune dal peccato originale e capace di diventare madre del Salvatore, così ha reso immacolati tutti coloro che credono in lui e si lasciano battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Quella di oggi è una festa di Maria, alla quale siamo associati tutti noi, chiamati a combattere ogni forma di peccato, con la forza che ci viene da Dio.
Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.
Eva, la madre dei viventi, ingannata dal serpente, e Adamo, primo uomo, disobbediente a Dio, daranno vita a una discendenza di peccatori che subiranno le conseguenze del primo peccato e dovranno lottare contro il “serpente antico”. Dio promette un figlio che vincerà definitivamente sul tentatore. Maria, libera dal peccato di origine, collaborerà con Dio per la realizzazione della promessa: sarà la madre del Messia salvatore.
Dal Salmo 97 (98)
Il salmista e tutte le genti hanno fatto esperienza della salvezza operata dal Signore. Così il canto di lode e di ringraziamento nasce spontaneo nel popolo di Dio.
SECONDA LETTURA
In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo.
Paolo in questo bellissimo inno (qui riportato parzialmente) raccoglie a grandi linee il progetto di salvezza che la Trinità, nel suo infinito amore, ha coltivato fin dall’eternità e ha realizzato nella storia umana. Grazie al Battesimo tutti i figli di Dio diventano immacolati e santi, in attesa di ereditare la vita eterna.
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
È giunta la pienezza dei tempi. Tutta la storia attende il Salvatore. Dio mantiene le sue promesse, fatte attraverso i Profeti. Maria, piccola e umile ragazza ebrea, promessa sposa di Giuseppe, rimane stupita e turbata dal messaggio dell’angelo, ma, risolto un piccolo dubbio, si offre totalmente e liberamente a Dio, per collaborare alla realizzazione del progetto di salvezza dell’umanità.
Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.
Eva, la madre dei viventi, ingannata dal serpente, e Adamo, primo uomo, disobbediente a Dio, daranno vita a una discendenza di peccatori che subiranno le conseguenze del primo peccato e dovranno lottare contro il “serpente antico”. Dio promette un figlio che vincerà definitivamente sul tentatore. Maria, libera dal peccato di origine, collaborerà con Dio per la realizzazione della promessa: sarà la madre del Messia salvatore.
Dal libro della Genesi Gn 3,9-15.20
[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».
L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.
Parola di Dio.
Dal Salmo 97 (98)
Il salmista e tutte le genti hanno fatto esperienza della salvezza operata dal Signore. Così il canto di lode e di ringraziamento nasce spontaneo nel popolo di Dio.
Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
SECONDA LETTURA
In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo.
Paolo in questo bellissimo inno (qui riportato parzialmente) raccoglie a grandi linee il progetto di salvezza che la Trinità, nel suo infinito amore, ha coltivato fin dall’eternità e ha realizzato nella storia umana. Grazie al Battesimo tutti i figli di Dio diventano immacolati e santi, in attesa di ereditare la vita eterna.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini Ef 1,3-6.1 -12
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
Parola di Dio.
Cf Lc 1,28.42
Alleluia, alleluia.
Rallègrati, piena di grazia,
il Signore è con te, benedetta tu fra le donne.
Alleluia.
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
È giunta la pienezza dei tempi. Tutta la storia attende il Salvatore. Dio mantiene le sue promesse, fatte attraverso i Profeti. Maria, piccola e umile ragazza ebrea, promessa sposa di Giuseppe, rimane stupita e turbata dal messaggio dell’angelo, ma, risolto un piccolo dubbio, si offre totalmente e liberamente a Dio, per collaborare alla realizzazione del progetto di salvezza dell’umanità.
Dal vangelo secondo Luca Lc 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Parola del Signore.
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