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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – 16 MARZO 2025 2ª DOMENICA DI QUARESIMA

16 MARZO 2025

2ª DOMENICA DI QUARESIMA

(Domenica della trasfigurazione)

CRISTO, RIVELAZIONE DEL VOLTO DEL PADRE

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore, ti sei fidato di noi fin dall’eternità,
    eppure richiediamo ancora delle prove per credere alle tue promesse.  Kyrie eleison.
  • Cristo, tu ci inviti a reclamare la nostra eredità di Figli di
    Dio, ma noi preferiamo accettare il giogo del peccato. Christe eleison.
  • Signore, continuiamo a chiederci dove sia Dio, quando
    tu ti sei rivelato in Gesù Cristo. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

La nostra fragilità non è più un ostacolo che possa impedirci di conoscere il Padre, poiché egli si è fatto prossimo a noi in Gesù Cristo. Preghiamo insieme e diciamo:

Signore, mostraci il tuo volto.

  • Perché desideriamo conoscere le tue vie e non ci accontentiamo di una fede superficiale. Preghiamo.
  • Perché conserviamo il coraggio di dirti di sì, senza condizioni. Preghiamo.
  • Perché crediamo che cambiare il nostro cuore sia possibile e che le tue promesse di salvezza non sono utopie. Preghiamo.
  • Perché, sull’esempio di Cristo, ricerchiamo un rapporto personale con te nella preghiera. Preghiamo.

O Padre, tu hai accompagnato e protetto il popolo d’Israele lungo tutta la sua storia e, in Gesù Cristo, hai mantenuto la tua promessa di salvezza. Fa’ che, ricercandoti, conquistiamo la nostra piena umanità. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 16 MARZO 2025 2ª DOMENICA DI QUARESIMA.

16 MARZO 2025

2ª DOMENICA DI QUARESIMA

(Domenica della trasfigurazione)

CRISTO, RIVELAZIONE DEL VOLTO DEL PADRE

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3. Commento alle Letture – 9 MARZO 2025 1ª DOMENICA DI QUARESIMA

9 MARZO 2025

1ª DOMENICA DI QUARESIMA

(Domenica della tentazione)

IN RAPPORTO COL PADRE

COMMENTO

Con l’imposizione delle ceneri abbiamo iniziato il nostro cammino di conversione. Convertirsi non vuol dire fare delle rivoluzioni comportamentali ma liberare la nostra condotta da tutte le ossidazioni che le quotidiane abitudini depositano sulla nostra fede e da tutti i compromessi che i conformismi appiccicano ai nostri comportamenti.
Siamo invitati da Gesù ad abbandonare il nostro pesante tran tran di vita  per riscoprire la libertà che il deserto favorisce con il suo silenzio e la sua essenzialità.
È interessante constatare che, nell’odierno brano evangelico, Luca ci descrive il diavolo in modo anomalo. Non è nemico di Gesù . Anzi è un amico gentile, rassicurante e seducente. Riconosce che Egli è Figlio di Dio. La traduzione italiana  non rende bene l’originale greco . Al posto di: “Se sei Figlio di Dio” si dovrebbe leggere “Poiché” sei Figlio di Dio. Satana sa benissimo che al momento del suo battesimo Cristo, con la discesa dello Spirito Santo, ha preso piena consapevolezza della missione che il Padre gli ha affidato. Ma non si rassegna.
E lo tenta per quaranta giorni.  che è un modo, allora comune, per significare tutta la vita , in quanto si riteneva che una generazione abbracciasse quarant’anni di esistenza. Il Maligno tenta di sedurre con le tre prove che ognuno di noi deve affrontare per l’intera esistenza.

La prima è  quella del miracolismo capace di trasformare le pietre in pane. Si pensa che Dio sia come un distributore di bibite. Inserisci una preghiera e i tuoi desideri vengono esauditi prontamente. È la logica modernissima del “pay and take away”. Una specie di supermercato delle grazie.
La seconda prova è anch’essa modernissima; la brama del potere a scapito del servizio. È una prova subdola ma affascinante che si materializza in soldi, violenza, egoismo, prevaricazione e guerra. Umilia ed irride lo spirito di carità che produce giustizia, solidarietà,  perdono e pace. La nostra quotidianità è impregnata di bramosia di potenza. I ricchi sono ammirati. I poveri vengono calpestati ed umiliati. Tutto viene urlato, imposto, preteso e conseguito con prepotenza e patetiche rappresentazioni muscolari. I risultati si possono leggere sulle nostre facce molto truccate  ma con uno sfondo di paura ed insoddisfazione.
La terza prova è la più subdola dal punto di vista spirituale. Allora tutti erano convinti che il tanto atteso Messia si sarebbe manifestato apparendo sulla torre più alta del tempio di Gerusalemme. Se Gesù si fosse arrampicato sulla sommità e si fosse lasciato cadere nel vuoto senza sfracellarsi, tutti lo avrebbero riconosciuto e lo avrebbero seguito. Ma Gesù non cade nella trappola ed ignora la provocazione citando per la terza volta una frase tratta dal libro del Deuteronomio. Il Messia si dimostra capace di resistere alle suggestioni maligne.

Noi come ce la caviamo? È questa la domanda che il Vangelo ci pone all’inizio del nostro cammino quaresimale. La risposta dipende solo da noi blindandola nella nostra coscienza.

MEDITAZIONE

Dopo il battesimo ricevuto da Giovanni nel Giordano, e prima di cominciare il ministero pubblico, Gesù, in tutti e tre i sinottici, passa un tempo significativo, quaranta giorni, in un luogo evocativo, il deserto.

Il deserto, luogo di rivelazioni

Il deserto, quello geografico ma il cui significato è paradigmatico, è il luogo dell’esperienza fondante di Israele, dove si conobbe popolo di Dio. La prima lettura è il celebrare nel culto questa esperienza. Il Deuteronomio prescrive di portare le primizie del suolo in segno di rendimento di grazie, e di accompagnare questo gesto con parole che esprimono la consapevolezza del dono ricevuto da Dio, parole che sono una professione di fede. Dio agisce nella storia a favore del suo popolo, non per i meriti di quest’ultimo, ma per benevolenza.
Tuttavia, nell’esperienza dell’esodo, il deserto è stato anche il luogo della prova in cui il popolo ha tradito la propria relazione con Dio, il luogo dove ha sperimentato il cedimento di fronte alla prova, la propria fragilità.
Anche oggi, al di là del luogo fisico (questo o quel deserto geografico), parliamo di deserto in modo duplice. Come esperienza di solitudine rigeneratrice, cui ambiamo. Ma anche in senso negativo: il deserto della folla, il deserto dei sentimenti, il deserto del cuore incapace di amare. Il deserto è un luogo di forte valenza esistenziale. È un’esperienza che talvolta desideriamo, ma quando ci troviamo in esso – basta pensare ai ritiri spirituali – è difficile che reggiamo il silenzio e la solitudine per un lungo periodo. Perché il deserto è il luogo della nudità di fronte a se stessi e di fronte a Dio. È il luogo dove è difficile fuggire l’implacabile verità su se stessi, e dove è possibile, come lo fu per Israele, scoprire la propria identità e misurare la propria fedeltà a essa.

Le tentazioni di Gesù

Gesù, dopo il battesimo, viene dallo Spirito Santo condotto nel deserto, e lì tentato dal diavolo (cf Lc 4,2). Luca descrive con precisione le tre tentazioni. Sinteticamente esse sono accomunate dal fatto di essere una proposta diabolica fatta a Gesù di perseguire la propria realizzazione rompendo la sua relazione con il Padre. Il diavolo mette alla prova questa relazione subito dopo che essa è stata autorevolmente proclamata sulle rive del Giordano (cf Lc 3,22). Gesù, con le sue risposte, deve decidere di confermarla. Significativamente Luca, rispetto a Marco, inverte le ultime due tentazioni. L’ultima ha luogo a Gerusalemme. Mette in dubbio la figliolanza e la relazione di fiducia con il Padre. In ultima istanza getta il dubbio sulla sua missione messianica. E lo fa proprio nel luogo dove, sulla croce, Gesù realizzerà la sua identità e la sua missione di salvezza.
Il diavolo con ciò conferma la sua funzione: è il divisore fra uomo e Dio. Con Adamo aveva conseguito un successo, carico di conseguenze. Con Gesù, nuovo Adamo, fallisce, e anche questo è carico di conseguenze.

La nostra lotta contro le tentazioni

Nella vittoria di Gesù si apre la possibilità della nostra vittoria sulle tentazioni. Nella sua vittoria è la nostra speranza. Questo è il senso dell’ascesi. Principio di essa è Cristo e il rinnovamento operato in noi dallo Spirito Santo.
L’ascesi ha senso solo in quanto continuo esercizio di purificazione della vita per il ripristino della dignità di figli, perché si affermi in noi la vita nuova donata dal battesimo contro ogni tendenza a disconfermarla.
All’inizio della Quaresima ci si può volgere, illuminati da queste considerazioni, a una delle pratiche tipiche del deserto quaresimale: il digiuno. Esso non è privazione di qualcosa fine a se stessa. Non ha le stesse finalità salutistiche, narcisistiche o patologiche che può avere la dieta. È esercizio della libertà per affinare la propria statura interiore. Il solo digiuno dal cibo, però, potrebbe essere pura ipocrisia. A esso deve corrispondere il digiuno dai peccati. Così la Quaresima sarà tempo di deserto, riscoperta della propria dignità di figli, vero cammino di rinnovamento in preparazione della Pasqua.

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2. introduzioni – 9 MARZO 2025 1ª DOMENICA DI QUARESIMA

9 MARZO 2025

1ª DOMENICA DI QUARESIMA

(Domenica della tentazione)

IN RAPPORTO COL PADRE

La liturgia di oggi propone tre professioni di fede: quella del popolo d’Israele, quella scritta dall’apostolo Paolo per i cristiani di Roma e quella di Gesù stesso che, tentato nel deserto, conferma la sua fiducia nel Padre.
La Parola ci invita dunque, in questa prima domenica di Quaresima, a interrogarci sulla nostra professione di fede e a formularla chiaramente. Due attività che possono essere svolte soltanto nel silenzio e nella solitudine di un deserto.

PRIMA LETTURA

Professione di fede del popolo eletto.
Solo grazie alla consapevolezza del lungo cammino compiuto insieme al Signore il popolo d’Israele può veramente lodarlo, offrendogli le primizie del suolo. Non è infatti possibile professare la propria fede in un Dio che non si conosce.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 90 (91)

Le parole del Salmo, che, nel vangelo di oggi, Satana tenterà di utilizzare per i suoi scopi, presuppongono in realtà una totale fiducia nel Signore.

SECONDA LETTURA

Professione di fede di chi crede in Cristo.
Chi crede in Cristo con il cuore, proclama la sua fede con la bocca: tra le due cose, se vissute nella verità, non c’è contraddizione alcuna. Dalla fede, creduta e professata, vengono sia la giustizia che la salvezza.

VANGELO

Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo.
Il diavolo (la cui etimologia è il greco «diábolos», cioè «colui che divide»), tenta per tre volte di spezzare il legame fra Cristo e il Padre. Messo alla prova, Gesù resiste utilizzando strumenti che sono a disposizione di ciascuno di noi: la conoscenza della Parola e l’onestà nell’applicarla.

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4. Letture – 9 MARZO 2025 1ª DOMENICA DI QUARESIMA

9 MARZO 2025

1ª DOMENICA DI QUARESIMA

(Domenica della tentazione)

IN RAPPORTO COL PADRE

PRIMA LETTURA

Professione di fede del popolo eletto.
Solo grazie alla consapevolezza del lungo cammino compiuto insieme al Signore il popolo d’Israele può veramente lodarlo, offrendogli le primizie del suolo. Non è infatti possibile professare la propria fede in un Dio che non si conosce.

Dal libro del Deuteronomio          Dt 26,4-10

Mosè parlò al popolo e disse: «Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio, e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Aramèo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 90 (91)

Le parole del Salmo, che, nel vangelo di oggi, Satana tenterà di utilizzare per i suoi scopi, presuppongono in realtà una totale fiducia nel Signore.

Rit. Resta con noi, Signore, nell’ora della prova.

Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

Non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.

Sulle mani essi ti porteranno,
perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
Calpesterai leoni e vipere,
schiaccerai leoncelli e draghi.

«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui,
lo libererò e lo renderò glorioso».

SECONDA LETTURA

Professione di fede di chi crede in Cristo.
Chi crede in Cristo con il cuore, proclama la sua fede con la bocca: tra le due cose, se vissute nella verità, non c’è contraddizione alcuna. Dalla fede, creduta e professata, vengono sia la giustizia che la salvezza.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani    Rm 10,8-13

Fratelli, che cosa dice [Mosè]? «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore», cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

 (mT 4,4)

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

VANGELO

Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo.
Il diavolo (la cui etimologia è il greco «diábolos», cioè «colui che divide»), tenta per tre volte di spezzare il legame fra Cristo e il Padre. Messo alla prova, Gesù resiste utilizzando strumenti che sono a disposizione di ciascuno di noi: la conoscenza della Parola e l’onestà nell’applicarla.

Dal vangelo secondo Luca            Lc 4,1-13

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – 9 MARZO 2025 1ª DOMENICA DI QUARESIMA

9 MARZO 2025

1ª DOMENICA DI QUARESIMA

(Domenica della tentazione)

IN RAPPORTO COL PADRE

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore, nella nostra fragilità, non seguiamo il tuo esempio e lasciamo che le cose di questo mondo ci dividano da te.  Kyrie eleison.
  • Cristo, distorciamo la tua Parola e compiamo atti orribili nel tuo nome. Christe eleison.
  • Signore, vorremmo farti spazio nelle nostre vite, ma ci manca la disciplina. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

In Gesù, ogni uomo ha guadagnato la possibilità di mantenere la propria libertà di fronte al peccato. Preghiamo insieme e diciamo: Signore, mantienici nella tua fedeltà.

  • Perché, anche in mezzo alla confusione e alle distrazioni di ogni giorno, sappiamo cogliere i segni della tua presenza. Preghiamo.
  • Perché la certezza che tu ci sei vicino anche nella sofferenza, non ci faccia dubitare di te di fronte all’ineludibile presenza del male. Preghiamo.
  • Perché non rifuggiamo la solitudine, ma abbiamo il coraggio di confrontarci con noi stessi e con te. Preghiamo.
  • Perché non crediamo a chi ci racconta che non ci ami come tuoi figli e che non desideri la nostra vera felicità. Preghiamo.

O Padre, se non lasciamo che altre forze offuschino la tua immagine, nessun sacrificio che ci chiedi è troppo grande da sopportare. Aiutaci a ricercare il tuo volto e a rimanere nel tuo amore.

Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 9 MARZO 2025 1ª DOMENICA DI QUARESIMA.

9 MARZO 2025

1ª DOMENICA DI QUARESIMA

(Domenica della tentazione)

IN RAPPORTO COL PADRE

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6. Vignetta di RobiHood – 2 MARZO 2025 8ª DOMENICA T.O.

2 MARZO 2025

8ª DOMENICA T.O.

L’ESSENZA DI ESSERE CRISTIANO

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3. Commento alle Letture – 2 MARZO 2025 8ª DOMENICA T.O.

2 MARZO 2025

8ª DOMENICA T.O.

L’ESSENZA DI ESSERE CRISTIANI

COMMENTO

Nel brano evangelico di oggi Gesù termina il suo insegnamento circa l’essenza dell’essere cristiano.
Nelle due domeniche precedenti, in estrema sintesi, ci aveva insegnato che essere cristiani comporta accettare e vivere lo spirito delle beatitudini; vivere l’amore verso tutti (nemici compresi); non giudicare per non essere giudicati.
Oggi, nel versetto (Lc 6,46), chissà perché omesso dai liturgisti, Gesù guardandoci negli occhi ci fulmina con una domanda: “Perché mi chiamate Signore, Signore e non fate quello che vi dico?”. Ad essa non possiamo sottrarci.
La sua Parola dobbiamo ascoltarla e riviverla nella coscienza e nella vita. Se ci limitiamo a sentirla come una parola ovvia e di buon senso cadiamo nel fariseismo. Ci autoproclamiamo “maestri” che non hanno bisogno di apprendere ma solo di insegnare con le loro chiacchiere slegate dal comportamento.
Siamo maestri solo di doppiezza di vita. Siamo degli ipocriti , dei teatranti per nulla autentici, dei moralisti belli e compiti all’apparenza ma squallidi nel cuore.
Gesù , non senza una certa ironia urticante, ci ricorda una maledizione biblica contenuta nel libro del Deuteronomio che maledice chi svia un cieco. Egli ci invita a sottoporci ad un’accurata visita oculistica per farci togliere la trave del moralismo che ci inganna senza accorgercene, rendendoci ridicoli nella pretesa di evidenziare la pagliuzza nell’occhio del fratello. Ci eleviamo a maestri e giudici del prossimo senza averne i titoli.
Prima di correggere gli altri dobbiamo dare una controllatina alla nostra condotta davanti allo sguardo di Dio che non possiamo ingannare con il nostro moralismo tronfio e supponente. Solo diradando le nebbie del nostro perbenismo vacuo potremo testimoniare il nostro comportamento giusto ed onesto con tutti.
Solo le nostre azioni certificano e testimoniano la nostra fede. Solo i nostri frutti di vita garantiscono la qualità’ della materia di cui siamo fatti Bisognosi di perdono e di misericordia, non avremo più tempo e voglia di puntare il dito e di voler ergerci maestri del prossimo con cui condividiamo la nostra quotidianità’ e la nostra fede in Gesù.
Riguardo all’insegnamento di Gesù che atteggiamento abbiamo? Siamo dei semplici origlianti che si limitano ad attivare i timpani, o siamo degli attenti ascoltatori che attivano la coscienza e trasformano la Parola in vita?