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3. Commento alle Letture – 20 OTTOBRE – XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

20 OTTOBRE

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata missionaria mondiale)

VENUTO PER SERVIRE

COMMENTO

Non riusciamo a capire come Giacomo e Giovanni siano arrivati a concepire una richiesta di questo genere, per di più subito dopo il terzo annuncio della passione. Possiamo comprendere più facilmente, perché Marco posizioni questo racconto proprio qui: è un’ulteriore prova della incapacità dei discepoli di capire Gesù, il suo messaggio e il suo comportamento. Ma è anche il momento giusto per istruire i suoi lettori su cosa vuol dire essere discepoli e su cosa comporta essere capi di una comunità.
La richiesta dei due fratelli, «figli del tuono», è a metà tra la gloria terrena e quella celeste, e magari loro intendevano tutte e due le fasi. Gesù fa una domanda per spiazzarli, ma essi, forse con un po’ di sincera leggerezza, rispondono di essere capaci di condividere la missione di Gesù fino alla passione (il «battesimo» e il «calice»). Il Maestro, invece, dichiara senza mezzi termini che per ora non sono in grado di realizzare quello che dicono, anche se in futuro (dopo la sua risurrezione) ne saranno resi capaci. E poi toglie di mezzo l’idea della gloria terrena e implicitamente rimanda la vicinanza a lui al giudizio del Padre (Matteo nomina esplicitamente il Padre nel suo vangelo, 20,23).
L’indignazione degli altri scopre fin troppo facilmente che tutti hanno lo stesso atteggiamento dei due fratelli, e non è una “santa invidia”. Gesù non si meraviglia, ma approfitta per lanciare un insegnamento fondamentale su di sé e sui suoi discepoli presenti e futuri.
Dopo aver tratteggiato con poche parole i potenti di questo mondo, fa un’affermazione che è un dato di fatto (sono già discepoli) e anche un ordine: «Tra voi però non è così». E poi indica la vera grandezza e il tipo di primato che devono essere desiderati e cercati dai suoi amici: chi vuol essere “importante” davanti a Dio deve servire i fratelli; chi vuol essere capo di una comunità deve essere «schiavo» di tutti quelli che vi appartengono. Infine, offre se stesso come modello e misura: servire fino a dare la propria vita, perché gli altri possano vivere. Gli apostoli resteranno annientati da come Gesù realizzerà quello che dice, ma con lui risorgeranno anche loro, per essere battezzati come lui e bere il suo calice, per la salvezza dei fratelli.
L’attualità e la perennità di questo brano saltano agli occhi: esso smaschera un atteggiamento perennemente presente anche tra i cristiani, tra gli uomini e le donne “di chiesa”, ed è particolarmente odioso quando si manifesta tra i preti e i vescovi. Il titolo «servus servorum Dei», che nei primi tempi era usato da laici e pastori e in maniera speciale e autentica lo fece suo il papa san Gregorio Magno, dal sec. IX diventò il titolo che definisce solo il Papa. Non si capisce perché poi il «servo dei servi di Dio» si facesse baciare la pantofola (simbolo di molte altre cose), ma questo titolo che appartiene a Cristo e a tutti i cristiani lo abbiamo dimenticato in molti. L’Eucaristia non solo ce lo fa ricordare, ma ci dà anche l’energia spirituale per metterlo in pratica.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Giacomo e Giovanni chiedono di stare al di sopra degli altri. Forse anche noi qualche volta abbiamo pensato di essere un po’ migliori degli altri e di meritare qualcosa di più di loro.
  2. «… chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti». È abbastanza facile per noi servire i “nostri”, quelli che amiamo e che ricambiano. E quelli che non possono ricambiare o che ci danno fastidio? Gesù dice «tutti». Servire gratuitamente, senza aspettarsi ricambio e riconoscenza. Questo per noi può essere difficile, ma ci farebbe somigliare a Gesù.
  3. Gli altri dieci si sono risentiti. Ci guardiamo dentro per verificare se abbiamo sentimenti di invidia e di gelosia verso chi ha qualcosa che noi non abbiamo e vorremmo avere.
  4. Gli apostoli non hanno capito niente, esattamente come noi. Vogliono (anche noi?) salire sul carro del vincitore. Gesù non ragiona così, la sua è una logica che rovescia il nostro modo di pensare. Lui prende per mano e porta accanto a sé i più lontani, i più improbabili, gli ultimi a cui non avremmo mai pensato. Ci conviene tenerlo sempre ben presente quando valutiamo il mondo, le persone e le situazioni che ci circondano.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Troviamo il modo di servire una persona vicina, che per noi risulta difficile.

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2. introduzioni – 20 OTTOBRE XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

20 OTTOBRE

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata missionaria mondiale)

VENUTO PER SERVIRE

Gli apostoli seguono Gesù, gli vogliono bene, ma sono ancora legati alla mentalità di questo mondo. Gesù dice perentoriamente: «Tra voi non è così». I discepoli del Signore hanno scelto di non pensare e non agire secondo i valori e i criteri degli uomini che non lo conoscono e non lo seguono. Nella Chiesa e in ogni comunità anche oggi vediamo che non pochi pastori e fedeli non ragionano e non si comportano come ha insegnato Gesù. C’è bisogno di molti testimoni.

PRIMA LETTURA

Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza.
Alcuni versetti del quarto Canto del Servo del Signore. Attraversando la sofferenza e assumendo le colpe degli iniqui, il giusto, figura del Messia che verrà, otterrà da Dio il perdono per loro. Il suo sacrificio lo renderà iniziatore del nuovo popolo di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 32 (33)

Il salmista, dopo aver espresso la sua fede nella bontà del Signore, umilmente chiede di gustare il suo amore e il suo aiuto.

SECONDA LETTURA

Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia.
Gesù è diventato veramente uno di noi, come noi. L’incarnazione non è stata una “finta”. L’autore sottolinea che lui è stato tentato su tutto come noi, che anche lui ha sperimentato quanto costa obbedire a Dio. Per questo ci capisce e ci può aiutare.

VANGELO

* Tra parentesi [ ] la forma breve.

Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.
Gesù per la terza volta aveva annunciato la passione e la morte. La sete di potere e di privilegi però è ancora più forte dell’insegnamento di Gesù, non solo da parte di Giovanni e Giacomo, ma anche degli altri dieci, che non vogliono essere scavalcati. Gesù con forza indica il vero obiettivo che devono perseguire: diventare servi, e si offre come modello.

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4. Letture – 20 OTTOBRE 2024 – XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

20 OTTOBRE

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata missionaria mondiale)

VENUTO PER SERVIRE

PRIMA LETTURA

Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza.
Alcuni versetti del quarto Canto del Servo del Signore. Attraversando la sofferenza e assumendo le colpe degli iniqui, il giusto, figura del Messia che verrà, otterrà da Dio il perdono per loro. Il suo sacrificio lo renderà iniziatore del nuovo popolo di Dio.

Dal libro del profeta Isaia            Is 53,10-1

Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 32 (33)

Il salmista, dopo aver espresso la sua fede nella bontà del Signore, umilmente chiede di gustare il suo amore e il suo aiuto.

Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

SECONDA LETTURA

Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia.
Gesù è diventato veramente uno di noi, come noi. L’incarnazione non è stata una “finta”. L’autore sottolinea che lui è stato tentato su tutto come noi, che anche lui ha sperimentato quanto costa obbedire a Dio. Per questo ci capisce e ci può aiutare.

Dalla lettera agli Ebrei      Eb 4,14-16

Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.
Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

Mc 10,45

Alleluia, alleluia.

Se ci amiamo gli uni gli altri,
Dio rimane in noi
e l’amore di lui è perfetto in noi.

Alleluia.

VANGELO

* Tra parentesi [ ] la forma breve.

Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.
Gesù per la terza volta aveva annunciato la passione e la morte. La sete di potere e di privilegi però è ancora più forte dell’insegnamento di Gesù, non solo da parte di Giovanni e Giacomo, ma anche degli altri dieci, che non vogliono essere scavalcati. Gesù con forza indica il vero obiettivo che devono perseguire: diventare servi, e si offre come modello.

Dal vangelo secondo Marco            Mc 10,35-45

[In quel tempo], si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero:
«Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora [Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».]

Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

20 OTTOBRE

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata missionaria mondiale)

VENUTO PER SERVIRE

RICHIESTA DI PERDONO

  • Padre, ci apri il tesoro della tua misericordia, ma noi abbiamo cercato il potere. Kyrie eleison.
  • Cristo, sei venuto per servire e dare la tua vita, ma noi preferiamo essere serviti. Christe eleison.
  • Spirito Santo, ci fai comprendere l’esempio di Gesù, ma noi continuiamo a invidiare i ricchi e i potenti. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Gesù si è fatto nostro servo e ci ha chiesto di imitarlo. Mentre lo ringraziamo, lo preghiamo perché ci aiuti a diventare servi dei fratelli come lui.
Diciamo insieme: Gesù, Signore nostro, ascoltaci.

  • Per tutti i pastori della Chiesa, affinché si facciano servi dei fratelli e insegnino ai fedeli come servire. Preghiamo.
  • Per i cristiani impegnati in politica: affinché servano i cittadini, specialmente i più bisognosi, e diano esempio di servizio onesto ai colleghi. Preghiamo.
  • Per i giovani: l’esperienza di essere stati serviti a lungo in famiglia, li aiuti a seguire l’esempio dei genitori e di Gesù, per scegliere di servire i fratelli. Preghiamo.
  • Per la nostra comunità: veda nei più poveri e nei più deboli Gesù stesso che chiede di essere aiutato e sostenuto nelle difficoltà della vita. Preghiamo.

Signore Gesù Cristo, tu hai voluto servire noi, fino a dare la vita. Donaci il tuo Santo Spirito, perché ci faccia comprendere che servire te nei fratelli ci fa essere autenticamente grandi agli occhi del Padre. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

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6. Vignetta di RobiHood – 20 OTTOBRE 2024 – XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

20 OTTOBRE

XXIX DOMENICA DEL
TEMPO ORDINARIO

(Giornata
missionaria mondiale)

VENUTO PER
SERVIRE

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

Testi e i commenti proposti per la domenica 

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3. Commento alle Letture – 13 OTTOBRE – XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

13 OTTOBRE

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«POI VIENI E SEGUIMI!»

COMMENTO

Proviamo a leggere questo brano dal punto di vista di questa persona adulta (solo Matteo lo presenta come «giovane») e degli apostoli.
Era a posto, faceva tutto bene, glielo dicevano gli altri e se lo diceva anche da solo. Ma dentro di sé aveva una strana inquietudine e si domandava: «Ma è tutto qui? È così facile andare in Paradiso? Mi sembra che manchi qualcosa e nessuno mi dà una risposta. Anzi mi prendono in giro, perché non mi accontento di essere bravo e pure benedetto dal Signore, visto che sono ricco». Questi pensieri lo agitavano, ma quando ha sentito parlare di un nuovo maestro, si è messo subito in viaggio per presentare i propri dubbi. È incoraggiato dai discorsi di Gesù, dalla sua predicazione sul Regno e, quando lo incontra, comincia dalla domanda fondamentale: «Cosa devo fare per arrivare in Paradiso?». È chiaro che da questa domanda dipendono tutte le altre scelte che si possono fare nella vita, perché ci sono scelte che ti portano verso Dio e altre che te ne allontanano.
La prima risposta di Gesù è la stessa che gli davano gli altri: «Osserva i comandamenti!». Un po’ deluso, lui gli dice che fin da ragazzo li ha osservati e continua a farlo, ma non gli basta.
A questo punto avviene una cosa straordinaria: Gesù lo fissa, cioè gli legge dentro al cuore e vede che ha detto il vero, ma è profondamente inquieto, il suo cuore desidera qualcosa di più nel rapporto con Dio. L’espressione che usa Marco, «lo amò», non significa che prima non lo amava, ma che il Signore ha visto in lui una disposizione speciale a fare qualcosa di diverso per Dio e quindi ha intuito che ci poteva essere con lui una sintonia speciale.
E allora Gesù gli offre una rivelazione e una proposta. Prima lo aiuta a comprendere che la sua inquietudine interiore deriva dal fatto che sta facendo una vita “normale”, e invece il suo cuore desidera qualcosa di speciale, di cui sente la mancanza. Poi arriva la proposta: vendere le sue case e i suoi terreni che lo tengono legato a tante incombenze, distribuire il ricavato ai poveri e così somigliare a Dio, e infine seguire lui, che gli avrebbe aperto gli orizzonti di una vita spesa totalmente per gli altri e per Dio, predicando il Vangelo e somigliando sempre più al suo maestro.
Qui scoppia il dramma interno. Egli tutto questo lo capisce, si rende conto che la proposta di Gesù è l’unica risposta vera alla sua inquietudine, ma mette sull’altro piatto della bilancia quello che deve lasciare e dolorosamente sente di non averne il coraggio. Per questo se ne va triste. Se avesse colto nella risposta di Gesù un giudizio negativo su di lui, una pretesa eccessiva e strana, se ne sarebbe andato con un’alzata di spalle o con una risata. Invece è scuro in volto e triste, cioè si sente incapace di realizzare quello che il suo cuore ha desiderato a lungo. E sa che da ora in poi nessuno potrà liberarlo dalla tristezza, perché ha rifiutato liberamente la proposta giusta per la sua vita. Il Vangelo non ne parla più, ma possiamo sperare che più tardi si sia ravveduto.
Gli apostoli, quando sentono che i ricchi difficilmente entrano nel Regno di Dio, restano sgomenti: la ricchezza materiale era segno della benedizione di Dio, e magari anche loro hanno fatto un pensierino per se stessi su questo. Gesù ribadisce la difficoltà quando dice che solo la potenza di Dio può salvare quel tipo di persone. Così Pietro, magari spinto dai suoi amici, pensa di presentare a Gesù un piccolo conto da pagare: «Abbiamo già fatto tanto per te e per il Regno, quale ricompensa avremo?». La risposta di Gesù è spiazzante, ma sarà compresa solo dopo la risurrezione: il centuplo è possibile riceverlo e sperimentarlo solo nella comunità dei battezzati; fanno parte del “contratto” anche le persecuzioni; la vita eterna è la ricompensa che viene direttamente da Dio. Probabilmente gli apostoli, quando capiranno che Gesù giorno per giorno comunica tutto se stesso, si vergogneranno un po’ di aver pensato e chiesto una ricompensa.
La promessa di Gesù agli apostoli oggi sembra non realizzata nella Chiesa. Un piccolo segno è dato dalle comunità di vita religiosa, e non sempre. Lo spostamento della ricompensa sul piano del rapporto personale con Gesù è certamente valida in assoluto, ma la mancanza sul piano ecclesiale stride dolorosamente con il Vangelo. Abbiamo fiducia nell’azione dello Spirito Santo che, suscitando varie piccole comunità fraterne di laici, offre a tutta la Chiesa una chiara indicazione della strada da percorrere.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Quest’uomo si presenta a Gesù con la domanda che lo pungola da sempre: come arrivare alla salvezza. Noi a volte mettiamo questa domanda in secondo piano e ci lasciamo occupare mente e cuore, ci lasciamo togliere la serenità, da domande, problemi e desideri marginali. Il desiderio della salvezza, messo al cuore di ogni altra domanda, ispira le risposte giuste.
  2. Osservare i comandamenti. Per quell’uomo è una risposta conosciuta, vissuta e insufficiente. E per noi? Possiamo dire, almeno, di osservare i comandamenti? E se sì, ci accontentiamo?
  3. «Vendi tutto… ai poveri… tesoro in cielo…». Vale per tutti, religiosi e laici, in modi diversi. Tutto quello che possediamo serve per vivere di amore e di generosità. A nessuno è consentito di vivere solo per se stesso e per la propria “famiglia”.
  4. Gesù promette il centuplo. Lui mantiene le promesse. Se non ne facciamo esperienza è perché non abbiamo costruito vere comunità di fratelli, che si amano come lui ci ha insegnato.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Condividere qualche nostra “ricchezza” (non solo in denaro) con chi ne ha bisogno.

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2. introduzioni – 13 OTTOBRE XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

13 OTTOBRE

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«POI VIENI E SEGUIMI!»

Cosa fare per ereditare la vita eterna? È la domanda più importante della vita e insieme a «un tale» la facciamo anche noi al Signore. Chi dimentica questa domanda o la mette dietro a tante altre, perde il senso della vita e le motivazioni più profonde per le scelte importanti. L’osservanza dei comandamenti è fondamentale, ma apre strade più belle e impegnative per crescere nell’amore: il vertice è camminare sulle orme di Gesù.

PRIMA LETTURA

Al confronto della sapienza stimai un nulla la ricchezza.
L’autore mette sulle labbra di Salomone una verità universale: la sapienza, come gusto delle cose di Dio e capacità di discernere il bene dal male, non si acquista per eredità o studio, è dono di Dio. Chi prega sinceramente ed è disposto a seguire la parola di Dio certamente la riceve e sperimenta che, insieme a lei, gli vengono concessi dal Signore tutti i beni necessari alla salvezza.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 89 (90) 

Il salmista prega accoratamente e chiede a Dio un cuore saggio, per condurre una vita buona e accogliere la benedizione del Signore.

 

SECONDA LETTURA

La parola di Dio discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
L’autore in pochi tratti presenta alcune caratteristiche della parola di Dio: viva, perché porta la vita; efficace, perché cambia i cuori; penetra nel profondo e separa nell’intimo di ciascuno il bene dal male; è luce che permette di giudicare se stessi in vista della conversione.

VANGELO

Vendi quello che hai e seguimi.
Siamo nei capitoli in cui Marco ha raccolto gli insegnamenti morali per coloro che vogliono diventare discepoli. L’incontro con un tale, ricco, il confronto con i discepoli e la risposta a Pietro convergono in una richiesta impegnativa per tutti: per essere veri discepoli, non basta osservare i comandamenti, ma è necessario staccarsi dai propri beni e condividerli con i poveri. La ricompensa è ricevuta già in questo mondo.

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4. Letture – 13 OTTOBRE 2024 – XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

13 OTTOBRE

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«POI VIENI E SEGUIMI!»

PRIMA LETTURA

Al confronto della sapienza stimai un nulla la ricchezza.
L’autore mette sulle labbra di Salomone una verità universale: la sapienza, come gusto delle cose di Dio e capacità di discernere il bene dal male, non si acquista per eredità o studio, è dono di Dio. Chi prega sinceramente ed è disposto a seguire la parola di Dio certamente la riceve e sperimenta che, insieme a lei, gli vengono concessi dal Signore tutti i beni necessari alla salvezza.

Dal libro della Sapienza    Sap 7,7-1

Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza.
La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto, non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento.
L’ho amata più della salute e della bellezza, ho preferito avere lei piuttosto che la luce, perché lo splendore che viene da lei non tramonta.
Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 89 (90) 

Il salmista canta la bellezza della famiglia costruita sull’obbedienza alla parola di Dio e su un amore fedele, che diventa fecondo.

Il salmista prega accoratamente e chiede a Dio un cuore saggio, per condurre una vita buona e accogliere la benedizione del Signore.

Saziaci, Signore, con il tuo amore:
gioiremo per sempre.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti,
per gli anni in cui abbiamo visto il male.

Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli.

Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

SECONDA LETTURA

La parola di Dio discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
L’autore in pochi tratti presenta alcune caratteristiche della parola di Dio: viva, perché porta la vita; efficace, perché cambia i cuori; penetra nel profondo e separa nell’intimo di ciascuno il bene dal male; è luce che permette di giudicare se stessi in vista della conversione.

Dalla lettera agli Ebrei      Eb 4,12-13

La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

1 Gv 4,12

Alleluia, alleluia.

Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.

Alleluia.

VANGELO

* Tra parentesi [ ] la forma breve.

Vendi quello che hai e seguimi.
Siamo nei capitoli in cui Marco ha raccolto gli insegnamenti morali per coloro che vogliono diventare discepoli. L’incontro con un tale, ricco, il confronto con i discepoli e la risposta a Pietro convergono in una richiesta impegnativa per tutti: per essere veri discepoli, non basta osservare i comandamenti, ma è necessario staccarsi dai propri beni e condividerli con i poveri. La ricompensa è ricevuta già in questo mondo.

Dal vangelo secondo Marco       Mc 10,17-30

[In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”.
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».]
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

Parola del Signore.