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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

15 SETTEMBRE

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PENSARE SECONDO DIO

RICHIESTA DI PERDONO

  • Padre, ci hai rivelato il tuo modo di pensare sulla vita, ma noi spesso ci lasciamo condizionare dalla mentalità di questo mondo. Kyrie eleison.
  • Cristo, ti sei preparato ad affrontare la croce, ma noi non accettiamo le piccole sofferenze quotidiane. Christe eleison.
  • Spirito Santo, ci doni la forza per donare la nostra vita, ma noi a volte la conserviamo per noi stessi. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Il Signore Gesù ha affrontato la sofferenza e la morte per salvarci. Presentiamogli la nostra preghiera con la fiducia che egli ci ascolta e ci aiuta nella nostra missione cristiana. Diciamo insieme: Signore Gesù, ascoltaci.

  • Per il papa, i vescovi, i presbiteri e i diaconi: aiutino i cristiani ad accettare le sofferenze quotidiane per essere tuoi collaboratori nella salvezza del mondo. Preghiamo.
  • Per tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito: nella preghiera sperimentino il tuo aiuto e ricevano il sostegno fraterno degli amici. Preghiamo.
  • Per chi non ti conosce: dal comportamento dei cristiani possano scoprire che tu sei davvero il salvatore del mondo e di ogni uomo. Preghiamo.
  • Per la nostra comunità: perché tutti sappiamo seguire te nei momenti lieti e nei momenti difficili, senza scoraggiarci. Preghiamo.

Signore Gesù, tu hai affrontato ogni sofferenza per noi. Ti preghiamo, aiutaci nei momenti in cui ci sentiamo oppressi e scoraggiati e rafforza la nostra fede in te e la speranza della vita eterna. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

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3. Commento alle Letture – 8 SETTEMBRE XXIII – DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

8 SETTEMBRE

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«HA FATTO BENE OGNI COSA»

COMMENTO

Marco racconta questo miracolo in maniera molto strana, tanto che Matteo e Luca (che spesso copiano Marco) non lo riportano. Ci vuole un po’ di attenzione in più per capire cosa abbia voluto dire l’evangelista ai suoi lettori.
Anzitutto prendiamo atto che Gesù si trova in terra pagana e la descrizione geografica, non molto chiara, vuole solo dire che Gesù abbraccia tutta la regione e, dunque, che anche i pagani hanno diritto alla sua predicazione e alla salvezza.
La cultura medico-religiosa pagana possedeva diversi racconti su vari guaritori e sui gesti loro tipici. Qui Marco attribuisce a Gesù alcuni gesti che lo avvicinano ai guaritori pagani, ma nello stesso tempo afferma con forza la sua superiorità su di loro.
I gesti somiglianti: toccare la parte malata, usare la saliva (nell’antichità si pensava che la saliva avesse un potere curativo e sintetizzasse il respiro del guaritore, che veniva trasmesso all’infermo), mettere le dita negli orecchi (il dito dice la potenza di Dio che passa all’uomo e lo guarisce), emettere sospiri, usare parole che i presenti non capiscono.
La superiorità: portare il malato in disparte (non agisce per farsi vedere), pregare, dare un ordine perentorio, ottenere una guarigione immediata e completa.
I pagani, che già conoscevano la fama di Gesù (infatti lo cercano e gli portano il sordomuto), restano molto ammirati e sentono il bisogno di «proclamare» la grandezza del Signore, cosa che per Marco equivale a una diffusione della bella notizia. Anzi, mettendo in bocca a loro l’espressione «ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!», ottiene due risultati: annuncia, da una parte, la realizzazione delle promesse fatte dal Signore attraverso il profeta Isaia e, dall’altra, segna l’inizio della nuova creazione, dato che Gesù, come Dio, fa bene ogni cosa (nel primo capitolo della Genesi sei volte si dice che Dio vede che la creazione è fatta bene).
I gesti e le parole di questo miracolo fanno parte del rito del Battesimo. La valenza comunitaria è molto forte: il catecumeno viene accompagnato da alcuni, anche se può camminare da solo (sono i catechisti e i padrini), il Battesimo lo rende capace di ascoltare la Parola e di diffonderla con voce chiara nel mondo; la lode è anche una professione di fede e di gioia nel Signore che salva, elevata dalla comunità cristiana, che si arricchisce di nuovi membri.
Molti pastori di oggi hanno perso la speranza che il Vangelo possa attecchire in alcune persone e in alcuni ambienti. Parecchi pensano, per esempio, che i giovani non vogliano saperne di Vangelo e quindi non prendono iniziative nei loro confronti. Gesù si muove e va incontro ai pagani, non ha paura di adattarsi alla loro cultura, guarisce una persona che non può ascoltare la Parola e non può proclamarla e testimoniarla. Il risultato è che i pagani, che lo hanno ascoltato e visto in azione, «proclamano» la bella notizia.
La cultura capitalistica ha reso molti uomini e donne sordi, muti e ciechi nei confronti della parola di salvezza di Gesù. La Chiesa ha il compito di gridare Effatà non solo sui bambini che battezza, ma su tutti gli adulti che, battezzati, si sono allontanati. Per fare questo, in modo tale che il Vangelo sprigioni la sua forza di salvezza, deve avvicinarsi tanto, fino a poter toccare con le mani la vita e i bisogni di ogni persona.
Per concludere, solo un accenno al segreto messianico. Il comando di non divulgare il miracolo è disatteso. Gesù vuole evitare equivoci sulla sua messianicità, ma è un tentativo che non ottiene obbedienza, così, a poco a poco, la delusione di alcuni, per la debolezza di questo Messia, e la rabbia dei capi lo condurranno sulla croce, che sarà la rivelazione inequivocabile del modo inatteso, ma tutto suo, di essere Messia e Figlio di Dio.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Noi non siamo sordi rispetto alla parola di Dio, anzi l’ascoltiamo spesso. Ci tocca allora interrogarci se i nostri orecchi sono sempre collegati con la mente e il cuore.
  2. Bocca chiusa. La timidezza dei cristiani nel “dire” la propria fede e il proprio amore, anche di fronte a chi non crede e non ama i fratelli, forse a volte ha contagiato anche noi.
  3. Bocca sempre aperta, per parlare a vanvera, di cose futili e per giudicare tutto e tutti. Chiediamo al Signore che metta un freno alla nostra lingua e che la usiamo, come san Domenico, soprattutto per «parlare con Lui o di Lui».
  4. La bella notizia per noi: dal Battesimo in poi, il Signore ci ha fatto tutti i doni di cui abbiamo bisogno per ascoltarlo, comprenderlo, seguirlo e testimoniarlo. Ricominciamo da oggi.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Se ci accorgiamo che un parente, un collega o un conoscente ha bisogno di sentire una parola di Gesù, proviamo a dirgliela.

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2. introduzioni – 8 SETTEMBRE XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

8 SETTEMBRE

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«HA FATTO BENE OGNI COSA»

Il vangelo di oggi riporta un miracolo di Gesù, i cui gesti vediamo ripetere nel rito del battesimo. Rappresenta il dono della capacità di ascoltare la parola e di proclamarla con la voce. Ci vengono ricordati due doni che fanno parte integrante della vita cristiana. Davvero il Signore Gesù ha fatto bene ogni cosa, per renderci figli di Dio come lui.

PRIMA LETTURA

Si schiuderanno gli orecchi dei sordi, griderà di gioia la lingua del muto.
Il popolo sta soffrendo e il profeta porta l’annuncio della salvezza, utilizzando immagini di guarigione di coloro che non possono vedere, ascoltare, parlare e correre. Quando Gesù opererà queste guarigioni, si presenterà come il Messia salvatore del popolo.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 145 (146)

Il salmista fa la sua professione di fede in Dio, che salva i poveri e i perseguitati e interviene contro i malfattori.

SECONDA LETTURA

Dio non ha forse scelto i poveri per farli eredi del Regno?
Nel mondo ci sono discriminazioni e favoritismi a vantaggio dei potenti e dei ricchi. Se la comunità cristiana vuole essere tale, deve sovvertire il criterio. L’apostolo Giacomo invita a considerare il comportamento del Signore nella fondazione del Regno: egli ha scelto i poveri. La stessa cosa deve fare la Chiesa, e in essa ogni comunità particolare.

VANGELO

Fa udire i sordi e fa parlare i muti.
Questo miracolo, compiuto in terra pagana, per l’evangelista segna la realizzazione della profezia di Isaia non solo per il popolo d’Israele, ma per tutti i popoli. Gesù apre gli orecchi e scioglie la lingua dei pagani, perché tutti possano ascoltare la sua parola e diffonderla nel mondo.

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4. Letture – 8 SETTEMBRE – XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

8 SETTEMBRE

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«HA FATTO BENE OGNI COSA»

PRIMA LETTURA

Si schiuderanno gli orecchi dei sordi, griderà di gioia la lingua del muto.
Il popolo sta soffrendo e il profeta porta l’annuncio della salvezza, utilizzando immagini di guarigione di coloro che non possono vedere, ascoltare, parlare e correre. Quando Gesù opererà queste guarigioni, si presenterà come il Messia salvatore del popolo.

Dal libro del profeta Isaìa               Is 35,4-7
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto,
perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
La terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso sorgenti d’acqua.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 145 (146)

Il salmista fa la sua professione di fede in Dio, che salva i poveri e i perseguitati e interviene contro i malfattori.

Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

SECONDA LETTURA

Dio non ha forse scelto i poveri per farli eredi del Regno?
Nel mondo ci sono discriminazioni e favoritismi a vantaggio dei potenti e dei ricchi. Se la comunità cristiana vuole essere tale, deve sovvertire il criterio. L’apostolo Giacomo invita a considerare il comportamento del Signore nella fondazione del Regno: egli ha scelto i poveri. La stessa cosa deve fare la Chiesa, e in essa ogni comunità particolare.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo                Gc 2,1-5

Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali.
Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi?
Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

Cf Mt 4,23

Alleluia, alleluia.

Gesù annunciava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di infermità nel popolo.

Alleluia.

VANGELO

Fa udire i sordi e fa parlare i muti.
Questo miracolo, compiuto in terra pagana, per l’evangelista segna la realizzazione della profezia di Isaia non solo per il popolo d’Israele, ma per tutti i popoli. Gesù apre gli orecchi e scioglie la lingua dei pagani, perché tutti possano ascoltare la sua parola e diffonderla nel mondo.

Dal vangelo secondo Marco    Mc 7,31-37

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Parola del Signore

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

8 SETTEMBRE

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«HA FATTO BENE OGNI COSA»

RICHIESTA DI PERDONO

  • Padre, abbiamo considerato più degni della nostra stima i ricchi e i potenti. Kyrie eleison.
  • Cristo, ci hai resi capaci di ascoltare e testimoniare la tua parola, ma noi la trascuriamo. Christe eleison.
  • Spirito Santo, abbiamo chiuso orecchi e mente ai tuoi suggerimenti. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Portiamo al Padre le nostre preoccupazioni per la vita nostra e dei nostri fratelli in difficoltà. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

  • Per tutta la Chiesa: si impegni costantemente perché nella nostra società si smetta di privilegiare i ricchi e trascurare i poveri. Preghiamo.
  • Per i genitori, i catechisti, gli educatori cristiani: insegnino, specialmente ai giovani, ad ascoltare e comprendere la parola di Dio. Preghiamo.
  • Per i sordomuti e tutti i “diversamente abili”: perché, anche con l’aiuto delle comunità cristiane, ricevano una adeguata formazione e sostegno che assicuri un posto nella società. Preghiamo.
  • Per la nostra comunità: perché il dono ricevuto da ciascuno nel Battesimo ci faccia gustare l’ascolto della parola di Dio e ci dia il coraggio di annunciarla agli altri. Preghiamo.

O Padre, che hai mandato tuo Figlio, medico dello spirito e del corpo, liberaci da tutto ciò che ci ostacola nell’ascolto della tua parola e nel rendimento di grazie. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 8 SETTEMBRE- XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

8 SETTEMBRE

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«HA FATTO BENE OGNI COSA»

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

Testi e i commenti proposti per la domenica 

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

16 GIUGNO

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

DIO FA CRESCERE IL REGNO

RICHIESTA DI PERDONO

  • Padre, tu ci segui ogni giorno con amore, ma noi in tante circostanze non ci accorgiamo della tua presenza. Kyrie eleison.
  • Cristo, di fronte a certi avvenimenti restiamo disorientati, ma non ci rivolgiamo a te per essere illuminati. Christe eleison.
  • Spirito Santo, tu semini la salvezza nel cuore di ogni uomo, ma noi ci lasciamo spaventare dal male che fa rumore. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Padre, tu agisci in noi e nella storia dell’umanità. Noi rinnoviamo la nostra fiducia nel tuo amore e ti presentiamo la nostra preghiera. Diciamo insieme. Padre, ascoltaci.

  • Affinché sappiamo riconoscere la tua presenza non negli eventi miracolosi, ma nelle piccole circostanze della vita quotidiana. Preghiamo.
  • Affinché tu ci doni la capacità di attendere con pazienza e speranza lo sviluppo dei semi di salvezza che tu spargi nel mondo. Preghiamo.
  • Affinché tu conceda la forza e la perseveranza ai missionari e ai cristiani che subiscono la persecuzione. Preghiamo.
  • Affinché con gioia abitiamo nella casa che tu ci hai preparato nella tua Chiesa. Preghiamo.

O Padre, nella tua sapienza, hai creato l’uomo e l’hai reso partecipe del tuo progetto di salvezza. Donaci il tuo Spirito che ci aiuti a coltivare la speranza. Per Cristo nostro Signore.

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3. Commento alle Letture – VI DOMENICA DI PASQUA

5 MAGGIO

VI DOMENICA DI PASQUA

(Giornata mondiale di sensibilizzazione per il sostegno
economico alla Chiesa Cattolica)

«VI HO CHIAMATI AMICI»

COMMENTO

Mettiamoci di fronte a queste parole del vangelo con il cuore aperto, per accogliere la rivelazione del desiderio più profondo di Gesù nella relazione con i suoi discepoli e con noi.
Il Figlio eterno è venuto per fare di noi i figli di Dio come lui, la sua famiglia, ma non è un’opera che rimane fuori di lui, è una missione che introduce nella sua vita una novità: l’amicizia con noi.
Il centro di tutto il brano sono l’amore e l’amicizia nominati dodici volte.
Guardiamoli un po’ più da vicino.
Anzitutto Gesù dice che il suo amore per noi è modellato sull’amore del Padre per lui; quel “come” è di una ricchezza infinita e inesauribile; significa che se il Padre ama il Figlio, comunicando tutto se stesso a lui, così Gesù comunica tutto se stesso a noi. C’è un comandamento da osservare ed è interno all’amore: bisogna amare davvero, senza riserve e senza limiti. Questo rende le persone davvero simili: il Padre si specchia nel Figlio e nel Figlio riconosce se stesso come Padre; il Figlio si specchia nel Padre e guardando lui si riconosce come Figlio. Tutto questo avviene nello Spirito Santo. La stessa cosa succede tra Gesù e noi, se viviamo fino in fondo l’amore filiale, fraterno e di amicizia. La casa dell’amore è la Trinità e noi siamo invitati ad abitarla.
Quindi Gesù passa a mostrare l’amore reciproco più alto, quello che dura per tutta l’eternità, insieme all’amore paterno/materno e filiale/fraterno: l’amicizia. La misura di questo amore è dare la vita, ogni giorno, fino all’ultimo respiro, magari sulla croce.
L’amicizia con Gesù nasce per iniziativa sua e non può essere diversamente; difatti è lui che per primo ci comunica la sua vita e cioè tutto se stesso e tutto ciò che ha di più suo: l’amore e la conoscenza di suo Padre. Di fronte a questo “dono da Dio” la nostra risposta è libera: dipende da noi accettare e vivere questa amicizia divina.
Anche qui c’è un comando che non diminuisce la libertà e la reciprocità: per essere amici di Gesù bisogna somigliargli e quindi amare i fratelli, come lui li ama. Il suo, quindi, è un comandamento che non viene da fuori di noi, non ci schiaccia come un’imposizione dall’esterno, ma tende e vuole liberare tutta la ricchezza del nostro essere e le potenzialità di amore che il Padre ha depositato in noi, dandoci la vita di figli suoi.
Siamo stati creati a immagine del Figlio, quindi tutti siamo stati “costituiti”, cioè strutturati nel corpo e nello spirito, per portare il frutto dei figli: l’amore filiale e fraterno. Questo frutto non è passeggero, ma attraversa la morte e rimane in eterno. Chi vive questo amore, chiede al Padre tutto ciò che è amore e lo riceve nella misura in cui è capace di accoglierlo.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. La gioia vera, quella che niente e nessuno ci possono togliere, è frutto della conoscenza intima di Gesù e di ciò che ci ha rivelato su Dio e sull’uomo. Chi ha sete di Gesù, già nella ricerca appassionata, è pieno di gioia.
  2. L’amore vero, quello che abbiamo visto in Gesù, riempie la vita, ma rimane misterioso nell’origine, nelle motivazioni, nelle sue espressioni concrete e nei frutti che porta. Ma l’abbiamo ricevuto in dono ed è nelle nostre mani. Quando ci lasciamo guidare dall’amore, ci meravigliamo di noi stessi e tocchiamo il cielo con un dito, anche se siamo sulla croce.
  3. Arriva l’estate e sogniamo il mare. C’è un altro mare in cui possiamo immergerci ogni momento per vivere in pienezza: l’amore della Trinità che Gesù ci ha comunicato.
  4. C’è chi non crede all’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, perché non lo vede. Ci sono battezzati che non ne fanno esperienza. Solo l’amore fraterno lo rende visibile e palpabile. Se l’altro non vede e non tocca il nostro amore fraterno, ha diritto di dubitare del nostro amore per Dio.

PROPOSTA DI IMPEGNO 

Rivediamo il nostro modo di trattare i fratelli alla luce del comandamento di Gesù.