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3. Commento alle Letture – 21 LUGLIO XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

21 LUGLIO

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LA COMPASSIONE DEL PASTORE

COMMENTO

Marco racconta con sobrietà il rientro degli apostoli dalla prima missione e ci invita a immaginare non solo la loro stanchezza, ma anche il loro entusiasmo. Gesù li ascolta e legge in loro il bisogno di staccare un po’. Li invita ad andare in un luogo in cui la folla non abbia facilità di accesso, in disparte, per riposare e riprendere a gustare la vicinanza con lui e le relazioni tra di loro. Questo programma dura solo un po’, il tempo della traversata. La compassione di Gesù per la folla affamata di guida e di parola di Dio mette in secondo piano l’esigenza del riposo. Gesù sazia anzitutto la loro fame di insegnamento e poi la fame di pane; infatti subito dopo l’evangelista racconta la prima moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Il fatto che salti il programma di Gesù, non significa che i pastori di oggi possano trascurarlo. Il riposo fisico, psichico e spirituale è importante per tutti i vescovi e i presbiteri, intendendo per riposo non la “vacanza” (che nella sua radice ha il significato di “vuoto”) ma il recupero intenzionale di energie fisiche e spirituali, attraverso il contatto diretto con il Signore, l’aggiornamento teologico, biblico e pastorale, la relazione amichevole con i confratelli con i quali condividono la missione. Solo la compassione per un bisogno immediato e urgente del popolo di Dio, giustifica una breve dilazione di questo “riposo” necessario.
Sul buon Pastore Marco non fa discorsi, ma ce lo presenta in azione, mentre prende coscienza dello sbandamento del popolo di Dio, che i sacerdoti del tempio avrebbero dovuto guidare sulle strade della Legge e della fede, e si fa carico dei loro bisogni spirituali e materiali.
Gesù non dimenticherà la necessità di curare il gruppo degli apostoli, ma non si parlerà più di andare in disparte. Marco però di tanto in tanto ci informa che Gesù istruisce a parte gli apostoli, che hanno possibilità di fare domande, cosa che alla folla non è concessa.
La compassione di Gesù per la folla è la traduzione visibile della compassione che Dio esprime nel Primo Testamento, specialmente in Geremia ed Ezechiele, e la realizzazione della promessa che Dio ha fatto di prendersi direttamente cura del suo popolo.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Gli apostoli fanno il resoconto della loro missione. Sono stanchi e contenti. Il nostro dialogo con Gesù, nella preghiera, può iniziare con il resoconto della giornata: gioie e dolori, fallimenti e successi. Facciamo così l’esperienza che il Signore si prende cura di noi.
  2. In disparte. Non è la “vacanza”, ma un luogo e un tempo che favoriscono l’approfondimento del rapporto con Gesù, la ripresa delle relazioni fraterne, il recupero di energie fisiche e spirituali, per riprendere la missione.
  3. Compassione. È il doloroso disagio, anche fisico, per la condizione sofferente e ingiusta dei fratelli. Possiamo sentirci contagiati dalla cultura in cui viviamo, che non offre molto posto alla compassione. Ma non abbiamo giustificazioni. Il Vangelo è la medicina per curarci.
  4. Gesù insegna «molte cose». Ringraziamo il Signore per ciò che ci ha insegnato e che ci insegna ogni giorno. Chiediamogli perdono perché abbiamo qualche amnesia. Domandiamo il dono dello Spirito, perché ci aiuti a insegnare solo il Vangelo.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Cerchiamo ogni giorno qualche momento per stare da soli con il Signore.

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2. introduzioni – 21 LUGLIO XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

21 LUGLIO

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LA COMPASSIONE DEL PASTORE

PRIMA LETTURA

Radunerò il resto delle mie pecore, costituirò sopra di esse pastori.
La situazione di Gerusalemme precipita verso la rovina, perché i capi non ascoltano il Signore che parla per bocca del profeta Geremia. Questi oracoli sono giudizio per i cattivi pastori, promessa che il Signore stesso radunerà il popolo e se ne prenderà cura, annuncio di un re giusto. Sarà Gesù, il Messia, che realizzerà questa profezia di Geremia.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 22 (23)

Il salmista vive un’esperienza di totale abbandono nelle mani di Dio ed è sicuro di sperimentare la sua bontà per tutta la vita.

SECONDA LETTURA

Egli è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola.
Gli Ebrei si ritenevano privilegiati rispetto a tutti gli altri popoli e ci tenevano a restarne separati. Paolo annuncia con gioia che Gesù, sostituendo la Legge antica con quella dell’amore e versando il suo sangue sulla croce, ha realizzato l’unità di tutto il genere umano nell’unico popolo santo di Dio.

VANGELO

Erano come pecore che non hanno pastore.
I dodici sono tornati dalla missione, sono contenti, ma anche stanchi e da un po’ non stanno con il Signore. Marco sottolinea che Gesù stesso li porta in disparte, loro soli. È sufficiente la traversata, perché all’arrivo Gesù, mosso a compassione, riprende la sua missione: essere il buon pastore che nutre il gregge anzitutto con la parola di vita.

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4. Letture – 21 LUGLIO XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

21 LUGLIO

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LA COMPASSIONE DEL PASTORE

PRIMA LETTURA

Radunerò il resto delle mie pecore, costituirò sopra di esse pastori.
La situazione di Gerusalemme precipita verso la rovina, perché i capi non ascoltano il Signore che parla per bocca del profeta Geremia. Questi oracoli sono giudizio per i cattivi pastori, promessa che il Signore stesso radunerà il popolo e se ne prenderà cura, annuncio di un re giusto. Sarà Gesù, il Messia, che realizzerà questa profezia di Geremia.

Dal libro del profeta Geremia    Ger 23,1-6

Dice il Signore: «Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore. Perciò dice il Signore, Dio d’Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore.
Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno.
Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore.
Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele vivrà tranquillo, e lo chiameranno con questo nome: Signore-nostra-giustizia».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 22 (23)

Il salmista vive un’esperienza di totale abbandono nelle mani di Dio ed è sicuro di sperimentare la sua bontà per tutta la vita.

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

SECONDA LETTURA

Egli è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola.
Gli Ebrei si ritenevano privilegiati rispetto a tutti gli altri popoli e ci tenevano a restarne separati. Paolo annuncia con gioia che Gesù, sostituendo la Legge antica con quella dell’amore e versando il suo sangue sulla croce, ha realizzato l’unità di tutto il genere umano nell’unico popolo santo di Dio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini                Ef 2,13-18

Fratelli, ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia.
Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

(Gv 10,27)

Alleluia, alleluia.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.

Alleluia.

VANGELO

Erano come pecore che non hanno pastore.
I dodici sono tornati dalla missione, sono contenti, ma anche stanchi e da un po’ non stanno con il Signore. Marco sottolinea che Gesù stesso li porta in disparte, loro soli. È sufficiente la traversata, perché all’arrivo Gesù, mosso a compassione, riprende la sua missione: essere il buon pastore che nutre il gregge anzitutto con la parola di vita.

Dal vangelo secondo Marco       Mc 6,30-34

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

21 LUGLIO

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LA COMPASSIONE DEL PASTORE

RICHIESTA DI PERDONO

  • Padre, non ci accorgiamo che tu ti prendi cura amorevole di ciascuno di noi. Kyrie eleison.
  • Cristo, ci hai insegnato tutto ciò che ci serve per la salvezza, ma noi a volte non ci lasciamo istruire da te. Christe eleison.
  • Spirito Santo, ci dai la tua luce per comprendere il Vangelo, ma noi qualche volta ci siamo arresi alle prime difficoltà. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

A volte ci sentiamo come pecore senza pastore, ma Dio Padre ha mandato il buon Pastore che ci guida ai pascoli della vita.
Eleviamo a Dio la nostra preghiera fiduciosa e diciamo insieme: Padre, ascolta la nostra preghiera.

  • Affinché ogni giorno riusciamo a trovare il tempo per un colloquio personale con te e con Gesù. Preghiamo.
  • Affinché sappiamo guardare con compassione i poveri e i bisognosi del nostro quartiere e troviamo il modo di aiutarli nel corpo e nello spirito. Preghiamo.
  • Affinché noi cristiani impariamo da Gesù a essere costruttori di pace e di unità nelle famiglie e nelle comunità. Preghiamo.
  • Affinché nella Chiesa sorgano tanti uomini e donne che sappiano testimoniare e insegnare il Vangelo ai ragazzi e ai giovani. Preghiamo.

Padre, ti ringraziamo perché hai mandato tuo figlio Gesù, buon pastore. Donaci il tuo Spirito perché comprendiamo il suo insegnamento e lo traduciamo in vita quotidiana. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobinHood – 21 LUGLIO – XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

21 LUGLIO

XVI DOMENICA DEL
TEMPO ORDINARIO

LA COMPASSIONE
DEL PASTORE

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

Testi e i commenti proposti per domenica 18 FEBBRAIO2024 – I DOMENICA DI QUARESIMA anno B (COLORE VIOLA) 

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

16 GIUGNO

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

DIO FA CRESCERE IL REGNO

RICHIESTA DI PERDONO

  • Padre, tu ci segui ogni giorno con amore, ma noi in tante circostanze non ci accorgiamo della tua presenza. Kyrie eleison.
  • Cristo, di fronte a certi avvenimenti restiamo disorientati, ma non ci rivolgiamo a te per essere illuminati. Christe eleison.
  • Spirito Santo, tu semini la salvezza nel cuore di ogni uomo, ma noi ci lasciamo spaventare dal male che fa rumore. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Padre, tu agisci in noi e nella storia dell’umanità. Noi rinnoviamo la nostra fiducia nel tuo amore e ti presentiamo la nostra preghiera. Diciamo insieme. Padre, ascoltaci.

  • Affinché sappiamo riconoscere la tua presenza non negli eventi miracolosi, ma nelle piccole circostanze della vita quotidiana. Preghiamo.
  • Affinché tu ci doni la capacità di attendere con pazienza e speranza lo sviluppo dei semi di salvezza che tu spargi nel mondo. Preghiamo.
  • Affinché tu conceda la forza e la perseveranza ai missionari e ai cristiani che subiscono la persecuzione. Preghiamo.
  • Affinché con gioia abitiamo nella casa che tu ci hai preparato nella tua Chiesa. Preghiamo.

O Padre, nella tua sapienza, hai creato l’uomo e l’hai reso partecipe del tuo progetto di salvezza. Donaci il tuo Spirito che ci aiuti a coltivare la speranza. Per Cristo nostro Signore.

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3. Commento alle Letture – VI DOMENICA DI PASQUA

5 MAGGIO

VI DOMENICA DI PASQUA

(Giornata mondiale di sensibilizzazione per il sostegno
economico alla Chiesa Cattolica)

«VI HO CHIAMATI AMICI»

COMMENTO

Mettiamoci di fronte a queste parole del vangelo con il cuore aperto, per accogliere la rivelazione del desiderio più profondo di Gesù nella relazione con i suoi discepoli e con noi.
Il Figlio eterno è venuto per fare di noi i figli di Dio come lui, la sua famiglia, ma non è un’opera che rimane fuori di lui, è una missione che introduce nella sua vita una novità: l’amicizia con noi.
Il centro di tutto il brano sono l’amore e l’amicizia nominati dodici volte.
Guardiamoli un po’ più da vicino.
Anzitutto Gesù dice che il suo amore per noi è modellato sull’amore del Padre per lui; quel “come” è di una ricchezza infinita e inesauribile; significa che se il Padre ama il Figlio, comunicando tutto se stesso a lui, così Gesù comunica tutto se stesso a noi. C’è un comandamento da osservare ed è interno all’amore: bisogna amare davvero, senza riserve e senza limiti. Questo rende le persone davvero simili: il Padre si specchia nel Figlio e nel Figlio riconosce se stesso come Padre; il Figlio si specchia nel Padre e guardando lui si riconosce come Figlio. Tutto questo avviene nello Spirito Santo. La stessa cosa succede tra Gesù e noi, se viviamo fino in fondo l’amore filiale, fraterno e di amicizia. La casa dell’amore è la Trinità e noi siamo invitati ad abitarla.
Quindi Gesù passa a mostrare l’amore reciproco più alto, quello che dura per tutta l’eternità, insieme all’amore paterno/materno e filiale/fraterno: l’amicizia. La misura di questo amore è dare la vita, ogni giorno, fino all’ultimo respiro, magari sulla croce.
L’amicizia con Gesù nasce per iniziativa sua e non può essere diversamente; difatti è lui che per primo ci comunica la sua vita e cioè tutto se stesso e tutto ciò che ha di più suo: l’amore e la conoscenza di suo Padre. Di fronte a questo “dono da Dio” la nostra risposta è libera: dipende da noi accettare e vivere questa amicizia divina.
Anche qui c’è un comando che non diminuisce la libertà e la reciprocità: per essere amici di Gesù bisogna somigliargli e quindi amare i fratelli, come lui li ama. Il suo, quindi, è un comandamento che non viene da fuori di noi, non ci schiaccia come un’imposizione dall’esterno, ma tende e vuole liberare tutta la ricchezza del nostro essere e le potenzialità di amore che il Padre ha depositato in noi, dandoci la vita di figli suoi.
Siamo stati creati a immagine del Figlio, quindi tutti siamo stati “costituiti”, cioè strutturati nel corpo e nello spirito, per portare il frutto dei figli: l’amore filiale e fraterno. Questo frutto non è passeggero, ma attraversa la morte e rimane in eterno. Chi vive questo amore, chiede al Padre tutto ciò che è amore e lo riceve nella misura in cui è capace di accoglierlo.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. La gioia vera, quella che niente e nessuno ci possono togliere, è frutto della conoscenza intima di Gesù e di ciò che ci ha rivelato su Dio e sull’uomo. Chi ha sete di Gesù, già nella ricerca appassionata, è pieno di gioia.
  2. L’amore vero, quello che abbiamo visto in Gesù, riempie la vita, ma rimane misterioso nell’origine, nelle motivazioni, nelle sue espressioni concrete e nei frutti che porta. Ma l’abbiamo ricevuto in dono ed è nelle nostre mani. Quando ci lasciamo guidare dall’amore, ci meravigliamo di noi stessi e tocchiamo il cielo con un dito, anche se siamo sulla croce.
  3. Arriva l’estate e sogniamo il mare. C’è un altro mare in cui possiamo immergerci ogni momento per vivere in pienezza: l’amore della Trinità che Gesù ci ha comunicato.
  4. C’è chi non crede all’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, perché non lo vede. Ci sono battezzati che non ne fanno esperienza. Solo l’amore fraterno lo rende visibile e palpabile. Se l’altro non vede e non tocca il nostro amore fraterno, ha diritto di dubitare del nostro amore per Dio.

PROPOSTA DI IMPEGNO 

Rivediamo il nostro modo di trattare i fratelli alla luce del comandamento di Gesù.

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2. introduzioni – V DOMENICA DI QUARESIMA

17 MARZO

V DOMENICA DI QUARESIMA

«…ATTIRERÒ TUTTI A ME»

Chi ha fede sa che Gesù è stato mandato dal Padre nel mondo per salvare tutti gli uomini e fare di loro la famiglia di Dio. Resta strano e suscita sgomento il fatto che Gesù sia rifiutato, proprio da coloro che vuole salvare, eppure è così. Giovanni evangelista offre una spiegazione: chi rifiuta Cristo, preferisce le tenebre alla luce, perché non vuole abbandonare le opere cattive. Il dono di Dio è universale e gratuito, ma non si impone, richiede di essere accolto liberamente.

PRIMA LETTURA

Concluderò un’alleanza nuova e non ricorderò più il peccato.
Israele non è stato capace di essere fedele all’alleanza stipulata al monte Sinai. I suoi numerosi tradimenti l’hanno condotto alla separazione da Dio, alla divisione, alla sconfitta e al primo esilio. La Legge scritta sulla pietra non è bastata. Il Signore promette una nuova alleanza, con una legge scritta nel cuore, che alimenti dall’interno il desiderio della fedeltà.

SALMO RESPONSORIALE   

Dal Salmo 50 (51)

Davide, presa coscienza del proprio peccato, invoca da Dio il perdono e il rinnovamento del cuore e della vita.

SECONDA LETTURA

Imparò l’obbedienza e divenne causa di salvezza eterna.

L’autore invita i cristiani a guardare a Gesù, non come un maestro che insegna teorie, ma come un fratello che ha attraversato la vita, affrontando le tentazioni e le difficoltà di tutti noi. Ha avuto paura e angoscia di fronte alla sofferenza e alla morte, si è affidato con totale abbandono all’amore del Padre, è rimasto fedele sulla croce e con la sua obbedienza ha ottenuto la salvezza di tutti i suoi fratelli.

VANGELO

Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto.
I Greci che desiderano vedere Gesù, passando per i discepoli, sono l’anticipo di tutti i pagani che conosceranno Gesù attraverso la Chiesa. Per Giovanni questo episodio, molto semplice, introduce la presentazione del volto autentico di Gesù: è il Messia che arriverà alla gloria, non con la potenza, ma con l’offerta della sua vita, che, come seme piantato, porterà il frutto della salvezza dell’umanità.

 

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2. introduzioni – VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

11 FEBBRAIO

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata mondiale del malato)

CERCARE CRISTO, PER ESSERE PURIFICATI

PRIMA LETTURA

Il lebbroso se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento.
In tutte le culture la lebbra era (ed è) ritenuta una malattia ripugnante e i lebbrosi erano esclusi dalla vita pubblica e sociale. Anche in Israele è così, anzi ancora di più perché la lebbra è considerata una punizione di Dio particolarmente severa per i peccati commessi. L’emarginazione sociale e religiosa rende la vita dei lebbrosi senza speranza.

SALMO RESPONSORIALE

Dal Salmo 31 (32)

Per il salmista la beatitudine consiste non nell’innocenza, ma nel riconoscere il proprio peccato e ottenere il perdono da Dio misericordioso.

SECONDA LETTURA

Diventate miei imitatori come io lo sono di Cristo.
Alcuni cristiani di Corinto giustamente ritenevano che, dato che gli idoli non esistono, era lecito mangiare la carne sacrificata nei loro templi e venduta al mercato. L’Apostolo condivide questa posizione, ma invita tutti a curare anzitutto la carità verso coloro che, per la fragilità della loro fede, rimarrebbero scandalizzati da chi mangia queste carni. E si offre come esempio.

VANGELO

La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
Solo Dio poteva guarire un lebbroso. Marco colloca all’inizio del vangelo un segno che indica la presenza di Dio in Gesù: è lui il Messia. La proibizione di divulgare il prodigio mira a evitare il sorgere di false attese, perché Gesù sarà un Messia diverso da quello che tutti si attendono. La disobbedienza del lebbroso purificato indica il compito dei discepoli che hanno sperimentato la salvezza: annunciare a tutti che Gesù è il salvatore.