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4. Letture – V DOMENICA DI QUARESIMA

26  MARZO

V DOMENICA DI QUARESIMA

«IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA»

PRIMA LETTURA
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete.
Il popolo è in esilio a Babilonia e ha la tentazione di perdere ogni speranza e di identificare l’esilio con la morte. Il profeta Ezechiele annuncia un’opera del Signore incredibile e insperata: la risurrezione del popolo e il ritorno a Gerusalemme.

Dal libro del profeta Ezechiele   Ez 37,12-14

Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE             Dal Salmo 129 (130)
Il riconoscimento delle proprie colpe spinge il cuore del salmista a credere e a sperare che la misericordia del Signore cancellerà le sue colpe. Lo stesso vale per tutto il popolo di Israele.

Il Signore è bontà e misericordia.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore. Io spero, Signore.

Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

SECONDA LETTURA
Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi.

Il peccato ha introdotto la morte nel mondo. Cristo è risorto dai morti e ha messo a disposizione di tutti il suo Spirito, capace di vincere la morte. Chiunque si allontana dal peccato e appartiene a Cristo ha la vita eterna e, grazie a lui, non sarà prigioniero della morte.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani            Rm 8,8-1

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO     Cf Gv 1 ,25a.26

Lode e onore a te, Signore Gesù!

Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore,
chi crede in me non morirà in eterno.

Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO*
Io sono la risurrezione e la vita.
Il ritorno alla vita di Lazzaro è il sesto e ultimo «segno» realizzato da Gesù, prima del segno supremo del dono della sua vita in croce e della sua risurrezione. «Io sono la risurrezione e la vita»: è la rivelazione di un aspetto centrale dell’identità del Verbo incarnato. La domanda di Gesù a Marta, «credi questo?», è rivolta a ogni cristiano e attende una risposta decisiva.

* TRA PARENTESI [ ]. LA FORMA BREVE.

Dal vangelo secondo Giovanni   Gv 1 ,1-45

[In quel tempo,] un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. [Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».] I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». [Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro.] Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. [Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».]
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». [Gesù] allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, [si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto.  Dissero allora i Giudei:
«Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni».
Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.]

Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – V DOMENICA DI QUARESIMA

26  MARZO

V DOMENICA DI QUARESIMA

«IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA»

PERDONO
• Signore, di fronte alla morte spesso abbiamo dubitato della forza del tuo amore. Kyrie eleison.
• Cristo, nelle difficoltà della vita abbiamo pensato che tu fossi assente. Abbi pietà di noi. Christe eleison.
• Signore, non abbiamo creduto che i nostri defunti vivono in te e pregano per noi. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Dio Padre ha esaudito sempre Gesù e ascolta tutti i suoi figli, quando chiedono il suo amore e la sua misericordia.
Con la fiducia dei figli diciamo insieme: Padre della vita, ascoltaci.

  • Perché ogni giorno possiamo gustare la bellezza della vita che ci hai donato. Preghiamo.
  • Perché non perdiamo mai la fiducia nella presenza amorevole di Gesù nella nostra vita. Preghiamo.
  • Perché in vita e in morte sappiamo affidare tutte le persone che amiamo al tuo amore di Padre. Preghiamo.
  • Perché nei momenti di crisi della nostra fede sappiamo aggrapparci alla parola e all’esempio di Gesù, nostro fratello. Preghiamo.

O Padre, tu non ci hai mai abbandonati. Donaci il tuo Santo Spirito, affinché nei momenti di difficoltà e di buio, sostenga la nostra fede nel tuo amore. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – V DOMENICA DI QUARESIMA

26  MARZO

V DOMENICA DI QUARESIMA

«IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA»

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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3. Commento alle Letture – V DOMENICA DI QUARESIMA

26  MARZO

V DOMENICA DI QUARESIMA

«IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA»

COMMENTO

Gesù, Signore mio,
secondo gli evangelisti hai pianto due volte: qui a Betania e davanti a Gerusalemme, prima della tua passione (Lc 19,41). Io mi chiedo: che cosa ti fa piangere? Tu non hai pianto neanche davanti alla tua passione, neanche davanti al terribile compito di prenderti il peccato di tutta l’umanità, hai sudato sangue, ma non versato lacrime. Molti dicono che hai pianto per la morte del tuo amico Lazzaro. Ma tu sapevi cosa stavi facendo e hai detto ai tuoi amici che eri addirittura contento di non essere stato presente mentre Lazzaro era malato: nella morte di Lazzaro dovevi rivelare la gloria del Padre e la tua, come Signore della vita. E allora: perché piangi? Provo a rispondere a me stesso perché non voglio essere io a farti piangere.
Alla samaritana avevi chiesto da bere, sulla croce hai gridato: «ho sete». Tu hai sete solo della nostra fede. Sei venuto per rivelare e offrire l’amore del Padre e tuo e tanti non capiscono e non credono. Gerusalemme non ti ha accolto e riconosciuto, Marta e Maria sono convinte che tu ormai non puoi far nulla contro il potere della morte. Le tue lacrime, allora, mi sembra siano provocate dalla mancanza di fede degli uomini, soprattutto di chi ti sta più vicino, dei tuoi amici.
E io mi chiedo: quante volte ti ho fatto piangere, quante volte ancora oggi piangi perché noi cristiani non ti capiamo, non ti accogliamo, non crediamo alla potenza del tuo amore che salva.
Perdonami e fa’ che le tue lacrime, scuotendo il mio torpore e bagnando i miei occhi, li lavino dalla cecità e li aprano alla luce che sei tu, perché io possa riconoscerti, in ogni momento e in ogni situazione, Figlio del Padre e Signore della vita, quella piena ed eterna che niente e nessuno possono togliermi, perché viene da te e mi fa diventare tuo, per sempre.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. La morte delle persone care è quasi sempre occasione di crisi per la nostra fede. Pensiamo che il Signore sia assente, che non si curi del nostro dolore, che potrebbe restituirci la persona amata, ma non lo fa. Ci chiediamo «perché?», e non troviamo risposta. È proprio in queste situazioni che il Signore ci chiede se crediamo in lui.
  2. Anche noi cristiani spesso, in pratica, consideriamo la morte «fisica» più importante e più seria della morte «spirituale». Quante persone a cui vogliamo bene sono «morte» nello spirito? Come posso collaborare con il Signore, perché lui li faccia risuscitare, restituendo loro la vita spirituale che hanno perso?

PROPOSTA DI IMPEGNO PER LA SETTIMANA

Preghiamo il Signore per la risurrezione spirituale di parenti e amici.

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2. introduzioni – V DOMENICA DI QUARESIMA

26  MARZO

IV DOMENICA DI QUARESIMA

«IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA»

Gesù davanti a Marta e Maria, che piangono per la morte del fratello Lazzaro, si rivela come «risurrezione e vita». Affronta la debolezza della fede delle sue amiche e manifesta la potenza del suo amore, riportando in vita Lazzaro. Questo segno dice qualcosa di decisivo a ogni persona. Di fronte alla morte che porta via i nostri cari, il Signore afferma la sua vittoria e la volontà del Padre di dare la vita che non muore a tutti i suoi figli.

PRIMA LETTURA
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete.
Il popolo è in esilio a Babilonia e ha la tentazione di perdere ogni speranza e di identificare l’esilio con la morte. Il profeta Ezechiele annuncia un’opera del Signore incredibile e insperata: la risurrezione del popolo e il ritorno a Gerusalemme.

SALMO RESPONSORIALE        Dal Salmo 129 (130)
Il riconoscimento delle proprie colpe spinge il cuore del salmista a credere e a sperare che la misericordia del Signore cancellerà le sue colpe. Lo stesso vale per tutto il popolo di Israele.

SECONDA LETTURA
Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi.

Il peccato ha introdotto la morte nel mondo. Cristo è risorto dai morti e ha messo a disposizione di tutti il suo Spirito, capace di vincere la morte. Chiunque si allontana dal peccato e appartiene a Cristo ha la vita eterna e, grazie a lui, non sarà prigioniero della morte.

VANGELO*
Io sono la risurrezione e la vita.
Il ritorno alla vita di Lazzaro è il sesto e ultimo «segno» realizzato da Gesù, prima del segno supremo del dono della sua vita in croce e della sua risurrezione. «Io sono la risurrezione e la vita»: è la rivelazione di un aspetto centrale dell’identità del Verbo incarnato. La domanda di Gesù a Marta, «credi questo?», è rivolta a ogni cristiano e attende una risposta decisiva.

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2. introduzioni – IV DOMENICA DI QUARESIMA

19  MARZO

IV DOMENICA DI QUARESIMA

CRISTO LUCE DEL MONDO E DI OGNI UOMO

I catecumeni sono chiamati «illuminandi», perché si preparano a ricevere nel battesimo la luce di Cristo, che li renderà luce del mondo. I battezzati sanno che credere in Gesù comporta l’adesione del cuore, l’impegno quotidiano e concreto di offrire la propria testimonianza e la perseveranza anche nella persecuzione.

PRIMA LETTURA
Davide è consacrato con l’unzione re d’Israele.

Dio pensa e agisce in modo diverso dagli uomini. Il profeta Samuele è un uomo e ragiona da uomo, crede che il nuovo re sia il più grande e il più forte, ma Dio gli dice che ha sbagliato. Lui sceglie Davide, il più piccolo, quindi il più debole, perché riceva la sua forza, per realizzare la missione di salvare il popolo di Israele. L’uomo si lascia convincere dalle apparenze, ma Dio guarda il cuore.

SALMO RESPONSORIALE             Dal Salmo 22 (23)
Il salmista ha fatto numerose esperienze dell’amore paterno del Signore, per questo egli non teme nulla e nessuno. Il Signore lo guida e lo sostiene in tutto il cammino, anche quando si fa difficile.

SECONDA LETTURA
Risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà.

Il contrasto luce-tenebre ha sempre rappresentato la lotta tra bene e male. Paolo, dopo aver ricordato ai cristiani che con il battesimo sono diventati luce, li esorta alla coerenza di vita e, in concreto, a stare lontani da tutte le opere del male e anche a denunciarle apertamente.

VANGELO
Andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

L’evangelista Giovanni presenta nell’esperienza del cieco fin dalla nascita, guarito da Gesù, la rivelazione di Cristo come luce del mondo, la risposta di fede e la testimonianza di un israelita «onesto» e capace di riconoscere l’opera di Dio e il suo Messia, l’opposizione cieca e testarda di chi pensa di possedere la verità e condanna e perseguita i credenti in Cristo.

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3. Commento alle Letture – IV DOMENICA DI QUARESIMA

19  MARZO

IV DOMENICA DI QUARESIMA

CRISTO LUCE DEL MONDO E DI OGNI UOMO

COMMENTO

Gesù si definisce «luce del mondo». E inizia a illuminarci su una questione angosciante: malattie e sventure sono una punizione di Dio per i nostri peccati? La sua risposta è no! La condizione umana è all’origine dei malanni di ogni genere di cui l’umanità fa esperienza. Dio si adopera instancabilmente per salvarci non dai malanni (qualche volta lo fa e sa lui perché), ma nei malanni (questo lo fa sempre perché ci ama). Nelle nostre difficoltà normalmente il Signore ci mette vicino dei fratelli che possano prendersi cura di noi, così qualunque situazione, per chi la vive, diventa occasione di crescita nell’amore ricevuto e donato. Nel caso del cieco nato, Dio ha mandato Gesù perché quest’uomo guarito diventi l’annuncio della nuova creazione che il Signore sta realizzando per tutta l’umanità.
Fango e saliva richiamano l’atto creatore di Dio, raccontato nella Genesi. L’ex-cieco che torna dalla piscina di Siloe (significa «inviato», il cieco ha davvero incontrato l’inviato del Padre) è l’uomo che ha ricevuto in dono la capacità di «vedere» la verità, anche se deve ancora fare un percorso faticoso e doloroso per giungere alla fede.
Mentre è costretto a raccontare più volte la sua straordinaria esperienza, egli si scontra con la curiosità perplessa della gente, con i sillogismi teologici dei farisei (schiavi delle loro sicurezze ideologiche e volontariamente ciechi di fronte alla realtà dell’opera di Dio), con la paura dei suoi genitori di essere «scomunicati», con l’opposizione farisaica che perde la bussola tra il rispetto del sabato e il dono della vista, con la scelta finale di fidarsi dei farisei ciechi o credere a Gesù che lo ha guarito.
Il suo cammino è lineare: ha fatto l’esperienza di vedere per la prima volta grazie all’uomo chiamato Gesù, anche se di lui non sa nulla, poi, rifiutando di considerarlo peccatore, lo riconosce come profeta e si considera suo discepolo, diventa testimone della verità, affrontando la persecuzione e la scomunica, infine arriva alla fede vera, riconoscendo in Gesù il Figlio di Dio e inginocchiandosi davanti a lui.
In stridente contrasto è il percorso di chiusura dei Giudei che, sicuri di vederci bene, chiudono gli occhi del cuore e della mente di fronte all’opera di Dio. Credendo essi di essere fedeli a Mosè, in realtà lo rinnegano, perché egli aveva riconosciuto la presenza di Dio che liberava il suo popolo dal Faraone, loro invece non riconoscono in Gesù l’inviato del Padre per illuminare l’umanità nella vera conoscenza di Dio e per liberarla dalla schiavitù del peccato.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Gli apostoli sono prigionieri dei pregiudizi umani riguardo all’opera di Dio. Gesù li illumina. Anche noi abbiamo delle domande su di lui, sul suo insegnamento, sul senso degli avvenimenti e dell’intera nostra vita. Basterebbe avere il coraggio di chiedere e dedicare un po’ di tempo ad ascoltare la risposta di chi ci può aiutare, per vedere bene e riconoscere la verità che ci libera.
  2. Gesù prende l’iniziativa, il cieco obbedisce e acquista la vista. Anche con noi il Signore prende iniziative, attraverso persone o avvenimenti, per la nostra guarigione dalle malattie dello spirito e ci ordina di vivere il vangelo. Ma quante volte, per pigrizia o presunzione, abbiamo preferito restare ciechi! Quando invece obbediamo, sperimentiamo sempre la luce e spesso la guarigione.
  3. I farisei si rifiutano di prendere atto di un’opera di Dio e tormentano il cieco guarito, i suoi genitori e tutti coloro che li contraddicono. Preghiamo perché nella Chiesa non si trovi chi, per difendere il proprio ruolo o potere, dimentichi il vangelo e tratti male coloro che cercano la verità e la misericordia di Dio.
  4. La situazione di bisogno e di dipendenza dagli altri in tutto ha reso il cieco umile, attento e riconoscente verso chi gli prestava cura e assistenza. Chi non ha bisogno degli altri, spesso è incapace di rapporti veri con gli altri e con Dio. Verifichiamo se abbiamo valorizzato le situazioni di difficoltà e di sofferenza per crescere nell’umiltà, nell’apertura e nella riconoscenza verso Dio e i fratelli.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Se abbiamo delle domande importanti sulla fede e sulla vita, cerchiamo una persona «spirituale» a cui chiedere una risposta.

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4. Letture – IV DOMENICA DI QUARESIMA

19  MARZO

IV DOMENICA DI QUARESIMA

CRISTO LUCE DEL MONDO E DI OGNI UOMO

PRIMA LETTURA
Davide è consacrato con l’unzione re d’Israele.

Dio pensa e agisce in modo diverso dagli uomini. Il profeta Samuele è un uomo e ragiona da uomo, crede che il nuovo re sia il più grande e il più forte, ma Dio gli dice che ha sbagliato. Lui sceglie Davide, il più piccolo, quindi il più debole, perché riceva la sua forza, per realizzare la missione di salvare il popolo di Israele. L’uomo si lascia convincere dalle apparenze, ma Dio guarda il cuore.

Dal primo libro di Samuele                                  1 Sam 16,1b.4.6-7.10-13

In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato.
Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore».
Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto.
Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.

Parola di Dio.

 SALMO RESPONSORIALE             Dal Salmo 22 (23)
Il salmista ha fatto numerose esperienze dell’amore paterno del Signore, per questo egli non teme nulla e nessuno. Il Signore lo guida e lo sostiene in tutto il cammino, anche quando si fa difficile.

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male,
perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

SECONDA LETTURA
Risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà.

Il contrasto luce-tenebre ha sempre rappresentato la lotta tra bene e male. Paolo, dopo aver ricordato ai cristiani che con il battesimo sono diventati luce, li esorta alla coerenza di vita e, in concreto, a stare lontani da tutte le opere del male e anche a denunciarle apertamente.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini                  Ef 5,8-14

Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto in segreto da [coloro che disobbediscono a Dio] è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto: «Svégliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà».

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO                                 Cf Gv 8,12

Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.

Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

VANGELO
TRA PARENTESI [ ] LA FORMA BREVE.
Andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
L’evangelista Giovanni presenta nell’esperienza del cieco fin dalla nascita, guarito da Gesù, la rivelazione di Cristo come luce del mondo, la risposta di fede e la testimonianza di un israelita «onesto» e capace di riconoscere l’opera di Dio e il suo Messia, l’opposizione cieca e testarda di chi pensa di possedere la verità e condanna e perseguita i credenti in Cristo.

Dal vangelo secondo Giovanni            Gv 9,1-41

[In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita] e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?».
Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».
Detto questo, [sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa «Inviato». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».] Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so». [Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».] Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?».
Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia».
Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». [Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.] Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

Parola del Signore.