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3. Commento alle Letture – 15 SETTEMBRE – XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

15 SETTEMBRE

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PENSARE SECONDO DIO

COMMENTO

La domanda di Gesù all’inizio sembra mossa da curiosità, poi diventa impegnativa sul piano personale. Solo dopo scopriamo che è stato un modo mirato e voluto per cominciare a dirozzare l’idea di Messia che hanno gli apostoli, e non solo loro. La risposta di Pietro, che in Marco rappresenta tutti gli apostoli, si rivela esatta nella formulazione ma ambigua quanto al significato.
Il vangelo di Marco si è aperto con la dichiarazione che Gesù è Messia e Figlio di Dio. Ora, esattamente a metà del vangelo, l’evangelista ci dice che gli apostoli hanno capito solo in piccola parte chi è Gesù; e solo alla fine il centurione, un pagano, riconoscerà in lui il figlio di Dio, per come è morto sulla croce.
Gesù accoglie la risposta di Pietro e se ne serve per iniziare a spiegare che sì, è il Messia, ma diversamente da come pensano loro; vincerà non contro i romani, ma contro l’avversario di Dio e dell’uomo, non con le armi e la forza, ma dando la propria vita e risorgendo.
Quanto poco abbia capito Pietro lo si vede subito. Preso dal suo affetto e dalla preoccupazione non solo per Gesù, ma anche per la sua visione della carriera del Messia, lo chiama in disparte e si mette a rimproverarlo, pretendendo di conoscere, lui, il vero progetto di Dio.
Gesù, invece, si rivolge a tutti (evidentemente la pensavano come Pietro) e, con estrema fermezza, ricorda qual è il posto del discepolo: dietro il maestro. È il maestro a tracciare la strada, non il discepolo, e se si mette davanti diventa non solo inciampo, ma addirittura Satana, cioè tentatore e inciampo, perché vuol portare il Signore su strade diverse da quella progettata da Dio per la salvezza dell’umanità.
A questo punto Marco raccoglie alcune espressioni di Gesù, che tracciano le scelte fondamentali e lo stile di vita del discepolo.
Subito Gesù attacca l’idea di fondo che si oppone al progetto di vita che lui vive e propone: l’autorealizzazione e la felicità cercata per se stessi, secondo i modelli satanici. Il discorso è tagliente e senza scappatoie: chi vive per se stesso, chi si mette al centro di tutto e sopra gli altri e crede di realizzare la propria vita e salvarla, in realtà la perde, fallendo la propria vocazione umana di figlio di Dio in relazione fraterna con gli altri. Chi invece si decentra (come dovrebbero fare tutti gli adulti nella fede) e mette la propria vita a servizio degli altri (ama cioè secondo il modello di Gesù, disposto a sacrificare se stesso: questa è la croce) attraverserà la sofferenza e avrà la vita eterna, non solo nell’aldilà, ma già in questo mondo, perché la vita eterna è fatta di amore per i fratelli e per Dio, da ora e per sempre.
La Chiesa non può essere diversa dal suo maestro. La missione messianica è passata a lei. La lotta contro l’avversario è già segnata dalla vittoria di Cristo, ma nella storia sta continuando. La bella notizia che la Chiesa annuncia non cammina e non diventa credibile per le sue opere di beneficenza, ma solo perché segue il Signore sul cammino della croce fino a consumare se stessa per amore.
I rimproveri a Gesù non sono finiti. Pietro, suo malgrado, ha fatto scuola. Sono molti i cristiani che, a tutti i livelli, si scandalizzano del modo di Gesù di essere Messia. Credono fino a che tutto va secondo i loro piani, magari si impegnano anche a “fare del bene”, ma quando si avvicina la croce, allora pretendono di dire al Signore quello che deve fare per loro, e se non basta cercano altre strade per curare i propri interessi in questo mondo.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Noi non siamo sordi rispetto alla parola di Dio, anzi l’ascoltiamo spesso. Ci tocca allora interrogarci se i nostri orecchi sono sempre collegati con la mente e il cuore.
  2. Bocca chiusa. La timidezza dei cristiani nel “dire” la propria fede e il proprio amore, anche di fronte a chi non crede e non ama i fratelli, forse a volte ha contagiato anche noi.
  3. Bocca sempre aperta, per parlare a vanvera, di cose futili e per giudicare tutto e tutti. Chiediamo al Signore che metta un freno alla nostra lingua e che la usiamo, come san Domenico, soprattutto per «parlare con Lui o di Lui».
  4. La bella notizia per noi: dal Battesimo in poi, il Signore ci ha fatto tutti i doni di cui abbiamo bisogno per ascoltarlo, comprenderlo, seguirlo e testimoniarlo. Ricominciamo da oggi.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Affrontiamo un sacrificio per fare del bene a una persona vicina che ne abbia bisogno

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2. introduzioni – 15 SETTEMBRE XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

15 SETTEMBRE

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PENSARE SECONDO DIO

Fin dall’inizio della sua predicazione Gesù ha invitato a cambiare mentalità, modo di pensare e, quindi, di agire. Man mano che la sua rivelazione si fa più ampia e profonda, emerge fortemente la difficoltà degli apostoli, e anche nostra, a pensare non più secondo la cultura di questo mondo, ma secondo il modo di pensare di Dio. Non dovrebbe essere difficile per chi si lascia istruire da Gesù.

PRIMA LETTURA

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori.
È il terzo carme del Servo del Signore. Il profeta Isaia lo presenta perseguitato, ma forte sotto le sofferenze e gli insulti. Egli pone la sua fiducia in Dio e afferma la propria innocenza. I cristiani riconosceranno in questi versetti Gesù, il Messia sofferente e vincitore.

SALMO RESPONSORIALE                

Salmo 14 (16)

Il salmista è passato attraverso molte sofferenze, ma il Signore è corso in suo aiuto. Per questo egli dichiara il suo amore e la sua fedeltà al Signore, che lo ha liberato dalla morte.

SECONDA LETTURA

La fede se non è seguita dalle opere in se stessa è morta.
L’apostolo Giacomo interviene con forza per spiegare il rapporto tra fede e opere. Per i cristiani, non si tratta più di osservanze rituali e formalistiche, ma di carità concreta. Una fede autentica produce opere di carità, altrimenti è una fede sterile, che non porta alla salvezza, è come morta.

VANGELO

Tu sei il Cristo… Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire.
Siamo a metà del Vangelo di Marco e qui prende corpo una prima risposta alla domanda: chi è costui? La risposta di Pietro, giusta, si presta ad essere equivocata. Gesù coglie il momento per iniziare a far comprendere in che senso egli è il Messia e quali sono le sue richieste a chi vuole seguirlo.

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4. Letture – 15 SETTEMBRE – XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

15 SETTEMBRE

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PENSARE SECONDO DIO

PRIMA LETTURA

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori.
È il terzo carme del Servo del Signore. Il profeta Isaia lo presenta perseguitato, ma forte sotto le sofferenze e gli insulti. Egli pone la sua fiducia in Dio e afferma la propria innocenza. I cristiani riconosceranno in questi versetti Gesù, il Messia sofferente e vincitore.

Dal libro del profeta Isaia            Is 50,5-9a

Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro
che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.
È vicino chi mi rende giustizia:
chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me.
Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                

Salmo 14 (16)

Il salmista è passato attraverso molte sofferenze, ma il Signore è corso in suo aiuto. Per questo egli dichiara il suo amore e la sua fedeltà al Signore, che lo ha liberato dalla morte.

Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.

Amo il Signore, perché ascolta
il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l’orecchio
nel giorno in cui lo invocavo.

Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi,
ero preso da tristezza e angoscia.

Allora ho invocato il nome del Signore:
«Ti prego, liberami, Signore».
Pietoso e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.

Il Signore protegge i piccoli:
ero misero ed egli mi ha salvato.
Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei occhi dalle lacrime,
i miei piedi dalla caduta.

Io camminerò alla presenza del Signore
nella terra dei viventi.

SECONDA LETTURA

La fede se non è seguita dalle opere in se stessa è morta.
L’apostolo Giacomo interviene con forza per spiegare il rapporto tra fede e opere. Per i cristiani, non si tratta più di osservanze rituali e formalistiche, ma di carità concreta. Una fede autentica produce opere di carità, altrimenti è una fede sterile, che non porta alla salvezza, è come morta.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo     Gc 2,14-18

A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha opere? Quella fede può forse salvarlo?
Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro:
«Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta.
Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede».

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

Gal 6,14

Alleluia, alleluia.

Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore,
per mezzo della quale il mondo
per me è stato crocifisso, come io per il mondo

Alleluia.

VANGELO

Tu sei il Cristo… Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire.
Siamo a metà del Vangelo di Marco e qui prende corpo una prima risposta alla domanda: chi è costui? La risposta di Pietro, giusta, si presta ad essere equivocata. Gesù coglie il momento per iniziare a far comprendere in che senso egli è il Messia e quali sono le sue richieste a chi vuole seguirlo.

Dal vangelo secondo Marco            Mc 8,27-35

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

Parola del Signore

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

15 SETTEMBRE

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PENSARE SECONDO DIO

RICHIESTA DI PERDONO

  • Padre, ci hai rivelato il tuo modo di pensare sulla vita, ma noi spesso ci lasciamo condizionare dalla mentalità di questo mondo. Kyrie eleison.
  • Cristo, ti sei preparato ad affrontare la croce, ma noi non accettiamo le piccole sofferenze quotidiane. Christe eleison.
  • Spirito Santo, ci doni la forza per donare la nostra vita, ma noi a volte la conserviamo per noi stessi. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Il Signore Gesù ha affrontato la sofferenza e la morte per salvarci. Presentiamogli la nostra preghiera con la fiducia che egli ci ascolta e ci aiuta nella nostra missione cristiana. Diciamo insieme: Signore Gesù, ascoltaci.

  • Per il papa, i vescovi, i presbiteri e i diaconi: aiutino i cristiani ad accettare le sofferenze quotidiane per essere tuoi collaboratori nella salvezza del mondo. Preghiamo.
  • Per tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito: nella preghiera sperimentino il tuo aiuto e ricevano il sostegno fraterno degli amici. Preghiamo.
  • Per chi non ti conosce: dal comportamento dei cristiani possano scoprire che tu sei davvero il salvatore del mondo e di ogni uomo. Preghiamo.
  • Per la nostra comunità: perché tutti sappiamo seguire te nei momenti lieti e nei momenti difficili, senza scoraggiarci. Preghiamo.

Signore Gesù, tu hai affrontato ogni sofferenza per noi. Ti preghiamo, aiutaci nei momenti in cui ci sentiamo oppressi e scoraggiati e rafforza la nostra fede in te e la speranza della vita eterna. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

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6. Vignetta di RobiHood – 15 SETTEMBRE- XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

15 SETTEMBRE

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PENSARE SECONDO DIO

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

Testi e i commenti proposti per la domenica 

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3. Commento alle Letture – 8 SETTEMBRE XXIII – DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

8 SETTEMBRE

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«HA FATTO BENE OGNI COSA»

COMMENTO

Marco racconta questo miracolo in maniera molto strana, tanto che Matteo e Luca (che spesso copiano Marco) non lo riportano. Ci vuole un po’ di attenzione in più per capire cosa abbia voluto dire l’evangelista ai suoi lettori.
Anzitutto prendiamo atto che Gesù si trova in terra pagana e la descrizione geografica, non molto chiara, vuole solo dire che Gesù abbraccia tutta la regione e, dunque, che anche i pagani hanno diritto alla sua predicazione e alla salvezza.
La cultura medico-religiosa pagana possedeva diversi racconti su vari guaritori e sui gesti loro tipici. Qui Marco attribuisce a Gesù alcuni gesti che lo avvicinano ai guaritori pagani, ma nello stesso tempo afferma con forza la sua superiorità su di loro.
I gesti somiglianti: toccare la parte malata, usare la saliva (nell’antichità si pensava che la saliva avesse un potere curativo e sintetizzasse il respiro del guaritore, che veniva trasmesso all’infermo), mettere le dita negli orecchi (il dito dice la potenza di Dio che passa all’uomo e lo guarisce), emettere sospiri, usare parole che i presenti non capiscono.
La superiorità: portare il malato in disparte (non agisce per farsi vedere), pregare, dare un ordine perentorio, ottenere una guarigione immediata e completa.
I pagani, che già conoscevano la fama di Gesù (infatti lo cercano e gli portano il sordomuto), restano molto ammirati e sentono il bisogno di «proclamare» la grandezza del Signore, cosa che per Marco equivale a una diffusione della bella notizia. Anzi, mettendo in bocca a loro l’espressione «ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!», ottiene due risultati: annuncia, da una parte, la realizzazione delle promesse fatte dal Signore attraverso il profeta Isaia e, dall’altra, segna l’inizio della nuova creazione, dato che Gesù, come Dio, fa bene ogni cosa (nel primo capitolo della Genesi sei volte si dice che Dio vede che la creazione è fatta bene).
I gesti e le parole di questo miracolo fanno parte del rito del Battesimo. La valenza comunitaria è molto forte: il catecumeno viene accompagnato da alcuni, anche se può camminare da solo (sono i catechisti e i padrini), il Battesimo lo rende capace di ascoltare la Parola e di diffonderla con voce chiara nel mondo; la lode è anche una professione di fede e di gioia nel Signore che salva, elevata dalla comunità cristiana, che si arricchisce di nuovi membri.
Molti pastori di oggi hanno perso la speranza che il Vangelo possa attecchire in alcune persone e in alcuni ambienti. Parecchi pensano, per esempio, che i giovani non vogliano saperne di Vangelo e quindi non prendono iniziative nei loro confronti. Gesù si muove e va incontro ai pagani, non ha paura di adattarsi alla loro cultura, guarisce una persona che non può ascoltare la Parola e non può proclamarla e testimoniarla. Il risultato è che i pagani, che lo hanno ascoltato e visto in azione, «proclamano» la bella notizia.
La cultura capitalistica ha reso molti uomini e donne sordi, muti e ciechi nei confronti della parola di salvezza di Gesù. La Chiesa ha il compito di gridare Effatà non solo sui bambini che battezza, ma su tutti gli adulti che, battezzati, si sono allontanati. Per fare questo, in modo tale che il Vangelo sprigioni la sua forza di salvezza, deve avvicinarsi tanto, fino a poter toccare con le mani la vita e i bisogni di ogni persona.
Per concludere, solo un accenno al segreto messianico. Il comando di non divulgare il miracolo è disatteso. Gesù vuole evitare equivoci sulla sua messianicità, ma è un tentativo che non ottiene obbedienza, così, a poco a poco, la delusione di alcuni, per la debolezza di questo Messia, e la rabbia dei capi lo condurranno sulla croce, che sarà la rivelazione inequivocabile del modo inatteso, ma tutto suo, di essere Messia e Figlio di Dio.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Noi non siamo sordi rispetto alla parola di Dio, anzi l’ascoltiamo spesso. Ci tocca allora interrogarci se i nostri orecchi sono sempre collegati con la mente e il cuore.
  2. Bocca chiusa. La timidezza dei cristiani nel “dire” la propria fede e il proprio amore, anche di fronte a chi non crede e non ama i fratelli, forse a volte ha contagiato anche noi.
  3. Bocca sempre aperta, per parlare a vanvera, di cose futili e per giudicare tutto e tutti. Chiediamo al Signore che metta un freno alla nostra lingua e che la usiamo, come san Domenico, soprattutto per «parlare con Lui o di Lui».
  4. La bella notizia per noi: dal Battesimo in poi, il Signore ci ha fatto tutti i doni di cui abbiamo bisogno per ascoltarlo, comprenderlo, seguirlo e testimoniarlo. Ricominciamo da oggi.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Se ci accorgiamo che un parente, un collega o un conoscente ha bisogno di sentire una parola di Gesù, proviamo a dirgliela.

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2. introduzioni – 8 SETTEMBRE XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

8 SETTEMBRE

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«HA FATTO BENE OGNI COSA»

Il vangelo di oggi riporta un miracolo di Gesù, i cui gesti vediamo ripetere nel rito del battesimo. Rappresenta il dono della capacità di ascoltare la parola e di proclamarla con la voce. Ci vengono ricordati due doni che fanno parte integrante della vita cristiana. Davvero il Signore Gesù ha fatto bene ogni cosa, per renderci figli di Dio come lui.

PRIMA LETTURA

Si schiuderanno gli orecchi dei sordi, griderà di gioia la lingua del muto.
Il popolo sta soffrendo e il profeta porta l’annuncio della salvezza, utilizzando immagini di guarigione di coloro che non possono vedere, ascoltare, parlare e correre. Quando Gesù opererà queste guarigioni, si presenterà come il Messia salvatore del popolo.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 145 (146)

Il salmista fa la sua professione di fede in Dio, che salva i poveri e i perseguitati e interviene contro i malfattori.

SECONDA LETTURA

Dio non ha forse scelto i poveri per farli eredi del Regno?
Nel mondo ci sono discriminazioni e favoritismi a vantaggio dei potenti e dei ricchi. Se la comunità cristiana vuole essere tale, deve sovvertire il criterio. L’apostolo Giacomo invita a considerare il comportamento del Signore nella fondazione del Regno: egli ha scelto i poveri. La stessa cosa deve fare la Chiesa, e in essa ogni comunità particolare.

VANGELO

Fa udire i sordi e fa parlare i muti.
Questo miracolo, compiuto in terra pagana, per l’evangelista segna la realizzazione della profezia di Isaia non solo per il popolo d’Israele, ma per tutti i popoli. Gesù apre gli orecchi e scioglie la lingua dei pagani, perché tutti possano ascoltare la sua parola e diffonderla nel mondo.

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4. Letture – 8 SETTEMBRE – XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

8 SETTEMBRE

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«HA FATTO BENE OGNI COSA»

PRIMA LETTURA

Si schiuderanno gli orecchi dei sordi, griderà di gioia la lingua del muto.
Il popolo sta soffrendo e il profeta porta l’annuncio della salvezza, utilizzando immagini di guarigione di coloro che non possono vedere, ascoltare, parlare e correre. Quando Gesù opererà queste guarigioni, si presenterà come il Messia salvatore del popolo.

Dal libro del profeta Isaìa               Is 35,4-7
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto,
perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
La terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso sorgenti d’acqua.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 145 (146)

Il salmista fa la sua professione di fede in Dio, che salva i poveri e i perseguitati e interviene contro i malfattori.

Loda il Signore, anima mia.

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

SECONDA LETTURA

Dio non ha forse scelto i poveri per farli eredi del Regno?
Nel mondo ci sono discriminazioni e favoritismi a vantaggio dei potenti e dei ricchi. Se la comunità cristiana vuole essere tale, deve sovvertire il criterio. L’apostolo Giacomo invita a considerare il comportamento del Signore nella fondazione del Regno: egli ha scelto i poveri. La stessa cosa deve fare la Chiesa, e in essa ogni comunità particolare.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo                Gc 2,1-5

Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali.
Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi?
Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

Cf Mt 4,23

Alleluia, alleluia.

Gesù annunciava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di infermità nel popolo.

Alleluia.

VANGELO

Fa udire i sordi e fa parlare i muti.
Questo miracolo, compiuto in terra pagana, per l’evangelista segna la realizzazione della profezia di Isaia non solo per il popolo d’Israele, ma per tutti i popoli. Gesù apre gli orecchi e scioglie la lingua dei pagani, perché tutti possano ascoltare la sua parola e diffonderla nel mondo.

Dal vangelo secondo Marco    Mc 7,31-37

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Parola del Signore