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4. Letture – 4ª DOMENICA AVVENTO

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3ª DOMENICA DI AVVENTO
IL TEMPO DELL’ACCOGLIENZA

PRIMA LETTURA
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio.
Acaz, re di Giuda, rifiuta di seguire il consiglio di Isaia di rivolgersi al Signore e preferisce confidare nell’appoggio militare dell’Assiria. Ciò di cui non si rende conto è che così facendo sta voltando le spalle all’unica potenza che ami davvero Israele, perdendo la sua libertà e quella del suo popolo.

Dal libro del profeta Isaia                       Is 7,10-14
In quei giorni, il Signore parlò ad Àcaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto».
Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».
Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele». Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE           Dal Salmo 23 (24)
I requisiti che il fedele deve possedere per poter salire al tempio di Gerusalemme sono gli stessi che permettono di stare alla presenza di Dio.
Rit. Ecco, viene il Signore, re della gloria.
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari e sui fiumi l’ha stabilito.
Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli.
Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

SECONDA LETTURA
Gesù Cristo, dal seme di Davide, Figlio di Dio.
Pochi esempi di collaborazione e fiducia in Dio sono grandi come quello dell’apostolo Paolo. Egli rimarrà sempre fedele al suo ministero e alla missione affidatagli da Dio di annunciare il Vangelo. In questo brano Paolo si presenta alla comunità dei cristiani di Roma e riassume il suo mandato.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani         Rm 1,1-7
Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo! Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO                      Mt 1,23
Alleluia, alleluia.
Ecco la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele: «Dio con noi».
Alleluia.

VANGELO
Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, della stirpe di Davide.
In una situazione non facile, Giuseppe non comprende ciò che sta accadendo. Tuttavia egli rimane fedele alla legge d’amore, cercando il modo di non fare del male a Maria. È su questa fedeltà che Dio fa leva per allargare le vedute di Giuseppe e per renderlo capace di agire con coraggio e intelligenza anche di fronte al crollo delle sue certezze.

Dal vangelo secondo Matteo                    Mt 1,18-24
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – 4ª DOMENICA DI AVVENTO.

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3ª DOMENICA DI AVVENTO
IL TEMPO DELL’ACCOGLIENZA

PERDONO
• Signore, non abbiamo il coraggio di chiederti aiuto e, quando tu ce lo invii lo stesso, non sappiamo accettarlo. Kyrie eleison.
• Cristo, confondiamo la fedeltà con l’intransigenza e non riusciamo a collaborare al tuo progetto di salvezza. Christe eleison.
• Signore, non siamo capaci di aver fiducia nelle tue promesse e ci affidiamo all’ingannevole testimonianza dell’esperienza e dei sensi. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Spesso seguire Dio nel suo progetto vuol dire avere il coraggio di accettare di perdere i nostri sogni.

Preghiamo insieme e diciamo: Signore, aiutaci ad avere fiducia in te.

• Perché i potenti della terra comprendano che l’unico modo di costruire una società giusta è guardare all’altro come a un fratello. Preghiamo.
• Perché al di là dello scherno di un mondo disincantato, il nostro cuore abbia il coraggio di rimanere semplice. Preghiamo.
• Perché sappiamo raccogliere con intelligenza e creatività l’invito di Dio a essere testimoni della sua Parola. Preghiamo.
• Perché, come Giuseppe, sappiamo rinunciare alle tentazioni dell’onore, della prepotenza e del possesso per proteggere veramente coloro che amiamo. Preghiamo.

O Padre, non hai mai abbandonato l’umanità al suo lungo travaglio su questa terra. Rendici capaci di imitarti e di essere punti di riferimento per i piccoli e i deboli. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

 

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6. Vignetta di RobiHood – 4ª DOMENICA DI AVVENTO

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4ª DOMENICA DI AVVENTO
IL TEMPO DELL'ACCOGLIENZA

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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2. introduzioni – 3ª DOMENICA DI AVVENTO

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3ª DOMENICA DI AVVENTO
IL TEMPO DELLA REDENZIONE

La liturgia di oggi mira a fare i conti, dato l’avvicinarsi della venuta del Messia, con la lunga attesa del popolo d’Israele per quest’evento e con la tradizione ad essa legata. Gesù è colui di cui parla Isaia, colui al quale Giovanni Battista aveva preparato la strada. Egli è però anche qualcos’altro, qualcosa di più importante e che risponde a un’attesa ancora più profonda.
Tutto ciò ha un significato più generale: la nostra storia non è solo cambiata dalla venuta di Cristo nel mondo, essa è redenta; non abbiamo solo la speranza che potenti giusti si susseguano a potenti ingiusti, scalzandoli con la violenza dai troni, abbiamo la certezza che Dio ama gli ultimi e ha mandato suo Figlio per condividere la loro sofferenza.

PRIMA LETTURA
Ecco il vostro Dio, egli viene a salvarvi.
Il dono della profezia permette a Isaia di andare al di là delle attese del resto del suo popolo. Nelle sue parole sono infatti contenuti alcuni dei segni distintivi che permetteranno di riconoscere non la venuta del capo militare che aspettava Israele, ma l’avvento nel mondo del Figlio di Dio.

SALMO RESPONSORIALE          Dal Salmo 145 (146)
Il Signore è degno di lode perché protegge gli ultimi, non lasciando che un solo istante di fedeltà nella sofferenza vada sprecato.

SECONDA LETTURA
Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Giacomo invita i fratelli a essere pazienti nella speranza e nelle opere buone. Egli paragona la condizione del cristiano a quella del popolo d’Israele: come gli Ebrei hanno atteso con fedeltà il Messia continuando a osservare la legge di Mosè, così noi dobbiamo lavorare pazienti per il Regno dei cieli, rimanendo fedeli gli uni agli altri, sull’esempio di Cristo.

VANGELO
Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?
La risposta di Gesù alla domanda di Giovanni Battista è ambigua: da una parte, citando Isaia, si identifica come colui che il popolo d’Israele ha atteso; dall’altra mette in evidenza i limiti di quell’attesa. Gesù è colui che Giovanni aspettava ma è anche molto di più. Egli non è né un leader politico né un leader morale, è la porta del Regno dei cieli.

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3. Commento alle Letture – 3ª DOMENICA DI AVVENTO

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3ª DOMENICA DI AVVENTO
IL TEMPO DELLA REDENZIONE

Alcuni la chiamano «crisi dei quarant’anni». È la fase della vita nella quale ci s’interroga sul valore di ciò che si è fatto; sui risultati conseguiti; sull’effettiva importanza di ciò in cui si è esistenzialmente investito. Il dubbio è un’avventura rischiosa, potrebbe non trovare risposta. Il dubbio della crisi è una domanda aperta e comporta sempre l’interrogativo destabilizzante: se avessi sbagliato? Questo può rischiare di gettare nell’angoscia.

Purificare le attese
Ciò di cui è protagonista Giovanni Battista sembra proprio essere una crisi dei quarant’anni. Per questo è un modello dell’Avvento. Se l’Avvento è il tempo dell’attesa e della speranza, il rischio che tutti i credenti corrono è di costruirsi un Atteso a propria misura: per questo in Avvento bisogna seguire Giovanni anche nella crisi, nella purificazione delle attese, per giungere, con lui, a contemplare nella realtà il realizzarsi della promessa.

I modelli dell’Avvento: Giovanni Battista
Giovanni Battista è prigioniero a causa della sua predicazione profetica. Dal carcere, «avendo sentito parlare delle opere del Cristo» (Mt 11,2) manda a Gesù dei discepoli per chiedergli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?» (Mt 11,3). Per uno che aveva investito tutta la propria esistenza sulla persona di Gesù, nell’attenderlo e nell’annunciarlo, e che ora è prigioniero, di fronte al quale si prefigura la morte, è un dubbio radicale e pericoloso. Se Gesù gli avesse risposto no? In tal caso Giovanni avrebbe ben gettato alle ortiche l’intera sua esistenza.
La risposta di Gesù non è di quelle che danno soddisfazione. Al posto di un semplice sì o no, lo invita a guardare i segni, e sono segni in codice (cf Mt 11,5). Annunciano una speranza. Sono effettivamente le opere del Messia. Ma fra esse ne manca una: la liberazione dei prigionieri, l’unica che personalmente avrebbe fatto piacere a Giovanni.
Gesù, infatti, conclude il suo discorso dicendo: «e beato colui che non trova in me motivo di scandalo» (Mt 11,6). La fede è una cosa seria, che non può basarsi solo sui nostri gusti e sulle nostre gratificazioni. A Giovanni è chiesta una fede eroica perché deve credere senza vedersi gratificato dall’unico segno che gli sarebbe piaciuto. Anche Giovanni deve purificare l’attesa.

Il compito dell’assunzione del principio di realtà
Il tempo di Avvento, tempo di attesa e di speranza, si propone anche come un tempo di austera pedagogia. Si deve passare per la crisi della speranza, perché a essa possono mescolarsi delle illusioni che debbono essere purificate. La speranza poggia solo sulla fedeltà di Dio alla sua promessa. Le illusioni pescano nel torbido dei nostri deliri di onnipotenza, o di vendetta, o di rivincita, o del nostro desiderio di evasione: l’illusione di un mondo migliore senza lotta, di un altro me stesso senza conversione.
La fede nel Dio della promessa anima la speranza, ma non legittima la fuga dalla realtà. Anzi, una fede che voglia essere adulta deve accogliere il principio di realtà. Questo perché il principio di realtà è conseguenza della logica dell’incarnazione, per la quale Dio ha scelto la realtà della situazione umana per poterla redimere e salvare. Ed anche perché è solo nella realtà che il credente può contemplare i segni della presenza di Dio. Ciò non significa accettare la realtà così com’è, che è sempre mescolanza di positivo e negativo, ma significa saper riconoscere in questa realtà la presenza salvifica di Dio.

L’atteggiamento della fede resistente
Il principio di realtà chiede al credente che voglia abitarla il discernimento ed una fede resistente. L’apostolo Giacomo, scrivendo a una comunità tribolata, esorta alla costanza «fino alla venuta del Signore» (Gc 5,7). Nel tempo dell’attesa il pericolo più grande è cessare di mantenere desto il senso della meta. Purificazione dalle illusioni e costanza nella fede consentono di permanere nell’attesa e di sopportare i limiti di una realtà segnata dall’imperfezione.
Seguendo ancora l’apostolo, la costanza consente di reggere l’imperfezione che si presenta davanti a noi nel volto del nostro fratello. La costanza si manifesta dunque anche come carità che crea la comunità, capacità di accoglienza del fratello e sospensione del giudizio su di lui. Anche questo è immergersi nel principio di realtà, purificazione della speranza dalle illusioni. Non esistono comunità perfette, ci sono solo comunità di peccatori che attendono il redentore.

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4. Letture – 3ª DOMENICA AVVENTO

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3ª DOMENICA DI AVVENTO
IL TEMPO DELLA REDENZIONE

PRIMA LETTURA
Ecco il vostro Dio, egli viene a salvarvi.
Il dono della profezia permette a Isaia di andare al di là delle attese del resto del suo popolo. Nelle sue parole sono infatti contenuti alcuni dei segni distintivi che permetteranno di riconoscere non la venuta del capo militare che aspettava Israele, ma l’avvento nel mondo del Figlio di Dio.

Dal libro del profeta Isaia              Is 35,1-6a.8a.10
Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano,
lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche,
rendete salde le ginocchia vacillanti.
Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta, la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto.
Ci sarà un sentiero e una strada
e la chiameranno via santa.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore
e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
e fuggiranno tristezza e pianto.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE          Dal Salmo 145 (146)
Il Signore è degno di lode perché protegge gli ultimi, non lasciando che un solo istante di fedeltà nella sofferenza vada sprecato.
Rit. Vieni, Signore, a salvarci.
Oppure:
Alleluia, alleluia, alleluia.
Il Signore rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

SECONDA LETTURA
Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Giacomo invita i fratelli a essere pazienti nella speranza e nelle opere buone. Egli paragona la condizione del cristiano a quella del popolo d’Israele: come gli Ebrei hanno atteso con fedeltà il Messia continuando a osservare la legge di Mosè, così noi dobbiamo lavorare pazienti per il Regno dei cieli, rimanendo fedeli gli uni agli altri, sull’esempio di Cristo.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo              Gc 5,7-10
Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO            Is 61,1 (cit. in Lc 4,18)
Alleluia, alleluia.

Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia.

VANGELO
Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?
La risposta di Gesù alla domanda di Giovanni Battista è ambigua: da una parte, citando Isaia, si identifica come colui che il popolo d’Israele ha atteso; dall’altra mette in evidenza i limiti di quell’attesa. Gesù è colui che Giovanni aspettava ma è anche molto di più. Egli non è né un leader politico né un leader morale, è la porta del Regno dei cieli.

Dal Vangelo secondo Matteo                    Mt 11,2-11
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via».
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – 3ª DOMENICA DI AVVENTO.

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3ª DOMENICA DI AVVENTO
IL TEMPO DELLA REDENZIONE

PERDONO
• Signore, tentando di combattere il male con le nostre sole forze, finiamo per farci contaminare dalla sfiducia. Kyrie eleison.
• Cristo, non abbiamo la pazienza di attenderti e cerchiamo di sostituirti con i nostri idoli. Christe eleison.
• Signore, pensiamo di renderti testimonianza e invece ricerchiamo solo ciò che più ci serve, dati i nostri interessi. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Dio ci ha inviato il suo unico Figlio per redimere la nostra storia.
Preghiamo insieme e diciamo:
Signore, aiutaci a riconoscerti nella verità.

  • Perché sappiamo guardare in faccia la realtà senza cedere alla disillusione e al cinismo. Preghiamo.
  • Perché vinciamo la nostra cecità e apriamo gli occhi sul dolore dei nostri fratelli. Preghiamo.
  • Perché il nostro cuore non si inorgoglisca di fronte ai risultati raggiunti, ma rimanga umile e coltivi il desiderio di costruire una vita semplice. Preghiamo.
  • Perché la frustrazione di fronte al disprezzo per la giustizia non offuschi la gratuità della nostra fede. Preghiamo.

O Padre, il popolo eletto è stato capace di attenderti per tanto tempo grazie alla grandezza della tua misericordia. Fai sorgere anche in noi il desiderio di incontrarti e donaci la costanza per coltivarlo. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

 

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6. Vignetta di RobiHood – 3ª DOMENICA DI AVVENTO

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

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