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2. introduzioni – 3ª DOMENICA DI AVVENTO

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3ª DOMENICA DI AVVENTO
IL TEMPO DELLA REDENZIONE

La liturgia di oggi mira a fare i conti, dato l’avvicinarsi della venuta del Messia, con la lunga attesa del popolo d’Israele per quest’evento e con la tradizione ad essa legata. Gesù è colui di cui parla Isaia, colui al quale Giovanni Battista aveva preparato la strada. Egli è però anche qualcos’altro, qualcosa di più importante e che risponde a un’attesa ancora più profonda.
Tutto ciò ha un significato più generale: la nostra storia non è solo cambiata dalla venuta di Cristo nel mondo, essa è redenta; non abbiamo solo la speranza che potenti giusti si susseguano a potenti ingiusti, scalzandoli con la violenza dai troni, abbiamo la certezza che Dio ama gli ultimi e ha mandato suo Figlio per condividere la loro sofferenza.

PRIMA LETTURA
Ecco il vostro Dio, egli viene a salvarvi.
Il dono della profezia permette a Isaia di andare al di là delle attese del resto del suo popolo. Nelle sue parole sono infatti contenuti alcuni dei segni distintivi che permetteranno di riconoscere non la venuta del capo militare che aspettava Israele, ma l’avvento nel mondo del Figlio di Dio.

SALMO RESPONSORIALE          Dal Salmo 145 (146)
Il Signore è degno di lode perché protegge gli ultimi, non lasciando che un solo istante di fedeltà nella sofferenza vada sprecato.

SECONDA LETTURA
Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Giacomo invita i fratelli a essere pazienti nella speranza e nelle opere buone. Egli paragona la condizione del cristiano a quella del popolo d’Israele: come gli Ebrei hanno atteso con fedeltà il Messia continuando a osservare la legge di Mosè, così noi dobbiamo lavorare pazienti per il Regno dei cieli, rimanendo fedeli gli uni agli altri, sull’esempio di Cristo.

VANGELO
Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?
La risposta di Gesù alla domanda di Giovanni Battista è ambigua: da una parte, citando Isaia, si identifica come colui che il popolo d’Israele ha atteso; dall’altra mette in evidenza i limiti di quell’attesa. Gesù è colui che Giovanni aspettava ma è anche molto di più. Egli non è né un leader politico né un leader morale, è la porta del Regno dei cieli.