25 GIUGNO
XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Giornata mondiale per la carità del Papa)
«NON ABBIATE PAURA!»
COMMENTO
Quando Matteo scrive il suo vangelo i cristiani conoscono bene la persecuzione. Nel capitolo delle istruzioni agli apostoli, che deve inviare in missione a predicare il Vangelo, l’evangelista raccoglie alcuni detti di Gesù per incoraggiare tutti coloro che seguono il Signore e predicano il Vangelo, con la vita e la parola.
Per tre volte abbiamo letto l’invito a non avere paura. Chi porta il Vangelo potrebbe temere il fallimento della sua missione. Ma il Signore invita ad annunciare sempre e in ogni modo ciò che ha insegnato. Anche se gli uomini dovessero rifiutare l’annuncio, i frutti arriveranno, anche se il missionario non avesse il tempo di vederli.
Altra paura è quella di essere derisi, insultati, perseguitati e uccisi. E qui il Signore invita all’intelligenza spirituale: anche se i persecutori dovessero prevalere e privarci di tutto, nessuno può toglierci la fede e l’amore nel Signore, che aprono la porta della vita eterna.
Possiamo anche chiederci: chi «ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo»? Evitiamo di andare a cercare lontano: siamo noi. Infatti, se rinneghiamo Cristo, resteremo lontani da lui per sempre. La tentazione del rinnegamento è permanente. L’hanno subita i primi cristiani, di fronte alla paura di perdere tutto o di essere uccisi, la subiscono oggi tanti fratelli in alcuni paesi di questo mondo, la subiamo anche noi in situazioni certamente meno drammatiche.
Possiamo essere presi anche dalla paura che a causa della persecuzione perdiamo ciò che ci serve per lavorare e vivere, per portare avanti la famiglia nella vita quotidiana… Il Signore ci richiama alla fiducia nella provvidenza: Dio non fa mancare il necessario ai suoi figli e in ogni caso interviene per salvarli, o dalla morte o attraverso la morte, come è stato per Gesù.È in gioco la vita eterna e il segno di contraddizione è Gesù: riconoscerlo, non solo a parole, porta la salvezza e la gioia eterna; non riconoscerlo porta la lontananza da lui, per sempre.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
- Ogni cristiano ha la missione corrispondente alla propria vocazione. In ogni caso tutti dobbiamo testimoniare e annunciare il Vangelo con parole e opere. Nella condizione di vita in cui ci troviamo, possiamo dire che gli altri vedono in noi un po’ di Vangelo?
- La paura dei fallimenti. Il Signore dice che ci manda a raccogliere ciò che non abbiamo seminato (cf Gv 4,38). È una legge della vita: godiamo dei frutti prodotti dalla fatica degli altri e noi seminiamo ciò che altri raccoglieranno. La nostra preoccupazione sarà solo quella della fedeltà nel vivere e annunciare il Vangelo.
- La paura di perdere qualcosa. È stata ed è causa frequente di abbandono pratico della fede. Il cristiano fedele può perdere amici, beni, lavoro, stima, cariche… anche la vita. Ci crediamo davvero che la cosa decisiva è non perdere Cristo?
- «… chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli». Proviamo a immaginare questa scena, che avviene non solo alla fine, ma ogni giorno: quando vivo fede e amore, Gesù dice al Padre: «Mi appartiene e mi somiglia».
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Non lasciamoci vincere dalle paure e viviamo con coraggio la fede in ogni circostanza.