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2. Letture e introduzioni – 3 gennaio 2021

3 gennaio

2ª DOMENICA DOPO NATALE

È venuto ad abitare in mezzo a noi

Sono passati il Natale e il Capodanno. Tra poco celebreremo l’Epifania. La liturgia in questa domenica di mezzo ci presenta nuovamente il prologo del Vangelo di Giovanni. Siamo quindi ancora immersi nel mistero del Natale, addirittura al livello più profondo e impensabile possibile. Siamo chiamati a passare dall’emozione del Natale all’approfondimento teologico per comprendere il significato pieno della venuta del Signore Gesù tra noi.

PRIMA LETTURA

La sapienza di Dio è venuta ad abitare nel popolo eletto.

È uno dei brani centrali del libro del Siracide. L’autore immagina che Dio ordini alla sapienza di scendere sulla terra e di «piantare la tenda» in Giacobbe, tra il popolo ebraico. Un’immagine ardita e apparentemente soltanto poetica o simbolica. In realtà si avvera pienamente in Gesù, Parola di Dio e sapienza di Dio, che prende dimora nell’umanità.

 Dal libro del Siracide.                                 Sir 24,1-4.8-12

La sapienza fa il proprio elogio,
in Dio trova il proprio vanto,
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca,
dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria,
in mezzo al suo popolo viene esaltata,
nella santa assemblea viene ammirata,
nella moltitudine degli eletti trova la sua lode
e tra i benedetti è benedetta, mentre dice:
«Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine,
colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse:
“Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele,
affonda le tue radici tra i miei eletti” .
Prima dei secoli, fin dal principio,
egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno.
Nella tenda santa davanti a lui ho officiato
e così mi sono stabilita in Sion.
Nella città che egli ama mi ha fatto abitare
e in Gerusalemme è il mio potere.
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore è la mia eredità,
nell’assemblea dei santi ho preso dimora».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE                                          Dal Salmo 147

Gerusalemme, città della pace, è amata da Dio, che l’ha collocata al centro della storia della salvezza.

Rit. Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

SECONDA LETTURA

Mediante Gesù, Dio ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi.

Dio ci ha scelti sin dall’origine del mondo per renderci suoi figli in Gesù. È questo lo straordinario messaggio che Paolo lascia ai cristiani di Efeso. Poi si congratula perché essi vivono già di questa fede, ma chiede per loro un spirito di sapienza più profondo per vivere con maggior consapevolezza questa meravigliosa realtà.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini.                                 Ef 1,3-6.15-18

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.

Parola di Dio

VANGELO

Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

È l’inizio del Vangelo di Giovanni che si legge nella terza messa del giorno di Natale. Gesù è la sapienza che viene da Dio e scende sulla terra per illuminare l’umanità della sua luce. Ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce e non lo hanno accolto. Ma a chi l’ha accolto ha dato potere di diventare figli di Dio.

 Dal vangelo secondo Giovanni.                                                                         Gv 1,1-18

[ In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta. ]

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.

Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità. ]

Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».

Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

Parola del Signore

[Tra parentesi la forma breve]

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3. Annunciare la Parola – 3 gennaio 2021


3 gennaio

2ª DOMENICA DOPO NATALE

È venuto ad abitare in mezzo a noi

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Ci viene proposto ancora una volta il brano di Vangelo che è stato proclamato nella terza messa di Natale, la messa del giorno. L’inizio del Vangelo di Giovanni è sicuramente uno dei testi teologicamente più alti di tutta la Bibbia e rivela fino in fondo il mistero del Natale. «Et Verbun caro factum est» («Il Verbo si è fatto carne»): queste parole, diceva sant’Agostino, dovrebbero essere scritte a caratteri d’oro alla porta di tutte le chiese. Prima della riforma liturgica conciliare il sacerdote recitava questo brano di san Giovanni a sinistra dell’altare, al termine di ogni messa.

La Parola di Dio si fa carne

Nella prima lettura, il Siracide, un autore di cultura greca vissuto duecento anni prima di Cristo, immagina che la Sapienza personificata venga ad abitare nel popolo ebraico. Di fatto questo popolo sentirà sempre viva la presenza di Dio nelle sue vicende storiche.
Ma Giovanni nel suo prologo dice molto di più. Afferma che Gesù, il Figlio di Dio, è «Parola», «Verbo» (“Verbum” significa “parola” in lingua latina; in greco si dice “Logos”), e dice che per mezzo di questa Parola tutto è stato creato: «Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu» (Gn 1,3), così inizia la storia dell’umanità. E poi con grande profondità teologica, afferma che per amore questa Parola ha posto la sua tenda nel popolo ebraico, inserendosi nelle nostre vicende umane, entrando nella nostra storia. Parola che ci si espressa sin da subito nel Natale, per come si è incarnata tra noi, facendosi bambino povero e indifeso, invitando per primi i pastori, gli ultimi nella scala sociale. Parola di Dio che poi racconterà Dio attraverso i miracoli, le parabole, ma anche di più con la sua vita, con le sue scelte.
Un progetto grandioso e inimmaginabile, che tuttavia non è stato compreso e accolto dal suo popolo. L’infinito si è reso finito, la ricchezza di Dio si è fatta povertà, l’invisibile è diventato sensibile, la luce si è nascosta nell’umiltà della nostra carne. Giovanni usa il termine carne (sarks) quasi a sottolineare la profondità dell’abbassamento, la debolezza assunta dal Figlio di Dio che si fa uomo. Il termine sarks (carne) Giovanni lo userà anche per indicare l’Eucaristia. Il logos si è fatto carne e noi potremo nutrirci di lui.

La parola si rivela e illumina

Con Gesù viene nel mondo la luce vera, quella che ci rivela il senso della nostra vita. È la luce di Betlemme, quella predetta da Isaia: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (9,1). Dio supera le barriere, si rivela all’uomo, viene a illuminare il mondo, suscita la fede e separa gli uomini in credenti e non credenti. Ma chi crede alla sua parola diventa figlio di Dio. C’è chi si lascia illuminare e chi sceglie le tenebre. In ogni tempo c’è chi preferisce che Dio rimanga qualcosa di oscuro e di lontano; un Dio potente, ma che non dia fastidio. Una divinità che vive nei cieli, indifferente alle vicende umane.
Giovanni ci assicura che Dio non gioca a nascondino con l’uomo. Sin dall’inizio ha voluto parlargli, rivelargli l’amore che lo ha spinto a chiamarlo all’esistenza. Lo ha fatto nella storia di Israele, con Abramo e Mosè, con la parola dei profeti. Poi si è fatto lui stesso Parola, una parola che è rivelazione, luce che illumina.
Gesù rivela Dio

Se vedere Dio e la sua gloria è il desiderio, la nostalgia di tutti gli uomini di tutti i tempi, di tutte le religioni, questo sarà sempre impossibile se non ci si apre a Gesù. Perché è lui che svela il volto di Dio e lo fa conoscere. È lui il volto del Padre.
Per millenni culture e religioni si sono inventato un dio su misura, a propria immagine e somiglianza. Dio è stato rappresentato dal sole, da un albero, da un animale. Dice Dostoevskij: «L’uomo non può vivere senza inginocchiarsi, non lo potrebbe sopportare, nessuno ne sarebbe capace. Se rigetta Dio, si inginocchia davanti a un idolo di legno o di oro o immaginario».
Se oggi certe immagini di Dio sono improponibili e inaccettabili, un numero crescente di persone non si adatta a vivere senza qualche spiritualità e si dà al buddismo, alla new age, a qualche culto esoterico.
Ma se oggi come sempre la fede è rara, è anche raro l’ateismo dichiarato e prevale di fatto l’indifferenza, che vuol dire trovarsi praticamente nella incapacità di aprirsi alla fede. Ma di fronte al mistero della vita, un essere ragionevole dovrebbe farsi delle domande.
Con Gesù possiamo vivere la comunione perfetta con Dio. La sua incarnazione è lo sposalizio con Dio dell’umanità. È ciò che ci salva e ci rende figli.
Con l’incarnazione, se vogliamo, il mistero diventa doppio: c’è quello di Gesù, in cui la divinità si rivela in un uomo. Ma dal momento in cui Dio ha messo la sua tenda tra di noi, il nostro vivere, anche se si svolge tra piccole cose, a volte addirittura meschine, è avvolto dalla grazia, dalla salvezza di Dio. Ci rimane dunque solo il compito di vivere quello che siamo.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

«La notte di Natale andavamo in chiesa. Quando avevo cinque o sei anni abitavamo in un paesino in montagna e bisognava camminare nella neve. Poiché ero il più giovane, mio papà mi teneva per mano. La mamma, il mio fratello maggiore e le mie sette sorelle ci seguivano. Mio padre mi indicava nel cielo aperto la stella dei pastori che gli stessi Magi avevano visto. Quelle immagini mi ritornano in mente quando si legge il testo dell’apostolo Pietro dove scrive: “Guardate a Cristo come luce che brilla nella notte, finché non splenda il giorno e non si levi nei vostri cuori la stella del mattino” (2Pt 1,19). Una pianta che non è rivolta verso la luce intristisce. Un credente che si soffermasse sulle ombre potrebbe far crescere dentro di sé la fiducia del cuore?» (frère Roger Schutz).

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5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 3 gennaio 2021

3 gennaio

2ª DOMENICA DOPO NATALE

È venuto ad abitare in mezzo a noi

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore, Figlio di Dio, che nascendo dalla Vergine Maria ti sei fatto nostro fratello, abbi pietà di noi.
  • Cristo, Figlio dell’uomo, che conosci e comprendi la nostra debolezza, abbi pietà di noi.
  • Signore, Figlio primogenito del Padre, che fai di noi una sola famiglia, abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Fratelli e sorelle carissimi, il Figlio di Dio si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Innalziamo la nostra comune preghiera affinché venga accolto da tutti come Salvatore. Preghiamo insieme e diciamo:

Salva il tuo popolo, Signore!

  • Per la Chiesa e per chi ha ricevuto la missione di annunciare il Vangelo, perché continui a farlo con coraggio ed entusiasmo, preghiamo.
  • Per noi, che siamo stati battezzati nel nome di Gesù, perché impariamo a vivere la vita nuova che lui ci ha donato, preghiamo.
  • Per chi vive questo tempo di Natale lontano da casa, nella solitudine o nella malattia, perché la sua fede sia illuminata dalla luce che viene da Betlemme, preghiamo.
  • Per la nostra comunità, perché sappia condividere la gioia di questi giorni con tutti, specialmente con chi è più lontano dall’esperienza cristiana, preghiamo.

Celebrante. Oggi, Padre, ci hai manifestato il tuo disegno di amore donandoci tuo Figlio. Consapevoli del dono ricevuto, fa’ che ci rendiamo ogni giorno disponibili a realizzare i tuoi progetti per la salvezza del mondo, Per Cristo nostro Signore.

 

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6. Vignetta di RobiHood – 3 gennaio 2021

3 gennaio

2ª DOMENICA DOPO NATALE

È venuto ad abitare in mezzo a noi

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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2. Letture e introduzioni – 1 gennaio 2021

1 gennaio 2021

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Un nuovo anno nel nome di Gesù e di Maria

Iniziamo un anno nuovo nel nome di Gesù e di Maria. 365 giorni davanti a noi da accogliere come un dono di Dio. «Il Signora faccia risplendere per te il suo volto»: è la benedizione di Dio sull’anno nuovo. Noi la chiediamo, l’imploriamo. Oggi in qualche modo è anche la festa del Padre, fonte di ogni bene, di tutto ciò che esiste e causa finale di ogni cosa. Si sa che il calendario è una convenzione sociale, ma il primo gennaio è un giorno carico di simboli e in tutti noi c’è molta speranza e il desiderio di ripartire bene.

PRIMA LETTURA

Porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò.

È la formula di benedizione sacerdotale, che invoca il nome di Dio sul popolo. Il Signore promette di rendersi presente, di venire in aiuto. È una benedizione antica che risale a migliaia di anni fa. Oggi quelle parole non hanno perso la loro freschezza e il loro significato: si chiede a Dio di benedire i giorni che ci stanno davanti in questo inizio di un nuovo anno

 Dal libro dei Numeri.                                                                                                   Nm 6, 22-27

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

Parola di Dio.

 

 SALMO RESPONSORIALE                                                                     Dal Salmo 66 (67)

Il salmista invoca la benedizione del Signore, la sua benevolenza sui suoi giorni. Ma anche il riconoscimento della sua signoria e bontà da parte di tutti i popoli.

Rit. Dio abbia pietà di noi e ci benedica.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

SECONDA LETTURA

Dio mandò il suo Figlio, nato da donna.

Gesù nasce al tempo stabilito, «nella pienezza dei tempi»: realizza le Scritture e colma le attese dei giusti d’Israele. Gesù, dice Paolo, «nasce da donna». Ed è l’unico accenno dell’apostolo a Maria. Lo scrive per ricordare che Gesù ha assunto fino in fondo la nostra condizione umana e si è radicato in un popolo, accettandone le usanze e la legge mosaica. È così che Gesù ci ha riscattati e resi figli di Dio.

 Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati.                                              Galati 4, 4-7

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.
E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Parola di Dio.

 VANGELO

I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

Nel breve brano, la descrizione dello stato d’animo di Maria, che riflette su ciò che avviene attorno alla grotta: la presenza dei pastori, le parole degli angeli. Infine la circoncisione: un rito antico e pieno di significato per gli ebrei che attendevano il messia. È adesso che san Giuseppe impone al bambino il nome di Gesù, che si inserisce con questo rito nel popolo ebraico.

Dal vangelo secondo Luca.                                                                                           Lc 2, 16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Parola del Signore.

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3. Annunciare la Parola – 1 gennaio 2021


1 gennaio 2021

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Un nuovo anno nel nome di Gesù e di Maria

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Al termine di un anno si fanno i bilanci, ci si guarda indietro, si ringrazia, si chiede perdono. Il Creatore ci benedice, chiama all’esistenza ogni cosa, la mantiene in vita. Dà a ogni creatura il necessario per vivere ed essere felice. Il primo grazie dobbiamo dirlo proprio al Dio della vita e il primo «sì» che dobbiamo pronunciare è il sì alla vita che ci è stata donata, alla nostra esistenza: grazie perché all’inizio di questo nuovo anno siamo qui, ci siamo.

Il giovane ebreo Gesù
Oggi ricordiamo che al figlio di Maria e di Giuseppe, al Figlio di Dio, viene dato il nome di Gesù. Un nome che ci è caro, un nome che deriva dalla radice ebraica jasha’, che significa «salvare». E indica esattamente ciò che Gesù realizzerà nella sua vita. Uomo tra gli uomini, Gesù assume un nome comune tra la gente di Galilea e accetta di sottomettersi al rito della circoncisione. Diventa per sempre un ebreo, entra giuridicamente in un popolo. In Giuseppe è discendente di Davide, fa parte di una famiglia concreta, vivrà tra la gente della piccola cittadina Nazaret.

Un anno di pace
L’anno si apre nel segno della pace. La pace è un bene immenso, e dovrebbe timbrare ogni giorno del nostro calendario. Pace vuol dire fraternità, rispetto per il mondo e la natura. Ma quante guerre nel mondo anche nei nostri giorni, che creano infelicità, miseria, emigrazione.
«Se un uomo selvaggio ha in mano una pietra, può fare del male al prossimo», ha detto Albert Einstein: «ma se l’uomo − restando selvaggio − ha in mano una bomba atomica, io non so più a quali conseguenze possa andare incontro».
La nostra piccola pace che vivremo ogni giorno, esprimerà il nostro desiderio che la pace raggiunga ogni angolo della terra. S’impara da piccoli a diventare operatori di pace. Molto presto ciascuno deve sapersi assumere una fetta di responsabilità, sentirsi coinvolto da ciò che capita attorno a lui. «Sono disposto a camminare con un cuore riconciliato e vivere in pace con coloro che mi circondano?» (Frère Roger di Taizé).
La pace la coltiviamo dentro di noi, è nelle nostre mani. Ma quante persone non se ne rendono conto e non sono consapevoli del peso delle loro scelte. Ed è tragico se si tratta dei grandi della terra, dei responsabili del mondo.   

La Madre di Dio
Oggi è la festa di Maria, la madre di Dio. È questo il titolo più importante che le viene dato ed è ciò che la rende grande. È il primo dogma mariano, mai definito, ma alla radice di ogni riconoscimento. «Nato da donna», dice Paolo, per indicare l’umiltà di Gesù e la sua piena umanità. Ogni nascita rende madre una donna. Maria con la nascita di Gesù diventa Madre di Dio!
Maria è la benedetta, pienamente coinvolta nei piani di Dio. Partecipa lucidamente a ogni avvenimento. È una ragazza che riflette su ciò che sta vivendo, vi aderisce, collabora. Maria guarda Gesù e contempla il mistero che nasconde: è coinvolta nella sua nascita, lo accompagna nella sua crescita. Ma   per tutta la vita dovrà interrogarsi su questo figlio speciale, nato dallo Spirito, che cresce in un quotidiano che non lascia trapelare la sua piena identità.
Se non abbiamo un ritratto del vero volto di Gesù, né di Maria, siamo però certi che si assomigliavano come due gocce d’acqua. Fisicamente, certo. Ma anche nella personalità, perché con il tempo si sono fatti simili. Gesù sin da piccolo alla scuola di Maria, ma poi sempre più Maria alla scuola di Gesù, Figlio di Dio.
Durante la vita pubblica Maria seguirà Gesù da lontano, più con il cuore che mettendosi al suo seguito. Ma la troveremo con gli apostoli quando scenderà su loro lo Spirito Santo e nascerà la Chiesa.

Davanti a un anno nuovo
Abbiamo appena concluso un anno e diamo inizio a un anno nuovo. In questo nuovo anno molte cose dipenderanno da noi e dobbiamo tenerci pronti ad affrontarle con fede e con coraggio. Avvenimenti quotidiani che conosciamo già e che possiamo prevedere. Con quale spirito li vivremo? Il rischio è di affrontarli in modo ripetitivo e stanco. Altre cose saranno impreviste e non dipenderanno da noi: ci mettiamo nelle mani di Dio, vogliamo tenerci pronti, renderci forti, robusti, prendere sul serio la vita e le giornate che ci aspettano. Decidiamo di viverle e alla presenza di Dio. Riempiendo di amore i giorni che il Signore del tempo ci dona. Il nuovo anno presenta i suoi 365 giorni per fare di noi qualcosa di speciale. Un detto popolare dice che «il tempo è denaro». In realtà è molto, molto di più.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

«Ci sono due diversi modi di vivere, di partecipare alla vita: da impiegato, da tecnico: utile, preciso, affidabile, come le rotaie di un treno, ma indifferenti a ciò che trasportano, alla meta da raggiungere. Oppure da innamorato, da creativo: da persona viva e attiva, entusiasta, che diffonde e invita a scelte con cadute benefiche su tutti» (fratel Igino Trisoglio).

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4. Parola da Vivere – 1 gennaio 2021

1 gennaio 2021

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Un nuovo anno nel nome di Gesù e di Maria

COMMENTO

La parola di Dio illumina l’anno civile, che si apre oggi. La giornata mondiale della pace, di fronte alla «terza guerra mondiale» denunciata più volte da papa Francesco, resta pur sempre un invito pressante a tutti gli uomini e le donne di buona volontà a costruire la pace nel mondo. La pace è anzitutto dono di Dio, e questo per i credenti significa che il primo atto per promuoverla è invocare la benedizione del Signore. La preghiera sincera e costante cambia i cuori, anzitutto di chi prega, e ci rende veri operatori di pace. E di benedizione di Dio l’umanità e la terra oggi hanno un bisogno vitale e pressante.
Così la prima lettura annuncia che Dio, attraverso i suoi ministri, benedice il popolo di Israele, il quale ci tiene a sentire le parole che assicurano la protezione e i doni del Signore. Ma la Sacra Scrittura molte volte invita a benedire Dio. È questo il modo che noi abbiamo per accogliere i doni del Signore e ringraziarlo, non solo con la voce, ma con la vita.
Nella pienezza del tempo è Gesù che porta la bene- dizione più vera e definitiva, quella che realizza la pace nel mondo e la salvezza dell’umanità tutta. Lo fa diventando “carne” come noi, condividendo la condizione umana in tutte le sue sfaccettature: il corpo, le relazioni faccia a faccia, la debolezza, la sofferenza, la sottomissione alla Legge, l’appartenenza alla società umana, l’immersione nel tempo e nello spazio… tutto, eccetto il peccato. È comunque un’umiliazione, ma lui l’ha voluta, altrimenti non avrebbe potuto salvarci. E lui, come il Padre e lo Spirito, ci teneva tanto da sacrificare la sua condizione divina, in attesa di sacrificare anche la sua umanità e farsi annientare su una croce. Si chiama Gesù e porta già nel suo nome la sua missione: Dio-salva.
La porta, che, aprendosi, permette l’ingresso del Ver- bo incarnato nel mondo è una donna, Maria. Non una principessa, ma una ragazza piccola e povera, che abita in un paesino sperduto, Nazaret, nella disprezzata Gali- lea. Ma lì è iniziata la nuova creazione, quella che fa nuove tutte le cose, perché il concepimento è già l’incarnazione del Figlio di Dio.
E la seconda lettura ci porta a riconoscere che tutti gli uomini sono figli di Dio, anche quelli che non lo sanno. Per questo noi cristiani, diventati figli nel Figlio con il battesimo, abbiamo due compiti: chiamando Dio «Abbà», siamo impegnati a godere la gioia di questa figliolanza con una vita coerente nella fraternità; abbiamo anche il compito di rivelare a chi non lo conosce il dono del Padre in Cristo Gesù, facendolo vedere con la vita.
E «Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore». Certo, quasi tutte le madri lo fanno nei confronti del figlio. Però Maria è speciale pure in questo. Anche se non comprende tutto fin dall’inizio, perché anche lei, come noi, deve camminare nel- la fede, Maria è la riempita di grazia, coperta dall’ombra dello Spirito, e legge tutto ciò che avviene con una profondità inaudita. La parola di Dio che ha accolto nella fede, e nel suo grembo è diventata carne, continua ad abitare in lei stabilmente: è Maria la casa della Parola. La conserva e la medita, per poterla donare al mondo non solo nel Natale, ma ogni giorno, anche oggi.
Chi ci rappresenta nel vangelo di oggi sono i pastori, a quel tempo categoria tra le più disprezzate, anche se discendenti di Abramo, pastore pure lui. Destinatari dell’annuncio unico, ricevono la bella notizia dagli angeli: «…è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore». Ci credono e senza perdere tempo vanno alla grotta ed evangelizzano Maria e Giuseppe. Già, perché annunciano a Maria e a Giuseppe la bella notizia che hanno ricevuto, come conferma di ciò che essi hanno vissuto in prima persona con trepidazione e gioia grande. Sono essi a celebrare il primo Natale, «glorificando e lodando Dio».

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio». Se la pace nel mondo non c’è, non dipende dalla benedizione di Dio, ma dalla carenza di amore e di fede negli uomini. Noi cristiani sappiamo invocare da Dio e costruire con le nostre mani la pace dentro di noi, nella nostra famiglia, sul lavoro, nelle relazioni, nella parrocchia, nella società civile?
  2. Gesù ha accettato ogni umiliazione e sofferenza per salvarci. Magari, per collaborare con il Signore a salvare le persone con cui viviamo, ci toccherà mettere da parte l’orgoglio e le nostre buone ragioni e accettare qualche sofferenza. Pensiamo che ne valga la pena?
  3. Maria, la riempita di grazia, conserva la Parola e la medita. Cosa possiamo fare perché la parola di Dio, che ascoltiamo nella Liturgia, non si sciolga come neve al so- le, ma porti frutti abbondanti e duraturi?
  4. I pastori, ricevuta la bella notizia, la portano a quelli che incontrano. Il vangelo ci è donato perché illumini la nostra mente, scaldi il nostro cuore e ci metta in movimento verso gli altri.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Portiamo in famiglia la benedizione del Signore, facendo pace, o anche aiutando qualche parente a fare pace.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017

 

 

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5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 1 gennaio 2021

1 gennaio 2021

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Un nuovo anno nel nome di Gesù e di Maria

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore Gesù, generato prima dei secoli e fatto uomo per mostrarci la misericordia di Dio, abbi pietà di noi.
  • Cristo, che ti sei fatto carne nella nostra debolezza, perdona le nostre infedeltà e la nostra fragilità, abbi pietà di noi.
  • Signore Gesù, che ti sei fatto nostro compagno per rivelarci l’amore del Padre, abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Fratelli e sorelle carissimi, all’inizio di un nuovo anno affidiamo al Padre le attese e le speranze di ciascuno di noi, ma anche quelle dell’intera umanità.

Nel nome di Maria, ascoltaci, Signore.    

  • Guarda la tua Chiesa, Signore Gesù, rendila fedele, salda nella fede e operosa nella carità, per essere nel mondo segno di fraternità e di pace. Preghiamo.
  • Per tutti gli operatori di pace, perché con il tuo aiuto, o Padre, sappiamo costruire un’umanità pienamente riconciliata, preghiamo.
  • Per tutte le mamme e le donne del nostro tempo, perché non si stanchino di promuovere nelle famiglie e nella società gesti di bellezza e di amore. Preghiamo.
  • Per tutti noi, affinché il Signore Gesù che in ogni Eucaristia si fa pane di vita per noi, ci renda più nuovi e più simili a lui, preghiamo.

Celebrante. O Padre, principio e fine di tutte le cose, per intercessione di Maria, vergine e madre, ascolta le preghiera del tuo popolo e donaci oggi e sempre la tua benedizione. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 1 gennaio 2021

1 gennaio 2021

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Un nuovo anno nel nome di Gesù e di Maria

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco