5 OTTOBRE
27ª DOMENICA T.O.
LA FEDE DEL SERVO INUTILE
Nelle scorse domeniche abbiamo affrontato i temi della povertà evangelica e della concentrazione, libera da distrazioni, sul cammino verso la salvezza. La liturgia di oggi mette in evidenza un altro aspetto fondamentale della vita del cristiano: la fede.
Essa è capacità di restare saldi nell’attesa, di riconoscere la nostra forza nella misericordia di Dio e di considerarsi, in definitiva, servi inutili. Solo abbandonandosi alla grandezza del Padre, sull’esempio di Cristo, possiamo vivere il Vangelo e sperare nella giustizia del Regno dei Cieli.
PRIMA LETTURA
Il giusto vivrà per la sua fede.
Il profeta Abacuc è esasperato dalla violenza che si dispiega di fronte ai suoi occhi e dal silenzio di Dio, che sembra non intervenire. La risposta del Signore è un invito a rimanere fedele nell’attesa: la sua Parola si realizzerà e farà giustizia.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 94 (95)
Il salmista ci invita a spogliarci delle nostre infedeltà del passato e a riconoscere che Dio è nostra origine e nostra salvezza.
SECONDA LETTURA
Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.
Paolo mette in guardia Timoteo, esortandolo a custodire il tesoro che ha ricevuto in dono. Tale tesoro consiste negli insegnamenti di Cristo e il modo per custodirlo è restare saldi nella fede e forti nella speranza, anche di fronte alle persecuzioni.
VANGELO
Non potete servire Dio e la ricchezza.
Se aveste fede!
Di fronte alla richiesta dei discepoli, che chiedono di essere rafforzati nella fede, Gesù risponde spostando il centro dell’attenzione: la questione non è «quanta fede si ha», ma «perché si ha fede». La fede autentica non mira a ottenerne una ricompensa e non considera l’obbedienza un merito. Chi la possiede non fa che adempiere ai suoi doveri in vista del Regno dei cieli.
