21 SETTEMBRE
25ª DOMENICA T.O.
AMMINISTRARE I BENI DI DIO
Può sembrare strano, specialmente in tempi come questi, sentir lodare da Gesù un amministratore disonesto. Ciò che viene lodato, tuttavia, non è la disonestà del personaggio e nemmeno la sua «scaltrezza» – termine tristemente abusato – che, anzi, è apertamente riconosciuta come una caratteristica in cui i veri discepoli di Cristo non eccellono (cf Lc 16,8).
A essere esemplare è invece la sua prudenza, cioè la capacità di scegliere i giusti mezzi per raggiungere i propri fini. Chi si propone come fine il Regno, infatti, non può continuare ad affidarsi a mezze misure: deve operare una drastica selezione di ciò che gli serve e di ciò che non gli serve.
Contro coloro che comprano con denaro gli indigenti.
Il profeta Amos lancia un duro monito agli affaristi del Regno del nord. Essi prosperano schiacciando i poveri e gli umili e sono insofferenti alle prescrizioni della legge. Con la loro condotta si mostrano indifferenti a Dio, ma Dio non si dimostrerà altrettanto indifferente al grido degli oppressi.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 112 (113)
L’immensa grandezza e potenza di Dio non si manifesta nel predominio del forte ma nel riscatto del debole.
SECONDA LETTURA
Si facciano preghiere per tutti gli uomini a Dio il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati.
Paolo si raccomanda col suo amico e discepolo Timoteo affinché nella comunità si preghi per un mondo di pace e dignità. Egli invita ad avere un particolare riguardo per i governanti: la conversione di uno di essi può infatti essere fonte di beneficio per molti fratelli.
VANGELO
Non potete servire Dio e la ricchezza.
In questo brano di vangelo Gesù elogia un amministratore disonesto, non per il fine per il quale egli compie le sue truffe ma per la determinazione e l’ingegno coi quali si assicura un futuro. Allo stesso modo i «figli della luce» sono invitati a usare la loro volontà e la loro intelligenza per raggiungere la vera ricchezza, cioè la salvezza in Gesù Cristo.
