18 ottobre
29ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Dare a Dio quel che è di Dio
Siamo alle ultime domeniche dell’anno liturgico e Gesù ha appena raccontato tre parabole dure dirette ai farisei e ai capi degli anziani: gli invitati scortesi, i vignaioli omicidi e quella dei due figli, di cui uno dice di sì, ma poi non obbedisce. Gesù li ha esasperati, per questo, dice Luca, «Si misero a spiarlo e mandarono informatori, che si fingessero persone giuste, per coglierlo in fallo nel parlare e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore» (20,20). E gli pongono una questione squisitamente politica. Ma Gesù non cade nel tranello, ed entra nel cuore della questione: si deve prendere atto del potere di chi governa, ma soprattutto riconoscere i diritti di Dio sia nella politica che in ogni altro settore della vita personale e pubblica.
PRIMA LETTURA
Dal libro del profeta Isaia. Is 45,1.4-6
Ho preso Ciro per la destra per abbattere davanti a lui le nazioni.
Ciro, re di Persia, diventa uno strumento di Dio per riedificare Israele. La storia della salvezza è nelle mani di Dio, che si serve degli strumenti più utili, anche di una persona lontana dalla fede.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 95 (96)
Il salmista invita a lodare il Signore per la sua grandezza e per le meraviglie che ha operato. A lui onore e gloria e a nessun altro.
Rit. Grande è il Signore e degno di ogni lode.
SECONDA LETTURA
Memori della vostra fede, della carità e della speranza.
La lettera ai Tessalonicesi, che iniziamo a leggere oggi, è il più antico documento della Chiesa delle origini. Paolo l’ha scritta a Corinto nell’anno 51. Ha incontrato gli abitanti di Tessalonica durante il suo secondo viaggio. Si è rivolto dapprima alla fiorente comunità giudaica, che gli ha fatto una feroce opposizione (At 17,1-10). Per questo si rivolgerà ai pagani.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi. 1Ts 1,1-5b
VANGELO
Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.
I farisei, esasperati dal racconto delle parabole sferzanti di Gesù nei confronti delle autorità ebraiche, gli tendono una trappola perché si comprometta davanti al potere politico. Ma Gesù li costringe a uscire dall’ipocrisia e a riconoscere i diritti di Dio.
Dal vangelo secondo Matteo. Mt 22, 15-21