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10. Anche Noi Vogliamo Capire – Corpus C, 23/6/19

Per aiutare i nostri piccoli a vivere meglio la Liturgia della Parola

PRIMA LETTURA (Genesi 14,18-20)
Melchisedek fu re e sacerdote di Gerusalemme, abitata a quel tempo da pagani. Egli offre pane e vino, cibi che nell’ultima cena sono trasformati nel corpo e nel sangue del Signore; anche per questo nel Nuovo Testamento viene ritenuto simbolo e anticipazione della regalità e del sacerdozio eterno di Gesù.

* Capire le parole
Melchìsedek. È una figura di cui si parla solo in questa circostanza. Per questo appare abbastanza misteriosa. Tuttavia viene portato come modello di intermediario tra Dio e gli uomini, nell’attesa che nella Nuova Alleanza il sacerdote divenga segno-persona di Gesù.
La decima. Era un requisito della legge: tutti gli Israeliti avrebbero dovuto dare la decima parte di tutto quello che guadagnavano, devolvendolo al tempio per provvedere ai bisogni dei sacerdoti e dei levìti.


SECONDA LETTURA (1 Corinzi 11,23-26)
A Corinto anche la messa era diventata occasione di discriminazioni e divisioni nella comunità. E allora Paolo racconta il momento in cui Gesù, nel gesto eucaristico, ha fatto vedere che lui ha donato totalmente la propria vita. I cristiani, ripetendo il gesto di Gesù, dicono di voler offrire anch’essi la propria vita ai fratelli.

* Capire le parole
Nella notte in cui veniva tradito. Nonostante il tradimento Gesù porta a compimento la sua missione universale di salvezza, senza escludere nessuno.
Questo è il mio corpo. Il pane che Gesù ha tra le mani e offre, continua ad apparire come tale ai sensi, ma nella sua sostanza «diventa» realmente Gesù.


VANGELO (Luca 9,11b-17)
Luca racconta la moltiplicazione dei pani e dei pesci, sintesi dell’esperienza del popolo di Israele nell’Esodo, che anticipa anche il dono dell’Eucaristia, ossia i gesti di Gesù affidati agli apostoli per portare il pane della salvezza a tutti.

* Capire le parole
Congeda la folla. La preoccupazione dei discepoli si limita al mettere la gente in condizione di far rientro nei rispettivi villaggi. La premura di Gesù invece va oltre: sfamare da subito gli indigenti, senza rimandare.
Cento gruppi da cinquanta. A noi possono sembrare cifre notevoli e lo sono! Gesù non si risparmia nel dar da mangiare a tutti e a ciascuno.


PER RIASSUMERE… La parola «memoria» non serve a Gesù per chiedere di ricordare il suo gesto senza più dimenticarlo. Il termine usato è «memoriale», che sta per un avvenimento che viene rivissuto e messo a disposizione di coloro che «celebrano». Così l’Eucaristia estende nel tempo il sacrificio della croce e raggiunge tutti i credenti, offrendo il pane di vita eterna e il vino della salvezza.


Le parole da capire sono curate dall’autore del sito liturgico; le parti in corsivo sono un libero adattamento da “Messale delle Domeniche e feste 2019 – LDC”

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1. Letture – Trinità C, 16 giu ’19

PRIMA LETTURA
Prima che la terra fosse,
già la Sapienza era generata.

Dal libro dei Proverbi 8,22-31

Così parla la Sapienza di Dio:
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, all’origine.
Dall’eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull’abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell’abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».
Parola di Dio.


SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 8

R. O Signore, quanto è mirabile il tuo nome
su tutta la terra!

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.


SECONDA LETTURA
Andiamo a Dio per mezzo di Cristo,
nella carità diffusa in noi dallo Spirito.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 5,1-5

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Parola di Dio.


CANTO AL VANGELO (Cf. Ap 1,8)

Alleluia, alleluia.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,
a Dio, che è, che era e che viene.
Alleluia.


VANGELO
Tutto quello che il Padre possiede, è mio;
lo Spirito prenderà del mio e ve lo annuncerà.

Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Parola del Signore


(tratto da: Nuovo Messale della comunità, Domeniche e feste – Elledici 2008)

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2. Esegesi – Trinità C, 16 giu ’19

LO SPIRITO VI GUIDERÀ

Proverbi 8,22-31 – Quando fissava i cieli io ero là
Romani 5,1-5 – Siamo in pace con Dio
Giovanni 16,12-15 – Egli mi glorificherà

L’incontro con il Dio fedele
Oggi celebriamo l’intera storia della nostra salvezza ricordando le Tre divine Persone che l’hanno messa in atto. La paternità viene descritta dal libro dei Proverbi come attività sapiente che si dispiega nel creato. La sapienza di Dio è nella fedeltà. Questa intuizione del libro dei Proverbi non fa che riassumere tutta la vicenda di Dio con l’uomo. Il «Dio fedele» è l’attributo più celebrato da Abramo a Cristo. Colui che crea e redime non abbandona mai nessuno. Il Dio creatore ha la fantasia di un artista e per Lui far camminare il mondo non è una preoccupazione. Per Lui è tutto delizia. La sapienza di Dio si è fatta carne e la sua luce ha rischiarato le tenebre della storia umana, ma è stata una rivelazione di dolore e di gloria. La stoltezza del peccato inchiodò sulla croce la sapienza di Dio, ma da quel momento l’insipienza umana per essere cancellata ha dovuto passare attraverso la sapienza dolorosa del Cristo (Rm 5,1). Grazie a Cristo Gesù siamo in pace con Dio e in pace con noi stessi.

Un Dio che ha dato fondo a tutti i suoi doni
L’unità familiare di Dio vive un amore comunionale che è la Persona dello Spirito Santo. Se Gesù è l’ultimo dono del Padre all’uomo, lo Spirito è l’ultimo dono del Figlio, e ultimo non significa che dopo questo dono Dio non dà altro, ma significa che non può dare altro. Dio ha dato fondo a tutte le sue riserve: «L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori» (Rm 5,5), e nei nostri cuori lavora lo Spirito, lui : «Vi guiderà alla verità tutta intera» (v. 13). La Parola di questa festa cerca di dirci che la fisionomia di Dio non sta nella staticità dei concetti che vorrebbero definirlo, ma nel dinamismo della vita e nella fatica dell’amore. Ne saranno coinvolte le stesse viscere di Dio, il dono del Figlio è il frutto di un amore pieno. Vivere sotto il segno della Trinità vuol dire tradurre la fede in Gesù Cristo in atteggiamento di una speranza che si apre al futuro di Dio.

Un Dio che ci fa vivere la fraternità
Quanto il popolo di Israele aveva vissuto, in termini di vicinanza di Dio all’uomo, nel popolo cristiano si realizza in grado eminente. Dio ha continuato a «far udire la sua voce»; ha continuato a «scegliersi una nazione», ma lo fa trapiantando l’uomo nella sua stessa vita divina. Il mistero della Trinità è una realtà che ci appartiene, nella quale siamo immersi per poter vivere e vivere come segno di un amore che ci ha salvati. Quando diciamo «credo in Dio Padre», stabiliamo la fraternità umana, la figliolanza divina, l’infinita dignità dell’uomo, l’apice della creazione, il superamento della solitudine, la tentazione di sentirci abbandonati. Come dice sant’Ireneo, «Il Verbo di Dio pose la sua abitazione tra gli uomini e si fece Figlio dell’uomo, per abituare l’uomo a comprendere Dio e per abituare Dio a mettere la sua dimora nell’uomo secondo la volontà del Padre.

Un Dio che è disceso sul Figlio e sull’umanità
È questo lo Spirito che, per mezzo dei profeti, il Signore promise di effondere negli ultimi tempi sui suoi servi e sulle sue serve, perché ricevessero il dono delle profezie. Perciò esso discese anche sul Figlio di Dio, divenuto figlio dell’uomo, abituandosi con Lui a dimorare nel genere umano, a riposare tra gli uomini e ad abitare nelle creature di Dio, operando in esse la volontà del Padre e rinnovandoli dall’uomo vecchio alla novità di Cristo». Lo Spirito Santo è il compagno inseparabile del Figlio. Dentro di noi oggi viene ad abitare un Maestro particolare, che «prenderà del mio e ve lo annuncerà». Il «testo» è Gesù stesso: ciò che Lui ha detto e fatto, e lo insegna a noi. Gesù ha aperto una volta per tutte il cammino che siamo chiamati a percorrere per rendere culto a Dio: si tratta semplicemente di vivere come Lui, il Figlio amato del Padre.

Un Dio che è amore
Davvero lo Spirito è la potenza di Dio che ha dimorato in pienezza in Gesù, è l’amore del Padre per Lui: quell’amore che lo rendeva capace di passare in mezzo agli uomini facendo il bene e, in tal modo, di narrare il volto del Dio invisibile. Gesù afferma: «Lo Spirito mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annuncerà» (Gv 16,14). Ecco in una mirabile sintesi la comunione di vita tra Padre, Figlio e Spirito Santo. La loro azione e presenza sono un chiaro invito, rivolto ai credenti, ad accogliere tale mistero nella loro vita, ossia ad accogliere ciò che Padre, Figlio e Spirito Santo vivono tra loro: l’amore.


PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO
– Che Dio ci viene in mente celebrando la Santa Trinità?
– Riprendi la riflessione proposta e metti in luce i doni del Dio Trinità.


IN FAMIGLIA
Per tanto tempo si è usata l’immagine dell’unione presente nella Trinità per riferirla alla famiglia.
Possiamo domandarci proprio a partire da questo accostamento come è vissuta la dignità di ogni membro,
come i genitori vivono la paternità-maternità, in che modo si esprime la fraternità.


(tratto da: R. Paganelli – Vivere la domenica aprendoci alla Parola, anno C – Elledici 2015)

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3. Annunciare la Parola – Trinità C, 16 giu ’19

• Prv 8,22-31 – Prima che la terra fosse, già la Sapienza era generata.
• Dal Salmo 8 – Rit.: O Signore nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!
• Rm 5,1-5 – Andiamo a Dio per mezzo di Cristo, nella carità diffusa in noi dallo Spirito.
• Canto al Vangelo – Alleluia, alleluia. Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo: a Dio che è, che era e che viene. Alleluia.
• Gv 16,12-15 – Tutto quello che il Padre possiede è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve l’annunzierà.

PER COMPRENDERE LA PAROLA

PRIMA LETTURA
In tutta la letteratura sapienziale, questo testo è il primo a presentare la Sapienza come una Persona. Contemporaneamente creatura di Dio all’inizio della sua attività, e Figlio intimamente partecipe della sua gioia e della sua attività creatrice. Nella stessa linea, ma senza allegoria, Giovanni scriverà: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio… Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto” (Gv 1,1-3).
Il testo dei Proverbi insiste sulla totale anteriorità della Sapienza in rapporto all’universo creato e sul suo ruolo attivo “come architetto” nella creazione. Occorrerà però la rivelazione di Gesù, Sapienza incarnata, per sapere che “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30).
La sapienza così personificata viene presentata come vicinissima agli uomini, “ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo”; cf ancora Giovanni: “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini” (Gv 1,4).
Questa presenza di Cristo, Sapienza di Dio, non è riservata all’alba della storia umana. In tutto il suo svolgimento, oggi come ieri, il Signore agisce mediante il suo Cristo.

SALMO
È un canto dell’uomo colmo di meraviglia per la fiducia che il Creatore gli dimostra affidandogli la sua opera e di fronte alla condizione umana, divenuta per grazia così vicina a Dio stesso. È l’eco del “riempite la terra e soggiogatela” della Genesi (1,28).
Questa meraviglia verrà ancor più giustificata dal mistero della salvezza in Gesù Cristo. “Ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio” (2ª lettura).

SECONDA LETTURA
È un brano della lettera ai Romani, rivelazione su Dio e insieme rivelazione sull’uomo. Dio è: colui che giustifica, cioè che rende santi come lui; colui che dà la pace per grazia (gratuità del dono); colui che chiama a condividere la sua intimità (è il significato della parola “gloria”, nella Bibbia: intimità di Dio comunicata); colui che ama ed effonde il suo amore personale nei cuori.
Quest’opera di Dio per l’uomo è inseparabilmente opera di Gesù Cristo, il quale ci spalanca l’accesso al mondo della grazia, e opera dello Spirito Santo, che ci è stato dato. Nel mistero di Dio Trinità si radica e agisce “l’economia della Salvezza”. Il Padre manda il Figlio che ci dà lo Spirito d’amore.
Di conseguenza, l’uomo salvato da Dio trova il suo posto nella vita trinitaria secondo un ordine inverso. Ispirato dallo Spirito di Dio, può offrire la propria fede a Cristo, partecipare al passaggio di Cristo attraverso la croce, vivendo così la speranza pur nell’angoscia, e infine raggiungere il centro dell’amore, la pace di Dio. Si trova qui annunciato ciò che più tardi costituirà il complesso delle “virtù teologali”.

VANGELO
Delle letture del giorno è il testo più direttamente trinitario.
Nel testamento di Cristo (discorso dopo la Cena) si trovano le affermazioni più energiche della sua unità col Padre: “Tutto quello che il Padre possiede è mio”; della sua unità con lo Spirito di verità: “Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà”.
D’altra parte, Cristo afferma chiaramente che, nonostante la sua partenza, l’opera della salvezza e la rivelazione della verità continueranno. Sarà appunto il tempo dello Spirito “che guiderà alla verità tutta intera”. Ciò di cui gli apostoli non sono ancora “capaci di portare il peso” è senza dubbio il mistero della vita attraverso la morte, della gloria attraverso la croce (cf 2ª lettura: è lo Spirito che tiene viva la speranza persino in mezzo all’angoscia).


PER ANNUNCIARE LA PAROLA (piste di omelia)

Vivere in Dio?
È certamente una domanda audace, in ogni tempo, ma forse più ancora in questa nostra epoca di ateismo e di “confusione” teologica.
Dio, inaccessibile nella sua gloria, il Totalmente-altro, misteriosa comunione di persone. Dio, il tre volte Santo, l’eterno creatore del mondo… Dio, la Verità totale! Di fronte a questo mistero, che cos’è l’uomo, così fragile, così effimero, così oscuro a se stesso e agli altri, così peccatore?
Non ci è difficile condividere la meraviglia del salmista:
“Che cos’è un figlio d’uomo perché tu te ne prenda cura?”.
Perché, in realtà, Dio è per l’uomo e vuol farlo vivere:
Egli l’ha coronato di gloria e di onore (Sal).
La Sapienza di Dio pone le sue delizie tra i figli dell’uomo (1ª lettura).
L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori (2ª lettura).
Lo Spirito ci guida alla verità tutta intera (Vangelo).
Da quali segni possiamo riconoscere di vivere in Dio?
– dalla nostra pace con Dio (amato e non più servilmente temuto, anche se siamo dei peccatori);
– dalla nostra perseveranza per amore, anche in mezzo alle difficoltà;
– dalla nostra fede che ci fa vivere nel mondo della gratuità, del dono ricevuto;
– dalla nostra speranza di condividere l’intimità di Dio, la sua gloria.
Tutti elementi preziosi per rispondere a una domanda che ritorna spesso: che cosa ci distingue dagli increduli?

Dio-comunione
Noi siamo continuamente alla ricerca di comunità vere: coppie, famiglie, amici, gruppi di lavoro o di azione, parrocchie, ecc.; alla ricerca della reciproca trasparenza nella comunicazione dei pensieri; alla ricerca della condivisione di attività svolte con identiche intenzioni, alla ricerca della totale comunione dei beni; e tutto ciò senza frustrazioni, ma nella gioia dell’amore.
In tutte le situazioni, anche le migliori, questa ricerca sperimenta l’insoddisfazione e talvolta dei fallimenti molto dolorosi.
In realtà, questa ricerca è ricerca di Dio, perché in Dio si vivono
– la perfetta comunicazione: “Lo Spirito dirà tutto ciò che avrà udito”;
– la perfetta unità d’azione: la Sapienza, architetto di Dio; la salvezza operata da Gesù Cristo per Dio che ci rende giusti;
– la perfetta comunione: “Tutto quello che il Padre possiede è mio”.
E tutto ciò nell’amore e nella gioia, come in un gioco: “Ed ero la sua delizia ogni giorno, mi rallegravo davanti a lui in ogni istante”.
I nostri sforzi per raggiungere la comunione sono già partecipazione alla vita di Dio, che un po’ alla volta ci trasforma a sua immagine. Non meravigliamoci se la nostra ricerca sperimenta la prova e talvolta lo sconforto, perché Dio ci conserva nella pace. La Chiesa è stabilita nel regno della grazia proprio per vivere nella speranza attiva, sotto la guida dello Spirito. La nostra ricerca avrà successo: parteciperemo alla Gloria di Dio, cioè alla sua intimità, dove il desiderio d’amore diventerà realtà.

La nostra partecipazione all’opera di Dio
Molti sono scontenti del loro lavoro, si tratti di attività nel campo della materia, nell’organizzazione dell’universo, oppure si tratti di educare, di contribuire a formare uomini ben riusciti.
Si possono trovare molte spiegazioni a questi rimpianti, a queste lamentele.
La rivelazione ci insegna la gioia nel lavoro e il senso della prova.
Tutto sta nel far nostra quella specie di gioco della Sapienza di Dio al momento della creazione; il senso di meraviglia del salmista di fronte alle responsabilità affidate da Dio all’uomo; la pace del giusto stabilito nella grazia.
Tutto sta, nello stesso tempo, con l’aiuto dello Spirito, nel riconoscere le difficoltà come una prova che fortifica, nell’entrare nel mistero di cui gli stessi apostoli non riuscivano a portare il peso, della vita attraverso la morte, della gloria attraverso la croce.
Tutto ciò al seguito di Cristo, affinché per quanto è possibile la volontà di Dio sia fatta sulla terra come in cielo.
La Trinità Santa opera in noi affinché si manifesti il mondo nuovo, il mondo redento.


(tratto da: M. Gobbin, Omelie per un anno – vol. 1, anno C, tempi forti – Elledici 2003)

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4. Parola da Vivere – Trinità C, 16 giu ’19

LO SPIRITO VI GUIDERÀ

È questo amore che noi siamo chiamati ad accogliere ed esercitare per vivere la vita cristiana; ovvero, per fare delle nostre vite un’opera d’arte, un capolavoro umano. Lo Spirito Santo viene ad abitare nella nostra persona, e ci insegna ad esprimerci come figli. Plasma e configura la nostra persona ad immagine di Gesù. La vita cristiana non è una generica vita religiosa. Essa è la stessa vita del Dio uno in Tre Persone, che ci viene comunicata.


(tratto da R. Paganelli – Vivere la domenica aprendoci alla Parola, anno C, Elledici 2015)

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5. Preghiere dei Fedeli – Trinità C, 16 giu ’19

«Battezzate nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo»

Celebrante. Dio uno e trino è presente in modo misterioso nei nostri cuori, ci associa a sé come figli di adozione, e ascolta la nostra voce. Nella Preghiera dei fedeli ci rivolgiamo al Signore con fiducia.

Lettore. Preghiamo insieme e diciamo: Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, ascoltaci.

1. Preghiamo per la santa Chiesa di Dio. Essa è chiamata ad annunciare e testimoniare al mondo il mistero del Dio uno e trino.
Perché venga riconosciuta come popolo del Signore sulla terra, convocato dall’amore del Padre, per mezzo di Cristo, nella comunione di un solo Spirito, preghiamo.

2. Per i catechisti, gli insegnanti di religione, gli educatori cristiani. Nel loro impegno formativo mettono in gioco lo spessore della loro fede.
Perché sappiano presentare soprattutto ai giovani il mistero cristiano in un modo accessibile, positivo, con la piena partecipazione della loro stessa vita personale, preghiamo.

3. Per gli uomini di cultura, i ricercatori e gli scienziati, che indagano sempre in cerca di nuove soluzioni ai problemi dell’esistenza, e hanno bisogno di valori supremi a cui ispirare il loro impegno.
Perché abbiano intelletto limpido e cuore buono, e preoccupati dei problemi del mondo, trovino in Dio la chiave delle risposte, preghiamo.

4. Per gli uomini lacerati e sconvolti dalle violenze e dai conflitti. I telegiornali di continuo ci raccontano situazioni drammatiche. Ma il Signore Gesù con la sua incarnazione e il suo sangue ha voluto portare a tutti la pace.
Perché gli uomini siano docili all’azione dello Spirito Santo, si sentano figli dell’unico Padre, e veramente fratelli in Cristo, preghiamo.

5. Per la nostra comunità (parrocchiale). Siamo uniti tutti dalla grazia del Battesimo, conferitoci nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Perché il nostro amore verso Dio cresca, e ci renda capaci di impegno fraterno sempre più operoso nel nostro ambiente di vita, preghiamo.

Celebrante. Santissima Trinità, Padre che ci hai creati, Figlio che ci hai redenti, Spirito che ci doni luce e forza. Rendici consapevoli della tua presenza misteriosa e affascinante che ogni cristiano porta racchiusa in sé, e fa’ di noi i testimoni del tuo amore nel mondo. Per Cristo nostro Signore.


(tratto da: E. Bianco, Preghiera dei fedeli, proposte per le domeniche e feste degli anni A-B-C – Elledici 2002)

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7. Aforismi – Trinità C, 16 giu ’19

Raccolta di aforismi o testi utili per la riflessione o l’approfondimento

GLI UOMINI DI FRONTE AL MISTERO

– Il libro più grosso è quello dei perché. Proverbio
– L’universo è come una cassaforte: per aprirla occorre conoscere la combinazione, ma la combinazione è chiusa nella cassaforte. Hugo De Vries
– A stento ci raffiguriamo le cose terrestri, scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi può rintracciare le cose del cielo? Sapienza 9,16
– Le zone del mondo inesplorate e insidiose non si trovano nei continenti o negli oceani, bensì nella mente e nel cuore degli uomini. Allen Claxton
– Tutte le cose nascondono qualche mistero, tutte le cose sono veli che nascondono Dio. Blaise Pascal
– Il mistero non è un muro contro cui l’intelligenza si infrange, ma un oceano dove l’intelligenza si perde. Gustave Thibon
– Trovare anche una sola spiegazione, è meglio che possedere tutto l’impero persiano. Democrito
– Non è concesso di sapere tutto (Nec scire fas est omnia). Orazio – Se a tutto ci fossero spiegazioni, sarebbe una lagna da morire. Natalia Ginzburg
– L’ultimo passo della ragione è di riconoscere che ci sono un’infinità di cose che la sorpassano. Blaise Pascal
– La religione non è fondata sulle spiegazioni; la religione è fondata sul mistero. Vittorio G. Rossi
– Chiarire un mistero è indelicato verso il mistero stesso. Alberto Savinio
– Che ti giova il disputare degli alti misteri della Trinità, se poi, non essendo umile, tu dispiaci alla Trinità? «Imitazione di Cristo»
– La più bella felicità dell’uomo pensante è di avere indagato l’indagabile, e di venerare serenamente il non indagabile. Johann Goethe


(tratto da: E. Bianco, All’altare di Dio – Anno C – Elledici 2009)

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8. Canto Liturgico – Trinità C, 16 giu ’19

Ecco a voi questa settimana un canto che può essere collocato all'INIZIO.

PADRE, CHE HAI FATTO OGNI COSA – Migliavacca
(Nella Casa del Padre, n. 698 – Elledici)

1. Padre, che hai fatto ogni cosa dal nulla
Santo, santo, santo è il tuo Nome!

Figlio, che regni glorioso in eterno:
Santo, santo, santo è il tuo Nome!

Spirito Santo di grazia e d'amore:
Santo, santo, santo è il tuo Nome!

2. Hai posto il tuo trono nel sole, tu chiami le stelle per nome,
il cielo, cantando a te gloria, proclama:
Santo, santo, santo è il tuo Nome!

3. Il candido coro degli angeli, la schiera gloriosa dei martiri,
la Chiesa, per tutta la terra, proclama:
Santo, santo, santo è il tuo Nome!
Santo, santo, santo è il tuo Nome!

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9. Narrazione – Trinità C, 16 giu ’19

LA MOGLIE PERFETTA

Mullà Nasrudin era seduto nel negozio del tè quando arrivò un vicino per parlare con lui.
«Sto per sposarmi, Mullà», gli disse l’amico, «e sono molto eccitato. Tu non hai mai pensato di sposarti?».
Nasrudin rispose: «Sì, ci ho pensato. Quand’ero giovane lo desideravo molto. Volevo trovare la moglie perfetta. Mi sono messo in viaggio per cercarla e sono andato a Damasco. Là ho incontrato una bella donna piena di grazia, gentile e molto spirituale, ma che non conosceva il mondo. Allora mi sono rimesso in viaggio e sono andato a Isphahan. Là ho incontrato una donna che era sia spirituale che mondana, bella sotto molti punti di vista, ma non riuscivamo a comunicare. Alla fine sono andato al Cairo e dopo molte ricerche l’ho trovata. Era profonda di spirito, piena di grazia, bella sotto tutti i punti di vista, a suo agio sia nel mondo che nei regni che lo trascendono.
Sentivo di aver trovato la moglie perfetta».
L’amico gli fece un’altra domanda: «Allora perché non l’hai sposata, Mullà?».
«Ahimè» disse Nasrudin scuotendo la testa, «anche lei stava cercando il marito ideale».

Uno scapolo chiese al computer di trovargli la compagna perfetta:
«Voglio una ragazza piccina e graziosa, che ami gli sport acquatici e le attività di gruppo».
E il computer rispose: «Sposa un pinguino».

Amare significa accogliere un «altro» con il suo modo di essere, la sua diversità, i suoi difetti, non la copia di qualche nostro stupido sogno.
Il marito perfetto è quello che non vuole una moglie perfetta.


(tratto da “365 Piccole Storie per l’anima”, Vol. 1, pag. 320 – Bruno Ferrero, Elledici)

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