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10. Anche Noi Vogliamo Capire – Trinità C, 16/6/19

Per aiutare i nostri piccoli a vivere meglio la Liturgia della Parola

PRIMA LETTURA (Proverbi 8,22-31)
La creazione è affidata all’uomo, ma è uscita dalle mani e dal cuore di Dio. Troviamo qui uno splendido commento al giudizio della Genesi: la creazione è «molto buona». Il Nuovo Testamento vedrà in questa personificazione della Sapienza un simbolo e una anticipazione del Figlio di Dio, che si incarna e viene nel mondo.

* Capire le parole
Sapienza. L’autore immagina la Sapienza come una giovane fanciulla che accompagna in ogni momento l’opera creatrice di Dio.
Quando… In diverse immagine molto umane, il testo rappresenta la Sapienza nel suo compiacimento di tutto questo diffondersi di cose belle a disposizione dell’uomo.


SECONDA LETTURA (Romani 5,1-5)
L’amore di Dio Padre non si scoraggia di fronte al peccato dell’uomo, ma per salvarlo gratuitamente ha mandato il suo Figlio e ha donato il suo Santo Spirito. Possiamo vantarci di fronte a Dio, non delle nostre opere, ma dei suoi doni che ci salvano.

* Capire le parole
Giustificati per fede. Espressione che significa “resi giusti” mediante la fede in Gesù Salvatore. A differenza dei peccati, che rendono gli uomini “meritevoli di condanna”.
Ci vantiamo nelle tribolazioni. San Paolo intravvede una sorta di benedizione anche nelle sofferenze che occorre sopportare, poiché la pazienza che ne scaturisce rende virtuosi.


VANGELO (Giovanni 16,12-15)
Gesù ha già rivelato ai discepoli tutto ciò che ha udito dal Padre (cf Gv 15,15) e non c’è nulla da aggiungere; ha solo da compiere la sua opera. Gli apostoli non sono in grado di portare il peso della croce di Gesù, cosa che si vedrà chiaramente durante la Passione. Per questo, compito dello Spirito sarà quello di aiutare i discepoli a comprendere e ad accogliere interamente l’insegnamento e l’opera di Gesù.

* Capire le parole
Molte cose ho ancora da dirvi. Gesù avrebbe potuto vivere tra i suoi apostoli ancora per molti anni… ma ciò non sarebbe stato necessario: il compito di far scoprire le verità celesti ai suoi amici lungo tutta la storia è assegnato allo Spirito Santo.
Prenderà da quel che è mio. Più che comunicare cose nuove e diverse, lo Spirito Santo aiuterà i teologi e gli uomini di Chiesa ad approfondire e a rendere attuali le parole di Gesù.


PER RIASSUMERE… San Giovanni ci dice che «Dio è amore». Il suo è un amore-comunione fra tre persone: Padre, Figlio e Spirito. Tutti noi siamo nati dall’amore della Trinità; siamo stati fatti a immagine del suo amore. Per essere veramente noi stessi, dobbiamo diventare amore: farci dono agli altri.


Le parole da capire sono curate dall’autore del sito liturgico; le parti in corsivo sono un libero adattamento da “Messale delle Domeniche e feste 2019 – LDC”

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1. Letture – Pentecoste C, 9 giu ’19

Letture della Messa del giorno

PRIMA LETTURA
Tutti furono colmati di Spirito Santo
e cominciarono a parlare.

Dagli Atti degli Apostoli 2,1-11

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano.
Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
Parola di Dio.


SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 103 (104)

R. Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Oppure: R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.


SECONDA LETTURA
Quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio,
questi sono figli di Dio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,8-17

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.
E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
Parola di Dio.


SEQUENZA

Veni, Sancte Spíritus,             Vieni, Santo Spirito,
et emítte caélitus                     manda a noi dal cielo
lucis tuae rádium.                   un raggio della tua luce.

Veni, pater páuperum,           Vieni, padre dei poveri,
veni, dator múnerum,            vieni, datore dei doni,
veni, lumen córdium.             vieni, luce dei cuori.

Consolátor óptime,                 Consolatore perfetto,
dulcis hospes ánimae,            ospite dolce dell’anima,
dulce refrigérium.                   dolcissimo sollievo.

In labóre réquies,                    Nella fatica, riposo,
in aestu tempéries,                 nella calura, riparo,
in fletu solácium.                    nel pianto, conforto.

O lux beatíssima,                    O luce beatissima,
reple cordis íntima                 invadi nell’intimo
tuórum fidélium.                    il cuore dei tuoi fedeli.

Sine tuo númine,                    Senza la tua forza,
nihil est in hómine,                nulla è nell’uomo,
nihil est innóxium.                 nulla senza colpa.

Lava quod est sórdidum,      Lava ciò che è sórdido,
riga quod est áridum,            bagna ciò che è árido,
sana quod est sáucium.         sana ciò che sánguina.

Flecte quod est rígidum,       Piega ciò che è rigido,
fove quod est frígidum,         scalda ciò che è gelido,
rege quod est dévium.           drizza ciò che è sviato.

Da tuis fidélibus,                    Dona ai tuoi fedeli,
in te confidéntibus,                che solo in te confidano,
sacrum septenárium.             i tuoi santi doni.

Da virtútis méritum,              Dona virtù e premio,
da salútis éxitum,                   dona morte santa,
da perénne gáudium.            dona gioia eterna.


CANTO AL VANGELO

Alleluia, alleluia.
Vieni, Santo Spirito,
riempi i cuori dei tuoi fedeli
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
Alleluia.


VANGELO
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa.

Dal Vangelo secondo Giovanni 14,15-16.23b-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Parola del Signore


(tratto da: Nuovo Messale della comunità, Domeniche e feste – Elledici 2008)

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2. Esegesi – Pentecoste C, 9 giu ’19

VI INSEGNERÀ OGNI COSA

Atti 2,1-11 – Venne all’improvviso un rombo
Romani 8,8-17 – Lo Spirito di Dio abita in voi
Giovanni 14,15-16.23-26 – Il Consolatore vi ricorderà ciò che vi ho detto

Il viaggio compiuto della Parola
La Pentecoste è la festa ebraica che cade cinquanta giorni dopo quella di Pasqua (cfr. Lev 23). Festa della mietitura e delle primizie, nel giudaismo questo giorno divenne il ricordo della consegna della legge a Mosè, di cui il dono dello Spirito è il compimento. Lo Spirito Santo scende sui figli mentre sono raccolti in preghiera, tutti insieme nello stesso luogo. Lo Spirito agisce quando lo si invoca, quando ci si riconosce bisognosi dell’azione di Dio nella nostra vita, perché sia vita vissuta in pienezza. Il libro degli Atti descrive un grande evento della storia della salvezza, che segna la pienezza ed il compiersi del viaggio della Parola che in Gesù si è fatta carne. La casa piena, il giorno che si compiva (v. 1), introducono il «riempimento» successivo dei discepoli: e furono tutti pieni di Spirito Santo (v. 4). Anche il fuoco è un elemento che accompagna la presenza del Signore sia nell’Antico Testamento: sul Sinai era sceso il Signore nel fuoco (Es 19,18), sia nel Nuovo: Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco (Mt 3,11). Il dividersi delle lingue indica la preziosità del dono fatto a ciascuno e nello stesso tempo la comunione fra quanti l’hanno ricevuto.

Parlare e sentire lo stesso messaggio
Vengono superate dalla Parola le distanze che separano i pensieri ed i linguaggi degli uomini. La diversità non ostacola più la comunione, ma la rende più preziosa. L’opera dello Spirito Santo non consiste solo nella possibilità da parte dei discepoli di parlare altre lingue, ma anche, da parte di chi ascolta, di sentire parlare ciascuno la propria lingua. Si riapre così la comunicazione tra i popoli che si era interrotta quando «il Signore confuse la lingua di tutta la terra» (Gn 11) a Babele. In Paolo lo Spirito è considerato principio attivo della vita cristiana (Rm 8,14). La docilità allo Spirito è un’attenzione profonda alle sollecitazioni interiori di Colui che sa fare di noi una nuova creatura. Chi entra nella dimensione di figlio vive la libertà perché lo Spirito non vuole la nostra alienazione. Il figlio libero grida «Abbà Padre!», questo grido ha la potenza della libertà e la dolcezza dell’intimità. La condizione di chi accoglie l’amore di Dio è totalmente differente dalla condizione di chi è nella carne, in quanto lo Spirito di Dio e lo Spirito di Cristo hanno preso dimora in lui.

L’illuminazione dello Spirito
Il Paraclito, il Consolatore e difensore nostro, è quel raggio di luce che, venuto dal cielo, dissipa ogni ombra. Un qualunque raggio di luce illumina, ma lascia dal lato opposto un cono d’ombra. Lo Spirito illumina ogni parte, anche la più recondita e ogni ombra sparisce. Il Consolatore arriva come un tuono impetuoso e scuote le fondamenta dell’esistenza, perché la comunione sia vera. La comunione non è un semplice mettersi d’accordo, è un cammino che implica cambiamento, rinuncia, fatica e per costruirla bisogna cambiare, e quindi lo Spirito, consolatore e difensore, scuote ogni staticità. La comunione nello Spirito non è appiattimento della persona, «tutti parlavano la loro lingua» (cfr. At 2,8), ma è convergenza di sguardi e di cuori, desiderio di camminare insieme, perché la realtà abitata diventi dimora di Dio. L’era dello Spirito comincia con l’amore che si concretizza nell’osservanza della Parola, lo Spirito sarà l’animatore luminoso della Parola, e l’amore alla Parola porterà all’inabitazione della Trinità (Gv 14,23). La tenda del deserto e il grande tempio di Salomone hanno anticipato la realtà della dimora di Dio nel cuore dell’uomo. La risposta all’amore genera in noi Dio stesso e fa di noi un luogo accogliente come il grembo di Maria.

I doni costanti dello Spirito
Lo Spirito è la forza misteriosa dell’amore di Dio comunicato all’uomo per ricondurlo al Padre e fargli riscoprire l’unità della famiglia umana. Quella potenza dell’amore che per alcuni proviene da Dio stesso, e che per tutti è l’energia profonda di ogni relazione, convivenza, cooperazione, progetto, di ogni dramma come di ogni speranza. Un volersi bene che dà il nome nuovo alla pace, che non è più assenza di guerra e sosta tra una guerra e l’altra, ma Amore, appunto. Amore che è reciprocità perché ognuno ha bisogno di essere soccorso per qualche motivo e ha motivi per dare il suo originale soccorso a qualcun altro. Lo Spirito che unifica è sempre stato con l’uomo. All’inizio della creazione, egli aleggiava sulle acque (Gn 1,2), i profeti Ezechiele e Gioele avevano previsto una ripresa prodigiosa dell’opera dello Spirito. All’inizio della nuova creazione lo Spirito coprì Maria della sua ombra (Lc 1,35), ed Egli sarà l’animatore del nuovo popolo: «Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”» (Ap 22,17).


PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO
– Che cosa desideri chiedere allo Spirito?
– Quando e in che modo agisce lo Spirito nel vostro gruppo?


IN FAMIGLIA
Scriviamo su cartoncini i sette doni dello Spirito Santo.
Vengono poi distribuiti casualmente.
Ogni membro presenta il dono che gli è toccato e prova a dire come pensa di poterlo vivere nel corso della settimana.


(tratto da: R. Paganelli – Vivere la domenica aprendoci alla Parola, anno C – Elledici 2015)

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3. Annunciare la Parola – Pentecoste C, 9 giu ’19

• At 2,1-11 – Furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare.
• Dal Salmo 103 – Rit.: Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra.
• Rm 8,8-17 – Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito, costoro sono figli di Dio.
• Canto al Vangelo – Alleluia, alleluia. Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Alleluia.
• Gv 14,15-16.23b-26 – Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa.

PER COMPRENDERE LA PAROLA

PRIMA LETTURA
È il racconto della Pentecoste negli Atti degli Apostoli.
– Presenta anzitutto l’avvenimento che riguarda direttamente il gruppo degli apostoli. È la Pentecoste, festa ebraica che celebrava l’Alleanza del Sinai, il dono della Legge.
Col dono dello Spirito viene definitivamente suggellata la nuova Alleanza. D’ora in avanti la Legge nuova, nella Chiesa e nel cuore dei credenti, è lo Spirito.
La venuta dello Spirito è accompagnata da un rombo come di vento, come nelle teofanie del passato. Il vento e lo Spirito in ebraico vengono indicati con la stessa parola. “Non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito” dice Gesù (Gv 3,8).
Lo Spirito si posa su ognuno degli apostoli, come una volta Dio “prese un po’ dello spirito che era su Mosè per effonderlo su ciascuno dei settanta anziani. Appena lo Spirito si posò su di essi, cominciarono a parlare come profeti” (Nm 11,25). Nel nuovo popolo di Dio, gli apostoli ricevono lo Spirito di Gesù, nuovo Mosè.
Egli determina il miracolo delle lingue, non una specie di esaltazione incomprensibile, come in certi profeti dell’Antico Testamento, o in tanti primi cristiani favoriti di carismi particolari (1 Cor 12,14 e 2ª lettura), ma la capacità di farsi capire. È il contrario di “Babele, perché fu lì che il Signore confuse la lingua degli uomini e li disperse in tutto il mondo” (Gn 11,9). Gli Atti fanno notare che in quel momento si trovavano in Gerusalemme “Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo”, pellegrini o residenti abituali.
– In secondo luogo, presenta le reazioni della folla estranea all’avvenimento. Anzitutto un assembramento: così comincia a realizzarsi la profezia del sommo sacerdote: “È meglio per voi la morte di un solo uomo… per unire i figli di Dio dispersi” (Gv 11,50.52). La dispersione iniziata a Babele trova finalmente il suo rimedio.
Poi uno sbigottimento in seguito al miracolo delle lingue. L’enumerazione delle nazioni sembra senz’altro simbolica. Ne vengono indicate dodici, dall’Est all’Ovest, con al centro la Giudea. Allusione alla tradizione biblica secondo la quale “gli insegnamenti del Signore vengono da Sion (Gerusalemme, capitale della Giudea)”, e secondo la quale i popoli si riuniranno a Gerusalemme (Is 2,2-3).
Le persone riunite sentono parlare delle grandi opere di Dio. Come i profeti dell’Antico Testamento, anche quelli del Nuovo non devono parlare di se stessi, ma delle meraviglie del Signore.

SALMO
È una lode a Dio per le meraviglie della creazione, che assume un significato del tutto nuovo al cospetto della ri-creazione costituita per l’universo dalla venuta del soffio di Dio, lo Spirito.

SECONDA LETTURA
La libertà ottenuta in Cristo fa sì che il principio di azione dominante in noi non sia più il peccato (= la carne, l’egoismo) ma lo Spirito che dà vita (8,2). Egli ci mette in un rapporto di figliolanza con Dio, ci dà la possibilità di invocarlo, come ha fatto Gesù, con il nome “Abbà, Padre” (8,15-16), ci rende con Cristo coeredi della vita eterna (8,17) e totalmente partecipi alla vita di Cristo anche nella risurrezione (8,11). Ma questa realtà che è operata in noi dal dono dello Spirito (5,5) dev’essere una nostra scelta quotidiana (8,12-13); infatti, la partecipazione alla gloria di Cristo suppone la compartecipazione alle sue sofferenze (8,17). In noi si deve realizzare pienamente il suo destino di morte e di vita.

VANGELO
È un tratto del lungo discorso di addio (o di conforto) che Gesù rivolge ai discepoli prima di incamminarsi verso il Getsemani. Egli offre a coloro che lo amano (v. 15) nuovi motivi di fiducia: promette lo Spirito (v. 16), chiamato Spirito di verità (v. 17), perché sarà per essi il rivelatore (v. 26). Promette inoltre che egli stesso con il Padre verrà ad abitare tra i discepoli (v. 23). Si realizza così la vera presenza di Dio tra gli uomini. Tale comunione rende possibile anche quella con i fratelli mediante l’osservanza della sua parola o comandamenti (vv. 15.24) e nasce dal fatto che Gesù con la sua morte volontaria (vv. 30-31) è andato al Padre (v. 28) e ha mandato lo Spirito (16,7).
Un cristiano non si contenta di parole, ma rende concreto il suo amore per Cristo mediante l’osservanza dei suoi comandamenti, per vivere come è vissuto lui. Per questo abbiamo bisogno dello Spirito: egli svela al nostro cuore il vero modo di amare, facendoci provare la comunione che ci avvolge: Gesù nel Padre suo, noi in lui e lui in noi.


PER ANNUNCIARE LA PAROLA (piste di omelia)

Lo Spirito Santo diffuso nei nostri cuori
Avete ricevuto lo Spirito Santo? La domanda potrà lasciare molti battezzati e cresimati perplessi come i discepoli di Efeso (At 19,2). Chi è lo Spirito Santo?
Lo Spirito è Dio. La sua venuta è accompagnata dai segni abituali delle teofanie dell’Antico Testamento: rombo, vento violento, fuoco (1ª lettura). L’enumerazione di Paolo presenta il medesimo Spirito, il medesimo Signore, il medesimo Dio (2ª lettura). Gesù comunica lo Spirito agli apostoli perché possano rimettere i peccati (Vangelo): “Solamente Dio può perdonare i peccati” (Mc 2,7).
Lo Spirito è lo Spirito di Gesù. Di lui è appunto detto all’inizio della missione di Gesù: “Il Signore ha mandato il suo Spirito su di me” (Lc 4,18).
L’invio dello Spirito è legato alla risurrezione di Gesù. Viene donato “la sera di Pasqua” (Vangelo), “cinquanta giorni dopo Pasqua” (1ª lettura).
Gesù alita sugli apostoli affinché ricevano lo Spirito (Vangelo). Soffio del Creatore perché l’uomo viva (Gn 2,7) e soffio violento del giorno di Pentecoste (1ª lettura).
Dopo la presenza visibile del Figlio, ci è donata la presenza invisibile dello Spirito. È una presenza più misteriosa, ma più intima: egli non è più di fronte a noi come un interlocutore, ma è con noi come un consigliere, ci aiuta a capire, a credere, ad amare, a pregare. Grida in noi: “Padre”.

Lo Spirito fa vivere la comunità
È la comunità a riceverlo: “Si trovavano tutti insieme nello stesso luogo” (1ª lettura); “I discepoli si trovavano nello stesso luogo” (Vangelo).
Lo Spirito è donato per la comunità:
– per farla esistere: battezzati nell’unico spirito per formare un solo corpo (2ª lettura) superando il numero, le differenze linguistiche e nazionali (1ª lettura), le distinzioni religiose: “Giudei o Greci”, le differenze sociali: “schiavi o liberi” (2ª lettura);
– per riconciliare con essa i suoi membri peccatori: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi” (Vangelo);
– per assicurare in essa le diverse funzioni: i doni della grazia sono vari, ma lo Spirito è sempre il medesimo (2ª lettura);
– perché essa cresca con la proclamazione delle meraviglie di Dio in lingue diverse. Tutte le nazioni sono interessate: “Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo” (1ª lettura).
In che modo le nostre comunità vivono dello Spirito Santo? In che modo riconosciamo la sua presenza quando siamo riuniti? quando preghiamo? In che modo riconosciamo la sua azione? In che modo accettiamo la diversità dei suoi doni negli altri, diversi da noi?

Le manifestazioni dello Spirito
Possono essere spettacolari: a Pentecoste, i segni esterni, il dono delle lingue: “Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore” (1ª lettura).
Possono essere misteriose e oggetto di fede, come la sera di Pasqua per i discepoli (Vangelo), come per ognuno dei battezzati: noi tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito (2ª lettura).
Possono essere collegate alle istituzioni e alla vita quotidiana della comunità: al battesimo (2ª lettura), al perdono dei peccati (Vangelo), a diverse funzioni e attività (2ª lettura). Ognuno riceve il dono di manifestare lo Spirito in vista del bene comune.


(tratto da: M. Gobbin, Omelie per un anno – vol. 1, anno C, tempi forti – Elledici 2003)

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4. Parola da Vivere – Pentecoste C, 9 giu ’19

VI INSEGNERÀ OGNI COSA

I credenti si trovano nella condizione di chi ha contratto un debito per quanto il Signore ha fatto per loro, debito che tuttavia non può essere saldato con nessuna restituzione umana, ma solo ricambiato con l’amore. Ed è a un mondo tutto bisognoso di aiuto in ogni suo componente che gli apostoli allora, e i cristiani oggi, si rivolgono con una nuova potenza di Parola insegnata dallo Spirito.


(tratto da R. Paganelli – Vivere la domenica aprendoci alla Parola, anno C, Elledici 2015)

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5. Preghiere dei Fedeli – Pentecoste C, 9 giu ’19

«Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa»

Celebrante. Lo Spirito ci dona un cuore nuovo, e fa di tutti noi, uniti in Cristo Gesù, la nuova realtà spirituale operante nel mondo. Con questa fede, nella Preghiera dei fedeli chiediamo di essere rinnovati nel profondo.

Lettore. Preghiamo insieme e diciamo: Rinnovaci, Padre, nel tuo Santo Spirito.

1. Preghiamo per la Chiesa di Dio, animata dal soffio dello Spirito.
Perché abbia viva coscienza di essere il popolo di Dio che ha ricevuto come legge la carità, come caratteristica la libertà dei figli, e come missione l’annuncio a tutti della salvezza, preghiamo.

2. Per il Papa e i nostri vescovi, che docili alla guida dello Spirito Santo, conducono la Chiesa per le strade di un mondo sempre più complesso e difficile.
Perché illuminino le menti dei fedeli, e rafforzino le loro volontà nel perseguire il bene e vivere la solidarietà, preghiamo.

3. Per i cristiani impegnati oggi nelle istituzioni della società. Lo Spirito, che opera per vie segrete, desidera realizzare in loro quel salto di qualità che spinse gli apostoli, prima paurosi, a diventare intrepidi realizzatori del Vangelo.
Perché siano consapevoli che il cristiano riceve i doni dello Spirito per la costruzione di un mondo più fraterno e più giusto, preghiamo.

4. Per gli uomini che cercano la verità, che soffrono per la giustizia, e lottano per la causa della libertà e della pace.
Perché lo Spirito Santo sia calore contro il freddo degli scetticismi, apra le intelligenze al vero, e rianimi le volontà ad agire nella speranza, preghiamo.

5. Per la nostra comunità (parrocchiale). Sovente non ci badiamo, ma lo Spirito è presente nei nostri cuori e nei nostri gruppi. Come nel cenacolo, con gli apostoli insieme a Maria. E pronto a operare in noi una nuova Pentecoste.
Perché sappiamo riconoscere i doni di grazia che ci ha elargito a servizio degli altri, e ci impegniamo a compiere con creatività e dedizione i progetti di bene che ci suggerisce, preghiamo.

Celebrante. O Padre, nella luce del tuo Spirito tutti gli uomini ti riconoscano come Creatore e Signore, e si impegnino a vivere con gioia l’obbedienza liberante del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.


(tratto da: E. Bianco, Preghiera dei fedeli, proposte per le domeniche e feste degli anni A-B-C – Elledici 2002)

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7. Aforismi – Pentecoste C, 9 giu ’19

Raccolta di aforismi o testi utili per la riflessione o l’approfondimento

IL CENACOLO, CUORE DELLA RELIGIONE CRISTIANA

Il Cenacolo è il cuore della Religione cristiana. Tra le sue mura si sono compiute le cose più grandi: Gesù ha istituito l’Eucaristia e il sacerdozio, con la lavanda dei piedi ha spiegato il comandamento dell’amore, ha rivolto agli apostoli il suo commosso discorso di addio, poi è apparso per la prima volta dopo la risurrezione. E infine ha mandato agli apostoli lo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste, inizio della Chiesa sulla terra.
Ebbene, questo luogo santo è caro ai cristiani, oggi non è e non può essere luogo di culto. Sorge in un’area di Gerusalemme considerata oggetto di venerazione dagli ebrei, che vi hanno proibito ogni celebrazione.
È una storia a tinte forti, quella del Cenacolo. Si sa che là attorno si era formato con Pietro e gli apostoli il primo nucleo di giudeo-cristiani. Alla distruzione di Gerusalemme avvenuta nel 135, sul posto era sopravvissuta una chiesa-sinagoga, considerata l’antica casa degli apostoli.
Nel 4° secolo vi fu edificata una basilica cristiana, distrutta una prima volta dai persiani e poi dai musulmani.
All’arrivo dei crociati venne edificata un’altra basilica, grandiosa, detta «Madre di tutte le chiese»: aveva tre navate, e da una di esse si saliva a quella che è ritenuta la «sala del Cenacolo». Col ritiro dei crociati il Cenacolo fu affidato ai siriani, e conobbe abbandono e rovina.
Nel 1335 i francescani poterono costruire sul posto un convento, il loro primo in Terrasanta, e ristrutturarono l’antica sala in stile gotico; ma due secoli più tardi furono espropriati e cacciati via. La sala per un certo tempo venne adibita anche a uso moschea. Tenaci, ora i francescani sono tornati, e hanno aperto un convento là vicino. Nel Cenacolo si trova ancora, oltre a un mihrab musulmano indicante la direzione della Mecca, un capitello dei crociati, che rappresenta un pellicano, simbolo cristiano del sacrificio di Cristo. Oggi la visita al Cenacolo è, per i pellegrini, tra le più desolanti.
A Giovanni Paolo II fu consentito di celebrare. Ma Paolo VI, in visita a Gerusalemme, potè solo sostarvi in preghiera.


(tratto da: E. Bianco, All’altare di Dio – Anno C – Elledici 2009)

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8. Canto Liturgico – Pentecoste C, 9 giu ’19

Ecco a voi come canto di INIZIO o di COMUNIONE

SPIRITO DEL PADRE – D. Machetta
(Nella Casa del Padre, n. 564 – Elledici)

R. Spirito del Padre, vieni a vivere in noi:
alleluia canteremo per le strade della vita.

1. Vieni, Padre dei poveri,
vieni, luce splendida.

2. Scendi, amico degli umili,
forza dei deboli.

3. Tu conforti chi è solo,
salvi dai pericoli.

4. Tu, creatore dei mondi,
ami la mia vita.

5. Vieni a darci la pace;
pace che ci libera.

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9. Narrazione – Pentecoste C, 9 giu ’19

I DUE SPECCHI

Un giorno Satana scoprì un modo per divertirsi. Inventò uno specchio diabolico che aveva una magica proprietà:
faceva vedere meschino e raggrinzito tutto ciò che era bello e buono, mentre faceva vedere grande e dettagliato tutto ciò che era brutto e cattivo.
Satana se ne andava in giro dappertutto con il suo terribile specchio.
E tutti quelli che ci guardavano dentro rabbrividivano: ogni cosa appariva deformata e mostruosa.
Il maligno si divertiva moltissimo con il suo specchio: più le cose erano ripugnanti più gli piacevano.
Un giorno, lo spettacolo che lo specchio gli offriva era così piacevole ai suoi occhi che scoppiò a ridere in modo scomposto:
lo specchio gli sfuggì dalle mani e si frantumò in milioni di pezzi.
Un uragano potente e maligno fece volare i frammenti dello specchio in tutto il mondo.
Alcuni frammenti erano più piccoli di granelli di sabbia ed entrarono negli occhi di molte persone.
Queste persone cominciarono a vedere tutto alla rovescia: si accorgevano solo più di ciò che era cattivo e vedevano cattiveria dappertutto.
Altre schegge diventarono lenti per occhiali.
La gente che si metteva questi occhiali non riusciva più a vedere ciò che era giusto e a giudicare rettamente.
Non avete, per caso, già incontrato degli uomini così?
Qualche pezzo di specchio era così grosso, che venne usato come vetro da finestra.
I poveretti che guardavano attraverso quelle finestre vedevano solo vicini antipatici, che passavano il tempo a combinare cattiverie.
Quando Dio si accorse di quello che era successo si rattristò.
Decise di aiutarli.
Disse: «Manderò nel mondo mio Figlio. È Lui la mia immagine, il mio specchio. Rispecchia la mia bontà, la mia giustizia, il mio amore. Riflette l’uomo come io l’ho pensato e voluto».
Gesù venne come uno specchio per gli uomini.
Chi si specchiava in Lui, riscopriva la bontà e la bellezza e imparava a distinguerle dall’egoismo e dalla menzogna, dall’ingiustizia e dal disprezzo.
I malati ritrovavano il coraggio di vivere, i disperati riscoprivano la speranza.
Consolava gli afflitti e aiutava gli uomini a vincere la paura della morte.
Molti uomini amavano lo specchio di Dio e seguirono Gesù.
Si sentivano infiammati da Lui.
Altri invece ribollivano di rabbia: decisero di rompere lo specchio di Dio.
Gesù fu ucciso.

Ma ben presto si levò un nuovo possente uragano: lo Spirito Santo.
Sollevò i milioni di frammenti dello specchio di Dio e li soffiò in tutto il mondo.
Chi riceve anche una piccolissima scintilla di questo specchio nei suoi occhi comincia a vedere il mondo e le persone come li vedeva Gesù:
si riflettono negli occhi prima di tutto le cose belle e buone, la giustizia e la generosità, la gioia e la speranza; le cattiverie e le ingiustizie invece appaiono modificabili e vincibili.

Lo ha assicurato Gesù: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro difensore che starà sempre con voi, lo Spirito della verità».


(tratto da “365 Piccole Storie per l’anima”, Vol. 1, pag. 160 – Bruno Ferrero, Elledici)