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2. introduzioni – 4ª DOMENICA DI AVVENTO

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3ª DOMENICA DI AVVENTO
IL TEMPO DELL’ACCOGLIENZA

Nell’ultima domenica di Avvento, la liturgia ci invita a interrogarci su quale sia l’ultimo passo da compiere per accogliere degnamente il Figlio di Dio, nel mondo e in noi.
La risposta sta negli opposti atteggiamenti di Acaz nella prima lettura e di Giuseppe nel vangelo di Matteo. Il primo non si fida del Signore, preferisce tentare di affermare se stesso, confidando nella potenza militare e in amicizie altolocate; il secondo, al contrario, ha il coraggio di mettere da parte i suoi desideri e di porsi a servizio di coloro che ama. Il risultato sarà che il re di Giuda perderà tutto il suo regno e verrà privato della sua libertà, mentre il falegname di Betlemme guadagnerà la salvezza per lui e per tutta l’umanità.

PRIMA LETTURA
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio.
Acaz, re di Giuda, rifiuta di seguire il consiglio di Isaia di rivolgersi al Signore e preferisce confidare nell’appoggio militare dell’Assiria. Ciò di cui non si rende conto è che così facendo sta voltando le spalle all’unica potenza che ami davvero Israele, perdendo la sua libertà e quella del suo popolo.

SALMO RESPONSORIALE           Dal Salmo 23 (24)
I requisiti che il fedele deve possedere per poter salire al tempio di Gerusalemme sono gli stessi che permettono di stare alla presenza di Dio.

SECONDA LETTURA
Gesù Cristo, dal seme di Davide, Figlio di Dio.
Pochi esempi di collaborazione e fiducia in Dio sono grandi come quello dell’apostolo Paolo. Egli rimarrà sempre fedele al suo ministero e alla missione affidatagli da Dio di annunciare il Vangelo. In questo brano Paolo si presenta alla comunità dei cristiani di Roma e riassume il suo mandato.

VANGELO
Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, della stirpe di Davide.
In una situazione non facile, Giuseppe non comprende ciò che sta accadendo. Tuttavia egli rimane fedele alla legge d’amore, cercando il modo di non fare del male a Maria. È su questa fedeltà che Dio fa leva per allargare le vedute di Giuseppe e per renderlo capace di agire con coraggio e intelligenza anche di fronte al crollo delle sue certezze.