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2. introduzioni – 33ª DOMENICA T.O.

1 3 N O V E M B R E
33ª DOMENICA T.O.
(Giornata nazionale del ringraziamento)
FEDELI AL REGNO E ALLA STORIA

La scorsa domenica abbiamo ascoltato come la fedeltà di Dio non venga mai meno. Oggi la liturgia ci invita a riflettere sulla fedeltà dell’uomo, la nostra fedeltà, la quale a volte viene invece meno.
La misericordia del Padre si è manifestata nella storia in Gesù Cristo, ma la sua venuta non ha rappresentato la fine della storia. Il cammino dell’uomo continua nell’oggi, un oggi in cui anche noi siamo chiamati a scegliere tra inseguire ciò che è superfluo o lavorare con perseveranza e tranquillità per il giorno del Signore.

PRIMA LETTURA
Sorgerà per voi il sole di giustizia.
Il profeta Malachia assicura che Dio non rimarrà indifferente all’ingiustizia che si perpetra nel mondo e che la miseria dei malvagi verrà smascherata.

SALMO RESPONSORIALE         Dal Salmo 97 (98)
Tutto il creato è invitato a lodare la grandezza di Dio. Egli è l’unico Signore capace di far incontrare giustizia e misericordia.
Rit. Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde; con le trombe e al suono del corno acclamate davanti al re, il Signore.
Risuoni il mare e quanto racchiude, il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani, esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra.
Giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine.

SECONDA LETTURA
Chi non vuole lavorare, neppure mangi.
Paolo ammonisce alcuni membri della comunità di Tessalonica che, adducendo come scusa la vicinanza del giorno del giudizio, vivevano smodatamente e restavano in ozio. L’apostolo si propone come esempio di vita cristiana e esorta i fratelli a praticare già nell’oggi la giustizia del Regno.

VANGELO
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
Gesù detta condizioni chiare per chi voglia essere suo discepolo. La vita che propone non è facile: richiede costanza, coraggio e discernimento. La fedeltà alla sua Parola è però l’unica via che permetta di sperare anche dopo l’inevitabile distruzione di ogni tempio, compreso quello del nostro corpo.