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2. introduzioni – 27 OTTOBRE XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

27 OTTOBRE

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

SEGUIVA GESÙ LUNGO LA STRADA

Il cieco chiede e riacquista la vista. Il suo modo di ringraziare Gesù è diventare suo discepolo, seguendolo sulla strada che porta alla passione. Anche noi abbiamo ricevuto tanti doni dal Signore, altri ne chiediamo, ma tante volte il nostro modo di ringraziare si ferma a qualche veloce preghiera. L’Eucaristia è il ringraziamento più ricco e profondo, perché nella comunione con Cristo e i fratelli ci dispone a vivere da discepoli in ogni circostanza della vita.

PRIMA LETTURA

Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo.
Geremia è noto per gli annunci di sventura per il popolo di Israele, ma il suo libro ha anche dei capitoli detti della «consolazione» (30-33). Il profeta annuncia l’intervento di salvezza di Dio che ricondurrà dall’esilio il «resto di Israele», composto da persone che da sole non potrebbero realizzare il secondo Esodo, ma per un dono del Signore saranno proprio loro a costituire il nucleo dell’Israele rinnovato.

SALMO RESPONSORIALE                

Salmo 125 (126)

Il salmista canta il ritorno dall’esilio e lo paragona al raccolto: gli esiliati sono partiti nel pianto, ma il ritorno avviene nella gioia più piena, come quella del mietitore che, dopo aver seminato nel pianto, raccoglie il grano maturo.

 

SECONDA LETTURA

Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek.
Ai cristiani nostalgici delle «cerimonie» del tempio, questo brano ricorda che Gesù è il vero ed eterno sommo sacerdote, molto superiore ai sommi sacerdoti del Primo Testamento. Essi lo erano per discendenza da Aronne, Gesù lo è «secondo l’ordine di Melchisedek». Il re di Salem, al tempo di Abramo, compare nella Genesi senza genealogia. Ciò significa che Cristo non ha ricevuto il sacerdozio per discendenza di sangue, ma direttamente da Dio.

VANGELO

Rabbunì, che io veda di nuovo!
Marco conclude la sezione dedicata alle istruzioni morali fatte ai discepoli con la guarigione di un cieco, Bartimeo. Non è semplicemente un fatto, ma un itinerario simbolico di natura battesimale. Il cieco rappresenta il discepolo, ancora incapace di vedere e di percorrere la via del Signore e ostacolato da abitudini e persone. Grida il suo desiderio di vedere, il Signore lo chiama attraverso intermediari e gli ridona la vista. Ora Bartimeo diventa vero discepolo e segue Gesù verso Gerusalemme, cioè, verso la passione.