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10. Anche Noi Vogliamo Capire – XIV C, 7/7/19

Per aiutare i nostri piccoli a vivere meglio la Liturgia della Parola

PRIMA LETTURA (Is 66,10-14c)
Il popolo eletto è in esilio a Babilonia, e molti sono sfiduciati. Il Profeta però invita tutti coloro che credono nella fedeltà di Dio a rinnovare la loro fiducia, perché le promesse del Signore saranno mantenute e Gerusalemme tornerà ad essere una madre premurosa, grazie alla benedizione del Signore.

* Capire le parole
Lutto. L’esilio del popolo in terra straniera è vissuto come una terribile morte.
Farò scorrere. L’annuncio di una situazione totalmente nuova e persino migliore della libertà precedentemente vissuta, serve a infondere coraggio e speranza nel popolo esiliato. Dio mantiene sempre le sue promesse.


SECONDA LETTURA (Gal 5,1.13-18)
Paolo giunge alla conclusione della sua lettera. Ha fiducia che i Galati sapranno rispondere bene, rinnovando la loro fede in Cristo. Ai Galatoi offre la testimonianza di un vero discepolo, che porta nella sua carne i segni visibili dell’adesione piena e totale al Signore Gesù.

* Capire le parole
Vanto. L’atteggiamento di vanità è tipico di chi si inorgoglisce della propria bravura, capacità o bellezza. Ma tutto in questo mondo è destinato a sfiorire. Solo chi si vanta della propria fede in Gesù, come san Paolo, ha tra le mani qualcosa di prezioso che non tramonterà e non lo deluderà mai.
Nessuno mi procuri fastidi. Qualcuno aveva provato a mettere in dubbio l’autenticità della sua predicazione. Paolo si appella alle sue sofferenze vissute a causa del Vangelo.


VANGELO (Lc 9,51-62)
Luca scrive ai fedeli che devono confrontarsi con coloro che provengono dall’ebraismo, i quali devono accettare l’annuncio del Regno ai pagani. Tutti i popoli sono ammessi alla salvezza. Troviamo qui un incoraggiamento per continuare nella missione anche di fronte alle opposizioni, ai rifiuti o alla scarsità dei risultati.

* Capire le parole
Pace! Il primo dono di Gesù Risorto agli apostoli è la pace. La serenità dell’animo fiducioso del discepolo di Gesù apre la strada agli altri doni divini.
Non vi accoglieranno. Gesù non promette che tutto andrà bene. C’è pur sempre la libera scelta e adesione di coloro ai quali si porterà il Vangelo.
Rallegratevi piuttosto… Il discepolo non deve inorgoglirsi per l’eventuale verificarsi di fenomeni eccezionali connessi alla potenza di Dio, quanto gioire, rallegrarsi e confidare nella salvezza che Dio gli dona.


PER RIASSUMERE… Il Signore manda i suoi discepoli nel mondo ad annunciare il Regno di Dio. Il primo dono che portano è la pace. Anzitutto essi sono figli della pace, perché l’hanno ricevuta e la portano agli altri. Chi accoglie questo dono diventa figlio della pace, perché accetta di gustarla nella propria vita e a sua volta può portarla ai fratelli che incontra.


Le parole da capire sono curate dall’autore del sito liturgico; le parti in corsivo sono un libero adattamento da “Messale delle Domeniche e feste 2019 – LDC”

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1. Letture – XIII C, 30 giu ’19

PRIMA LETTURA
Eliseo si alzò e seguì Elìa.

Dal primo libro dei Re 19,16b.19-21

In quei giorni, il Signore disse a Elìa: «Ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto».
Partito di lì, Elìa trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elìa, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello.
Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elìa, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elìa disse: «Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te».
Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elìa, entrando al suo servizio.
Parola di Dio.


SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 15(16)

R. Sei tu, Signore, l’unico mio bene.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.


SECONDA LETTURA
Siete stati chiamati alla libertà.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati 5,1.13-18

Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.
Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!
Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge.
Parola di Dio.


CANTO AL VANGELO (1 Sam 3,9; Gv 6,68c)

Alleluia, alleluia.
Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta:
tu hai parole di vita eterna.
Alleluia.


VANGELO
Prese la ferma decisione di mettersi in cammino
verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.

Dal Vangelo secondo Luca 9,51-62

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
Parola del Signore


(tratto da: Nuovo Messale della comunità, Domeniche e feste – Elledici 2008)

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2. Esegesi – XIII C, 30 giu ’19

NESSUNO SI VOLGE INDIETRO

1 Re 19,16b.19-21 – Lasciò i buoi e corse dietro a Elia
Galati 5,1.13-18 – Cristo ci ha liberati per la libertà
Luca 9,51-62 – Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli i loro nidi

Risposte libere
La prima lettura ci parla della chiamata di Eliseo. Elia lo trova intento ai lavori dei campi. Mettendogli addosso il suo mantello, quel grande profeta gli fa capire: «lascia la tua casa e vieni con me». Eliseo dà il suo generoso sì, ma chiede ad Elia il tempo di salutare suo padre, festeggiare l’avvenimento e condividere con la sua gente la gioia di poter servire Dio accanto a un suo grande profeta. Eliseo, da figlio del padrone, diventa servo di Elia, indomito portavoce di Dio presso umili e potenti. La pagina di Paolo si ferma sul tema della libertà come dono che Cristo Gesù fa a chi, con la fede, si apre a Lui come salvatore, amico, maestro, fonte di uno Spirito nuovo. «Cristo ci ha liberati» (v. 1) dal peso della vecchia Legge e di qualsiasi legge. Al posto di tutte queste cose sta Lui, il suo amore, il suo Spirito. E chi condivide un amore come il suo, chi cerca di restare in comunione con questo tipo di amore, non ha bisogno di avere leggi, istituzioni e autorità che lo indirizzino. Le leggi e le parole potranno aiutarlo in modo relativo. Cristo è fonte di libertà, di quella libertà di amare che ci mette a servizio degli altri, anche quando questi non ci piacciono, o non ci interessano. Cristo Gesù può diventare fonte di una realtà che al posto dei rapporti limitati al diritto-dovere, sostituisce il calore della fraternità.

Liberi da sogni di gloria
Il Vangelo ci riporta a un momento decisivo per la vita di Gesù. Decide di lasciare le contrade della Galilea per dirigersi verso Gerusalemme, «esodo» che l’umanità è chiamata a percorrere dietro a Gesù verso la salvezza di Dio. Si fa precedere dai discepoli entusiasti, ma i risultati non sono lusinghieri. Così anche i discepoli devono imparare che la loro missione deve essere diversa dai sogni di gloria e di fuoco. Lungo il viaggio Gesù ottiene anche adesioni entusiastiche, ma le risposte di Gesù vanno nella linea della concretezza e non dell’emotività. E davanti a quelli che per rispondere alla sua chiamata antepongono le normali esigenze di un saluto a quelli di casa, la sua chiamata è superiore a tutta la nostra libertà. La causa del Regno vuole essere in cima alle altre pur giuste preoccupazioni.

Su una strada con insidie
L’insegnamento di Gesù ai suoi discepoli diventa un «cammino». Il cammino fondamentale verso Gerusalemme. Il viaggio non è solo e tanto un viaggio nello spazio, quanto un viaggio nel tempo, verso quell’essere «tolto dal mondo» che dice insieme la fine della vita terrena e l’ingresso nella vita eterna. Con questa ipotesi di lettura, mi sembra ancora più interessante l’opposizione di Gesù alla proposta punitiva che Giovanni e Giacomo gli fanno: «scenda un fuoco dal cielo e li consumi»(2Re 1,10.12). Questo non è il tempo di questo tipo di giudizio, che peraltro è tutto e solo nelle mani di Dio stesso, ma è il tempo in cui il giudizio avviene già con l’annuncio e la testimonianza del Vangelo. La sequela di Gesù non dà sicurezze. Abbiamo delle certezze, la certezza di un Dio che è Padre e non lascia mai soli i suoi figli, di Cristo Gesù che come mendicante di amore cammina per le strade battute dall’umanità in continua ricerca. Queste certezze però, non tolgono il rischio di seguirlo. Dio è una proposta di amore che attende una risposta di amore ed è proprio dell’amore essere liberi dalle sicurezze che incatenano e ci fanno continuamente cercare protezioni. Seguire Gesù non significa essere cristiani che vogliono sistemare ogni cosa, mettersi a posto con tutto, anche con la coscienza di aver fatto tutto, e tutto secondo la legge.

In un mondo aperto al Regno
Nel nostro brano sono tre le indicazioni date da Gesù per la vita dei discepoli. La prima la ascoltiamo mentre «andavano per la strada» (v. 57). Una persona dichiara al Signore la sua volontà di seguirlo «dovunque tu vada». La risposta del Signore: non avere nemmeno i nidi e le tane che anche le creature animali hanno, fa pensare a un cammino senza fine, dove non si è mai arrivati. Nelle altre due affermazioni di Gesù al v. 60 e al v. 62 si ricorda che l’orizzonte nel quale si svolge la vita nuova in Gesù è «il regno di Dio». In tale Regno non ci sono più i morti, perché utti vivono la vita di Dio. E, secondo il v. 62, tutto il mondo è la nostra casa, e tutta l’umanità è la nostra famiglia di figli e di figlie di Dio.


PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO
– Nel tuo stare in comunità quanto conta la simpatia e quanto la voglia di bene?
– Come valuti la prudenza di Cristo Gesù verso i discepoli?


IN FAMIGLIA
Ognuno prova a dire che cosa fa per seguire Cristo Gesù.
Insieme si esaminano le diverse proposte, si attutiscono gli entusiasmi eccessivi, si rilanciano le scelte deboli, si accolgono con gratitudine gli impegni concreti.


(tratto da: R. Paganelli – Vivere la domenica aprendoci alla Parola, anno C – Elledici 2015)

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3. Annunciare la Parola – XIII C, 30 giu ’19

• 1 Re 19,16b.19-21 – Eliseo si alzò e seguì Elia.
• Dal Salmo 15 – Rit.: Sei tu, Signore, il mio unico bene.
• Gal 5,1.13-18 – Siete stati chiamati alla libertà.
• Canto al Vangelo – Alleluia, alleluia. Io sono la luce del mondo, dice il Signore; chi segue me avrà la luce della vita. Alleluia.
• Lc 9,51-62 – Si diresse decisamente verso Gerusalemme. Ti seguirò dovunque tu vada.

PER COMPRENDERE LA PAROLA

La chiamata di Dio è radicale, il cammino su cui Dio ci invita a seguirlo è senza ritorno (parallelo fra la terza vocazione del Vangelo e il comportamento di Eliseo).

PRIMA LETTURA
È un racconto insieme chiaro e strano, nel quale i discepoli del profeta sottolineano la filiazione spirituale e insieme la somiglianza del loro maestro con Elia.
Solamente Dio chiama un uomo al suo servizio, Elia non ne è che il portavoce. Egli sa che il tempo del suo ministero è finito e deve passar la mano al suo successore. C’è una continuità nella tradizione profetica.
Eliseo è chiamato nel luogo dove si trova, dove lavora. La chiamata di Dio esige una risposta. Eliseo può ancora prender congedo dalla famiglia. Nel Nuovo Testamento la chiamata di Dio è più urgente ed esige risposta immediata (Vangelo: cf Mt 8,18-22).
Col suo gesto, Elia associa Eliseo alla propria missione: il mantello è il segno distintivo del profeta. Non si tratta d’un mantello regale, ma probabilmente d’un mantello fatto di pelle di capra o di pecora, o tessuto con peli di cammello (come quello di Giovanni Battista: Mc 1,6).
Tutto sottolinea la determinazione di Eliseo: il desiderio di salutare i suoi, il modo in cui “taglia i ponti”: brucia gli attrezzi e cuoce i buoi (il simbolismo del gesto è sottolineato a scapito del realismo: è difficile cuocere due buoi con la legna del giogo e del timone).

SALMO
Preghiera fiduciosa di un uomo attaccatissimo al Signore (un levita o una persona pia). “Mi indicherai il sentiero della vita”. Preghiera del Cristo risorto: “Non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione”. (Cf At 2,31: ruolo del salmo nella predicazione di Pietro). Un salmo della liturgia delle ordinazioni. Si potrebbero usare anche altri versetti.

SECONDA LETTURA
Conclusione morale d’un insegnamento teologico capitale sulla giustificazione.
I Galati potrebbero ingannarsi sulla libertà. I giudaizzanti, per motivi non molto puri, predicavano il ritorno alla Legge, all’antica schiavitù (At 15,10).
La libertà per Paolo è: quella di Cristo: egli ci ha liberati perché siamo liberi; un dono dello Spirito; un affrancamento dalle catene dell’“antico giogo”; si manifesta nell’amore fraterno. Nella carità la legge raggiunge la perfezione (Rm 13,9); comporta un pericolo: diventare un pretesto per soddisfare l’egoismo.
Si noti la traduzione sfumata e insieme precisa di “sarx” (carne): egoismo, tendenze egoistiche, desideri della carne.

VANGELO
– Nella prima parte (4,1–9,50), Gesù ha scelto i suoi apostoli, ai quali poi s’è fatto conoscere con l’insegnamento e i miracoli. Un giorno, Pietro è in grado di esprimere la fede nascente dei Dodici: “Tu sei il Cristo (Messia) di Dio” (9,20). Confessione di fede che esigerà ancora una lunga purificazione.
Allora Gesù comincia la salita verso Gerusalemme, al termine della quale ci sarà la croce e la risurrezione, ultima tappa della rivelazione ai suoi. Itinerario inquadrato tra due versetti: “Egli si diresse decisamente verso Gerusalemme” (9,51) e: “Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme” (19,28). In Luca, questo itinerario spirituale (senza indicazione di luoghi) è segnato all’inizio da due episodi.
– Il passaggio fra i Samaritani
Il rifiuto di accoglierlo non deve sorprendere. I Samaritani sono pieni di risentimento verso i Giudei.
I discepoli troverebbero normale che Gesù, nuovo Elia, mandasse su di loro il fuoco dal cielo (1 Re 18,30-40). Ma Gesù non è venuto a portare la vendetta del cielo, bensì l’accoglienza. I Samaritani gli danno l’occasione di manifestarla (cf Gv 4; Lc 17,11-19; At 8).
– Alcune vocazioni
Cristo sale a Gerusalemme: coloro che vogliono seguirlo devono tenerlo presente, conformemente alle direttive date in precedenza (Lc 8,23-25).
– Tre brevi dialoghi sottolineano il carattere radicale della condizione del discepolo. Ragioni umanamente senz’altro valide per ritardare momentaneamente la risposta del discepolo non vengono prese in considerazione da Cristo. Il Regno di Dio è una priorità assoluta. È arrivato il tempo di un’urgenza immediata. La terza vocazione è propria di Luca. Ricorda quella di Eliseo (1ª lettura) e forse serve a introdurre la missione dei settantadue.
– Le parole di Cristo trovano la luce chiarificatrice nella risurrezione: il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo; lascia che i morti seppelliscano i loro morti; non voltarti indietro. Con la risurrezione è cominciato un mondo nuovo, che il discepolo ha il dovere di anticipare.


PER ANNUNCIARE LA PAROLA (piste di omelia)

Seguire Cristo
– Non lo segue chi vuole.
Nei capitoli precedenti abbiamo visto Cristo scegliere i Dodici, rivelarsi loro e farsi riconoscere come Messia. Alcune persone si offrono per seguirlo. Senza scoraggiarle, mette precise condizioni. Non bastano le idee generose. Ci vuole una chiamata profonda e personale, perché si tratta dell’opera del Signore e quindi è lui che sceglie.
– La vocazione è una chiamata che non ci si aspetta e che sconcerta.
Eliseo lavorava (1ª lettura). Due dei tre discepoli non immaginano la strada che dovranno seguire. Il terzo mette delle condizioni che Cristo non accetta.
– È una chiamata che ci raggiunge nelle occupazioni quotidiane, come Mosè, Davide, Amos (Es 3,1; 1 Sam 16,11; Am 7,14), vicini ai loro greggi; Gedeone (Gdc 6,11) al lavoro nei campi; Samuele (1 Sam 3,1) mentre dorme; Saul (1 Sam 11,5) al ritorno dai campi; Maria (Lc 1,28) in casa sua; Simone e Andrea (Mc 1,16) a pesca; Matteo (Mt 9,9) al tavolo delle imposte… Così pure Eliseo e quelli di cui parla il Vangelo.
– È una chiamata che esige decisione: “Gesù si diresse decisamente verso Gerusalemme” (Vangelo). Alla lettera: “indurì il suo volto”, “strinse i denti”.
Rottura: “Non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù… La libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne” (2ª lettura); Eliseo brucia il suo aratro e sacrifica i suoi buoi (1ª lettura); gli abitanti (Vangelo) se ne vanno “tristi” come il giovane ricco (Mt 19,22).
Rinuncia: alle sicurezze materiali per ottenere la libertà dello spirito (Vangelo: 1° discepolo e 2ª lettura); a tutto ciò che è morto per far posto alla vita e all’avvenire (Vangelo: 2° discepolo); a ogni ritorno al passato per accogliere la novità e l’inatteso (Vangelo: 3° discepolo).
– È una chiamata che porta la gioia. Colui che vi risponde trova la gioia: si affida interamente al Signore: “Mia parte di eredità” (Salmo); non ha niente da temere: “Egli sta alla mia destra, non posso vacillare” (Salmo); si consacra a un compito che gli riempie la vita: “Tu va’ e annunzia il regno di Dio” (Vangelo).

Per essere libero, lasciarsi guidare dallo Spirito
“I desideri egoistici della carne” (carne = vedute e forze umane) ci danno tranquillità, e noi ci giustifichiamo “giudaizzando”, mettendoci al riparo dietro il legalismo, le usanze, la natura.
“La carne ha desideri contrari allo Spirito” (2ª lettura). Le rivalità fra persone, razze o poteri accentuano i nostri riflessi di difesa: “Ci si morde” (2ª lettura), si invoca “il fuoco dal cielo” (Vangelo); anche oggi si moltiplicano le crociate, le inquisizioni, i ghetti. Persino nella Chiesa permane la tendenza a trattare i fedeli come minorenni e a moltiplicare le prescrizioni disciplinari… Lo Spirito rispetta la libertà ed elimina le opacità della “carne” soltanto col nostro concorso. Eliseo chiede una dilazione prima di sacrificare tutto (1ª lettura). I Samaritani rifiutano la visita dello Spirito e sembra che i tre discepoli non facciano il passo decisivo (Vangelo).
Il Vangelo non è una legge rigida, ma un invito all’apertura, un invito alla verità (Colletta). Vivere sotto la guida dello Spirito vuol dire andare incontro a coloro che non chiedono. Aprirsi agli altri come Gesù che va da un villaggio all’altro, persino fra i Samaritani; come la Chiesa degli apostoli che va tra i non Giudei e i pagani. Mettersi al servizio degli altri, ma senza fare pressione: “Sai bene che cosa ho fatto di te” (1ª lettura).
Il Vangelo, comunque, pur rispettando la libertà, spinge le sue esigenze all’estremo: “Nessuno che si volge indietro è adatto per il regno di Dio”. Tornare indietro vorrebbe dire rifarsi al giudaismo, alla circoncisione, al legalismo (2ª lettura) e cioè ritornare in un mondo chiuso.
“L’immenso progresso morale dovuto al Vangelo proviene dalle sue esagerazioni” (Renan).


(tratto da: M. Gobbin, Omelie per un anno – vol. 2, anno C, tempo ordinario – Elledici 2003)

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4. Parola da Vivere – XIII C, 30 giu ’19

NESSUNO SI VOLGE INDIETRO

È importante che sentiamo il bisogno di vedere sempre ogni «regola», ogni impegno morale, alla luce della rivelazione del Signore. Altrimenti ci si espone al pericolo di guardare alle parole che riceviamo dal Signore come imperativi ardui, o addirittura duri, quasi disumani, e quindi difficili da accogliere. Il Signore, chiamandoci, vuole scoperchiare tutte quelle tombe che ci portiamo dentro perché nasca ed esca l’amore suo in noi.


(tratto da R. Paganelli – Vivere la domenica aprendoci alla Parola, anno C, Elledici 2015)

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5. Preghiere dei Fedeli – XIII C, 30 giu ’19

Le condizioni per seguire Cristo

Celebrante. Il Signore ha voluto aver bisogno di noi uomini per la diffusione del Vangelo. Ora nella Preghiera dei fedeli gli chiediamo che ci renda capaci di rispondere alla sua chiamata, vivendo nel mondo da veri cristiani.

Lettore. Preghiamo insieme e diciamo: Donaci, Padre, la gioia di lavorare per il tuo Regno.

1. Preghiamo la santa Chiesa di Dio. Al Papa, ai vescovi e ai sacerdoti è stato affidato in modo speciale il servizio pastorale del Popolo di Dio.
Perché amino i loro fratelli con il cuore di Cristo, e siano disposti a spendere per loro tutte le forze e la stessa vita, preghiamo.

2. Per i missionari, che sono chiamati a essere «sale della terra» e «luce del mondo» là dove sorgono le nuove chiese e Cristo non è ancora conosciuto.
Perché agli occhi dei non credenti essi diventino l’incarnazione credibile della parola di Dio, e come pagine viventi di Vangelo, preghiamo.

3. Per i cristiani ortodossi e i protestanti, nostri «fratelli separati» ma pur sempre uniti a noi nell’annuncio di Cristo al mondo.
Perché l’approfondimento in comune dell’unica parola di Dio aiuti tutte le Chiese cristiane a ritrovare l’unità per la quale il Signore Gesù ha pregato e offerto la vita, preghiamo.

4. Per coloro che non riescono a uscire dal loro egoismo, e nella vita sono unicamente occupati a procacciarsi il loro tornaconto.
Perché scoprano il valore dell’apertura ai propri fratelli, e la gioia dell’impegno solidale in mezzo agli altri, preghiamo.

5. Per la nostra comunità. La parrocchia, e le nostre famiglie che la compongono, sono i luoghi dell’educazione alla fede e della crescita nella carità.
Perché noi tutti sappiamo liberarci dai condizionamenti dell’egoismo, e rispondere alla missione che ci affida il Signore, con la testimonianza coraggiosa della vita cristiana, preghiamo.

Celebrante. O Padre, tu oggi ci chiami a seguire il tuo Figlio Gesù, e ci affidi il compito di testimoniarlo nel mondo. Dove c’è l’errore fa’ che sappiamo portare la verità, dove è l’egoismo subentri la nostra carità. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.


(tratto da: E. Bianco, Preghiera dei fedeli, proposte per le domeniche e feste degli anni A-B-C – Elledici 2002)

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7. Aforismi – XIII C, 30 giu ’19

Raccolta di aforismi o testi utili per la riflessione o l’approfondimento

«SEGUIMI». CIOÈ?

– Siamo tutti chiamati, ma non nello stesso modo. Georges Bernanos
– Vocazione: un mistero gaudioso. Anastasio Ballestrero
– La vita intera di un uomo dipende da due o tre sì o no, pronunciati tra i sedici e venti anni. Louis Baunard
– Mai servire un signore che possa morire! San Francesco Borgia (di fronte al feretro della regina Isabella: episodio all’origine della sua vocazione)
– Prima di scegliere Dio, si è scelti da Dio. Giovanni Battista La Salle
– La persona è vocazione, cioè un progetto dinamico in permanente sviluppo, pensato da Qualcuno che lo ha visto in armonia con tutti gli altri progetti, in un piano d’insieme. Emmanuel Mounier
– La mia vocazione è l’amore. Santa Teresa di Lisieux
– Dov’è Cristo, là è la vita, là è il regno. Sant’Ambrogio
– Per tanti cristiani il cristianesimo è un’attività domenicale senza rapporto col lunedì. Martin Luther King
– Covate la vita, perchè essa loda Dio. Patrice de La Tour du Pin
– La nostra religione è così vera, mentre il nostro modo di praticarla la fa apparire così falsa! Bruce Marshall
– Dio ha scelto l’intimo del mio cuore per abitarvi personalmente, e per fare di me il suo tempio. John H. Newman
– Grazie, Signore, per avermi invitato alla festa di questo mondo. Pino Pellegrino
– Se vuoi rinnovare la tua giovinezza, considera Gesù Cristo tuo contemporaneo. Tonino Bello
– La cosa più importante nella vita è Gesù Cristo. Egli deve venire prima della famiglia, degli affari e delle ambizioni. Jimmy Carter (presidente Usa)
– Cristo è il modello da copiare, non l’eroe da archiviare. Soeren Kierkegaard
– Chi vuol altro che Cristo, non sa quel che vuole. San Filippo Neri
– La chiave è Gesù, e Gesù è la porta. Charles Péguy
– Il giorno in cui tu non brucerai d’amore per il Cristo, molti moriranno per il freddo. François Mauriac
– Udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò, e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!». Isaia (6,8)
– Se Cristo ti chiama, non troverai mai riposo. Charles Péguy


(tratto da: E. Bianco, All’altare di Dio – Anno C – Elledici 2009)

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8. Canto Liturgico – XIII C, 30 giu ’19

Ecco a voi questa settimana un canto che può essere collocato alla COMUNIONE.

CRISTO, UOMO NUOVO – B. Facciotti
(Nella Casa del Padre, n. 548 – Elledici)

Rit. Cristo nostra Pasqua, è per sempre vivo,
è per noi la vita, alleluia.
Nasce l’uomo nuovo fatto come Cristo,
nasce a vita nuova, alleluia.

1. E quando questo corpo mio sarà distrutto,
diventerà frumento di salvezza,
maturerà nel sole dell’amore,
trasformerà la morte in nuova vita.

2. Cercate senza fine la bellezza di quel volto
trasfigurato in luce dal dolore
e di virtù vestite l’uomo nuovo,
a immagine creato dall’Eterno.

3. Andiamo verso Cristo
che ci aspetta alla sua mensa,
lavati dentro al sangue dell’Agnello
la morte `e stata vinta dalla vita,
corriamo incontro a Cristo, nostro sposo.

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9. Narrazione – XIII C, 30 giu ’19

MORTO O VIVO?
Un giorno d’estate, il nipotino di un famoso scienziato, si presentò al nonno.
Nella mano, che teneva nascosta dietro la schiena, il ragazzino stringeva un uccellino che aveva preso nella voliera del giardino.
Con gli occhi sprizzanti di maliziosa furbizia chiese al nonno: «Il canarino che ho nella mia mano è morto o vivo?».
«Morto», rispose il saggio.
Il ragazzo aprì la mano e ridendo lasciò scappare l’uccellino che prese immediatamente il volo.
«Hai sbagliato!» rise.
Se il nonno avesse risposto: «Vivo», il ragazzo avrebbe stretto il pugno e soffocato l’uccellino.
Il saggio guardò il nipotino e disse: «Vedi, la risposta era nella tua mano!».

La morte o la vita eterna sono nelle nostre mani. Anche le scelte più piccole e semplici che oggi farai determineranno il tuo destino eterno.


(tratto da “365 Piccole Storie per l’anima”, Vol. 1, pag. 155 – Bruno Ferrero, Elledici)