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4. Parola da Vivere – 7 novembre 2021

7 novembre
32ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
La generosità di due vedove

COMMENTO

Gesù è alla fine, dà le ultime istruzioni ai discepoli e denuncia duramente le ipocrisie e le ingiustizie di cui è impregnato l’apparato religioso e sociale.
Gli scribi erano gli esperti della Legge e quindi gli avvocati del tempo di Gesù. La fotografia che egli ne fa è dura, ma molto viva, li rappresenta in azione e noi possiamo riuscire a vederli a passeggio non solo a Gerusalemme ma anche nelle nostre strade. L’ingiustizia più grande è frutto della loro cupidigia (che per la Bibbia è idolatria) che li spinge ad arricchirsi, derubando e frodando i più piccoli e i più deboli, quelli per i quali nessuno alza la voce o si compromette per difenderli, quelli per i quali Dio molte volte ha alzato la voce attraverso i profeti. Tutto ciò è ammantato di religiosità falsa e ipocrita, finalizzata all’apparire, per acquistare credito e potere sul popolo. Per questo l’apparizione della vedova, che getta nel tesoro le sue uniche due monetine, è fortemente stridente e rimane scolpita nella memoria di chi legge il Vangelo.
C’erano tredici cassette delle offerte nel tempio di Gerusalemme, ognuna con una destinazione diversa, ed erano a forma di tromba, così che il rumore delle monete versate veniva amplificato. Non andiamo lontano dalla realtà, se vediamo i ricchi versare le monete nella cassetta in modo da farle risuonare, mentre si guardano attorno, per verificare quanta attenzione hanno attirato su di sé. La vedova povera, quasi vergognandosi, lascia le sue monetine e si allontana furtiva, per non farsi notare.
Però il Signore vede non solo le monetine, ma soprattutto la fede immensa della donna che si affida totalmente al suo Dio, e non perde l’occasione per istruire i suoi amici su come la pensa Dio sulle offerte fatte al tempio: i ricchi hanno dato monete al tempio per se stessi, la vedova ha messo nelle mani di Dio tutta la propria vita. Nota non secondaria: questa donna compare e scompare in pochi secondi nel Vangelo, ma, senza aver ascoltato il Maestro, senza essere discepola, senza dialogo con il Signore, è presentata da lui come modello di fede, generosità, umiltà, religiosità autentica, perché lei ha messo in pratica ciò che egli aveva già insegnato.
Il tema delle offerte è caldo in tutte le comunità. Insieme al dovere dei fedeli di contribuire, secondo le loro possibilità e secondo la loro generosità, alle necessità della Chiesa e dei poveri, c’è la responsabilità di chi gestisce le offerte di rendere conto alla comunità della loro destinazione e del loro uso effettivo. Ma la dimensione spirituale delle offerte è primaria: a Dio non si offrono cose ma se stessi nell’impegno di vita autenticamente cristiana.
Infine, sembra che il Signore oggi ci dica: «Guardatevi dai politici, dagli amministratori, dai manager, dai preti in carriera, che amano apparire in TV e dappertutto, vestiti splendidamente oppure in modo falsamente “democratico”, avere degli stipendi da nababbi e innumerevoli privilegi, sedere ai primi posti nello stadio e in chiesa. Divorano le tasse dei cittadini più bersagliati dal fisco, mettendo sotto i piedi le loro necessità e diritti, parlano per ingannare i semplici e citano il Vangelo, senza viverlo, per farsi ammirare e acquistare credito. Mio Padre vede, sa e a tempo opportuno darà lui lo “stipendio” che ciascuno avrà meritato».

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. «Ha dato tutto». Entriamo in crisi: cosa vuol dire «dare tutto»? «Tutto» cosa? Se pensiamo solo al denaro, non capiamo, ci sentiamo in difetto e non sappiamo cosa fare. Se pensiamo alla fede e alla carità allora capiamo che Gesù ci presenta la vedova non come modello irraggiungibile, ma come icona di chi si fida talmente di lui da non avere mai paura di essere abbandonato, in qualunque situazione.
  2. Una vedova povera, insignificante per i grandi, che attira l’ammirazione di Gesù. Già, perché lui guarda il cuore, sa vedere la bellezza e la ricchezza interiore. Sappiamo che il Signore vede anche il nostro cuore, ci ama così come siamo, anche con le nostre debolezze, ma non vuole che rimaniamo come siamo e per questo ci offre gratuitamente e con tenerezza tutto ciò di cui abbiamo bisogno, per crescere nella fede e nell’amore.
  3. Voler apparire senza essere. La vanità e la sete di potere, che generano l’ipocrisia, sono sempre in agguato. E, se non stiamo attenti, si insediano nel nostro cuore senza che ce ne accorgiamo; il nostro viso allora diventa una maschera, che non ci togliamo neanche davanti allo specchio della parola di Dio.
  4. Signore Gesù, siamo così concentrati su noi stessi che non sappiamo vedere gli altri. Donaci occhi buoni, almeno un po’ come i tuoi, perché sappiamo vedere e ammirare tutto il bene che c’è nei nostri fratelli, anche in quelli che non conosciamo.

PROPOSTA DI IMPEGNO PER LA SETTIMANA

Offriamo al Signore qualcosa che significhi veramente il dono di noi stessi a lui e ai fratelli.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2018