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3. Annunciare la Parola – 8 dicembre 2020


8 dicembre

IMMACOLATA CONCEZIONE

DELLA BEATA VERGINE MARIA

La prima donna di una nuova umanità

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Ogni giorno il mondo si presenta a noi con il suo carico di problemi e di contraddizioni. E siamo tutti impegnati a uscirne in qualche modo. C’è chi li affronta senza farsi troppi scrupoli, mentre altri soccombono sotto il peso delle cose o dell’arrivismo e della prepotenza di altri.

Il peccato delle origini

È l’eterno conflitto tra bene e male che ci insegue da quando esiste l’uomo. È la lotta tra chi si propone un mondo a misura d’uomo e come lo vorrebbe Dio e chi lo costruisce a misura di se stesso, dei propri obiettivi e delle proprie ambizioni.
Ecco in estrema sintesi quello che chiamiamo peccato originale, quell’eterno dibattersi tra fedeltà e infedeltà a Dio, quella radice negativa che ci troviamo dentro e contro la quale dobbiamo investire l’intera vita.
In ciascuno di noi è annidato questo vecchio Adamo che vuole costruirsi contro Dio, che non si fida di lui, che vuole mettersi al suo posto.
Maria è la nuova Eva, la prima risposta in controtendenza, la donna del sì a Dio senza riserve. Nella prospettiva della sua divina maternità, diventa la pietra miliare della nuova umanità fedele al suo Creatore.
Da parte nostra ci collochiamo sul versante del superamento della nostra situazione di peccato attraverso il battesimo, che ci inserisce nella comunità della Chiesa, tra gente nuova che si propone di vivere come Maria.

 Maria, donna libera

La Vergine Immacolata è modello, aurora di questa nuova umanità, di chi vuol vivere fedele a Dio e ai suoi progetti. Di chi si mette nelle sue mani, disponibile a cercare e a realizzare i sogni che il Creatore ha su ciascuno di noi e sul mondo.
La Vergine Maria è questa donna speciale, che Dio ha voluto senza peccato, in vista della sua straordinaria maternità. È la verità di fede che è stata proclamata da Pio IX nel 1854. Verità di fede – se si vuole – confermata dall’apparizione di Lourdes quattro anni dopo, quando la misteriosa «Signora» ha detto alla povera Bernadette di essere l’«Immacolata Concezione», e lei non conosceva in alcun modo il significato di queste parole.
Maria è la prova che questa vita nuova è possibile, che quando si getta il seme della disponibilità lo si vede crescere, come è avvenuto nel suo grembo verginale che ha cambiato il mondo.
Maria è la donna libera, non condizionata dal male nemmeno per un istante. In Maria si incontrano due libertà, quella di Dio che non si arrende di fronte al rifiuto degli uomini e cerca una nuova collaborazione, un nuovo inizio; e la libertà di Maria, la donna del sì senza riserve.
Maria ha accolto la chiamata di Dio e ha realizzato la propria vocazione alla vita. È una donna riuscita, pienamente realizzata. Ogni donna e ogni uomo possono identificarsi con lei e proporsi di diventare segno di novità nel mondo.
La persona di Maria, come dice papa Francesco, è più importante dei ministeri e di qualsiasi altra forma di servizio nella Chiesa.

Chiamati anche noi come Maria

La lettera ai Filippesi afferma che Dio ha chiamato anche noi per nome sin dall’eternità, e ci vuole «santi e immacolati di fronte a lui», per essere in questo modo coinvolti nella vita di Gesù e nel suo destino di gloria.
Il peccato è visto spesso come una cosa piacevole ma proibita. In realtà la solennità dell’Immacolata ci assicura che il peccato deturpa l’uomo e deforma la sua identità. E il più grande peccato è il rifiuto della nostra vocazione profonda, dei progetti che Dio ha su di noi. Al contrario il metterci nelle mani di Dio dà un senso pieno alla nostra chiamata alla vita.
Siamo nell’Avvento e la Vergine Maria ci accompagna nel nostro cammino verso il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio. Come lei prepariamo il nostro cuore alla venuta di Gesù, ci disponiamo a rispondere di sì quando il Signore in questo tempo di Avvento ci propone un cammino che ci porti verso di lui, a rispondere in modo più pieno alla nostra vocazione cristiana, a donare a chi ancora non la conosce la gioia del vero Natale.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

«Il Signore venne in lei per farsi servo. Il Verbo venne in lei per tacere nel suo seno. Il fulmine venne in lei per non fare rumore alcuno. Il pastore venne in lei ed ecco l’Agnello nato, che sommessamente piange. Poiché il seno di Maria ha capovolto i ruoli: Colui che creò tutte le cose ne è entrato in possesso, ma povero. L’Altissimo venne in lei (Maria), ma vi entrò umile. Lo splendore venne in lei, ma vestito con panni umili. Colui che elargisce tutte le cose conobbe la fame. Colui che abbevera tutti conobbe la sete. Nudo e spogliato uscì da lei, egli che riveste (di bellezza) tutte le cose» (Sant’Efrem).