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3. Annunciare la Parola – 1 marzo 2020

Scarica il file in formato Word DOMENICA 01 marzo 2020 – commento


1 Marzo 2020
I DOMENICA DI QUARESIMA (Domenica della tentazione)

Gesù, il nuovo Adamo

PER RIFLETTERE E MEDITARE
Un Vangelo in miniatura è il racconto di Matteo che presenta Gesù nel deserto sottoposto a quelle tentazioni che dovrà affrontare nell’intera sua vita. Matteo costruisce in modo evidente il parallelismo Adamo-Gesù: il primo uomo cede alla tentazione e rifiuta di obbedire al Creatore, introducendo il peccato nel mondo. Gesù, superando la tentazione, diventa il primo di una nuova generazione di uomini fedeli a Dio.

I quanta giorni di deserto
Nel racconto di Matteo l’esperienza del deserto e delle le tentazioni sono chiaramente una drammatizzazione letteraria delle scelte che Gesù ha dovuto compiere in tutta la sua vita; scelte quindi che Gesù non ha maturato necessariamente in uno spazio di quaranta giorni. Non domandiamoci quindi perché lo Spirito lo ha condotto nel deserto, o come sia stato possibile un digiuno di quaranta giorni e quaranta notti; come non avrebbe senso chiederci chi ha potuto essere testimone del dialogo tra Gesù e Satana… Le tentazioni sono infatti quelle che Gesù ha realmente dovuto affrontare nel corso dell’intera sua vita, fino ai giorni drammatici della sua passione e morte. Gesù sarà un messia che non userà per sé i suoi poteri straordinari; moltiplicherà per le folle il pane e cambierà per gli sposi l’acqua in vino, ma non lo farà per sfamare o dissetare se stesso; non ricercherà la sua gloria e non accetterà di farsi proclamare re dal popolo che gli corre dietro.

Gesù, il nuovo Adamo
Quanto al pagina biblica della creazione dell’uomo e della donna e del loro peccato, nella sua semplicità racconta quella che è l’esperienza di ogni uomo: il non voler riconoscere la sovranità di Dio.
È Paolo che ha la bellissima intuizione di vedere in modo esplicito Gesù come il nuovo Adamo. Dal primo Adamo, dice, è entrato nel mondo il peccato e la ribellione, con Gesù giunge a ogni uomo la salvezza. È curioso che «una leggenda di grande valore simbolico ha immaginato che ai piedi della croce di Cristo fosse sepolto Adamo: il sangue di Cristo dalla croce scendeva sul cranio del padre di tutti gli uomini, purificandolo dal male» (Gianfranco Ravasi).
Adamo è nostro fratello. La sua storia è la nostra storia. La storia umana è un susseguirsi di storie di infedeltà e di pentimento. Anche Davide è stato coinvolto nella esperienza di Adamo. Di lui abbiamo letto il Salmo 50. Di fronte ai propri peccati Davide si pente e chiede perdono. Anche noi riproduciamo nella nostra vita in qualche modo l’esperienza di Adamo e quella di Davide e siamo chiamati a riconoscere il nostro peccato.
Gesù è il nuovo e definitivo Adamo. È l’uomo nuovo. La storia ricomincia da lui. È guardando a lui che impariamo come deve comportarsi ogni figlio di Dio.

Il nostro deserto
Le tentazioni di Gesù sono le nostre tentazioni: quella dell’avere di più, di cercare la nostra gloria, di aspirare al potere a ogni costo. Ognuno esprime nella propria vita quale uomo vuole essere: quello che cerca le proprie sicurezze sull’affermazione di sé, nel facile benessere, nella ricerca di un piccolo o grande rapporto di superiorità sugli altri; oppure nel confermare ogni giorno le nostre scelte nonostante la fatica della lotta e le momentanee sconfitte.
Ma in questi giorni di Quaresima domandiamoci se oggi c’è ancora il senso del peccato, se si sa distinguere ciò che è bene da ciò che è male. Il male assume oggi sempre più le caratteristiche della normalità. L’uso del denaro, la stessa ambizione e il potere sono cose buone se messe a servizio dell’uomo, non lo sono più se ci si mette al loro servizio.
È questo il ruolo del demonio, sia nelle tentazioni di Gesù che il quelle di Eva e Adamo. «La donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile…» (Gn 3,6). Il diavolo si presenta affascinante, sottolinea le esigenze dell’uomo e il fascino di ciò che propone. Sta all’uomo capire dove possono condurci le nostre scelte.
La tentazione comunque fa parte della nostra vita. Non è né castigo, né maledizione. Chi è tentato e si mantiene fedele, esce dalla banalità. Deprimersi quando si è tentati può voler dire non capirne l’inevitabilità per chi ha fatto scelte impegnative. Rifiutare la tentazione, manifestare insofferenza, rabbia perché si è tentati, o – in ultima analisi – cedere alla tentazione, significa rifiutare la logica della croce, che è logica di rinuncia per ottenere qualcosa di più grande.
Quanto al fare deserto, è davvero un impegno impervio in questa società dalle radio e televisioni sempre accese, dai rumori assordanti del traffico, tra mille distrazioni. Eppure in questo tempo di Quaresima bisogna ritagliarsi un po’ di spazio per pregare in modo diverso e creare le condizioni per confermare le proprie scelte.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA
Dal diario dell’ex segretario dell’Onu Dag Hammarskjöld: «Quando la freschezza del mattino ha ceduto alla stanchezza meridiana, quando i muscoli delle gambe tremano per lo sforzo, quando la salita sembra interminabile e all’improvviso nulla va più come tu speravi: è allora che non devi assolutamente fermarti. Non rinnegare mai per amore della tranquillità e del quieto vivere il tuo passato e le tue convinzioni» (Tracce di cammino, Qiqajon).