1 Marzo 20120
I DOMENICA DI QUARESIMA (Domenica della tentazione)
Gesù, il nuovo Adamo
COMMENTO
Gesù è stato tentato, lo dicono i tre sinottici; come
questo sia avvenuto in realtà non lo sappiamo. Matteo racconta le tentazioni di Gesù, tenendo presenti la storia di Israele e i cristiani per i quali scrive.
I riferimenti all’esperienza del popolo di Israele e di Mosè nell’esodo sono evidenti: il deserto, i quaranta giorni, la fame, la richiesta di miracoli, mettere alla prova il Signore, l’ansia di «possedere» la Terra Promessa, l’idolatria…
L’evangelista ci tiene a sottolineare che mentre Israele è caduto, cedendo alle tentazioni, Gesù le vince e scaccia satana, il quale tornerà con tentazioni simili messe sulla bocca di coloro che sfidano Gesù a scendere dalla croce, per dimostrare di essere il figlio di Dio. L’arma che Gesù usa per sconfiggere il tentatore è la parola di Dio. Anche satana se ne serve, dando a Matteo la possibilità di far capire ai cristiani di tutti i tempi che la Sacra Scrittura va presa per intero e che va interpretata correttamente, senza presunzione, nella Chiesa guidata dallo Spirito.
I cristiani subiscono le stesse tentazioni, che stravolgono i rapporti con le cose, con Dio e con gli altri. Con le cose. Abbiamo bisogno di tante cose per vivere da uomini, il nutrimento le sintetizza. Ma tutto noi riceviamo come dono di Dio. La tentazione è pretendere di essere produttori dei beni per se stessi e gestirli egoisticamente, senza gratitudine e senza fraternità. Chi si nutre della parola di Dio, sazia la propria fame di senso e di felicità, è riconoscente, vive con sobrietà e si interroga costantemente su come condividere i beni ricevuti con i fratelli bisognosi.
Con Dio. Egli ci ama e si prende cura di noi. Il tentatore vuole riuscire a minare la fiducia in lui. Strumentalizzando un Salmo, ci spinge a pretendere da Dio interventi miracolosi per la riuscita delle nostre imprese, anche apostoliche. Gesù risponde per noi: Dio ci ama e noi non abbiamo bisogno di altre prove.
Gli altri. La tentazione del potere, che trasforma gli altri in «cose» da possedere e manipolare, è terribile. L’autoesaltazione ti porta a considerarti un piccolo dio e nel delirio di potenza ti credi padrone degli altri, legittimato anche a servirtene a piacimento e a distruggerne la vita. Può succedere a chi dimentica di dovere tutto a Dio, non solo ciò che ha, ma la vita e il suo essere stesso. Invece di adorare Dio adora se stesso. È l’idolatria. Gesù scaccia satana ed esprime la gioia irrinunciabile di obbedire solo a Dio.
Sono state tentazioni di Israele, però Matteo ci tiene a dire che sono tentazioni permanenti per tutta la Chiesa e per i singoli cristiani. Egli ci invita a guardare a Gesù che vince non solo per sé, ma soprattutto per noi, dandoci lo strumento invincibile, la sua Parola, e l’energia più che sufficiente, il suo Spirito. Il servizio degli angeli per chi sconfigge satana è una promessa per questa vita e per l’altra, che tutti i santi hanno visto realizzarsi.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
1. Le tentazioni fanno parte della vita e hanno anche una loro funzione: spingono a prendere la vita con serietà, a guardarci dentro per conoscerci, a lottare per crescere nella fede e nell’amore, a scegliere con verità di amare Dio e i fratelli. Nessuna tentazione è invincibile, perché lo Spirito è sempre con noi e ci dà luce per riconoscerla e forza per superarla.
2. Le cose di questo mondo sono a servizio della vita personale e comunitaria. Le riceviamo da Dio, le usiamo per una vita dignitosa, le condividiamo per realizzare una vita fraterna, sul modello delle prime comunità cristiane. Se non nutriamo il nostro spirito con la parola di Dio, perdiamo il senso e la misura del rapporto con le cose.
3. Dio non ci lascia mai soli nella missione che ci ha affidata in questo mondo. Davanti a lui non conta il successo o il fallimento delle nostre imprese umane, spirituali o apostoliche. Siamo solo suoi collaboratori nella costruzione del Regno e saremo valutati per l’amore che abbiamo messo in ogni azione.
4. Un solo potere ci conduce direttamente a Dio, quello di amare fino a dare la vita. Qualunque altro potere sugli altri o è al servizio dell’amore o porta alla adorazione di sé che conduce alla distruzione degli altri e di se stessi.
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Cerchiamo la tentazione per la quale abbiamo detto: «è più forte di me», e la combattiamo. Non da soli.
Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017