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Domenica di Pasqua – 4 aprile 2021

4 aprile

DOMENICA DI PASQUA

Risurrezione del Signore   

Risorti con Cristo

È Pasqua. Oggi la liturgia è attraversata da sentimenti di una gioia incontenibile. Dall’Exultet cantato in questa notte in tutte le chiese, all’alleluia che ritorna come un ritornello di gioia ritrovata. Gesù è veramente risorto! Su questo fatto si fonda tutta la nostra fede. È la festa delle feste, la domenica che dà significato a tutte le altre. Mistero che ci rivela profondamente chi è Gesù, la sua identità ultima, l’irrompere di Dio nella nostra vita e il nostro destino.

 RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore Gesù, tu sei risorto per la nostra salvezza, abbi pietà di noi.
  • Cristo, nostra Pasqua, perdona la debolezza della nostra testimonianza, abbi pietà di noi.
  • Signore Gesù, che sulla croce hai aperto il Paradiso al buon ladrone, abbi pietà di noi.

 PRIMA LETTURA

Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.

«Noi siamo testimoni», dice Pietro a Cesarea, in casa del centurione Cornelio, che sta per ricevere il battesimo con tutta la sua famiglia. È questo uno degli otto discorsi che Pietro pronuncia negli Atti degli apostoli, nel quale offre la testimonianza matura della sua fede, che vede nell’ultima drammatica vicenda di Gesù il realizzarsi delle profezie, e la piena consapevolezza della missione di continuare l’opera di Gesù, affidata da Dio a lui e agli apostoli, quali «testimoni prescelti».

Dagli Atti degli Apostoli.                                                                                      At 10,34a.37-43

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                                                                Dal Salmo 117 (118)

Il salmo è un inno al Signore della vita e al Padre del Signore risorto, che nel suo amore ha reso piena gloria al proprio Figlio Gesù.

Rit. Questo è il giorno che ha fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo.

Oppure:

Rit. Alleluia, alleluia, alleluia.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

SECONDA LETTURA

Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.                                                

In pochi versetti Paolo esprime in modo pieno ed efficace la sua fede nel Signore Risorto ed esorta a vivere una vita nuova; a cercare «le cose di lassù», dove siede glorioso il Cristo di Dio, con il quale condivideremo anche noi la sua gloria.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi.                                                        Col 3,1-4

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

Parola di Dio.

Oppure:

Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova.        

A partire da un caso di grave infedeltà nella comunità, Paolo esorta alla vita nuova. Come un po’ di lievito può far fermentare tutta la pasta, così i cristiani sono chiamati a testimoniare la novità della risurrezione. 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.                                           1Cor 5,6b-8 

Sequenza

Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.
Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».

Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.

Canto al Vangelo    1 Cor 5,7-8

Alleluia, alleluia.

Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato:
facciamo festa nel Signore.

Alleluia.

VANGELO

Egli doveva risuscitare dai morti.                 

Maria corre di buon mattino alla tomba dove è stato deposto Gesù. È ancora buio. La sepoltura di Gesù è avvenuta in tutta fretta ed è stata sommaria, Maria intende completare le cose, prendersi cura del suo cadavere. Ma la pietra è ribaltata e la tomba è vuota. Corre a dirlo a Pietro e a Giovanni, pensando che qualcuno lo abbia portato via di nascosto. I due apostoli accorrono, osservano ogni cosa, ricordano le parole della Scrittura, e dello stesso Gesù, e diventano i primi testimoni privilegiati della sua risurrezione.

Dal vangelo secondo Giovanni.                                                                         Gv 20,1-9

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Parola del Signore.

Oppure, per l’anno B:

Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto.                                                              

Secondo Marco, sono tre le donne che vanno al sepolcro il mattino di Pasqua, vedono la tomba vuota, e un angelo annuncia loro la risurrezione di Gesù. L’angelo le manda ad annunciare la risurrezione agli apostoli, ma le donne, spaventate e tremanti per la paura, non dicono niente a nessuno.

 Dal vangelo secondo Marco.                                                      Mc 16,1-7

Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo.
Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?».
Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura.
Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: «Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto»».

Dove si celebra la Messa vespertina si può anche leggere: Lc 24,13-35.

RIFLETTERE E MEDITARE

È la domenica 9 aprile dell’anno 783 dalla fondazione di Roma. Nessuno si aspetta niente dopo la morte in croce di Gesù. Una sepoltura fatta in fretta, gli apostoli, paurosi e un po’ vigliacchi, sopraffatti dalla tragicità degli avvenimenti, nascosti a porte chiuse nel cenacolo, storditi dalla piega che hanno preso le ultime ore di Gesù. Anche loro, ebrei dalla mentalità vincente, non potevano accettare la sconfitta del messia. Solo le donne rimangono in attesa dell’alba del nuovo giorno per poter completare i riti della sepoltura, troppo affrettati in quel tramonto del venerdì.

L’esperienza della risurrezione
Ci sorprendono nelle letture le parole di Pietro, la testimonianza di Maria di Magdala, la fede di Giovanni che insieme a Pietro corre alla tomba «vede e crede», illuminato dalla fede e dall’amore. Qualcosa improvvisamente è cambiato nell’animo di chi finora non aveva compreso che cosa potesse significare che Gesù «doveva risuscitare da morte».
La risurrezione è anzitutto un fatto testimoniato dalla trasformazione degli apostoli, che non sono vittime di un’allucinazione collettiva, loro che erano uomini concreti e poco complicati. Non è una visione o un’apparizione di Gesù, perché gli apostoli e le donne semplicemente lo rivedono vivo, mangiano e bevono con lui.
La risurrezione non è nemmeno un miracolo alla maniera di Lazzaro, che dalla morte ritorna alla vita normale, ma è la trasfigurazione definitiva dell’esistenza umana della persona di Gesù, primizia e inizio di tutto il genere umano rinnovato.
Su questo fatto, scrive Paolo, chiamato alla fede in modo straordinario dal Cristo risorto: «Vi ho trasmesso anzitutto quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono l’infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio» (1Cor 15,1-11).

La trasformazione degli apostoli
La testimonianza degli apostoli non nasce dunque da ragionamento, ma da un’esperienza che li ha sorpresi e li ha trasformati. «Rimane per noi un profondo enigma come mai discepoli così deboli abbiamo potuto trasformarsi, in breve tempo, in apostoli coraggiosi» (Endo Shusaku). Scrive l’evangelista Giovanni: «Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera ed egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate» (Gv 19,35).
La storia è piena di uomini eroici e dinamici, di profeti e santi. Anche Gesù, a vedere le cose solo nel momento della sua morte in croce, non sarebbe altro che un uomo straordinario e fedelissimo a Dio. È la sua risurrezione che pone il sigillo su di lui, che ne autentica l’azione e le parole, che lo colloca totalmente dalla parte di Dio e dà significato assoluto alla sua missione.
«Quale segno ci dai?», gli avevano chiesto, E Gesù aveva risposto: «Distruggete questo tempio e io lo ricostruirò in tre giorni!» E parlava del tempio del suo corpo.

Anche noi risorti con Cristo
La risurrezione mette a prova la nostra fede e dà un senso pieno alla nostra vita. Con la risurrezione di Gesù la nostra fede piccola diventa inadeguata. Siamo chiamati anche noi a entrare in quella tomba, guardare, credere. Gesù ha stupito e trasformato gli apostoli, può trasformare anche noi. Duemila anni di storia del cristianesimo hanno come fondamento questo fatto. Se continuiamo nella nostra vita cristiana, se cerchiamo di fare il bene senza stancarci, è perché Cristo è risorto. È stata questa la forza dei santi.
Ci sono montagne di libri sulla risurrezione di Gesù. Tutti cercano di capire come storicamente questo fatto sia possibile, quanto siano attendibili i racconti dei Vangeli e quale sia il valore della testimonianza degli apostoli e delle donne che lo hanno rivisto vivo. Tante pagine per affrontare non certo un problema in astratto, perché «se Cristo non è risorto, allora è senza fondamento la nostra predicazione e la nostra fede è senza valore», come dice Paolo (1Cor 15,14). «Con queste drastiche parole, Paolo sottolinea l’importanza fondamentale della risurrezione di Cristo per la fede cristiana. Con la risurrezione di Cristo tale fede sta o cade» (Jürgen Moltmann).
Tutte le vicende narrate dal Vangelo sono pervase da stupore e meraviglia. Soprattutto Matteo (28,11-15), che usa un genere letterario particolare per mettere maggiormente in risalto la singolarità e la sicurezza storica della risurrezione. Le donne vanno al sepolcro per visitare un cadavere e non si aspettano nulla. Vanno a piangere su una tomba, e ritrovano Gesù vivo. Lo adorano per prime e sono le prime annunciatrici di questo grande mistero, quasi a sottolineare il ruolo che la donna potrà avere nella Chiesa e soprattutto il primato dell’amore, perché è l’amore che le spinge a cercare Gesù anche dopo la sua morte.
«A partire dalla risurrezione di Cristo può soffiare un vento nuovo, purificatore, del mondo attuale», dice Dietrich Bonhoeffer. «Se alcuni lo credessero veramente, molte cose cambierebbero».

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA
Il cardinale Biffi racconta ciò che gli è capitato dopo una sua lezione di teologia tenuta a Milano sulla risurrezione di Gesù. È stato così convincente, che una donna alla fine è andata a sincerarsi e a chiedere conferma: «Davvero Gesù si è presentato vivo dopo essere stato ucciso?». E alla conferma del cardinale, la donna ha concluso: «Devo proprio dirlo a mio marito!». La settimana seguente, la signora si è ripresentata dal cardinale e gli ha detto che cosa aveva risposto suo marito: «Avrai certamente capito male!».

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Cristo è risorto e vive per sempre. Uniamo le nostre voci per chiedergli che renda efficaci in noi i frutti della sua risurrezione.

Cristo, nostra Pasqua, ascoltaci!

  • Per la Chiesa: come i primi discepoli sappia testimoniare ovunque e in ogni tempo la fede nella risurrezione del Signore Gesù, preghiamo.
  • Per gli uomini di buona volontà, impegnati a costruire un mondo nuovo, sappiamo trovare nel Signore risorto la forza di non arrendersi, preghiamo.
  • Ogni famiglia cristiana sappia essere annuncio e testimonianza di vita e di speranza, e in ogni casa la risurrezione sia celebrata nella gioia e nella fraternità, preghiamo.
  • Per chi ha bisogno di te, o Cristo, per chi è dubbioso o si è ormai stancato e rassegnato e non ti cerca più, affinché possa incontrarti e vederti risorto e vivo, preghiamo.

Celebrante. Signore della vita, che risorgendo hai vinto la morte, concedici di essere esauditi nelle preghiere che ti abbiamo rivolto e di ottenere in pienezza i frutti della tua risurrezione. Tu che sei Dio e vivi e regni con Dio Padre, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.