27 giugno
13ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Gesù guarisce e ridona la vita
COMMENTO
Marco mette insieme due miracoli strepitosi con l’artificio letterario dell’inclusione, forse perché i fatti si sono svolti proprio così, o anche solo per sottolineare alcuni elementi comuni come, ad esempio, la necessità della fede.
Gesù, protagonista assoluto, è presentato come persona dotata di poteri divini, capace di salvare due persone votate alla morte; l’accesso a questi poteri è dato dalla fede; e non è secondario che si parli di due donne.
La malata. Era ricca, ma a causa di un flusso continuo di sangue è diventata povera e permanentemente impura, quindi esclusa dalla vita religiosa e sociale. Cammina verso la morte ed è disperata. La sua disperazione apre la porta alla fede in Gesù e le dà un coraggio da pazzi. Fende la folla (chissà quanti ne rende impuri), tocca il mantello di Gesù (contaminato pure lui?), ma immediatamente si sente guarita. La potenza divina, come attirata dalla fede della donna, si è sprigionata spontaneamente da Gesù, senza una sua esplicita decisione, ma non senza che lui se ne accorga. Gesù vuole incontrare la donna, ma prima si scontra con l’incomprensione abituale e, in questo caso superficiale, dei discepoli. E quando la donna si presenta, timorosa di essere rimproverata, il Maestro, come lei, infrange i tabù religiosi e sociali: non fa nessun accenno all’impurità, dialoga in pubblico con una donna di argomenti tabù («che razza di rabbino è?», pensano in molti), loda la sua fede, le dona la pace e la guarigione-salvezza.
La fanciulla. Qui la fede è quella del padre che scavalca i colleghi (mai avrebbero accettato questo comportamento) e si getta ai piedi di Gesù, credendo nei suoi poteri taumaturgici. La guarigione della donna lo incoraggia, ma la notizia della morte della figlia spinge anche lui verso la disperazione. Gesù, che finora lo aveva seguito verso casa, ora si mette davanti, lo invita a conservare la fede mostrata prima e a seguirlo con i suoi tre amici. Davanti alla casa si scontra con una nuova incomprensione, che diventa derisione (anticipo della passione?), da parte di chi è prigioniero dell’orizzonte terreno. Egli scaccia tutti fuori (sono troppo legati alla mentalità di questo mondo e non possono “vedere” l’opera di Dio), e infrange un altro tabù (toccare un cadavere comportava la più grave delle impurità). Con la semplice parola richiama alla vita la ragazza e la consegna ai genitori e alla vita sociale (aveva l’età del fidanzamento).
Questi i fatti. Ma forse Marco ha avuto un’intenzione più profonda. Non è un caso che la donna soffra da 12 anni e che la fanciulla abbia 12 anni. Il numero 12 richiama Israele. E allora Marco qui potrebbe aver voluto dare un messaggio messianico: il vecchio Israele è diventato povero, senza riuscire a guarire, ed è votato alla morte. Ma Gesù è davvero il Messia e ha il potere di guarire ogni malattia del corpo e dello spirito e di vincere la morte. A noi è richiesta solo la fede in lui.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
- Chi tocca Gesù con fede è investito dalla sua potenza che dà la vita. Questo avviene sempre. Ma quanti della folla che attorniava Gesù sono stati guariti? Solo la donna. Avviene anche a noi di toccare Gesù (Messe, comunioni, preghiere comunitarie…) senza aver fede e restando esattamente uguali a prima?
- Il bisogno di salvezza porta la donna a mettere da parte le “norme religiose” e a superare tutti gli ostacoli. Siamo ancora condizionati da regole rituali, culturali e sociali, che ci rendono difficile l’incontro personale con Gesù e con i fratelli che hanno bisogno di noi?
- La donna non ha rispettato le “regole”, ma Gesù non ne fa alcun accenno, perché legge nel suo cuore e vede la sua povertà e la sua fede. Tutto questo si chiama misericordia. Gesù si comporta così con tutti, anche con ciascuno di noi.
- Giairo è condotto alla fede dalla paura di perdere la figlia. Di fronte alla morte accetta di cambiare profondamente pensiero e vita e si rivolge a Gesù. Certamente i suoi “amici” non l’hanno approvato. Se noi, per credere in Gesù, abbiamo perso degli amici, non perdiamo la speranza di ritrovarli un giorno, più vicini al Signore.
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Continuiamo ad aver fede, anche se il Signore non ci esaudisce subito.
Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2018