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4. Parola da Vivere – 26 luglio 2020

26 luglio

17ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Il regno di Dio è un tesoro nel campo, una pietra preziosa

COMMENTO

Gesù si è impegnato molto, per far comprendere ai discepoli cosa è il Regno di Dio e soprattutto come «funziona» lungo la storia. La liturgia offre in queste ultime tre parabole la strada della saggezza spirituale  e la necessità di scegliere l’appartenenza al Regno.

Le prime  due sono  parabole «sorelle» con la somiglianza del senso fondamentale e alcune differenze. Chi trova il tesoro nel campo  ha un colpo di «fortuna», che tiene nascosto  per sé, e con gioia vende tutto  per acquistare il campo.  Non  è qui per niente  in discussione la

«moralità» dell’uomo che ha trovato il tesoro in un campo non  suo, ma la riconoscenza per un dono  gratuito  e inatteso di Dio e la saggezza di chi è disposto a privarsi di tutto  per acquistare  l’unica realtà che vale per la vita eterna.

Chi trova la perla, la sta cercando  da tempo, la trova in possesso  di un venditore e anche  lui, che conosceva già il valore assoluto  della perla, investe tutto  ciò che possiede per acquistarla. Troviamo qui rappresentati tutti coloro  che cercano  onestamente la verità e la conoscenza di Dio e la trovano  nell’annuncio della risurrezione di Cristo, fatto dagli evangelizzatori.

Il senso fondamentale comune dice che il Regno di Dio ha un valore così alto e assoluto  che chi lo scopre, per appartenervi, non solo non fa nessuna fatica, ma addirittura prova gioia nel rinunciare a tutto il resto… e chi cerca il Regno da tempo, lo trova e lo acquista, costi quel che costi. In altro luogo il Signore dice che chi perde per lui la vita, acquista la vita eterna.

È davvero decisivo acquistare  il Regno? La risposta  è sì, per avere una  vita veramente e pienamente umano- divina in questo mondo e per ereditare la vita eterna. Chi non lo fa, perde tutto e per sempre. Ma nella storia il Regno si esprime attraverso la Chiesa, anche se non è chiuso in essa. Tutti possono avere accesso al Regno di Dio ed essere accolti nella Chiesa, sia i buoni sia i cattivi. Per questo la conclusione è affidata alla terza parabola, «sorella» di quella  del buon  grano  e della zizzania.  Qui il tutto si conclude  quando la rete è piena e si giunge così al tempo del giudizio  di salvezza o di condanna. Non basta acquistare  il campo o la perla, farsi battezzare e ricevere i sacramenti, bisogna vivere il Vangelo, per entrare nella gioia senza fine.

La conclusione del discorso offre un ritratto  del credente,  che qualche  commentatore riconosce  anzitutto nell’evangelista e poi negli evangelizzatori. Sono coloro che hanno «compreso» il Vangelo e possiedono il «tesoro» della fede; essi hanno fatto proprie tutte le novità che ha portato Gesù e valorizzano tutte le «cose» antiche del Primo Testamento, le quali restano valide, perché hanno trovato la loro verità completa in Cristo risorto.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

1. Molte volte il Signore ci ha fatto trovare il tesoro del suo amore misericordioso, attraverso  un  fratello, una  sorella o un avvenimento particolare. Siamo stati capaci di rinunciare a qualcosa  per acquistare  quel te- soro?

2. Chi cerca, trova. Questa parola del Signore non vale per tutte le cose umane, ma per quelle che vengono da lui. Chi cerca sinceramente il Signore e la saggezza che viene da lui, non rimane  deluso.

3. La gioia risplende sul volto e nella vita di chi «acquista» il Regno di Può essere questo un buon criterio per verificare la nostra  appartenenza alla Chiesa e la nostra fedeltà a Cristo e al suo Vangelo.

4. Alla fine ci sarà il giudizio e la separazione. Il cristiano non ha paura di essere separato dal Signore e dai fratelli,  perché  ogni  giorno  rinnova  il suo impegno e mette la sua fiducia, non nella propria  bravura, ma nella misericordia del Signore.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Per incontrare il Signore e per fare del bene ai fratelli, rinuncio volentieri  a qualcosa  che mi piace.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017