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4. Parola da Vivere – 22 agosto 2021

22 agosto

21ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tu hai parole di vita eterna

COMMENTO

La folla ha partecipato al segno del pane che ha sfamato tutti, aveva inseguito Gesù e aveva interloquito nella prima parte del discorso. Poi erano subentrati i Giudei, che si sono opposti alla rivelazione che il Signore ha offerto loro. Finito il discorso nella sinagoga di Cafarnao, Gesù resta con i discepoli.
È questo il momento in cui l’evangelista rivela la sua vera intenzione: mettere i cristiani di fronte a Gesù e all’Eucaristia e sollecitare una risposta chiara e coerente.
Perché molti si separano da Gesù e dal gruppo dei discepoli? Che cosa li ha spinti a questo passo? Gesù ha chiesto due cose: credere in lui e mangiare e bere il suo corpo e il suo sangue. Al tempo in cui Giovanni scrive, i discepoli conoscevano bene il senso di entrambe le richieste e Giovanni ha visto alcuni che si sono allontanati. Ciò che fa difficoltà è accettare che un uomo porti la salvezza di Dio e chieda di aderire a lui, di condividere le sue scelte e amare i fratelli fino a dare la vita. Si tratta di rinunciare a ciò che la “carne” rivendica come cosa giusta e lecita: curare se stessi e i propri interessi in questo mondo, mettendo in secondo piano gli altri.
Gesù capisce le difficoltà e rispetta la coerenza di questi discepoli (se non credono, fanno bene ad andarsene, forse avranno un’altra occasione per credere davvero), ma non nasconde la propria amarezza. Sa chi sono quelli che non credono, che gli stanno attorno perché hanno visto i miracoli, ma non aderiscono a quello che rivela di sé e non sono disposti a spendere la propria vita per lui e per gli altri. Non sono riusciti a fare il passaggio dalla carne allo Spirito che dà la vita, e non si sono lasciati attirare dal Padre verso Gesù.
Il brano viene spezzato in due dalla domanda fatta ai dodici: «Volete andarvene anche voi?». Andarsene significa tornare alla vita vecchia, quella senza sbocchi, chiusa alla novità portata dal Verbo, che si è fatto lui carne, per donare lo Spirito che dà la vita, quella che non muore e risplende nella risurrezione.
Pietro presta la sua voce ai dodici e fa la sua professione di fede. Alcuni commentatori discutono se sia una professione perfetta, ma a noi questa discussione importa poco. Pietro dice a nome di tutti che decidono di restare con lui, perché il ritorno indietro porta alla morte, e loro hanno creduto che solo con Gesù possono avere accesso al Padre e alla vita eterna.
Anche per noi l’Eucaristia, con la fede e l’amore fraterno, è al centro della vita cristiana. Spesso, quando si parla dell’Eucaristia ai giovani e agli adulti, si sente fare la domanda: se è così, chi può fare la comunione? È una domanda seria che esige una risposta evangelica. Tutti, prima della comunione, diciamo nella liturgia: Signore, io non sono degno…, ed è vero. Nessuno è degno, ma allora, perché ci accostiamo all’altare? Anzitutto perché è il Signore stesso che ci invita, anzi ci ordina di «prendere e mangiare». E inoltre, Gesù ha detto che il suo sangue è versato e dato per il perdono dei peccati. È il sacramento dell’amore di Gesù per noi, deboli e peccatori, che abbiamo bisogno della sua forza e del suo perdono, per poter provare a vivere il Vangelo che lui ci ha insegnato.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Anche noi ci troviamo in difficoltà ad accogliere e vivere le esigenze del Vangelo. Da soli e con le sole forze umane non possiamo riuscirci. Ma il Signore non ci carica di un peso, lasciandoci soli. Ci dona il suo Spirito, perciò con la sua forza possiamo camminare sulle orme di Gesù.
  2. «Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». È una parola dura di Gesù, ma vera. Molti che si accostano all’Eucaristia non credono o si aspettano che il Signore conceda loro qualche miracolo. Ma non possiamo essere noi a giudicare le singole persone. Ci basta domandarci se noi crediamo davvero.
  3. «Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui». Gesù è morto in croce anche per questi ex-discepoli. Le porte del Signore sono sempre aperte per chi si accorge di aver sbagliato e decide di credere sul serio. Non sono anche queste “pecore smarrite”?
  4. «Signore, da chi andremo?». Con Pietro i cristiani di oggi possono comprendere che tutte le promesse di felicità di questo mondo sono false e si scontrano contro la morte.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Offriamo ogni giorno al Signore il nostro desiderio di essere con lui e di condividere il suo modo di pensare e di vivere.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2018