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4. Letture – 9 GIUGNO X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

9 GIUGNO

X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

CON CRISTO VINCIAMO IL MALIGNO

 

PRIMA LETTURA

Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.
Questo racconto della Genesi non pretende di dire cosa è avvenuto all’inizio, ma prova a dare una risposta di fede alla domanda: come mai il male è presente nel mondo e anche in me? Certamente non proviene da Dio. Le immagini usate e i personaggi presenti esprimono la fede di Israele: il peccato nasce dalla libertà dell’uomo, che non comprende la bontà di Dio e giunge a considerarlo nemico della propria libertà e felicità.

Dal libro della Genesi       Gn 3,9-15

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».
Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE       

Dal Salmo 129(130)

Il salmista innalza con semplicità la sua preghiera di supplica, di fiducia e di speranza. La consapevolezza del proprio peccato trova conforto nella certezza del perdono di Dio.

Il Signore è bontà e misericordia.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore;
spera l’anima mia, attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

SECONDA LETTURA

Crediamo, perciò parliamo.
Paolo è in polemica con i falsi apostoli che hanno creato problemi nella comunità di Corinto. Qui afferma con forza che la sua predicazione nasce dalla fede in Cristo, morto e risorto. Quindi allarga lo sguardo al futuro di gloria che attende lui e tutti coloro che conservano la fede, invitando di conseguenza a non scoraggiarsi per le difficoltà e a concentrare l’attenzione spirituale sulle realtà invisibili, che sono eterne.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi               2 Cor 4,13–5,1

Fratelli, animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio.
Per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne.
Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO       

Gv 12,31b.32

Alleluia, alleluia.

Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
E io, quando sarò innalzato da terra,
attirerò tutti a me.

Alleluia.

VANGELO

Satana è finito.
La domanda su chi è Gesù percorre tutto il vangelo di Marco. In questo brano vengono riportate due risposte errate: quella dei parenti, che hanno paura che sia impazzito; quella degli scribi che, per screditarlo, lo accusano di essere alleato di Beelzebul.

Dal vangelo secondo Marco            Mc 3,20-35

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Parola del Signore.