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3. Annunciare la Parola – 23 maggio 2021

23 maggio

DOMENICA DI PENTECOSTE

La nascita della Chiesa

PER RIFLETTERE E MEDITARE

È nella festa di Pentecoste, una delle grandi feste ebraiche, che avviene il fatto più straordinario dell’esperienza apostolica, la discesa dello Spirito Santo su Maria e sugli apostoli. La Pentecoste era una delle tre grandi festività ebraiche che prevedeva il pellegrinaggio a Gerusalemme e la città era invasa da molte migliaia di pellegrini provenienti anche da lontano. Ricorreva sette settimane dopo la Pasqua e si festeggiava l’inizio della stagione del raccolto. Ma con il tempo fu collegata alla consegna della Torah (la Legge) a Mosè sul monte Sinai, dove fu proclamata solennemente l’alleanza tra Dio e il suo popolo.

Nella festa della Pentecoste
La Pentecoste dunque esisteva prima che la celebrasse la Chiesa. Ma per i cristiani assunse altri significati, più collegati all’esperienza e alle parole di Gesù e agli avvenimenti che accaddero nel cenacolo proprio il giorno di Pentecoste, quando Gerusalemme era gremita di fedeli.
Nel giorno della Pentecoste infatti lo Spirito Santo scende su Maria e gli apostoli, così come aveva promesso Gesù, che per quaranta giorni, dopo la risurrezione ha catechizzato gli apostoli, completando il suo insegnamento e portando in questo modo a compimento la sua missione.
La discesa dello Spirito Santo è accompagnata da fenomeni fisici che richiamano l’esperienza del popolo ebraico ai piedi del monte Sion, dove Mosè ha ricevuto l’antica legge. Quasi a dire che la nuova Pentecoste era come la consegna di una nuova legge per una nuova alleanza con il nuovo popolo di Dio, la Chiesa. Di fatti si spalancano le porte, che gli apostoli avevano chiuse per la paura, e ora essi predicano con convinzione, si fanno sentire da gente venuta a Gerusalemme da ogni dove e che parla lingue diverse. E tutti comprendono le loro parole. Proprio l’opposto di ciò che era avvenuto al tempo della torre di Babele, quando – alle origini dell’umanità – le persone non si compresero più per castigo divino e diedero origine alle razze. All’entusiasmo degli apostoli, risponde la massa delle folle, che si convertono a migliaia e si aprono alla nuova fede ricevendo il battesimo. Nasce così la Chiesa.
Fuoco, vento e amore devono investire anche la Chiesa di oggi, per essere aperta al bisogno di accoglienza e di fraternità verso chi è ancora in attesa del Vangelo di Gesù.

 La trasformazione degli apostoli
È entusiasmante la trasformazione degli apostoli. Finora paurosi e incerti, di fede debole, adesso sono pieni di entusiasmo e annunciano la risurrezione di Gesù con coraggio e lucidità. È certamente questo l’elemento che colpisce di più: la loro trasformazione. Lo Spirito li guida ora «a tutta la verità», come ha promesso Gesù (Gv 16,13). Erano pieni di dubbi e incertezze, ora diventano gli entusiasti predicatori del Vangelo, i testimoni qualificati di Gesù.
Per cambiare il cuore degli apostoli non bastarono nemmeno la predicazione di Gesù, i suoi miracoli, l’entusiasmo delle folle e la sua stessa morte in croce e risurrezione: ci volle lo Spirito Santo. Solo oggi, dopo la discesa dello Spirito Santo, gli apostoli non hanno più paura e diventano pronti a tutto. Sosterranno viaggi faticosi e pericolosi, la persecuzione, e alla fine avranno il coraggio di affrontare lo stesso martirio. 

Il dono dello Spirito
Nell’ultima cena Gesù promette lo Spirito Santo e dice che darà senso a tutto, spiegherà e recupererà ogni cosa. Oggi nonostante tutto lo Spirito Santo è il grande sconosciuto. Molti cristiani probabilmente sanno che esiste, ma per tanti di loro è la persona della Trinità sicuramente più assente alla loro vita. Fanno fatica persino a immaginarlo: a molti sembra più un’idea teologica che una persona. E le immagini simboliche della colomba, del fuoco e del vento possono aiutare, ma anche disorientare.
Per comprendere lo Spirito Santo ci si deve rifare ai suoi effetti. Ogni volta che si presenta avviene qualcosa di straordinario e di speciale. Sin dall’origine del mondo, quando Dio dà inizio alla creazione, c’è soltanto lo Spirito di Dio che «aleggia sulle acque» (Gn 1,1). Nella pienezza dei tempi lo Spirito Santo scende in Maria e il Figlio di Dio scende tra di noi, uomo tra gli uomini.
La vita della Chiesa lungo i secoli è attraversata dalla presenza della Spirito Santo. Si rende presente nei sacramenti, nel magistero di Pietro e dei vescovi, nella Parola di Dio, nella vita di ogni cristiano. Proprio in questa nostra celebrazione, invocando lo Spirito Santo sul pane e sul vino Gesù si rende realmente presente con il suo Corpo e il suo Sangue.
Lo Spirito Santo infine è stato infuso sugli apostoli per donare il perdono di Dio. È il perdono infatti che ci fa nuovi e ci permette di vivere nella fraternità. Ed è Spirito di unità: come ha permesso a Pietro di farsi ascoltare e comprendere anche da chi parlava un’altra lingua, oggi ci aiuta a trovare la forma di comunicazione giusta per farci capire e per trasmettere il Vangelo.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA
«Senza lo Spirito Santo: Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità una dominazione, la missione una propaganda, il culto un’evocazione e l’agire cristiano una morale da schiavi». È significativo che questo splendido testo, attribuito indifferentemente a Ignatio IV, patriarca di Antiochia e ad Atenagora, patriarca di Istambul, nasce nella Chiesa sorella d’Oriente.