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3. Annunciare la Parola – 20 febbraio 2022

20 FEBBRAIO
7ª DOMENICA T.O.
IO TI PERDONO

PER ANNUNCIARE LA PAROLA

Amare senza condizioni né limiti (Vangelo e 1ª lettura)
È bene ricordare che la legge evangelica non è una piacevole banalità, e che nessuno è – anche sul piano morale – naturalmente cristiano.
Così come è riferita da Luca, la legge di Gesù dà il capogiro: non rendere male per male (come Davide con Saul); lasciarsi sfruttare e derubare; dare senza aspettarsi alcun ricambio umano; amare i nemici.
Nessuno mette totalmente in pratica una simile morale, e si cercano giustificazioni: si parla quindi di utopia, di paradosso semitico…
Invece, prima di liquidare questa pagina del Vangelo, bisognerebbe ricordare che molti discepoli l’hanno vissuta: santi famosi e tante persone che hanno consacrato gratuitamente la loro vita a poveri disgraziati che per loro erano nulla e che non dimostravano alcuna riconoscenza.

Amore fraterno e spirito filiale
Nel campo dell’amore fraterno il Vangelo è molto esigente.
Per arrivare a questo amore, però, la via non è quella di cercare in se stessi la forza d’una rinuncia eroica a vantaggio degli altri. Non è questa la via cristiana.
A noi è chiesto di credere nella bontà del nostro Padre celeste, di sforzarci di ispirarci ad essa e di lasciare soltanto a Dio il pensiero di ricompensarci.
La prima ricompensa sarà di diventare i migliori figli del nostro Padre (Lc 6,35). Inoltre, Dio si comporterà con noi sempre meglio di quanto noi ci saremo comportati con gli altri. Se noi abbiamo misericordia per gli altri, Dio avrà misericordia per noi. Se noi non giudichiamo, Dio rinuncerà a giudicarci. Se trattiamo generosamente gli altri, Dio sarà ugualmente generoso con noi (Lc 6,36-38).
Il Vangelo non è per gli eroi, né per i superuomini. È per coloro che hanno in Dio la fiducia di un cuore di figlio.

Amare come Dio
Gesù non è un moralista. La sua missione è di farci conoscere quel Dio che nessuno ha mai visto (Gv 1,18). Il suo insegnamento morale è un modo per rivelare Dio: fate così e sarete “come il Padre vostro”, misericordiosi, benevoli verso gli ingrati e i malvagi. Amate gratuitamente e sarete i figli dell’Altissimo (vedi il salmo del giorno).
Verità umana profonda, rivelata dalla pedagogia evangelica: si conosce Dio soltanto facendo proprio il suo comportamento spirituale. Un principio che si può estendere alla conoscenza del prossimo: lo si conosce veramente soltanto ispirandosi all’ideale che lo fa vivere.
Davide rinuncia a vendicarsi di Saul, perché “consacrato del Signore”. Il discepolo di Cristo sa che ogni uomo è sacro agli occhi di Dio, che è chiamato a diventare figlio di Dio. Per questo motivo non si vendica di nessuno.
Conseguenza d’una morale ispirata dal comportamento di Dio: se si vive il Vangelo, anche senza tante parole si rivela Dio agli altri. Ciò però suppone che ci si comporti in modo diverso dai peccatori (Lc 6,32-34).

Adamo e Cristo (2ª lettura)
Paolo non si pone sul piano morale, ma sul piano della vita dell’umanità:
– da Adamo gli uomini ereditano una vita che appartiene solo alla terra;
– da Cristo ricevono la vita del cielo.
Anche se la prospettiva è diversa, il parallelismo è pregnante:
– Cristo comunica un senso umano, un senso dell’amore diverso da quello dei “peccatori” (cioè, in questo caso, di coloro che non accettano il Vangelo);
– così pure comunica una vita alla quale non partecipano coloro che accettano unicamente la vita che proviene da Adamo.
La vita celeste, la vita divina è l’Amore, ma quale ce l’ha rivelato Cristo.