02 OTTOBRE
27ª DOMENICA T.O.
LA FEDE DEL SERVO DI DIO
Nelle scorse domeniche abbiamo affrontato i temi della povertà evangelica e della concentrazione, libera da distrazioni, sul cammino verso la salvezza. La liturgia di oggi mette in evidenza un altro aspetto fondamentale della vita del cristiano: la fede.
Essa è capacità di restare saldi nell’attesa, di riconoscere la nostra forza nella misericordia di Dio e di considerarsi, in definitiva, servi inutili. Solo abbandonandosi alla grandezza del Padre, sull’esempio di Cristo, possiamo vivere il Vangelo e sperare nella giustizia del Regno dei Cieli.
PRIMA LETTURA
Il giusto vivrà per la sua fede.
Il profeta Abacuc è esasperato dalla violenza che si dispiega di fronte ai suoi occhi e dal silenzio di Dio, che sembra non intervenire. La risposta del Signore è un invito a rimanere fedele nell’attesa: la sua Parola si realizzerà e farà giustizia.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 94 (95)
Il salmista ci invita a spogliarci delle nostre infedeltà del passato e a riconoscere che Dio è nostra origine e nostra salvezza.
SECONDA LETTURA
Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.
Paolo mette in guardia Timoteo, esortandolo a custodire il tesoro che ha ricevuto in dono. Tale tesoro consiste negli insegnamenti di Cristo e il modo per custodirlo è restare saldi nella fede e forti nella speranza, anche di fronte alle persecuzioni.
VANGELO
Se aveste fede!
Di fronte alla richiesta dei discepoli, che chiedono di essere rafforzati nella fede, Gesù risponde spostando il centro dell’attenzione: la questione non è «quanta fede si ha», ma «perché si ha fede». La fede autentica non mira a ottenerne una ricompensa e non considera l’obbedienza un merito. Chi la possiede non fa che adempiere ai suoi doveri in vista del Regno dei cieli.