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L’Ora di Religione: accesso ai contenuti riservati

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“Parole adolescenti” è la nuova rubrica online di Note di Pastorale Giovanile

“Parole adolescenti” è una nuova rubrica online di Note di Pastorale Giovanile: una adolescente di oggi in dialogo con un professore sui temi caldi della sua nuova età.

Caro Prof,
mi sono presentata, ora le presento (o ricordo) l’adolescenza.
(Di passaggio, La ringrazio per la risposta. A dire il vero poi mi sento un po’ “presuntuosa” a parlarle di una realtà con cui certamente ha contatto ogni giorno, e che ha imparato a conoscere e a trattare con essa nel quotidiano della scuola… ma chissà che anche questa “presunzione” non faccia parte dell’età in cui sono entrata!).
Adolescenza, dunque: età di transizione e cambiamento, delle prime gioie e tristezze, dove non ci sentiamo (e non vogliamo sentirci) né piccoli né grandi. Leopardi dice:

Cotesta età fiorita
È come un giorno d’allegrezza pieno,
Giorno chiaro, sereno,
Che precorre alla festa di tua vita

paragonando l’adolescenza al sabato di preparativi per la festa dell’indomani. Così avverto e mi figuro l’adolescenza: periodo di preparativi per l’età adulta (e con il rischio di viverla “di corsa”), età in cui nascono i sogni che domandano di essere inseguiti, in cui nasce l’amore qualunque cosa esso sia, età in cui nasce la curiosità che verrà poi rimpiazzata dalla conoscenza e dalla cultura, in cui nascono la fragilità e la forza, età in cui abbiamo più bisogno degli altri e quella in cui vogliamo fare tutto per conto nostro, senza aiuti.
È davvero difficile spiegarla. È difficile spiegare la confusione che si prova quando si prova qualcosa per la prima volta. Ad esempio, quando per la prima volta ci si rende conto di avere un vero amico, o quando per la prima volta ci si rende conto che chi consideravamo un vero amico non lo è in realtà. La prima volta che si litiga con i genitori senza motivo, quando si sente il bisogno di farlo e basta. E ci sono tantissime altre occasioni in cui la confusione ha la meglio su di noi. Questa confusione è ciò da cui nascono le mille domande che ci passano continuamente per la testa. Domande insolite, talvolta considerate “stupide” dagli altri (anche se sono dell’idea che l’unica cosa stupida sia non porsi alcuna domanda. E non sa quanto mi fa rabbia sentire un adulto sbarazzarsi facilmente di esse – e di noi -, con la frase condiscendente: sono cose da adolescenti, passeranno!). Sono domande a cui gli altri tante volte non sanno dare risposte adeguate, perché le vere risposte devono essere provate sulla pelle, così come sono le domande: solo così possono essere comprese e diventare patrimonio di vita.

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Grande successo per il primo Convegno Nazionale di Passodopopasso

Grande entusiasmo e partecipazione al primo Convegno Nazionale del Progetto catechistico “Passodopopasso” a Valdocco

Oggi, sabato 7 settembre 2019, si è tenuto il primo Convegno Nazionale dedicato al sussidio catechistico edito da Elledici “Passodopopasso”, il nuovo progetto che accompagna le famiglie nell'educazione cristiana dei figli di 7-12 anni.

Progetto catechistico Passo dopo Passo – il seminario (Valdocco))

@passodopopasso A breve il seminario del Progetto catechistico Passo dopo Passo! Editrice Elledici

Pubblicato da Editrice Elledici su Venerdì 6 settembre 2019

Editrice Elledici #PassoDopoPassoIn diretta … Celebrare i sacramenti con arte! Progetto catechistico Passo dopo Passo.

Pubblicato da Editrice Elledici su Sabato 7 settembre 2019

L'evento ha avuto inizio alle ore 9.00 presso la Sala Sangalli di Valdocco con i saluti di don Valerio Bocci ai partecipanti, più di 100 tra catechisti e catechiste.

Dopo una breve preghiera introduttiva (“Semina la speranza”) con il Segno della Croce cantato, la parola è passata a don Valter Rossi, direttore della rivista Elledici dedicata alla formazione dei catechisti, “Dossier Catechista“. Nel suo intervento, don Valter ha presentato le principali novità e caratteristiche della rivista mensile, proiettando alcune slide dedicate alle parti interne di Dossier Catechista.

Successivamente, la parola è poi passata al Direttore dell’Ufficio Catechistico di Cuneo, don Gabriele Mecca, il quale ha esplicitato le linee guida del progetto: l'orizzonte, la mappa e i soggetti coinvolti e da coinvolgere.

Invito tutti ad essere audaci e creativi nel ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi di evangelizzazione delle proprie comunità. Dietro al lavoro di Passodopopasso si possono ritrovare questi elementi.

L'intervento è proseguito con la presentazione dei 3 tipi di catechesi che occorre tenere in considerazione nel loro complesso:

  • Catechesi parrocchiale;
  • Catechesi celebrativa e comunitaria;
  • Catechesi familiare;

Tali tipologie di catechesi sono state analizzate dalle tre Catechiste coinvolte nel progetto: Federica, Maria e Nives, delle diocesi di Cuneo e Fossano. In ogni intervento, sono state così approfondite le principali caratteristiche e specificità di ciascuna tipologia di catechesi, mettendo in luce non soltanto le difficoltà che oggi i catechisti si trovano ad affrontare, ma anche le principali sfide e potenzialità che ne possono emergere, nonché alcuni utili accorgimenti e strumenti da utilizzare.

Dopo una breve pausa, i partecipanti al convegno sono stati suddivisi in 4 gruppi per l’attivazione dei laboratori attivi dedicati a quattro differenti argomenti del progetto:

  • Temi e strumenti;
  • Attività;
  • Celebrazioni;
  • Coinvolgimento dei genitori.

Ciascun gruppo ha avuto così modo di “mettere le mani in pasta” cimentandosi concretamente in alcune attività utili per far proprio il progetto catechistico di Passodopopasso nella propria realtà.

I laboratori sono così proseguiti anche nel pomeriggio, dopo la pausa pranzo, fino alle ore 17.15.

L’ultima parte del convegno ha riguardato la tematica dei sacramenti,”Celebrare i sacramenti con arte“, a cura di don Gabriele Mecca.

Infine, dopo uno spazio dedicato alle domande, il convegno si è concluso con la valutazione del percorso formativo intrapreso e la preghiera finale con i saluti.

L’Editrice Elledici ringrazia tutti coloro che hanno partecipato all’iniziativa e hanno permesso la buona riuscita dell’evento. Per l’organizzazione di un seminario dedicato a Passodopopasso nelle singole diocesi, gli uffici sono a disposizione per verificarne la possibilità e progettare l’incontro. Sul sito verranno presentate le eventuali repliche con le modalità di iscrizione.

Guarda le Foto dell’Evento

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Perché insegnare Religione Cattolica nello Stato laico?

Questa è la domanda che molte persone si pongono neli Stati europei in cui viene impartito l’IRC.

Il libro presenta l’IRC come materia scolastica curriculare che contribuisce alla formazione culturale, umana e religiosa degli alunni, e offre risposte alle domande di senso dalla vita servendosi dei contenuti confessionali del cattolicesimo.

Il testo è arricchito da una descrizione documentata e con testimonianze di insegnanti di Religione Cattolica, genitori e alunni che si avvalgono di tale materia.

PER SAPERNE DI PIU’ scarica gratuitamente:

INTRODUZIONE

INDICE

1° CAPITOLO

4a DI COPERTINA

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Primo Convegno Nazionale di Passodopopasso

Primo Convegno Nazionale di Passodopopasso

In collaborazione con gli Uffici Catechistici di Cuneo e Fossano, l’Editrice Elledici presenta il primo Convegno Nazionale dedicato al nuovo Progetto Catechistico Passodopasso previsto per

Sabato 7 Settembre 2019

dalle ore 9.00 alle ore 18.30
presso la Sala Sangalli di Valdocco
Via Maria Ausiliatrice 32, Torino

Convegno riservato ai Catechisti
100 posti disponibili

ISCRIZIONI CHIUSE

PROGRAMMA DEL CONVEGNO

IN ASCOLTO (ore 9.00)

Presentazione del progetto catechistico:
Le linee guida del progetto PASSODOPOPASSO

CAMBIARE SI DEVE E SI PUÒ (ore 10.00)

Catechesi parrocchiale
Catechesi celebrativa e comunitaria
Catechesi familiare

LE MANI IN PASTA – Prima Parte (ore 11.00)

Suddivisione in gruppi e attivazione di quattro laboratori su differenti tematiche:
Temi e strumenti
Attività
Celebrazioni
Coinvolgimento dei genitori

Pausa pranzo (ore 12.00 – 14.00)

LE MANI IN PASTA – Seconda Parte (ore 14.00)

Ripresa dei quattro laboratori

IN ASCOLTO (ore 17.15)

Celebrare i Sacramenti con arte

SPAZIO ALLE DOMANDE (ore 17.45)

Tempo dedicato ai partecipanti per porre domande

VALUTAZIONE DEL PERCORSO (ore 18.00)

Momento conclusivo di valutazione del Convegno svoltosi

CONCLUSIONE (ore 18.30)

Preghiera finale e saluti

INFORMAZIONI

Convegno riservato ai primi 100 Catechisti che si iscrivono
ISCRIZIONI CHIUSE
Quota di iscrizione: € 15 (inclusivo di materiale didattico e coffee break)

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Passodopopasso: la parola ai curatori del progetto catechistico

L’intervista al direttore del progetto, don Valerio Bocci, e al direttore dell’Ufficio Catechistico di Cuneo, don Gabriele Mecca.

Don Valerio Bocci

Come è nata l’idea di Passodopopasso?

L’idea di questo progetto catechistico mi è frullata nella mente durante il convegno organizzato dall’Ufficio Catechistico Nazionale a Bari nel giugno 2014. Il tema centrale era la proposta di fede ai preadolescenti.
Un argomento che richiedeva sussidi nuovi, adatti ai ragazzi di oggi connessi più con le immagini che con le parole. Ne ho parlato con due cari amici catecheti, don Michele Roselli, direttore dell’Ufficio Catechistico di Torino, e don Gabriele Mecca, attuale direttore dell’Ufficio Catechistico di Cuneo. E siamo partiti con l’obiettivo di costruire un cammino di fede non a tavolino ma strizzando l’occhio alla vita di tutti i giorni, illuminata dalla fede. Credo che ci siamo riusciti, grazie in particolare alla collaborazione delle tre coautrici, con master in Catechesi e una grande esperienza sul campo con i bambini e i ragazzi.

Don Gabriele Mecca

Quali sono i punti di forza del progetto PassodopoPasso?

I punti di forza e di novità del progetto PassodopoPasso sono quattro:

1. L’essenzialità dei contenuti, organizzati in un’ottica di primo annuncio del Vangelo. Nell’attuale contesto socioculturale, ne siamo coscienti, la fede non è più data per scontata da nessuno e, per certi versi, è diventata culturalmente irrilevante. Il progetto intende assumere una prospettiva missionaria e di primo annuncio della fede, nella consapevolezza che nel percorso dell’iniziazione cristiana non occorre “dire tutto e subito” o pretendere che “si sappia tutto” per quanto riguarda i contenuti della fede, ma è necessario offrire un’esperienza che permetta a chi la vive di entrare nella libertà, con gradualità e da protagonista nella storia della salvezza realizzata da Gesù. Il punto di partenza nella presentazione dei contenuti è sempre la storia di Gesù, la sua singolare umanità che ha fatto trasparire il volto misericordioso del Padre e il suo Vangelo inteso come vero libro della fede.

2. L’impianto esperienziale del percorso, fatto di attività da vivere in gruppo, di celebrazioni che accompagnano ogni tappa, di momenti di confronto e di preghiera da vivere in famiglia, di occasioni per coinvolgere la comunità cristiana affinché riscopra la sua dimensione materna e sia valorizzata come luogo abituale di espressione della propria fede personale. L’intento del progetto è di offrire un’esperienza di catechesi vivibile per tempi e modi, che sia un vero “tirocinio di vita cristiana”, abbia un saldo legame con la concretezza della vita e proponga un lavoro sulla persona che lo vive.

3. La proposta di un percorso di fede per i genitori. Non si tratta di “spostare il problema” dalla Parrocchia alla famiglia e di chiedere ai genitori che facciano catechismo in casa. Si intende piuttosto recuperare il ruolo indispensabile della famiglia nella comunicazione della fede, aiutando i genitori a riscoprire la propria fede o maturare nella fede in vista della testimonianza ai loro figli. In concreto, il progetto intende aiutare i genitori a creare in casa un ambiente (un clima) che faccia respirare i valori cristiani; si propone di accompagnare i genitori nella maturazione della capacità di leggere e interpretare con gli occhi della fede ciò che si vive in famiglia, ciò che vive la famiglia, ciò che accade nel proprio contesto di vita, nel mondo. Inoltre, nelle diverse attività loro proposte, è costante l’invito a lasciarsi coinvolgere (proposta che sono chiamati ad accettare con assoluta libertà, senza alcun obbligo) nel momento della programmazione dei percorsi di iniziazione dei loro figli, per precisare obiettivi, tempi e modalità e per compiere insieme il discernimento per l’ammissione dei ragazzi alla celebrazione dei Sacramenti.

4. Un’ampia offerta di materiale per la formazione dei catechisti, da vivere in gruppo o personalmente, per interiorizzare i contenuti da mediare ai ragazzi o da proporre ai genitori.

Circa la celebrazione dei Sacramenti cosa propone il progetto?

Propone un cambiamento di mentalità e di approccio ai Sacramenti, secondo una scansione di chiara ispirazione catecumenale.

  • Una preparazione spirituale e biblica alla celebrazione del Sacramento.
  • La celebrazione del Sacramento possibilmente a Pasqua o dopo la Pasqua (per non perdere il legame che i Sacramenti hanno con il mistero pasquale).
  • Un tempo adeguato di catechesi mistagogica, dopo la sua celebrazione, per aiutare a capire, approfondire e interiorizzare il significato e l’importanza del Sacramento celebrato.

Tutto ciò nella consapevolezza che i Sacramenti non sono il fine dell’Iniziazione cristiana, ma tappe importanti ed essenziali all’interno di un percorso di fede più globale. Sono decisivi, essenziali e strutturanti nel percorso iniziatico, perché ne mediano la logica profonda: sono dei doni grandi che ci permettono di partecipare all’unico avvenimento di salvezza avvenuto nella storia, che è la morte e risurrezione di Gesù.

La proposta del progetto è di celebrare:

  • Il Sacramento della Riconciliazione verso la fine del secondo anno del cammino di iniziazione cristiana (il Tempo della Quaresima a questo riguardo sarebbe il più indicato).
  • Il Sacramento della prima Eucaristia verso la fine del terzo anno.
  • Il Sacramento della Confermazione a conclusione del sesto anno di cammino.
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Forum Internazionale dei Giovani e cammino post-sinodale: la parola a don Rossano Sala

Forum Internazionale dei Giovani e cammino post-sinodale: la parola a don Rossano Sala

Si è svolto l’XI Forum Internazionale dei Giovani dal 18 al 22 giugno tra Roma e Ciampino, con la partecipazione di circa 250 giovani di tutto il mondo e in rappresentanza di tanti movimenti e associazioni ecclesiali. Si riporta l’articolo pubblicato oggi dall’Agenzia d’Informazione Salesiana (ANS) e il video-commento di don Rossano Sala.

(ANS – Roma) – “Un momento d’incontro, comunione e sinodalità… Che è andato a dare compimento alla riunione Pre-sinodale dei giovani del marzo 2018”. Con queste chiavi di lettura don Rossano Sala, SDB, Segretario Speciale per il Sinodo dei Vescovi del 2018, interpreta l’XI Forum Internazionale dei Giovani, svoltosi dal 18 al 22 giugno tra Roma e Ciampino, con la partecipazione di circa 250 giovani di tutto il mondo e in rappresentanza di tanti movimenti e associazioni ecclesiali.

Don Sala, può raccontarci cos’è successo in quei giorni?

Abbiamo vissuto tre ampi momenti di riflessione. La prima giornata è stata dedicata al cammino sinodale, con particolare attenzione al metodo utilizzato: perché il Sinodo sui Giovani c’insegna in primo luogo uno stile di camminare, di dare la parola a tutti, di ascoltare.

La seconda giornata, poi, è stata dedicata all’Esortazione Apostolica Christus Vivit, affinché ciascun giovane e Chiesa particolare potesse conoscerla e farla propria.

E nella terza giornata abbiamo ragionato sul grande tema della ricezione, la fase più delicata di questo cammino Post-sinodale: come inaugurare nuovi cammini, nuovi itinerari, nuove prospettive?

Sabato mattina, infine, il Papa ci ha accolti in udienza, ha salutato, stringendogli la mano, tutti i giovani, uno ad uno; e ha anche presentato i temi delle tre prossime Giornate Mondiali della Gioventù (GMG), scanditi dal verbo “Alzati”, in una prospettiva di Risurrezione e di consapevolezza di quello che i giovani possono dire e possono dare al mondo e alla Chiesa.

Quali sono le principali prospettive su cui lavorare ora?

Faccio riferimento alle tre parole emerse dal cammino sinodale: in primo luogo “Sinodalità”. La grande richiesta dei giovani alla Chiesa è che sappia vivere e lavorare insieme, che sia un segno luminoso di fraternità. I giovani ci hanno ricordato che la comunione è la prima e più importante forma di evangelizzazione.

La seconda parola è “Vocazione”. Ognuno è chiamato a dare la sua parte, in ottica missionaria. La grande domanda che Papa Francesco pone a tutti i giovani non è “Chi sono io?”, o “Cosa posso fare per essere felice?”; ma “Per chi sono io?”, “Chi devo rendere felice per essere felice?”.

E la terza è “Discernimento”. Papa Francesco non ci offre soluzioni preconfezionate, ma chiede ai giovani di mettersi davanti al Signore in una dinamica contemplativa ed entusiasmante, in cui tutti siamo soggetti attivi.

Cosa significa tutto questo per la Famiglia Salesiana?

Intanto voglio dire che a quest’incontro c’erano, sì, alcune persone del mondo salesiano, poi c’era Carina, la rappresentante del Movimento Giovanile Salesiano… Ma soprattutto c’erano tanti giovani che hanno manifestato in quei giorni una simpatia, una conoscenza e uno stile salesiano.

Poi, per un salesiano, significa principalmente fare dei giovani dei compagni di viaggio. Non i giovani come recettori, come destinatari, ma come protagonisti della Pastorale. Don Bosco, d’altra parte, ha sempre creduto nei giovani: basta vedere l’atto di fondazione della Congregazione, che è stato firmato da ragazzi di 14-15 anni. La Chiesa oggi ci chiede un rinnovato entusiasmo per ripartire da lì.

Guardando al Capitolo Generale, oltre che al cammino sinodale, quali Salesiani per i giovani di oggi?

Un salesiano, innanzitutto, che abbia fiducia nei giovani; che sappia mettersi in discussione di fronte alla sfide del nostro tempo, in una rinnovata laboriosità culturale; e che sia cosciente della sua vocazione specifica verso i giovani più piccoli e più poveri.

Su ANSChannel è disponibile il video integrale dell’intervista a don Rossano Sala (anche con sottotitoli in spagnolo).

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Infosfera e dintorni: intervista a don Luca Peyron su Città Nuova

Infosfera e dintorni
Intervista a don Luca Peyron su Città Nuova

Si riporta l’articolo pubblicato il 19 giugno 2019 sul sito di Città Nuova da parte di Daniela Baudino in merito all’intervista effettuata a don Luca Peyron, autore del libro Elledici “Incarnazione digitale“.

CITTA’ NUOVA – Era il 12 marzo 1989 quando Tim Berners-Lee presentava al Cern di Ginevra il progetto che ha dato avvio al Web, che fu alla base di Internet e oggi della rivoluzione digitale. Don Luca Peyron, sacerdote della Diocesi di Torino e autore di “Incarnazione digitale” (Elledicì) ci aiuta a tracciare una strada futura sulla reale possibilità di custodire l’umano dentro alla rivoluzione digitale in cui siamo immersi quotidianamente.

Don Luca, il termine infosfera non indica solo gli strumenti digitali che ogni giorno utilizziamo, ma un vero e proprio spazio relazionale: quale le sembra la sfida più urgente, per l’uomo di oggi dentro a questo nuovo ecosistema?

Le sfide sono tre: la prima è prendere coscienza del mondo in cui viviamo, che non è quello di ieri con qualche cambiamento. Questo non è scontato per i nativi digitali, che sanno usare gli strumenti ma sanno fino ad un certo punto cosa c’è dietro, ma neanche per chi è nato “analogico” e non si rende conto di quanto questo significhi nel concreto delle nostre esistenze, e che l’ambiente digitale non sono i social e due siti, ma molto di più. La seconda sfida è culturale e politica: come ci posizioniamo, come scegliamo che cosa questo mondo è e sarà? L’infosfera è qualcosa che stiamo costruendo noi e siamo noi che dobbiamo decidere ed essere consapevoli di come, per chi e per cosa la costruiamo. La terza questione è decidere dove vogliamo andare rispetto alla centralità della persona umana: non tutto ciò che si può fare, siccome si può fare, ha un carattere veritativo. Non dobbiamo avere paura, ma dobbiamo avere ben chiaro un obiettivo e un orizzonte che ci permetta di non trovarci una mattina in un posto senza sapere come ci siamo arrivati.

Come responsabile della pastorale universitaria del Piemonte e docente dell’Università Cattolica di Milano ha modo di entrare nella vita quotidiana di quelli che oggi chiamiamo “nativi digitali”, spesso descritti come superficiali, disattenti, narcisisti. Le sembra che questi termini li raccontino per quello che realmente sono o c’è di più?

Noi giudichiamo questa generazione a partire dalla differenza che vediamo tra quello che noi eravamo e quello che loro sono. Se notiamo dei ragazzi sulla metro con il cellulare in mano li critichiamo, ma noi in mano avevamo il quotidiano: non c’è differenza. Critichiamo le nuove generazioni perché hanno l’attitudine ad utilizzare strumenti che a noi fanno paura, e ciò che fa paura viene stigmatizzato. Facciamo più fatica a capirli di quanto ogni generazione passata ha fatto fatica a capire la successiva perché il salto è molto più ampio, ma questa generazione è molto di più di queste etichette. Molto del negativo se l’è trovato costruito da noi: abbiamo chiesto loro di essere dei clienti e dei consumatori più che delle persone, gli stiamo proponendo un’adultità non desiderabile copiando la loro giovinezza, invece che raccontare un’adultità che vale la pena vivere. Per questo è sempre più necessario un dialogo dove interessa ciò che l’altro pensa, e partendo da quello dare una risposta per generare qualcosa di nuovo che appartiene a ciascuno dei due.

Nel tuo saggio scrivi: «L’architettura dell’infosfera sta contribuendo a illudere la coscienza del conoscere, facendo venir meno il desiderio di verità». Quali sono gli elementi dell’esperienza cristiana che possono aiutarci a vivere una vera incarnazione digitale?

Sono due elementi che fanno parte dell’esperienza cristiana che possono essere sostanziali e sostanzianti. Il primo è il tempo. Il Dio eterno sceglie di farsi uomo in un tempo, sceglie di darsi un tempo e di manifestarsi come Dio dopo un tempo molto lungo. Nel diluvio di informazioni di oggi abbiamo bisogno di un tempo congruo per scegliere, discernere, ragionare, decidere, per assumere una postura verso la realtà. Non dobbiamo entrare in competizione con le macchine ed essere più veloci di loro: la loro velocità ci restituisce del tempo che dobbiamo utilizzare per esprimere la differenza. Il secondo aspetto è la dimensione del silenzio. Nella vita di Gesù ci sono tanti momenti di silenzio con il Padre. Per noi può essere la nostra interiorità, che serve per portare a compimento il tanto, il bello, il buono e il vero che questo tempo ha. Dobbiamo riappropriarci di un tempo di mistica, di silenzio informativo, in cui far risuonare dentro di noi quello che è davvero importante per poter dare risposte che non siano solo emotive.

Quello dell’Intelligenza Artificiale è un tema con cui dovremo inevitabilmente prendere confidenza. Credi che il nostro destino sia quello di essere sostituiti dalle macchine e dagli algoritmi?

Questo dipende da che tipo di mondo decidiamo di abitare e dalla coscienza che abbiamo o non abbiamo rispetto a quello che ci sta accadendo. Sempre più le macchine sono in grado di appropriarsi e occupano lo spazio cognitivo che fino ad oggi era esclusivamente umano. Ma la macchina va nella direzione in cui noi decidiamo essa vada, e la direzione dobbiamo darla noi. Per questo dobbiamo decidere quale è l’obiettivo da perseguire e utilizzare le macchine per farlo. Quello che c’è in più oggi è che le macchine stanno diventando in grado di scegliere autonomamente una direzione: ma se permettiamo questo allora stiamo eliminando dall’essere umano quella dimensione che gli è propria e non replicabile, la dimensione trascendente. Decidere che questa sia la dimensione che dà direzione al vivere e ci aiuta a disegnare il mondo in cui viviamo non ci salverà necessariamente dalle macchine, ma ci aiuterà ad utilizzare le macchine per accogliere la salvezza che ci è data.

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Perché ancora la Bibbia? – dentro il testo di Bibbia ieri e oggi

Perché ancora la Bibbia?

La conoscenza delle scritture rimane una sfida da raccogliere.
Perché farne a meno vorrebbe dire rinunciare all’anima della civiltà di cui siamo parte, ai valori e alle idee a cui tuttora facciamo riferimento.
Ora questi, l’inviolabilità della dignità umana e la sua responsabilità nel cammino della Storia.

A cura di Enzo Appella
Docente di Esegesi e Teologia biblica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale, Sezione San Luigi

Dentro il testo


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Intervista a don Emilio Salvatore, nuovo direttore di “BIBBIA ieri e oggi”

BIBBIA

ieri e oggi.

Una valida rivista, completamente rinnovata, per gli appassionati e cultori del mondo biblico, gli animatori di gruppi biblici, i catechisti, gli insegnanti di religione e tutti gli amanti della Bibbia, desiderosi di migliorarne la comprensione.

Inoltre

Con il nuovo numero di quest'anno, diamo il benvenuto al nuovo direttore della rivista,

don Emilio Salvatore

docente di Sacra Scrittura della Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli, sezione San Luigi, fondatore e direttore editoriale di Clarus, periodico della Diocesi di Alife-Caiazzo, e parroco a Piedimonte Matese.

Di seguito, si riporta  l'intervista rilasciata da don Emilio Salvatore in merito al suo nuovo incarico con la rivista Elledici
BIBBIA ieri e oggi

Come nasce il progetto?

In realtà io mi sono inserito all'interno di una rivista già esistente, che aveva già una ricca serie di interventi, presenze e firme qualificate. L'invito, che mi è stato rivolto, è stato diretto a riportare la rivista al titolo originario, cioè BIBBIA “ieri” e “oggi”. Si tratta di riscoprire non solo il movimento che porta ciascuno di noi a comprendere il suo significato letterale, inquadrandolo in un contesto storico, geografico e culturale ma anche, in un secondo momento, quello di portare il testo verso noi oggi, arricchito dalla lunga storia interpretativa dei testi.
Ci sono così due movimenti che segue la rivista: il primo che in parte lo allontana da noi ma per poterlo contestualizzare nel suo mondo originario e quindi comprenderlo meglio; il secondo invece che lo avvicina a noi per renderlo attuale e più vicino alla sensibilità dell'uomo di oggi. Nel titolo della rivista è già detto questo duplice dinamismo interpretativo.

Nello specifico, a chi si rivolge la Rivista?

A tutti coloro che vogliono comprendere la Bibbia: laici, religiosi, catechisti, sacerdoti, insegnanti. Tutti noi in realtà abbiamo a che fare con la Bibbia: se siamo credenti in quanto la consideriamo Parola di Dio; altrimenti, come semplici uomini e donne, che ritrovano in essa la base per poter conoscere meglio la cultura occidentale. Lo dimostrano le rubriche su Bibbia e musica o Bibbia ed arte: un'ignoranza sulla Bibbia è un'ignoranza della nostra cultura. L'altro aspetto è per il credente, in quanto attraverso la Bibbia egli riesce a cogliere l'intenzionalità di Dio sulla storia del mondo e anche su ciascuno di noi.

Per quanto riguarda la sua esperienza personale: che cosa lo ha fatto innamorare del Testo sacro?

Diciamo che il mio approccio iniziale è stato con i Vangeli. Da ragazzo, nel momento in cui ho incominciato a voler capire veramente la religione, così come vissuta nel mio ambiente di origine, un piccolo centro dell’Alto casertano, e procedendo negli studi liceali e all'università, ad un certo punto ho sentito il desiderio di andare direttamente alla fonte, di leggere i Vangeli per incontrare la voce di Gesù di Nazaret. Da allora, mi è sempre piaciuto approfondire la Bibbia, grazie anche poi al ruolo di catechista e di animatore di giovani. Quindi ho vissuto dall'interno questo bisogno di conoscenza della Bibbia. Ma anche dall’esterno stupisce che nella nostra cultura odierna si approfondiscano tante epopee e grandi saghe narrative senza conoscere però la Bibbia. È un’esigenza anche scolastica quella di riscoprire la ricchezza dell’insegnamento biblico, altrimenti come si spiegherebbe ai ragazzi ad es. Dante e gran parte della cultura occidentale e dell'arte?

Riprendendo il titolo della Rivista “Bibbia ieri e oggi” e contestualizzandolo alla società odierna, dove sembra venir meno la fede, quale può essere “l'oggi” della rivista?

La nostra società cerca risposte facili, a volte anche per questioni importanti. Le grandi domande richiedono un approfondimento. Il nostro compito è dunque quello di aiutare tutte le persone a capire che per “comprendersi” e per comprendere il senso della vita bisogna avere la pazienza di approfondire, di decifrare la Bibbia, un testo, nella sua originalità, ricco di una grande esperienza di Dio ma anche dell’umanità. La Bibbia resta così un punto d'incontro tra quanti cercano di penetrare nel mistero della vita. Questa rivista vuole far nascere nel lettore il gusto del sapere e del conoscere, far “assaggiare” dei sapori antichi importanti ed essenziali della nostra vita e pian piano educare la gente al gusto di questi sapori (e saperi) che sono però sempre nuovi e sempre attuali. Questo può essere fatto attraverso una serie di passaggi graduali.
La rivista è così una sorta di iniziazione alla Bibbia con un livello qualitativo elevato rispetto ad una lettura superficiale dei testi biblici. Rimane importante far innamorare della Parola, perciò ci vuole un gusto accattivante: BIBBIA ieri e oggi ha fatto questa scelta con un corredo fotografico ampio, una ricchezza di rubriche interessanti e dettagliate che entrano anche nel contesto attuale. La rivista ha la funzione di mostrare questo panorama di prospettive diverse con anche approfondimenti di attualità.

Dopo aver parlato dell' “oggi”, qual è invece il “futuro” della Rivista?

Questo dipenderà anche dalla risposta dei lettori. Oggi molte riviste, anche di un buon livello, fanno fatica, a favore del mondo social e delle notizie disponibili sul web. Prima che la rivista venga fidelizzata e apprezzata dalle persone occorre del tempo, occorre che entrino nello spirito di questa proposta e comprendano la ricchezza che offre. Io credo molto in questa proposta.

Quali novità possiamo trovare nella nuova impostazione della Rivista?

Il nuovo taglio che vogliamo dare alla rivista parte dalla volontà di stare comunque dentro all’attualità, cioè di partire da fatti attuali ed emergenti che viviamo oggi, andando ad approfondirli in maniera puntuale, seria e con un linguaggio semplice. Ad esempio come viene riportato nella rubrica “Bibbia e testimonianza”. La nuova impostazione riporta anche una rubrica interessante di interviste legate a personalità del mondo della cultura e delle diverse confessioni cristiane, per sapere la storia del rapporto che hanno avuto con la Bibbia. Ad esempio, l'intervista al Cardinale Ravasi. Il taglio che vogliamo dare vede insieme sia un approccio interdisciplinare, che tiene conto del dato culturale, e poi quello della testimonianza religiosa, legato alla spiritualità.

Perché abbonarsi alla Rivista “BIBBIA ieri e oggi”?

Perché fornisce un valido percorso di approfondimento della Bibbia, caratterizzato da una varietà e da un panorama ampio di contenuti, con un linguaggio accessibile, semplice e vivace che da gusto al sapere contenuto nelle varie rubriche della rivista.