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4. Letture – 34ª DOMENICA T.O.

2 0 N O V E M B R E
34ª DOMENICA T.O.
GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
(Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero)
UN REDENTORE IN CROCE

PRIMA LETTURA
Unsero Davide re d’Israele.
Davide viene eletto re e unto nel nome del Signore, Dio d’Israele. Quest’ultimo, però, rimane l’unico vero sovrano del popolo eletto. Soltanto con Cristo tale sovranità avrebbe davvero assunto sembianze umane.

Dal secondo libro di Samuele                   2 Sam 5,1-3
In quei giorni, vennero tutte le tribù d’Israele da Davide a Ebron, e gli dissero: «Ecco noi siamo tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele”».
Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d’Israele.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE          Dal Salmo 121 (122)
Celebrando la grandezza della Gerusalemme terrena, il salmo apre alla contemplazione di ciò che sarà la Gerusalemme celeste.
Rit. Andremo con gioia alla casa del Signore.
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.

Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.

SECONDA LETTURA
Ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore.
Il brano è composto di due momenti. Il primo si sofferma sull’azione salvifica di Dio verso l’umanità. Il secondo rivela il mezzo tramite il quale quest’azione si compie: la venuta nel mondo di Gesù Cristo e la sua morte in croce.

Dal lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi       Col 1,12-20
Fratelli, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,
per mezzo del quale abbiamo la redenzione,
il perdono dei peccati.
Egli è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.
Parola di Dio.

Alleluia, alleluia.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Alleluia.

VANGELO
Signore, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno.
I capi e i soldati non comprendono la gloria del Figlio di Dio nella sua debolezza e lo scherniscono, invitandolo a dimostrare la sua potenza con la forza bruta. Il primo a riconoscere nel Nazareno in croce un re sul suo trono è invece un malfattore crocefisso con lui, simbolo di tutti i poveri della storia che, soffrendo con Cristo, hanno riconosciuto in lui la salvezza.

Dal vangelo secondo Luca                     Lc 23,35-43
In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Parola del Signore.