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3. Commento alle Letture – VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

19 FEBBRAIO

VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

SOMIGLIARE AL PADRE

COMMENTO

Gli ebrei avevano un comandamento sintetico: «Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo». Il concetto di «santità» nel Primo Testamento è già abbastanza complesso e, partendo  dal significato di «separato» dal mondo profano, si arricchisce fino a manifestare la potenza, la misericordia, la presenza salvifica, l’identificazione con il nome stesso di Dio «il Santo». Matteo sintetizza tutti i «nuovi» comandamenti di Gesù di questa sezione del discorso della montagna nel comando: «Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto  il Padre vostro celeste». Naturalmente qui non si tratta del concetto greco di perfezione, che potrebbe tendere all’astrattezza, ma di perfezione dell’amore concreto, specialmente verso i nemici e gli avversari, espresso dall’esempio che Matteo pone nei doni che Dio elargisce indistintamente a tutti, buoni e cattivi.
Questo brano è spesso causa di scoraggiamento, specialmente nei giovani, e occasione di presa in giro da par- te di chi non crede, non solo, ma anche di quei cristiani che ogni tanto considerano Gesù  e il vangelo un po’ esagerati» e «fuori dal mondo». In realtà Gesù offre ai cristiani e a tutti gli uomini il modo concreto per disarmare la violenza, che troppo spesso determina i rapporti tra le persone, i gruppi, i popoli, le religioni e si sviluppa in una spirale inarrestabile che porta alla distruzione an- che di chi crede di vincere. E per somigliare a Dio è necessario seguire la strada che ci indica Gesù.

Qui e in altri momenti Gesù ci invita a guardare al modo di comportarsi di Dio nei nostri confronti. Quando mi comporto da «nemico» di Dio con il peccato, lui come mi tratta? Si vendica, mi usa violenza? Mi toglie ciò che mi serve per vivere? Oppure mi perdona  e aspet- ta, provocando il mio pentimento? Se lui continua a rispettare la mia libertà e la mia vita, allora anch’io devo fare lo stesso con i miei nemici.

Tuttavia l’impressione che sia troppo difficile vivere questi insegnamenti di Gesù, rimane. E allora dobbiamo dire semplicemente che se contiamo sulle nostre forze o sulla nostra bravura, somigliare a Dio non è difficile, ma impossibile. Noi cristiani però abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo che è luce per comprendere,  e forza per realizzare il vangelo. Se ci crediamo allora ci troveremo tra le mani i miracoli dell’amore vero, come hanno sperimentato tanti santi, non solo quelli che stanno sugli altari.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Mettiamoci di fronte al «…ma io vi dico…». È van- gelo, bella notizia, ma per qualcuno di noi può acqui- stare il sapore di un rimprovero. Non ci siamo riusciti sempre ad andare oltre il Primo Testamento. Somigliamo più a Mosè che a Gesù. Eppure siamo pronti a dire che la violenza genera altra violenza e non risolve nessun problema.
  2. Quando siamo riusciti a comportarci come dice Gesù, abbiamo provato un retrogusto amaro? Abbiamo conservato una «piccola» speranza che il «cattivo» fosse punito, magari con l’intervento del Signore? Dobbiamo chiedere perdono anche di qualche meschinità che alberga nel nostro cuore.
  3. Non reagire alla violenza non è passività, ma ri- chiede un’attività spirituale molto impegnativa: non mettere al primo posto il torto ricevuto, considerare comunque l’altro come fratello, pregare per lui, perdona lo, fargli del bene, gustare la gioia di somigliare a Dio Padre, come ha fatto Gesù con i crocifissori. Altro che passività!
  4. Contempliamo la bellezza  del  Padre  e del  suo amore misericordioso  per noi e assaporiamo  un po’ l’eredità che ci è promessa ed è già a nostra disposizione. Quando, grazie a Gesù, saremo di fronte a Dio, lo vedremo faccia a faccia e scopriremo di essere diventati «simili a lui», come ha detto san Giovanni apostolo.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Cerchiamo di somigliare a Dio Padre nei confronti di una persona che ci disturba o ci crea delle difficoltà.