12 MARZO
III DOMENICA DI QUARESIMA
INCONTRARE CRISTO E PORTARLO AGLI ALTRI
COMMENTO
Commentando solo parzialmente questo brano ricchissimo, ci fermiamo su alcuni aspetti. Iniziamo con due premesse.
La prima. Nel vangelo di Giovanni i «fatti» raccontati nascondono una rivelazione «profonda». Il brano della samaritana racconta l’incontro tra Gesù e una donna di Samaria, ma dice anche chi è Dio e cosa desidera, chi è Gesù, quale dono è venuto a portare, cosa sono chiamati a fare gli apostoli, a chi è destinato il messaggio evangelico e il dono di Gesù, quale cammino bisogna fare per arrivare alla fede…
La seconda. Questo racconto va compreso in tre tempi: l’incontro di Gesù con la samaritana; la predicazione del vangelo fatta ai samaritani e ai pagani e la loro risposta di fede al tempo degli apostoli; il messaggio evangelico che arriva a noi oggi.
Nel primo momento dell’incontro, Gesù rivela la sua missione ma la donna non capisce affatto il messaggio del Signore sul dono che è venuto a portare a tutti: l’acqua viva (per la samaritana è la rivelazione su Dio; per i primi cristiani e per i credenti di oggi è lo Spirito Santo che agisce in noi) che estingue la sete di Dio e di vita piena in questo mondo. Lei si preoccupa solo di chiedere la soluzione del suo problema materiale: non essere più costretta a venire al pozzo. La fede è ancora lontana.
Poi Gesù segue un’altra strada: la provoca sulla sua situazione irregolare, come quella dell’umanità che ha voluto come mariti tanti idoli, rimanendo delusa. La donna allora approfitta per chiedere la soluzione di un problema secolare tra Giudei e Samaritani: dove abita Dio, a Gerusalemme o sul Garizim (il monte del loro santuario)? Gesù quindi le rivela Dio e l’uomo: Dio è Padre, è spirito e abita dovunque, perciò gli uomini possono incontrarlo sempre e in ogni luogo a patto che vogliano somigliargli e realizzare il suo progetto di salvezza, adorando «in spirito e verità». La donna rimane perplessa e rimanda la sua risposta di fede alla venuta del Messia. E a questo punto Gesù rivela se stesso: sono io il Messia. L’umanità non deve aspettare nessun altro, il Messia è venuto ed è lo stesso Figlio di Dio. Possiamo facilmente intuire come questa risposta di Gesù risuonasse nel cuore dei primi cristiani, specialmente quelli provenienti dall’ebraismo. Noi, cristiani di oggi, possiamo meditare su quanti mariti-idoli ha oggi l’umanità e anche su quanti possono averne le comunità cristiane locali e anche ciascuno di noi.
La donna lascia la sua anfora. Questo particolare ha sempre colpito i commentatori. È il simbolo dell’abbandono della vita vecchia per iniziarne una nuova. Dice perciò che la fede ha fatto breccia nel cuore della samaritana e lei inizia a muovere i primi passi concreti di una credente.
Così andare a chiamare i compaesani è la sua prima risposta di fede. Ella annuncia la propria esperienza e pone una domanda essenziale, in questo modo accende la curiosità dei Samaritani che subito vengono a incontrare direttamente Gesù. Dopo due giorni, non di miracoli ma di ascolto della sua parola, essi arrivano a una professione di fede che supera i loro confini: Gesù è il salvatore del mondo intero. È fede vera. L’evangelista così ha fatto dei Samaritani i rappresentanti di tutti i credenti autentici, quelli che credono non per i miracoli, ma per l’ascolto della Parola.
Gli apostoli, da parte loro, proseguono il faticoso cammino di crescita nella conoscenza di Gesù e nella risposta di fede. Ancora legati agli aspetti materiali della vita, non capiscono qual è il cibo che sostiene il Signore nella sua missione e non riescono a vedere i frutti dell’azione di Gesù verso i Samaritani. Anzi, non possono neanche pensare che essi, considerati eretici dai giudei, possano rappresentare i veri credenti. Gesù invita loro, e tutti i pastori futuri, ad alzare lo sguardo, per vedere i frutti dell’azione di Dio nel cuore degli uomini e delle donne di ogni tempo e rendersi conto che ogni pastore ha un duplice compito: raccogliere i frutti delle fatiche di chi li ha preceduti e seminare gratuitamente per il raccolto di chi erediterà la loro missione.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
1. Gesù si presenta nella debolezza della sua umanità: stanco e assetato. Chiede qualcosa, ma offre molto di più. Ogni vita spirituale autentica deve fare i conti con l’umanità di Gesù. Chi lo considera lontano, sopra le nuvole, irraggiungibile nella concretezza della propria vita, non lo incontra e non può capire e accogliere i suoi doni.
2. Gesù vuole incontrare la samaritana e l’aspetta non al tempio, ma al pozzo, un luogo della sua vita quotidiana. Con questo, l’evangelista vuole forse suggerire qualcosa ai pastori del XXI secolo?
3- Gesù ha un comportamento strano con la samaritana. Le offre un dono, che lei non desidera perché non lo conosce, non si scoraggia per l’incomprensione, non emette nessuna condanna morale, elogia la sincerità, affida la rivelazione di se stesso a una peccatrice eretica che non ha manifestato volontà di conversione, ma solo l’attesa di un Messia «lontano»… Possiamo chiederci come ci muoviamo noi verso i peccatori e i credenti di altre religioni.
4. La samaritana somiglia ai primi apostoli: appena incontra Gesù e ha capito qualcosa di lui, immediatamente va ad annunciarlo ai paesani, che forse la emarginavano per la sua condotta di vita. A quante persone parliamo del nostro incontro con Gesù?
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
In famiglia o sul lavoro, proviamo a creare o a cogliere un’occasione per parlare di Gesù.