23 FEBBRAIO 2025
7ª DOMENICA T.O.
AMATE I NEMICI
COMMENTO
Il brano odierno è la continuazione del discorso delle beatitudini iniziato domenica scorsa.
Gesù presenta l’essenza del cristianesimo e rivela l’incommensurabile ed infinito amore di Dio per l’umanità. È un messaggio che sbigottisce per la sua chiarezza semplicità’ e radicalita. Dobbiamo ammettere che mette in crisi il nostro modo di testimoniare la fede. Anche nelle nostre chiese il messaggio evangelico di oggi ci coglie di sorpresa e ci spiazza.
Oggi il perdonare i nemici non suona bene. Non è di moda. Perdonare è segno di debolezza. Si deve bombardare, annientare, emarginare, fare pulizia etnica, respingere, deportare. Il perdonare è segno di debolezza e di vigliaccheria.
Si può parlare di perdono e di pace solo dopo che l’avversario è stato umiliato od annientato, solo quando la “giustizia” del più forte trionfa. Allora ci sarà la pace: quella dei cimiteri.
Tutto questo ha nulla a che fare con Dio. Al fragore delle armi, alla inutile retorica dei politici, alla vendetta, alla tecnologia trasformata in un micidiale ed infallibile strumento di morte, Gesù ci dice che Dio è amore misericordioso.
Ma cosa significa misericordia? Il termine ebraico “rahamim” rimanda all’organo femminile che è la culla della vita: l’utero materno. La nostra fede non è generata da noi, dai nostri sentimenti, dalle nostre meditazioni o suppliche. Diventiamo cristiani solo se ci lasciamo formare dall’ utero divino che ci alimenta di amore verso tutti ((nemici compresi), di benedizione verso i nostri calunniatori e maldicenti , di carezze in risposta ai pugni, di generosità nei riguardi di chi ci depreda, di atti di bene in risposta al male, di denaro dato senza richiederne il rimborso, E questo non per santità personale ma per essere semplici cristiani normali.
Dio misericordioso ci perdonerà nella misura in cui noi perdoniamo; ci giudicherà come noi abbiamo giudicato; ci ripagherà come avremo ripagato il prossimo. Se questo è vero (come lo è veramente) allora tutti sentiamo il bisogno di convertirci. Di fermarci un momento e ripartire.
Per camminare dobbiamo alleggerirci delle nostre granitiche certezze, dei nostri moralismi ipocriti, dei nostri devozionalismi pseudomagici, delle nostre tradizioni ossidate e polverose. Compagni indispensabili ed inseparabili sono la libertà, l’intelligenza e la Parola che Gesù ci ha testimoniato e dato come inseparabili compagni del nostro andare per il mondo da cristiani credenti e coerenti. Non possiamo solamente desiderare di credere in Dio. La nostra fede deve essere testimoniata alle condizioni dettate dal Padre e non condizionata dai nostri equilibrismi e tatticismi che ci rendono meschini, opportunisti e non trasparenti.
Schema per un’omelia
Introduzione
Le letture di oggi ci invitano a riflettere su un tema centrale della fede cristiana: l’amore misericordioso che supera l’odio e la vendetta. Attraverso l’esempio di Davide, l’insegnamento di Paolo e le parole di Gesù, siamo chiamati a vivere una misericordia radicale, che trasforma il nostro modo di relazionarci con gli altri.
Prima Lettura: 1 Samuele 26,2.7-9.12-13.22-23
In questo brano, Davide ha l’opportunità di eliminare il re Saul, che lo perseguita ingiustamente. Tuttavia, sceglie di risparmiare la vita del suo nemico, riconoscendo la sacralità dell’unto del Signore. Questo gesto di misericordia dimostra una profonda fiducia nella giustizia divina e ci insegna a non cedere alla tentazione della vendetta.
Salmo Responsoriale: Salmo 102
Il salmista celebra la bontà e la misericordia di Dio, lento all’ira e ricco di amore. Questo salmo ci ricorda che, come Dio è misericordioso verso di noi, così siamo chiamati a essere misericordiosi verso gli altri, riflettendo il suo amore nel nostro quotidiano.
Seconda Lettura: 1 Corinzi 15,45-49
San Paolo ci parla della trasformazione che avviene in Cristo: da uomini terreni, portiamo l’immagine dell’uomo celeste. Questa metamorfosi implica un cambiamento radicale nel nostro modo di vivere e di amare, chiamandoci a imitare Cristo nella sua misericordia e nel suo perdono.
Vangelo: Luca 6,27-38
Nel Vangelo, Gesù ci offre un insegnamento rivoluzionario: amare i nostri nemici, fare del bene a coloro che ci odiano, benedire chi ci maledice e pregare per chi ci maltratta. Questo amore incondizionato riflette la misericordia del Padre celeste e ci invita a superare le logiche umane di ritorsione e vendetta. Gesù ci chiama a una generosità senza misura, promettendo che “con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.
Applicazione pratica
Vivere questo amore misericordioso non è facile; richiede una conversione del cuore e una profonda fiducia in Dio. Siamo chiamati a perdonare le offese, a rispondere al male con il bene e a essere strumenti di pace nel mondo. Questo cammino di misericordia trasforma non solo le nostre vite, ma anche le comunità in cui viviamo, rendendo presente il Regno di Dio tra noi.
Conclusione
Le letture di oggi ci sfidano a incarnare l’amore misericordioso di Dio nelle nostre relazioni quotidiane. Seguendo l’esempio di Davide e gli insegnamenti di Gesù, possiamo contribuire a costruire un mondo più giusto e compassionevole, dove l’amore prevale sull’odio e il perdono sulla vendetta.