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3. Commento alle Letture – 2 MARZO 2025 8ª DOMENICA T.O.

2 MARZO 2025

8ª DOMENICA T.O.

L’ESSENZA DI ESSERE CRISTIANI

COMMENTO

Nel brano evangelico di oggi Gesù termina il suo insegnamento circa l’essenza dell’essere cristiano.
Nelle due domeniche precedenti, in estrema sintesi, ci aveva insegnato che essere cristiani comporta accettare e vivere lo spirito delle beatitudini; vivere l’amore verso tutti (nemici compresi); non giudicare per non essere giudicati.
Oggi, nel versetto (Lc 6,46), chissà perché omesso dai liturgisti, Gesù guardandoci negli occhi ci fulmina con una domanda: “Perché mi chiamate Signore, Signore e non fate quello che vi dico?”. Ad essa non possiamo sottrarci.
La sua Parola dobbiamo ascoltarla e riviverla nella coscienza e nella vita. Se ci limitiamo a sentirla come una parola ovvia e di buon senso cadiamo nel fariseismo. Ci autoproclamiamo “maestri” che non hanno bisogno di apprendere ma solo di insegnare con le loro chiacchiere slegate dal comportamento.
Siamo maestri solo di doppiezza di vita. Siamo degli ipocriti , dei teatranti per nulla autentici, dei moralisti belli e compiti all’apparenza ma squallidi nel cuore.
Gesù , non senza una certa ironia urticante, ci ricorda una maledizione biblica contenuta nel libro del Deuteronomio che maledice chi svia un cieco. Egli ci invita a sottoporci ad un’accurata visita oculistica per farci togliere la trave del moralismo che ci inganna senza accorgercene, rendendoci ridicoli nella pretesa di evidenziare la pagliuzza nell’occhio del fratello. Ci eleviamo a maestri e giudici del prossimo senza averne i titoli.
Prima di correggere gli altri dobbiamo dare una controllatina alla nostra condotta davanti allo sguardo di Dio che non possiamo ingannare con il nostro moralismo tronfio e supponente. Solo diradando le nebbie del nostro perbenismo vacuo potremo testimoniare il nostro comportamento giusto ed onesto con tutti.
Solo le nostre azioni certificano e testimoniano la nostra fede. Solo i nostri frutti di vita garantiscono la qualità’ della materia di cui siamo fatti Bisognosi di perdono e di misericordia, non avremo più tempo e voglia di puntare il dito e di voler ergerci maestri del prossimo con cui condividiamo la nostra quotidianità’ e la nostra fede in Gesù.
Riguardo all’insegnamento di Gesù che atteggiamento abbiamo? Siamo dei semplici origlianti che si limitano ad attivare i timpani, o siamo degli attenti ascoltatori che attivano la coscienza e trasformano la Parola in vita?