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3. Annunciare la Parola – 10 gennaio 2021


10 gennaio

DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

Battesimo del Signore

Tu sei mio Figlio, l’amato

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Abbiamo appena festeggiato Gesù nella sua nascita, lo abbiamo visto circondato dai pastori, in braccio alla Madre, visitato nel giorno dell’Epifania dai Magi, straordinari cercatori di Dio, e ora quasi d’improvviso l’evangelista Marco ci mette davanti al Gesù adulto, che riceve il battesimo di Giovanni e inizia la vita pubblica.

Anche a Gesù il battesimo cambia la vita

Il battesimo di Gesù è un episodio molto amato sin dall’antichità ed è stato immortalato in molti mosaici e celebri dipinti. È presente in tutti e quattro gli evangelisti ed è citato dallo stesso Pietro negli Atti (10,37-38).
In alcuni film è singolare una delle prime sequenze. La macchina da presa spazia presso l’ansa di un fiume, si abbassa e si posa su un gruppo indistinto. L’obiettivo mette a fuoco lentamente le persone, un volto dopo l’altro, poi si posa su uno di loro, uno dei tanti, ed è Gesù. Anche lui è lì per ricevere il battesimo di Giovanni.
È il messia e il Battista ha parlato di lui, ha invitato ad attenderlo, eppure entra anche lui nell’acqua, riceve anche lui il battesimo di penitenza. Disorienta così il Battista e chi lo aspettava diverso. Gesù si mette in fila con i peccatori, come se si trovasse in coda davanti a un confessionale. Il suo è un atto di abbassamento, così come è stata la sua incarnazione, la nascita a Betlemme nel nascondimento e nella povertà: è in questo modo che ha assunto intera la nostra umanità.
Si sente però la voce del Padre, scende su di lui lo Spirito e inaugura in questo modo il battesimo cristiano nello Spirito Santo e fuoco.
Il battesimo di Gesù è anche la prima esplicita manifestazione della Trinità. Il Padre rivela l’amore unico, specialissimo per il Figlio, la sua identità. Il cielo solennemente si squarcia e scende su Gesù lo Spirito Santo, colui che, sin dalla creazione, è presente nella storia della salvezza ogni volta che Dio si rivela creativo.

Il nostro battesimo       

Non si può vivere questa giornata senza pensare al nostro battesimo, che è stato un atto di accoglienza, di amore, di predilezione di Dio e della Chiesa nei nostri confronti. Eravamo bambini inconsapevoli, ma questo non rende il nostro battesimo meno significativo. Il battesimo non è però solo un rito di accoglienza da parte della Chiesa, non è nemmeno soltanto la festa della vita, il dire grazie a Dio per il dono di una nuova nascita. Il battesimo esige un cambiamento di vita, la conversione, l’assunzione su di sé della stessa missione di Gesù. E tutto questo evidentemente non è possibile in un bambino. Potremmo dire che per ciascuno di noi il battesimo è stato una specie di pacco dono, che però poi molti non si preoccupano di aprire. Con il battesimo siamo chiamati a vivere da adulti la nostra fede, che porta in sé un cammino di impegno, di morte-vita al seguito di Gesù. Cammino faticoso: lo è stato per Gesù che pure non aveva peccato. Ma è anche l’assunzione di una missione: la stessa di Gesù, il grande comunicatore del Padre, il Vangelo fatto uomo.

È l’inizio della vita cristiana  

Molte famiglie chiedono in parrocchia il battesimo per i figli. Alcuni lo fanno per tradizione, altri per non far mancare proprio nulla ai loro figli o per avere una benedizione e festeggiare la nuova nascita. Sono abbastanza rare le famiglie consapevoli del significato del battesimo e non mancano i parroci che si accontentano per non spezzare una canna incrinata, per «non spegnere uno stoppino dalla fiamma smorta» (Is 42,3). D’altra parte è difficile valutare appieno la fede di questi genitori e sembra preferibile non rifiutare la loro richiesta.
Ma molti dei significati e degli impegni che si assumono nel battesimo sono, come dicevamo, improponibili a un neonato. Per questo motivo ogni famiglia e ogni comunità, pur nel rispetto della libertà di ciascuno, deve farsi carico di promuovere per il battezzato un cammino catecumenale post-battesimale, in modo che possa appropriarsi di ciò che è avvenuto in lui per puro dono di Dio e della comunità cristiana. L’attuale rito del battesimo prevede che per tre volte i genitori esprimano pubblicamente il compito di assumersi in prima persona la crescita nella fede del loro bambino.
Se si battezza male, non si evangelizza. E se vogliamo essere missionari e far crescere la Chiesa, si deve battezzare meglio. Il battesimo di Gesù gli ha cambiato la vita: anche i nostri battesimi dovrebbero lasciare un segno, con il passare degli anni nei bambini stessi, subito nella loro famiglia.

 UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

La storia della Chiesa è piena di testimoni coraggiosi, infaticabili, credibili, che hanno seguito le orme del Battista e si sono fatti banditori del Vangelo. Lo spagnolo san Francesco Saverio, uno dei più grandi missionari di ogni tempo, a 35 anni parte per l’Asia e l’India. Muore a soli 46 anni con il desiderio di entrare in Cina. Dal 1541 al 1552, anno della sua morte percorre 80.000 chilometri sulle strade di quel tempo e con quei mezzi di trasporto. Si calcola che abbia amministrato il battesimo a circa 30.000 pagani. Scrisse: «Talmente grande è la moltitudine dei convertiti, che sovente le braccia mi dolgono tanto hanno battezzato e non ho più voce e forza di ripetere il Credo e i comandamenti nella loro lingua».