22 agosto
21ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Tu hai parole di vita eterna
Ancora una volta in un crescendo di riflessioni impressionanti ci viene proposto il brano di Giovanni sulla moltiplicazione dei pani e dei pesci. Ricordiamo che dopo quello straordinario miracolo, Gesù parla alle folle e si presenta come il pane di vita disceso dal cielo. Non solo, oggi aggiunge che devono mangiare il suo corpo e bere il suo sangue. A queste parole la folla non ci sta e si allontana, anche molti dei suoi discepoli lo abbandonano. Ma l’apostolo Pietro non ha dubbi e si schiera a nome degli apostoli e dice: «Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; tu sei il Santo di Dio!».
PRIMA LETTURA
Serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio.
Giosuè, successore di Mosè e continuatore della sua missione di animatore del popolo ebraico in viaggio verso la terra promessa, convoca a Sichem le dodici tribù di Israele e, dopo aver ricordato tutto ciò che Jahvè ha fatto per loro, li invita a scegliere e servire per sempre il loro Dio.
Dal libro di Giosuè. Gs 24,1-2a.15-17.18b
In quei giorni, Giosuè radunò tutte le tribù d’Israele a Sichem e convocò gli anziani d’Israele, i capi, i giudici e gli scribi, ed essi si presentarono davanti a Dio.
Giosuè disse a tutto il popolo: «Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire: se gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume oppure gli dèi degli Amorrèi, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore».
Il popolo rispose: «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché è il Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il cammino che abbiamo percorso e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati. Perciò anche noi serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio».
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 33 (34)
Salmo di lode a Dio da parte di un giusto che ha deciso di essergli fedele. Egli sa di poter contare sulla sua protezione anche contro chi lo avversa.
Rit. Gustate e vedete com’è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.
Custodisce tutte le sue ossa:
neppure uno sarà spezzato.
Il male fa morire il malvagio
e chi odia il giusto sarà condannato.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.
SECONDA LETTURA
Questo mistero è grande: lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa.
Si conclude oggi la lettura continua della lettera agli abitanti di Efeso. Paolo, dopo averli invitati a vivere una vita nuova, nella pratica delle virtù e nel rifiuto della stoltezza, dice loro – esemplificando – di vivere nell’amore reciproco il rapporto nel matrimonio tra marito e moglie.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini. Ef 5,21-32
Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto.
E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata.
Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne.
Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO Gv 6,63c.68c
Alleluia, alleluia.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Alleluia.
VANGELO
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
Il grande dialogo che Gesù ha intrecciato con la folla che ha assistito alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, si conclude drammaticamente, con l’abbandono da parte dei giudei, e anche di alcuni discepoli, che trovano troppo dure le sue parole. Gesù non li ferma, e sfida i suoi stessi dodici apostoli a fare lo stesso.
Dal vangelo secondo Giovanni. Gv 6,60-69
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Parola del Signore.