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2. Letture e introduzioni – 2 maggio 2021


2 maggio

5ª DOMENICA DI PASQUA

Io sono la vite, voi i tralci

Giovanni si serve dell’immagine della vigna per presentare la relazione di Gesù con i suoi discepoli. Siamo nei giorni successivi alla Pasqua e queste parole sono destinate a infondere fiducia nella nuova comunità cristiana che cresce, si organizza e cammina fiduciosa, pur tra gli inevitabili contrasti. I nuovi cristiani sentono di dover rimanere uniti al Risorto come i tralci alla vite, sostenuti dal Padre e dalla testimonianza degli apostoli.

PRIMA LETTURA

Barnaba raccontò agli apostoli come durante il viaggio Paolo aveva visto il Signore.

Il neo convertito Paolo comincia a predicare a Damasco e a frequentare Gerusalemme. I cristiani però non si fidano di lui e Barnaba si fa suo garante. Gli ebrei di lingua greca, attaccati alle loro tradizioni, vogliono addirittura uccidere Paolo e i cristiani lo mandano a Tarso.

 Dagli Atti degli Apostoli.                                                                                                At 9,26-31

In quei giorni, Saulo, venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo.
Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore che gli aveva parlato e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli poté stare con loro e andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome del Signore. Parlava e discuteva con quelli di lingua greca; ma questi tentavano di ucciderlo. Quando vennero a saperlo, i fratelli lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.
La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.

Parola di Dio.

 SALMO RESPONSORIALE                                                                                Dal Salmo 21 (22)

Facciamo nostra la gioia del salmista per la salvezza ottenuta. È Dio il nostro riferimento oggi e in futuro, riconosciamo la sua bontà

Rit. A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.

Oppure:

Alleluia, alleluia, alleluia

Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre!

Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno tutte le famiglie dei popoli.
A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno quanti discendono nella polvere.

Ma io vivrò per lui,
lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!».

 SECONDA LETTURA

Questo è il suo comandamento: che crediamo e amiamo.         

L’apostolo Giovanni presenta un prontuario di vita cristiana: amare con i fatti e non solo a parole; vivere riconciliati con Dio e con se stessi; essere consapevoli della protezione e della forza di Dio, avendo fede in Gesù e nella forza dello Spirito che ci è dato in dono.

 Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.                                                       1Gv 3,18-24

Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO        Gv 15,4a.5b

Alleluia, alleluia.

Rimanete in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto.

Alleluia.

VANGELO

Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.                     

Il brano è tratto dai discorsi di Gesù che precedono la Pasqua, ma che si riferiscono già al tempo che segue la risurrezione, quando Gesù garantirà la sua presenza in mezzo ai suoi.

Dal vangelo secondo Giovanni.                                                                          Gv 15,1-8

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Parola del Signore.