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2. Letture e introduzioni – 13 giugno 2021

13 giugno

11ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Le parabole del regno di Dio

Il Vangelo di Marco nel capitolo quarto presenta quattro parabole di Gesù. Oggi leggiamo le ultime due, che si riferiscono al regno di Dio, che è al centro della sua predicazione. Gesù ama raccontare in parabole. Sceglie questo modo semplice e popolare di esprimersi perché chi è aperto al bene possa comprendere. Non ama il linguaggio teologico e astratto per parlare dei progetti di Dio. E gli spunti partono dalla vita di tutti i giorni, da oggetti e situazioni che apparentemente non hanno nulla del linguaggio religioso, ma che Gesù legge in modo personale e profondo.

PRIMA LETTURA

Io innalzo l’albero basso.             

Il profeta Ezechiele durante l’esilio degli ebrei in Babilonia racconta una parabola piena di speranza. Sarà il Signore stesso a piantare un piccolo ramo in terra d’Israele e lo farà crescere come un magnifico cedro.

 Dal libro di Ezechiele.                                                                                                   Ez 17,22-24

Così dice il Signore Dio: «Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro, dalle punte dei suoi rami lo coglierò e lo pianterò sopra un monte alto, imponente; lo pianterò sul monte alto d’Israele. Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico. Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno, ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà.
Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore, che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso, faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco. Io, il Signore, ho parlato e lo farò».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Il salmista ringrazia l’Altissimo e gli rende lode, perché la vita del giusto è come un albero che fiorisce magnificamente per Dio. Anche nella vecchiaia riconoscerà la sua bontà.

Rit. È bello rendere grazie al Signore.

È bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte.

Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunciare quanto è retto il Signore,
mia roccia: in lui non c’è malvagità.

 SECONDA LETTURA

Sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere graditi al Signore.  

Paolo si mette nelle mani di Dio e afferma che dobbiamo vivere per lui e con lui. Camminando con fede e fiducia tra le difficoltà che la vita presenta, e sempre pronti all’incontro definitivo con il Signore.

 Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.                                       2Cor 5,6-10

Fratelli, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore.
Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi.
Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, alleluia.

Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.

Alleluia.

VANGELO

Ė il più piccolo di tutti i semi, ma diventa più grande di tutte le piante dell’orto.           

Nel capitolo quarto di Marco si trova il racconto di quattro parabole di Gesù. Oggi leggiamo le ultime due, quella del seme che cresce e quella del granello di senape.

Dal vangelo secondo Marco.                                                                                      Mc 4,26-34

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Parola del Signore.