13 dicembre
3ª DOMENICA DI AVVENTO «Gaudete»
Giovanni, testimone della luce
Terza domenica di Avvento, domenica Gaudete o della gioia. «Rallegratevi sempre nel Signore! Ve lo ripeto: rallegratevi! Il Signore è vicino», dice l’antifona d’inizio, che si rifà alla lettera di san Paolo ai Filippesi. E anche nella seconda lettura, scrivendo ai Tessalonicesi, san Paolo insiste: «State sempre lieti: questa è la volontà di Dio». Il Signore viene e rinnoverà ogni cosa, il Signore viene e ci sorprenderà.
PRIMA LETTURA
Gioisco pienamente nel Signore.
Questo brano di Isaia ci è famigliare, perché Gesù stesso (Luca 4) quelle parole le ha fatte proprie parlando nella sinagoga di Nazaret e annunciando la venuta del regno di Dio. È l’investitura del messia atteso, che viene anzitutto per i poveri, per la liberazione degli schiavi, per farsi consolazione a chi è piagato nello spirito.
Dal libro del profeta Isaia. Is 61,1-2.10-11
SALMO RESPONSORIALE Da Luca 1,46-54
Il Signore fa grandi cose in coloro che accolgono la sua Parola. Come Maria, anche noi siamo invitati a gioire per la misericordia di Dio verso il suo popolo.
Rit. La mia anima esulta nel mio Dio.
SECONDA LETTURA
Spirito, anima e corpo si conservino irreprensibili per la venuta del Signore.
Paolo invita i cristiani a vivere nella gioia. Una gioia che viene da una vita buona, da una vita nuova. È l’invito a non spegnere lo spirito, a diventare santi fino alla perfezione, a conservarsi pronti, irreprensibili per la venuta del Signore.
Dalla prima lettera di san Paolo ai Tessalonicesi. 1Ts 5,16-24
VANGELO
In mezzo a voi sta uno che non conoscete.
Il Vangelo di Giovanni annuncia la luce che deve venire e lo fa anche in questa domenica attraverso la parola di Giovanni il Battista. Non è lui la luce, dice, ma uno che rende testimonianza alla luce. È un testimone, una voce che grida nel deserto di preparare la strada al Signore che viene. Il Battista non è il messia, anche se la gente si interroga e riconosce la forza della sua persona. È un testimone credibile e austero, che indica la venuta di uno che «non conosciamo» e che ci sorprenderà.
Dal vangelo secondo Giovanni. Gv 1,6-8.19-28