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10. Anche Noi Vogliamo Capire – XXI C, 25/8/19

Per aiutare i nostri piccoli a vivere meglio la Liturgia della Parola

PRIMA LETTURA (Is 66,18-21)
Il profeta durante l’esilio ha visto che il Signore agisce anche in coloro che non appartengono a Israele, i quali, anche senza saperlo, compiono la sua volontà. A lui Dio rivela il proprio progetto di salvezza per tutti i popoli e la sua intenzione di trovare collaboratori e ministri anche tra i pagani.

* Capire le parole
Genti. Questo termine indica l’insieme di tutti gli altri popoli della terra, non ancora raggiunti dalla conoscenza di Gesù e della sua buona novella.
Gloria. La gloria di Dio è la sua infinita bellezza, manifestata e riconosciuta in ogni genere di qualità possibile e immaginabile. La gloria degli uomini è passeggera. La gloria di Dio è eterna.


SECONDA LETTURA (Eb 12,5-7.11-13)
Alcuni credenti si adagiano sulla ricerca di una vita fatta di benessere e di privilegi, per questo si stupiscono e si amareggiano per le persecuzioni.

* Capire le parole
Correzione. Nel momento in cui gli capita di star male, il credente non comprende il valore di purificazione e di elevazione spirituale presente nella sofferenza. Lo comprenderà dopo.
Dio vi tratta come figli. L’autore della lettera spiega loro la pedagogia di Dio: è un Padre che vuole educare e rendere forti i suoi figli. Per questo non risparmia loro le difficoltà e le sofferenze che la vita e la fede comportano.


VANGELO (Lc 13,22-30)
Luca in questo brano raccoglie diversi elementi tratti da Marco e Matteo e li rielabora per istruire i discepoli e la folla su come si possa entrare nel regno dei cieli, per partecipare al banchetto della salvezza. Non ci sono privilegi né corsie preferenziali per predestinati, entrano solo gli «operatori» di giustizia.

* Capire le parole
Quelli che si salvano. La domanda posta a Gesù è in linea col pensiero dell’uomo di tutti i tempi, il quale pensa ai “salvati” come ad una specie di numero chiuso. La volontà di Dio è che tutti siano salvati.
Verranno da… I quattro punti cardinali qui riportati indicano l’universalità della salvezza. Il cristiano non deve adagiarsi su una specie di privilegio, quanto piuttosto sentirsi responsabile del dono ricevuto di una esplicita conoscenza della salvezza portata da Gesù.


PER RIASSUMERE… In Israele molti pensavano di essere l’unico popolo destinato alla salvezza, anche se i Profeti avevano cercato di allargare lo sguardo a tutti i popoli. Ma il Signore Gesù è venuto per salvare tutta l’umanità. Non ci sono privilegiati, neanche per meriti «religiosi». Se all’inizio della Chiesa il passaggio è stato dal vecchio al nuovo popolo di Dio, oggi chi sono quelli che «verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio»? E chi sono quelli che, credendosi privilegiati, corrono il rischio di restare fuori?


Le parole da capire sono curate dall’autore del sito liturgico; le parti in corsivo sono un libero adattamento da “Messale delle Domeniche e feste 2019 – LDC”