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7. Aforismi – XXX C, 27 ott ’19

Raccolta di aforismi, aneddoti o testi utili per la riflessione o l’approfondimento

CHE COSA CI DICONO GLI STORICI SUI FARISEI
Nel brano evangelico i farisei non sono nominati, ma l’allusione di Luca è chiara, e i commentatori sono concordi nel ritenere che si parla di loro. Però i farisei non erano tutti come quello descritto dalla parabola. Il giudizio storico su di loro è più articolato.
Si sa che essi non erano molti, a quel tempo dovevano aggirarsi sui seimila. È già significativo il loro nome: fariseo significa separato, che tende a isolarsi dagli altri, elitario. Nel tessuto sociale costituivano un movimento di un certo peso e prestigio.
Tra loro non c’era solo zizzania, ma anche il buon grano. Compreso quel Nicodemo, per esempio, che in cerca di verità andò nottetempo da Gesù, poi lo difese nel sinedrio, e infine si prodigò per la sua sepoltura.
Ma c’era anche tanta zizzania. Altrimenti non si spiega la qualifica ricorrente – così viva nella Chiesa delle origini – di ipocriti. Il termine poco lusinghiero appare 17 volte nei Vangeli, sempre posto sulla bocca di Gesù, e sempre applicato a loro. Oggi verrebbe in mente anche il titolo di un famoso film: «Vizi privati e pubbliche virtù».
Ma nel contesto liturgico il giudizio storico sui farisei – articolato e con vari distinguo – è tutto sommato marginale: non aiuta a capire la parabola. Il cui significato resta legato alla caricatura del fariseo.

AUTENTICITÀ: CIOÈ?
Autenticità è parola moderna, è piaciuta ai filosofi esistenzialisti, Kierkegaard, Heidegger, eccetera. Essi ci ricordano che anche se tiriamo avanti in modo impersonale e superficiale, dovremmo vivere con passione l’avventura di conoscere il proprio io.
Questa esortazione ci viene già dalla notte dei tempi.
– L’imperativo «Conosci te stesso» era l’iscrizione nel marmo, incisa dagli antichi greci a Delfi sul frontone del tempio di Apollo. E Giovenale riteneva di sapere: «Dal cielo è disceso il conosci te stesso».
– Perché dovrei conoscermi? Diceva il filosofo cinese Lao Tzu: «Chi conosce gli altri è erudito, chi conosce se stesso è saggio».
– Ma conoscersi non è facile, si è distratti da mille cose. Diceva Agostino: «Gli uomini viaggiano per stupirsi delle montagne, dei mari, dei fiumi, delle stelle. E passano accanto a se stessi, senza meravigliarsi».
Conferma lo psicologo Carl Gustav Jung: «I voli spaziali sono soltanto una fuga da se stessi, perché è più facile andare su Marte o sulla Luna che penetrare nel profondo del proprio io».
– E Pascal conosceva una verità inquietante: «L’uomo si fugge perché si teme».
– In realtà io sono un mistero a me stesso. Ha confessato Gibran K. Gibran: «Solo una volta rimasi muto. Fu quando un uomo mi chiese: “Chi sei?”».
– In conclusione, con un sorriso: «La cosa più importante per l’uomo? Conoscere se stesso. Tu però lascia perdere, potresti avere una brutta sorpresa» (Johnny Hart)


(tratto da: E. Bianco, All’altare di Dio – Anno C – Elledici 2009)