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4. Parola da Vivere – 26 aprile 2020

26 aprile

3ª DOMENICA DI PASQUA

I discepoli di Emmaus

COMMENTO

Piccolo capolavoro letterario  di Luca, questo  brano  è una sintesi del vangelo della risurrezione e del suo senso.

Abbiamo due discepoli tristi (Cleopa e un altro senza nome: sono io, sei tu) che hanno perso la fede in Gesù e la speranza;  rimane  loro nel cuore solo il ricordo  doloroso di un passato  bello  ma illusorio. Tornano  a casa sconfitti. Un viandante che si aggrega e si mostra  uomo «normale»,  forestiero  ignaro.  Lungo il cammino succedono  molte cose. Cleopa rimprovera il viandante di non sapere e poi racconta sui fatti una versione personale che non  corrisponde per niente  alla verità di ciò che è accaduto: un passato perdente e un presente senza fede, dato che non  hanno creduto  alle donne. I fatti vissuti dal viandante non sono questi!

Luca ci ha avvisati che il viandante è Gesù, ma essi non  possono riconoscerlo, perché la perdita  della fede ha oscurato  loro gli occhi e la mente.  Luca fa capire così che il Risorto può essere riconosciuto solo da chi ha fede, chi non  crede non  può  riconoscerlo; per questo  Gesù non va dai Giudei, non lo avrebbero  mai riconosciuto!

Dopo  il racconto  triste e rassegnato,  il viandante li rimprovera a sua volta di non avere intelligenza né amore sufficienti per capire né la parola di Dio, né quella dei profeti e neanche quella che Gesù stesso aveva comunicato.

La spiegazione, che Luca fa dare da Gesù ai due discepoli sintetizza l’esperienza della Chiesa primitiva, che progressivamente ha riletto tutto il Primo Testamento alla luce della morte  e risurrezione di Gesù e ne ha colto significati prima nascosti.

Intanto qualche  cosa è successa nel cuore dei due: mentre  Gesù parla, nel loro intimo si riaccende una fiamma,  che essi non  sanno  spiegare, e li spinge a voler trattenere Gesù, che fa finta di andare oltre. Quando Gesù in casa fa il gesto e usa le parole abituali  del pasto (gesti e parole che non  appartengono solo all’ultima cena, che pure è stata unica),  dopo  l’amore si risveglia anche la fede ed essi diventano capaci di riconoscere Gesù, che sparisce, perché non  c’è più bisogno  della sua presenza fisica. Cleopa e l’altro hanno recuperato la fede e porta- no il risorto con sé, mentre  tornano a Gerusalemme per dare la bella notizia dell’incontro che ha fatto rivivere in loro l’amore, la fede e la speranza del Regno di Dio e del- la liberazione non solo di Israele, ma di tutta l’umanità.

Il brano  indica  allora due luoghi  permanenti in cui il Risorto è presente, riconoscibile e raggiungibile:  la Parola di Dio e l’Eucaristia.

 

MEDITAZIONE

Signore Gesù,

mio compagno di cammino, proprio quando ho perso la speranza  e ho dimenticato le parole tue, quelle che hanno illuminato la mia strada e riscaldato il mio cuore in tanti momenti e periodi  del passato.

Oggi sono proprio io il compagno di Cleopa, non dico una parola,  ma sono in ascolto attento di quello  che tu mi stai dicendo attraverso i miei fratelli, risorti con te, che vedono  il mio volto abbattuto e il mio passo pesante. A volte faccio fatica a riconoscere  che in loro ci sei tu con il tuo Spirito, che suggerisci loro quello di cui io ho bisogno.

Oggi ti prego, illuminami, perché  anch’io veda che «è necessario soffrire per entrare nella gloria». Su questo ho avuto le mie difficoltà: perché soffrire? perché accettare la sconfitta, i fallimenti?  Ero confuso,  lo capivo per te, ma non per me. Ora so che tu hai amato non la sofferenza, ma il dono  della tua vita a ogni costo, per la mia salvezza, e che mi chiedi  semplicemente di fare anche della mia vita un dono, senza mai tirarmi indietro, specialmente quando il dono  di me non è semplice e gratificante, ma costoso e doloroso.

Ti chiedo anche di riscaldare il mio cuore fino a sentire il desiderio  incontenibile di correre per comunicare ai miei fratelli, specialmente ai giovani e ai lontani, che tu sei risorto  e che sei l’unica garanzia  che niente  della nostra vita è perduto, che neanche la più piccola briciola di amore  sofferto sarà sprecata. Sì, perché la tua risurrezione è la porta della vita eterna, spalancata per noi, e lì solo l’amore sarà il nostro  corpo e il nostro  sangue e anche l’aria che respireremo.

 

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. 1. I cristiani contemporanei di Luca erano tristi per le Noi oggi possiamo essere tristi per altri motivi non meno  dolorosi, che toccano  tutta la Chiesa. La tristezza e la sfiducia ci chiudono gli occhi e ci impediscono  di riconoscere  Cristo che cammina con noi.
  2. 2. «Stolti e lenti di cuore a credere…». Queste sembra- no parole, più che di Gesù, di Luca, rivolte ai cristiani del suo Forse facevano fatica ad accettare che essere cristiani comporta seguire Gesù anche nella passione, per giungere alla gloria della risurrezione.
  3. 3. «Non ardeva forse in noi il nostro cuore…?». La parola di Dio, ascoltata con cuore aperto, è capace di risvegliare amore e fede anche in chi ha perso i riferimenti ideali e spirituali  ed è in crisi di fiducia e di speranza.
  4. 4. L’Eucaristia è il luogo «naturale» dell’incontro con Cristo, dell’apertura degli occhi, dell’ardore del cuore, della comunione con i fratelli, del desiderio di diventare annunciatori del Vangelo.

 

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Cercare nel vangelo  la risposta  a un problema che stiamo  attraversando, anche facendoci aiutare.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017