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4. Parola da Vivere – 10 maggio 2020

10 maggio

5ª DOMENICA DI PASQUA

Io sono la via, la verità e la vita

COMMENTO

L’inizio del brano riporta delle espressioni tra le più affettuose di Gesù: da una parte vuole tranquillizzarli riguardo alla sua partenza verso il Padre, dall’altra, soprattutto, esprime il desiderio che i suoi amici stiano sempre con lui e si presenta quasi come colui che nella casa del Padre prepara per loro delle stanze accoglienti. Il movimento di Gesù si sviluppa  in quattro tempi:  vado,  torno  (non dice quando), vi prendo con me, abitate con me nel Padre. Tutto si sviluppa nel presente, perché Gesù abita già nel Padre, ma c’è anche un momento futuro, il ritorno definitivo  di Gesù, perché i suoi condividano la sua gloria.

Ma subito  si manifesta l’incomprensione dei discepoli.

Tommaso dice che non sa dove Gesù stia andando e si meraviglia  che Gesù pensi che loro conoscano già la via per arrivarci. Con pazienza Gesù ripete quello  che Tommaso, gli altri (e noi con loro) avrebbero dovuto  capire: sta andando dal Padre e la via per arrivarci è lui stesso. La metafora della via, si lega strettamente a quella della porta  del capitolo  10. Percorrere Gesù-via e attraversare la porta  non  richiedono adesione intellettuale, ma cambio di vita attorno ai due comandamenti giovannei: credere in Gesù e amare i fratelli.

Per Filippo, invece, c’è un rimprovero: «Come mai ancora non mi conosci? Perché non ti rendi conto di chiedere una cosa che ti ho già dato?». In tutto  il vangelo di Giovanni, Gesù si è sforzato  di far capire che il Padre è diventato visibile nell’incarnazione del Figlio. Tutto quello che lui ha detto viene dal Padre e tutto quello che lui fa è opera del Padre, perché egli non  fa altro che obbedire a lui. Filippo non ha ancora capito che Gesù è tutto ciò che si può vedere del Padre, perché sono una cosa sola. Non sono bastati tutti i segni che ha fatto.

Certo manca ancora il più grande segno, la sua morte e risurrezione. Per questo gli apostoli dovranno avere so- lo un po’ di pazienza. Ma non appena Gesù arriverà presso il Padre, dal momento che avrà realizzato  la sua missione  di salvezza, potrà  mandare il suo Spirito e potrà mettere a loro disposizione tutta la ricchezza e la potenza della sua risurrezione.

Possiamo rimanere perplessi di fronte alla promessa che i credenti  potranno fare opere  anche  più grandi  di quelle che Gesù ha fatto prima della Pasqua. Non si tratta di miracoli strepitosi, ma del completamento dell’opera che Gesù ha iniziato  con la sua morte  e risurrezione: Gesù ha portato il Vangelo a un territorio e a un numero limitato di persone, chi crede, grazie a lui e al dono  dello Spirito, porterà  il Vangelo e la salvezza fino ai confini della terra e fino alla fine di questo mondo.

 

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Gesù esprime il desiderio che i suoi amici stiano per sempre  con lui e il Padre certamente lo esaudisce. Anche noi facciamo l’esperienza di questo desiderio  nei riguardi delle persone che amiamo. Se il desiderio è vero, come Gesù, siamo  disposti  a dare la vita per loro e preghiamo il Padre, che certamente ci ascolta, perché anche lui ha lo stesso desiderio.
  2. Gesù è la via. È la sua umanità la via che ci conduce al Padre; per questo lui si fa nostro modello di uomo-figlio di Dio e anche compagno di viaggio per guidarci, sostenerci,  rialzarci, nutrirci  con la sua parola  e il suo corpo e sangue.
  3. Gesù è la verità. La verità delle cose e delle azioni non è molto popolare in questo mondo. Il Signore ci comunica se stesso perché noi possiamo essere veri figli di Dio, vivere nella verità, dire la verità, testimoniarla, realizzarla.
  4. Gesù è la vita. La morte ha conquistato molta parte del cuore di tanti uomini, donne, giovani. La vita, che il Signore è e dona, è umano-divina, rinnova ogni uomo, vince la morte e ci proietta  nell’eternità.

 

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Leggere una pagina  del vangelo, per conoscere  e incontrare Gesù.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017