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4. Parola da Vivere – 5 luglio 2020

5 luglio

14ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Io sono mite e umile di cuore

 

COMMENTO

Questo  brano,  bellissimo e amatissimo sia dai santi che dalla gente semplice, è composto da tre parti: la prima è una preghiera  di lode rivolta al Padre, la seconda,  una rivelazione  di stile giovanneo, la terza, una esortazione.

Gesù è rimasto sorpreso dal fatto che i conoscitori della Bibbia non lo capiscono e lo contrastano, mentre i poveri lo comprendono e lo seguono. Egli legge in questa situazione lo stile di azione del Padre e la diversa disposizione degli uomini: il Padre volentieri si comunica a coloro che riconoscono di aver bisogno  di lui, invece rima- ne nascosto a coloro che pretendono di arrivare a lui grazie alla propria  scienza e ai propri  sforzi intellettuali o morali. Gesù, con questa preghiera di lode, testimonia al Padre la totale condivisione e la piena disponibilità a entrare nel suo modo di agire. Anche lui si farà conoscere dai semplici e resterà nascosto  ai presuntuosi.

La rivelazione riguarda il tema della vera sapienza. Per gli ebrei la sapienza più alta è la conoscenza di Dio e i veri sapienti  erano ritenuti  i conoscitori della Sacra Scrittura. Gesù si presenta  come l’unico che può dare la vera e autentica conoscenza di Dio. Essendo egli il Figlio, conosce totalmente il Padre, perché abita in lui e ha comunicato tutto se stesso al Figlio. Questa conoscenza non  è chiusa agli uomini, anzi Gesù è venuto proprio per condurre gli uomini al Padre. Ma lui seguirà lo stesso stile del Padre: si farà conoscere e farà conoscere il Padre solo da coloro che hanno il cuore aperto alla fede in lui; chi invece giudicherà lui, a partire dalla propria «scienza» biblica, resterà escluso perché non crede e ha il cuore chiuso.

Infine, l’invito ad andare da lui, rivolto a tutti coloro che si ritengono bisognosi di fronte  alla vita e a Dio, è di una dolcezza infinita che conquista e non ha bisogno di commento, si tratta  solo di accoglierlo  e di farlo risuonare  dentro di sé. L’esortazione a prendere il suo giogo richiede un chiarimento. Gli ebrei avevano un giogo di 613 precetti da osservare. San Paolo nota che nessuno era in grado di osservarli tutti. Gesù li sostituisce con un solo precetto: somigliare  a lui nella mitezza e nell’umiltà. Anche questo  è un giogo, sì, tuttavia dolce e leggero, lui dice. Dolce perché è un giogo di amore,  leggero perché è costituito dal dono  della verità, che rende liberi.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

1. La scienza, con le possibilità che ha  aperto,  ha spinto  molti  a pensare  che l’insegnamento di Gesù sia superato. Ci sono  molti  nuovi  «maestri». Ma la conoscenza di Dio, che apre le porte alla vita pienamente umana e alla salvezza eterna,  non  passa dalle scienze «umane», ma dalla parola di Gesù.

2. «… imparate da me, che sono mite e umile di cuore». Mitezza e umiltà non sono virtù molto presenti nella cultura Quanti problemi e difficoltà relazionali e personali potremmo risolvere se diventassimo più miti e umili?

Il giogo della verità è leggero per l’intelligenza. Nel- la nostra società questo rapporto è negato. Viene esaltata l’intelligenza umana (o la furbizia?) ma viene negata la verità. Questo produce  conoscenze false e rapporti falsi tra le persone  e tra le nazioni.

4. Molti cercano il «ristoro» dove non c’è, e non ba- stano vacanze, evasioni, divertimenti, .. Il ristoro  vero lo offre il Signore, che ci accoglie nella preghiera, illumina la nostra  vita col suo insegnamento, ci sostiene con il suo amore nell’Eucaristia, ci mette accanto fratelli da amare e da cui ricevere amore.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Andiamo  a scuola da Gesù, leggendo qualche pagina del vangelo, e lasciamoci istruire da lui.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017