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4. Letture – V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

4 FEBBRAIO

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata nazionale per la vita)

UNA GIORNATA DI GESÙ: EVANGELIZZARE, GUARIRE, PREGARE

PRIMA LETTURA

Notti di affanno mi sono state assegnate.
Giobbe, fedele a Dio, è colpito da sciagure nella famiglia e nella salute. Non si ribella a Dio, ma non accetta facili spiegazioni sulla presenza della sofferenza nella sua vita. Legge lucidamente la propria condizione, ha perso ogni speranza, ma non rinuncia a dialogare con Dio. Vuole capire il perché della sua sofferenza. La risposta la darà solo Gesù, sulla croce.

Dal libro di Giobbe                                Gb 7,1-4.6-7

Giobbe parlò e disse:
«L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario?
Come lo schiavo sospira l’ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario, così a me sono  toccati mesi d’illusione
e notti di affanno mi sono  state assegnate. Se mi corico dico: «Quando mi alzerò?».
La notte si fa lunga
e sono stanco di rigirarmi fino all’alba.
I miei giorni scorrono più veloci d’una spola, svaniscono senza un filo di speranza. Ricòrdati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE               

Dal Salmo 146 (147)

Il Salmo ci invita a riconoscere l’amore del Signore che salva i sofferenti e i poveri. La riconoscenza si esprime con il canto e la lode.

Risanaci, Signore, Dio della vita.

È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d’Israele.

Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.

Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.

Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.

SECONDA LETTURA

Guai a me se non annuncio il Vangelo.
Ci sono uomini che, incaricati da Dio, dedicano la loro vita all’annuncio del Vangelo. La comunità, che riceve questo dono deve contribuire al loro mantenimento. Paolo ha rinunciato a questo diritto, si mantiene con il proprio lavoro e at- tende la ricompensa dal Signore. Per lui evangelizzare è obbedienza al Signore e, insieme, impulso irrefrenabile, che nasce dall’essere e sentirsi apostolo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi                     1 Cor 9,16-19.22-23

Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!
Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ri- compensa? Quella di annunciare gratuitamente il Van- gelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo.
Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io.

Parola di Dio.

 

CANTO AL VANGELO         

Mt 8,17

Alleluia, alleluia.

Cristo ha preso le nostre infermità
e si è caricato delle nostre malattie.

Alleluia.

VANGELO

Guarì molti che erano affetti da varie malattie.
L’evangelista Marco si impegna a presentare il Messia in azione in una intera giornata, il sabato, che la Legge imponeva di dedicare solo a Dio. Gesù mette insieme Dio e i fratelli. Con il Padre si mette in ascolto e in dialogo, per ricevere luce e forza per la sua missione; con i fratelli annuncia il Van- gelo del Regno e guarisce, vincendo ogni sorta di male, che rende schiavo l’uomo.

Dal vangelo secondo Marco       Mc 1,29-39

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli porta- vano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non per- metteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti so- no venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Parola del Signore.